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Luigi Guanella: Opere edite e inedite
Luigi Guanella
Le vie della Provvidenza
Lettura del testo
Le vie della provvidenza (1913-1914)
Articolo X. Don Guanella presso don Bosco
«
»
- 736 -
Articolo
X.
D
on
G
uanella presso
don
B
osco
[72]
Una
sera
del
gennaio
1875
don
Guanella
s’
inchinava
per
baciare
la
destra
di
don
Bosco
dopo
aver
terminato
la
conferenza
nella quale coi suoi
sacerdoti
del
Consiglio
superiore
aveva
conchiuso
di
andare
in
America
; mi
salutò
dunque
dicendomi
: «
Andiamo
in
America
? ». Poco
dopo
comparve
coi suoi sul
palcoscenico
e
cominciò
a
dire
: «
Andiamo
in
America
», ed
espose
diffusamente
la cosa. Allo
indomani
don
Bosco
incaricava
don
Guanella
a
scrivere
le
comunicazioni
per l’
apertura
del
collegio
di
‹
San
Nicolás
de
›
Los
Arroyos
40
nella
Repubblica
Argentina
.
Il
neo-arrivato
poco a poco si
immetteva
negli
uffici
della
casa
e in qualche
predicazione
di
Maria
Ausiliatrice
e nei
catechismi
ai
giovani
esterni
, per lo più
operai
che
frequentavano
l’
Oratorio
di
san
Francesco
di
Sales
.
Causa
un
[73]
malinteso
accadde
che una
sera
fosse
lasciato
solo con una
turba
di cento
giovinastri
discoli
, taluno dei quali
uscendo
e
rientrando
in
chiesa
scherzavano
con il
catechista
facendo ai
fianchi
pallottole
di
neve
.
Don
Guanella
tollerò
per un poco e poi
scacciò
come un
giorno
nostro
Signore
violentemente
gli
insolenti
dal
tempio
.
Don
Bosco
sentita
la
spiritosità
destinò
don
Guanella
alla
direzione
dell’
Oratorio
festivo
di
san
Luigi
al di
là
di
Porta
Nuova
. Erano
trecento
e più
giovanotti
.
Coadiuvavano
al
catechismo
il
celebre
conte
Viancini
, il
marchese
Scarampi
, i
conti
fratelli
Balbo
e più altri. Il
giorno
festivo
si
passava
là
da
mane
a
sera
entro
vasti
locali
a
modo
di
tettoia
con
vasti
cortili
. Ivi
dopo
la
lotta
di 14
anni
a
costringere
per
legge
una
piccola
striscia
di
terreno
,
sorse
poi il
vasto
collegio
e la
chiesa
che volle
dedicata
a
san
Giovanni
evangelista
che fu il
primo
[74]
a
combattere
il
primo
eretico
Cerinto
. Si
sa
- 737 -
che a
fianco
avevano
eretto
per
concessione
di
Cavour
un
vasto
tempio
gli
eretici
valdesi
. Il
don
Guanella
era
pure
coadiuvato
da
chierici
dell’
Oratorio
e si
dispensavano
i
santi
Sacramenti
e
predicazioni
e
catechismi
; una
volta
all’
anno
si facevano
passeggiate
per una
giornata
intera
, e per una
volta
al
mese
si facevano l’
incanto
di
giocattoli
ed
abiti
nei quali gli
allievi
facevano a
gara
nel
vendere
le
cartelle
avute in
premio
di
frequenza
e di
profitto
all’
Oratorio
.
Lungo la
settimana
al
don
Guanella
si
affidavano
tridui
di
predicazioni
e talvolta
corsi
di
missioni
ed
esercizii
varii
nei
diversi
istituti
della
città
.
Don
Guanella
era
ansioso
di
ascoltare
i
quaresimali
del
celebre
Nasi
, del
Wenck
e dei
fratelli
Scotton
a
San
Filippo
. Venuto il
maggio
gli fu
assegnata
la
predicazione
quotidiana
mariana
della
parrocchia
di
Alassio
,
dove
don
Bosco
aveva
aperto
collegio
.
[75]
Il
prevosto
Della
Valle
scriveva
poi a
don
Bosco
: « Il
don
Guanella
si
prepari
ancora un poco e sarà un
oratore
discreto
per
chiarezza
di
dire
».
Nel
novembre
41
seguente
si
doveva
aprire
casa
e
scuole
a
Trinità
di
Mondovì
e vi fu
assegnato
direttore
il
Guanella
. Anche qui gli fu
assegnata
la
predicazione
quaresimale
nella
parrocchia
ed
ottenne
che si
sospendessero
di
fronte
alla stessa le
rappresentazioni
parodiache
della
beata
Paola
Gambara
di
Bene
Vagienna
, a
breve
distanza
ivi e
patria
del
cardinale
Oreglia
di
Santo
Stefano
,
creato
da
Pio
ix
nel
decorso
anno
42
. In questo
affare
il
don
Guanella
trovò
pieghevole
il
signor
arciprete
, il
signor
sindaco
cavalier
Braida
, il
signor
assessore
generale
Marro
. Così il
don
Guanella
si faceva
popolare
.
Per
insinuazione
di
don
Bosco
il
Guanella
si
era
risolto
di
legarsi
alla
congregazione
per un
triennio
. Lo stesso
don
Bosco
invitava
[76]
compagno
a
don
Giovanni
Cagliero
il
- 738 -
don
Guanella
per una
missione
a
Santo
Domingo
43
,
dove
a
don
Bosco
si
offeriva
la
direzione
della
cattedrale
e di un
istituto
universitario
, ma
don
Guanella
rispondeva
: «
Reputo
grandissima
fortuna
essere
venuto con
don
Bosco
, ma il mio
cuore
sentirebbe
un
vuoto
per tutta la
vita
, perché non
parrà
vero
ma
continua
in me il
pensiero
di
fabbricare
qualche
ciabotto
44
in
patria
mia » (
ciabotti
chiamava
don
Bosco
le sue
fondazioni
).
La
bontà
di
don
Bosco
degnava
di
associarsi
don
Guanella
in qualche
visita
delle sue
case
ed
esprimeva
qualche suo
progetto
.
Fu
caso
o
provvidenza
che
don
Guanella
chiarisse
nella
mente
di
don
Bosco
due
opere
che furono poi tanto
vantaggiose
nella
congregazione
: l’
opera
cioè dei
cooperatori
salesiani
per
opera
del suo
Bollettino
‹
Salesiano
›
; l’
Opera
di
Maria
Ausiliatrice
per la
vocazione
degli
[77]
adulti
allo
stato
ecclesiastico
.
Don
Bosco
volle poi
costituire
lo stesso
Guanella
primo
direttore
di questa
seconda
opera
, benché l’
opera
tardasse
poi a
penetrare
nella
mente
e nel
cuore
anche dei
primi
discepoli
dello stesso
don
Bosco
.
Ripeteva
poi a tutti in
generale
, ed a
don
Cagliero
in
particolare
, perché per il
primo
doveva
servirsi
di queste
vocazioni
improvvisate
: «
Infirma
mundi
elegit
Deus
45
: questi che ti
accompagno
saranno
fedeli
». In questo
frattempo
insinuava
pure
nei suoi il
sistema
preventivo
per la
educazione
della
gioventù
.
Piaceva
pure
a
don
Bosco
affidare
la
compagnia
di certi
giovani
ed
adulti
di
difficile
contenitura
. Fra questi fu il
carissimo
Domenico
Montebugnoli
,
morto
pochi
anni
fa nella nostra
casa
di
Fratta
Polesine
. Qualche
giovane
ravveduto
dal
servizio
prestato
alla
framassoneria
era
riuscito
a
[78]
trafugare
- 739 -
sino a
Marsiglia
, ma
scoperto
anche
colà
fu
tradotto
al
castigo
in
Italia
.
Il
don
Guanella
nelle
case
di
don
Bosco
evitava
più
facilmente
gli
strapazzi
ed i
sudori
e quindi le
malattie
alle
tonsille
che quasi ogni
anno
lo
travagliavano
anche con
pericolo
della
vita
sui
monti
alpestri
di
Savogno
. Aveva poi l’
esempio
di tante
virtù
e la
direzione
di
coscienza
di
don
Bosco
che faceva sì
gran
bene
a tutti. Il
cuore
di
don
Bosco
era
calamita
che
traeva
, e la sua
parola
parca
e
misurata
spandeva
bagliori
di
luce
nella
mente
. Sia
eterna
la
gratitudine
a
don
Bosco
ed alle
case
sue. Ma
scadeva
il
tempo
dei
voti
triennali
.
Monsignor
Carsana
vescovo
di
Como
pressava
al
ritorno
e
don
Guanella
si
sentiva
di
dover
ubbidire
.
Richiamò
da
casa
paterna
30
lire
e con questa
sommetta
cominciò
il
viaggio
da
Torino
[79]
a
Como
col
pensiero
di
fondare
un
ciabotto
, che poi nella
direzione
della
divina
provvidenza
divenne
la
Casa
della
divina
Provvidenza
servita
da due
congregazioni
benché
minime
, ed
estese
,
grazie
al
Signore
, in molte
parti
d’
Italia
, nella
Svizzera
e negli
Stati
Uniti
d’
America
nel
percorso
di meno di
trenta
anni
.
Confidava
poi il
Guanella
non aver
patito
tanto alla
morte
del
padre
e della
madre
, che a così
dire
gli
morirono
ambedue nelle
braccia
, quanto a
lasciare
don
Bosco
, che gli
cagionò
così
vivo
strappo
al
cuore
. Il
don
Guanella
si
era
fidato
alla
benignità
della
divina
provvidenza
in
passare
da
Savogno
a
Torino
, ed alla medesima
divina
provvidenza
si
affidò
nel
ritorno
da
Torino
a
Como
e poi a
Traona
, nella
provincia
di
Sondrio
.
[80]
Da
Torino
partì
come un
cane
schiaffeggiato
dalla
chiesa
, ed
ora
che farà questo
cane
miserevole
? A
Como
si
diceva
che il
don
Guanella
era
un
mezzo
matto
e si
ripeteva
la
frase
con
grande
facilità
per parecchi
anni
successivi
. « Chi è costui?
—
ripeteva
un
prevosto
di
San
Donnino
—
Certo gli è un
santo
od un
matto
, ma tu
dici
: di
santità
non se ne
veggono
, dunque sarà un
matto
».
A
Traona
l’
arciprete
plebano
Bellieni
era
stato
colpito
da
paralisi
. Il
sacerdote
Sala
Michele
aveva
mutato
parere
di
lasciare
Savogno
, e allora il
superiore
diocesano
concluse
: « Niente di
meglio
per
mandare
il
don
Guanella
cappellano
a
Traona
»,
ripetendogli
il
vescovo
: «
Colassù
, come ben
sapete
,
- 740 -
avete
case
e
conventi
disusati
per quelle
fondazioni
che
sento
dire
avere voi
fisso
nell’
anima
, ma
guardate
poi che non siano
fantasie
di
cervello
[81]
caldo
e
illusioni
funeste
.
Provate
per vostro
conto
che io vi
benedico
». Il
don
Guanella
credeva
avere omai la
Provvidenza
in
tasca
e
partì
tranquillo
alla
volta
di
Traona
. Nel
46
ritorno
da
Torino
ripassò
pel
Lago
Maggiore
in
visita
al
cugino
don
Lorenzo
Trussoni
,
parroco
di
Caravate
, il quale gli
presentò
l’
antico
convento
che poi di questi
ultimi
anni
passò
nelle
mani
dei
religiosi
passionisti
per
operarvi
gran
bene
in pro delle
anime
.
Protrasse
poi il
cammino
per
salutare
la
mamma
ed i
fratelli
a
Campodolcino
e
caricato
il suo
letticciuolo
,
probabilmente
quello del
seminario
,
tenne
nascosta
a tutti la sua
povertà
e col
piccolo
resto
delle sue 30
lire
avute a
Torino
ritornò
a
Traona
per
mettere
le
basi
di quelle
fondazioni
che sarebbero state nel
volere
di
Dio
.
p. 736
40
Per l’
integrazione
cfr.
G
iovanni
B
attista
L
emoyne
-
A
ngelo
A
madei
,
Memorie
biografiche
di
san
Giovanni
Bosco
,
x
,
Torino
1939
,
p.
1294
.
p. 737
41
Originale
:
Nell’
ottobre
;
cfr.
M
ichela
C
arrozzino
,
Don
Guanella
e
don
Bosco
.
Storia
di un
incontro
e di un
confronto
, 2
a
ed.
,
Roma
2010
,
pp.
66-67
.
42
Luigi
Oreglia
di
Santo
Stefano
(
1828-1913
) fu
creato
cardinale
il 22
dicembre
1873
;
cfr.
Enciclopedia
Cattolica
,
xi
,
1952
,
col.
270
.
p. 738
43
Originale
:
missione
ad
Haiti
e
Venezuela
;
cfr.
lettera
di
Giovanni
Bosco
all’
A.
,
Torino
, 15
luglio
1878
, in
Epistolario
di
san
Giovanni
Bosco
,
iii
(
1876-1880
), a
cura
di
Eugenio
Ceria
,
Torino
1958
,
pp.
362-363
. Nell’
estate
1878
giunse
ai
salesiani
l’
invito
per una
missione
dominicana
, ma la
spedizione
non fu
realizzata
per
mancanza
di
personale
. L’
accenno
a
Giovanni
Cagliero
(
1838-1926
)
va
però
riferito
alla prima
spedizione
missionaria
salesiana
, da lui
guidata
alla
fine
del
1875
:
tornato
in
Italia
nel
1877
, vi
rimase
fino
al
1884
con l’
incarico
di
direttore
spirituale
della
congregazione
.
44
Dal
provenzale
chabot
:
tugurio
,
casupola
.
45
1
Cor
1, 27.
p. 740
46
Il
periodo
è
autografo
dell’
A.
,
aggiunto
nella
metà
destra
della
pagina
.
«
»
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