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Luigi Guanella: Opere edite e inedite
Luigi Guanella
Le vie della Provvidenza
Lettura del testo
Le vie della provvidenza (1913-1914)
Articolo XIV. Pianello Lario
«
»
[- 763 -]
Articolo
XIV.
P
ianello
L
ario
[131]
Il
pio
sacerdote
Carlo
Coppini
consolava
morente
nel
1881
le sue
congregate
nell’
Ospizio
del
sacro
Cuore
dicendo
: « Verrà un altro
dopo
di me il quale farà molto più di me ». Si
dice
che al
87
don
Guanella
conferendo
col
nucleo
di quelle
pie
donne
siano
sfuggite
di
bocca
queste
parole
: «
Confortatevi
che verrà
tempo
, e non sarà
lontano
, nel quale voi
abiterete
- 764 -
cameroni
lunghi
». Si
direbbe
che quelle
voci
alludessero
al
grandioso
stabilimento
di
Santa
Maria
sopra
Como
.
Non
so
se prima o
dopo
questo,
scoppiava
il
colera
a
Napoli
88
.
Il
piccolo
gregge
89
venuto in
mano
a
don
Guanella
fremeva
di
desiderio
e
dissero
: «
Andiamo
fra i
colerosi
di
Napoli
per
lavorare
o
morire
». Ma fu
risposto
a
don
Guanella
: « Non
occorre
aiuto
vostro.
Ringrazio
» e si
firmava
:
[132]
«
Arcivescovo
cardinale
Sanfelice
».
Iniziata
la
istituzione
in
Como
, che fu
detta
Piccola
Casa
della
Provvidenza
, s’
incontrò
lo
sfavore
e le
minacce
della
Piccola
Casa
di
Torino
90
, onde la nostra si
denominò
semplicemente
Casa
della
divina
Provvidenza
.
Nel
cimitero
di
Pianello
Lario
si erano
innalzate
due
piramidette
al
nome
venerato
di
don
Carlo
Coppini
e di altri
nomi
di
suore
morte
ivi. Non si poteva non
ricordare
quel
caro
luogo
di
origine
.
Don
Guanella
vi
dimorava
da 7
anni
.
Nell’
ultimo
anno
dovendo
accudire
da vicino l’
opera
di
Como
aveva
lasciato
supplente
il
sacerdote
Michele
Sala
, di cui si è
parlato
. Questi, non per
mala
volontà
ma per
mancanza
di
indirizzo
, aveva
disposta
la
parrocchia
perché il
don
Guanella
fosse
allontanato
ed esso
riceverne
l’
eredità
.
Don
Guanella
,
salutati
i suoi, si
partì
a
mezzogiorno
domenicale
[133]
del
dì
...
91
; ne
era
entrato
a
mezzanotte
, come si è
detto
, e ne
- 765 -
uscì
a
mezzodì
non
scomodando
veruno. Questo a
titolo
di
semplice
storia
.
E per
ricordo
storico
si
nota
semplicemente
che
monsignor
Giacomo
Merizzi
,
vicario
capitolare
,
mise
alla
porta
il
don
Guanella
adducendo
non
so
quale
irregolarità
di
atto
. Ma il
don
Guanella
,
franco
in
cuore
proprio,
disse
a se stesso: « Tu sei in
Como
e vi
rimarrai
».
Il
don
Michele
Sala
,
rimasto
in
Pianello
benché
provvisoriamente
, non faceva
buoni
uffici
nemmeno a quell’
avanzo
di
ricoverati
d’
ospizio
che stavano in
casa
del
cappellano
. Quando la
signora
Domenica
Mazzucchi
per una
somma
non
grave
offrì
la sua
casa
Mazzucchi
già
Bernucca
,
là
prese
stanza
definitiva
l’
ospizio
,
ricordando
quello del
Cottolengo
che
diceva
: « Le
verze
trapiantate
ingrossano
».
E
veramente
fu così, perché
[134]
alla
casa
Bernucca-Mazzucchi
si
aggiunse
‹
ro
›
due
case
Mazzucchi
e
Bosatta
,
casa
paterna
quest’
ultima
di
suor
Marcellina
. Indi si
alzò
una
casa
a tre
piani
con
vasti
dormitori
.
Dopo
qualche
anno
si
comperò
altra
casa
‹
di
›
Luigi
Mazzucchi
,
detto
san
Luigi
, e dallo stesso altra
dipendenza
di
casa
e
rustici
. E finalmente i
fratelli
cedevano
a
buone
condizioni
alla
sorella
Marcellina
il
fabbricato-incannatoio
con
diritto
di
acqua
,
dove
le
orfanelle
lavorano
quotidianamente
.
Da un
locale
giardino
di
fiori
si
trasferì
la
chiesa
dove
troneggia
, quasi
regina
adorna
, e
prospetta
il
paese
e
benedice
ai
viaggiatori
sulle
acque
del
massimo
Lario
.
Il
don
Guanella
da parecchio faceva
sogni
di
fantasia
sulla così
detta
Acqua
Rossa
minerale
ferruginosa
, che
scaturiva
in
alto
monte
. Il
sogno
divenne
realtà
quando
monsignor
Barge
col
signor
Rodolfo
Ferrari
, col
[135]
capitano
Luigi
Zerbo
92
- 766 -
realizzarono
azioni
per lo più a
fondo
perduto
e così l’
ospizio
ed anche il
paese
fu
dotato
di un’
acqua
relativamente
ricca
di
ferro
che
serve
tuttodì
a
comodo
e
salubrità
comune
. Se ne
valse
l’
ospizio
per
attirare
nell’
estate
fanciulle
milanesi
anemiche
che si
scambiavano
a
spesa
di
particolare
comitato
, ma il
disegno
tornò
a
vuoto
, le
azioni
furono
tacitate
ed
ora
la
conduttura
da oltre mille
metri
è tutta a
vantaggio
e
peso
dell’
ospizio
.
Da
anni
parecchi l’
ospizio
tiene
aperto
sala
e
giardino
per l’
asilo
a
favore
dei
fanciulli
del
paese
.
Inclina
per
ricevere
a
mitissime
condizioni
i
poveri
del
paese
e dei
vicini
. Le
suore
, quando possono,
assistono
gli
infermi
a
domicilio
,
dirigono
per quanto si può l’
oratorio
femminile
e si fanno
catechiste
ai
fanciulli
[136]
della prima
Comunione
e della
tenera
età
in
generale
.
Da
anni
parecchi la
direzione
dell’
ospizio
invia
suore
per
direzione
di
asilo
e di
scuola
serale
a
Musso
. Per
donazione
degli
egregi
coniugi
Carolina
Annoni
in
Bosisio
Luciano
si
aprì
altra
casa
nella
Villa
Annoni
a
Genico
di
Musso
,
dove
si
conserva
carissimo
il
busto
del
signor
Annoni
Antonio
il quale ne fece già da
amico
fedele
, da
perito
coscienzioso
, e da
capomastro
esperto
costruì
93
la
Pia
Casa
dei
Poveri
in
Milano
.
Diresse
l’
acquisto
di
Santa
Maria
di
Como
, di
Fratta
Polesine
e di
San
Gaetano
in
Milano
, e
pose
con
don
Guanella
disegno
e
fondazione
della
chiesa
‹
della
›
stazione
cattolica
di
Splügen
.
Scelta
la
mente
e
carissimo
il
cuore
del
signor
Antonio
. A
don
Guanella
assente
, allora a
Roma
,
dolse
per sempre di non aver
ricevuto
lo
spirito
[137]
ultimo
dell’
ottimo
signor
Antonio
,
caduto
nel
rientrare
a
casa
all’
ultimo
gradino
di quella
scala
,
colpito
da
paralisi
che troppo presto lo
condusse
a
morte
.
Gode
all’
animo
di
don
Guanella
di poter
supplire
a quella
mancanza
con
assistere
altresì con
privilegio
pontificio
colla
celebrazione
di
santa
Messa
più di una
volta
per
settimana
in
stanza
attigua
alla
camera
della
figlia
Carolina
‹
Annoni
›
in
Bosisio
,
dove
con
tormento
e con
pazienza
pari
,
colpita
da
cancro
che non
risparmia
,
guarda
al
paradiso
e
sospira
di
entrarvi
.
- 767 -
A
Roma
abbiamo il
massimo
tempio
di
san
Pietro
,
santuario
di
preghiere
universale
, e abbiamo anche il
Colosseo
,
teatro
massimo
dei
patimenti
e dei
trionfi
dei
martiri
cristiani
. Sarà troppo il
confronto
che sono per
dire
?
Divenga
la
nuova
casa
Annoni
, da noi altresì
riattata
ed
ingrandita
,
[138]
un
piccolo
santuario
di
preghiera
e di
là
,
dove
si
prospetta
il
panorama
grandioso
del
lago
e della
Valtellina
, le
anime
fervide
spicchino
il
volo
alto
di
aquila
, quasi in
atto
di
salvare
se stesse, da una
rupe
di
contemplazione
e
porgano
94
esempio
e
aiuto
per
ottenere
benedizioni
ai
benefattori
propri, alle
istituzioni
della
Casa
della
Provvidenza
in
Europa
ed in
America
ed a moltissime
anime
quante ne possono
capire
in un
cuore
che vorrebbe
liquefarsi
per
amore
a
Gesù
Cristo
ed alle
anime
redente
dal suo
sangue
.
Un
giorno
fu nel quale
scherzoso
o
serio
‹
don
Guanella
›
rivolse
al
nobile
don
Giovanni
Manzi
questa
domanda
: « Perché non
abbellisce
il
grandioso
giardino-parco
di una
casa
,
magari
per le
nobili
decadute
, ché l’
ospizio
di
Pianello
ne potrebbe
prendere
cura
e
direzione
? Io ne
farei
una
descrizione
mora
le del
rinomato
[139]
giardino-parco
».
Rispose
don
Giovanni
: «
Bei
sogni
del
curato
di
Pianello
».
Ora
la
descrizione
vide
la
luce
in tanti
articoli
sull’
Ordine
e fu
riprodotta
coi
tipi
della
‹
Casa
divina
›
Provvidenza
del
corrente
anno
in un
opuscolo
95
e
dedicato
all’
unica
erede
donna
Giuseppina
Manzi
, la quale si
sa
che
vede
di
buon
occhio
la
istituzione
di
Genico
e che le
aprirebbe
passaggio
al
giardino-parco
per
rinfrancare
lo
spirito
al ben fare. Lo
zio
,
nobile
don
Giovanni
Manzi
, che
diede
l’
ultimo
spirito
sul
punto
primo
in cui
cominciò
a
convertire
in
giardino
la
rupe
scoscesa
del
Giangiacomo
dei
Medici
, non può
accadere
che
inspiri
alla
pia
nipote
di
realizzare
nella prima
parte
i
sogni
del già
curato
di
Pianello
?
Anche in questo si avrebbe una
prova
per
dire
che la
Provvidenza
giuoca
in quest’
orbe
[140]
terracqueo
96
e che noi non
- 768 -
siamo che i
fantocci
ovvero i
burattini
in
mano
di questa
Provvidenza
ammirabile
.
Da
Pianello
molte
volte
, e da
Musso
ripassando
,
‹
don
Guanella
›
guardava
al
Pian
di
Spagna
con certa
attrattiva
.
Presentimento
o non
presentimento
, un
giorno
che da
Bene
Vagienna
veniva con
lunga
passeggiata
cogli
scolari
del
collegio
dei
salesiani
di
Trinità
, di cui
era
rettore
, aveva in
mente
il
Pian
di
Spagna
fisso
fisso
, e
chiaro
chiaro
come un
giorno
là
si sarebbe fatta una
fondazione
, ed i
poveri
iniziatori
che si sarebbero
valsi
delle
cannuccie
secche
di
granoturco
per
accendere
nella loro
povertà
un po’ di
fuoco
. Il
nipote
parroco
Pietro
Buzzetti
,
facile
a
progettare
, mi
ricordava
talvolta il
profitto
religioso
e
sociale
che ne sarebbe venuto dalla
fondazione
di una
colonia-villaggio
là
dove
un
giorno
sorgeva
la
borgata-città
di
Olonio
,
[141]
e mi
confortava
anche con
ricordarmi
il
sepolcro
a
ristorarsi
di
san
Fedele
martire
di
fronte
ad
Olonio
e al di
là
del
lago
di
Mezzola
.
Or quanto al
sepolcro-monumento
romano
vi
pose
mano
, ma nella sua
esecuzione
di
restauro
rientrò
poi lo stesso
nipote
che
trovò
guida
artistica
ed
aiuto
economico
nel
conte
signor
Cavagna
che
villeggiava
in sua
parrocchia
di
Carate
Lario
.
Noto
il
seguente
caso
. Ai
primi
d’
anno
1880
97
‹
don
Guanella
›
disse
alla
vecchia
domestica
Martina
: «
Preparatemi
abbondante
cena
perché
domattina
a
piedi
devo
uscire
alla
Castella
per certo
credito
che
tengo
e poi
proseguire
fino
ad
Ardenno
in
visita
al
fratello
prevosto
».
Tirava
vento
impetuoso
e
freddo
. La
Martina
preparò
un
caldaretto
di
castagne
secche
cotte
in
guscio
e
disse
al
signor
curato
: «
Mangi
quanto vuole », e non
portò
altro e con questo
pasto
e poco meno
giunse
ad
Ardenno
. Il
creditore
di
400
lire
era
certo
Gaudenzio
[142]
Tavasci
proprietario
della così
detta
casa
Castella
,
dove
ai miei
tempi
il
fiume
Adda
entrava
nel
lago
di
Mezzola
. Il
buon
uomo
si
meravigliò
che
richiamassi
un
debito
di
tarda
data
e così ci
- 769 -
lasciammo
freddamente
, ma l’
amicizia
si
riaccese
quando in
luglio
1900
98
don
Guanella
si
trovava
a
Colico
con un
bel
fascetto
di mille
lire
e le
dava
in
acquisto
della
Castella
con
terreno
erbivo
annesso
e con altre
steppe
della
famiglia
Oreggioni
e dei
signori
Balatti
, e dei
cosidetti
bergamaschini
, mediante
contratto
rogito
Bettiga
del
giorno
28
luglio
1900
99
.
Il
don
Guanella
aveva
raccolto
a
conferenza
persone
spettabili
laiche
ed
ecclesiastiche
in
Colico
che
conchiusero
così: «
Don
Guanella
cominci
l’
opera
, che
riconosciamo
non solo
patriottica
ma
sociale
, e noi gli verremo in
soccorso
in
seguito
». Certo è che il
Guanella
apriva
un’
opera
di
comune
vantaggio
ai
grassi
ed ai
magri
[143]
proprietari
del
Piano
del
raggio
di circa 7
chilometri
, ma da
cavarne
un
soldo
sia dai
grassi
che dai
magri
proprietari
non fu
possibile
. Il
Ministero
mandò
due
volte
il
commendator
Desideri
per
incoraggiare
l’
opera
e
promettere
sussidi
, ma il
don
Guanella
non ebbe in
aiuto
che 5
lire
, il
valore
approssimativo
di una
medaglia
con
diploma
di
benemerenza
.
Dell’
opera
del
Guanella
piace
riprodurre
qui le
pagine
che ne
scrisse
il
signor
ingegnere
Giussani
nella sua
opera
storica
del
Pian
di
Spagna
:
« L’
unica
opera
veramente
utile
a cui
siasi
di
recente
dato
mano
in pro di quello
sgraziato
territorio
, fu nel
1900
ideata
da quel
meraviglioso
apostolo
di
carità
che è
don
Luigi
Guanella
, e
portata
in questi
ultimi
mesi
a
compimento
. Alla
Vedescia
, a poca
distanza
dalla
stazione
ferroviaria
di
Dubino
,
scorrevano
anticamente
le
acque
dell’
Adda
, e quando nel
1858
si
diede
ad esse un
nuovo
corso
,
squallido
e
abbandonato
ne
rimase
l’
alveo
, e le
acque
ristagnandovi
accrebbero
la
desolazione
del
territorio
: lungo il
letto
, da una
parte
e dall’altra si
stendevano
lunghi
cumuli
di
sabbia
e di
ghiaia
,
depositati
dal
torrente
nelle
- 770 -
sue
piene
,
formando
sterili
dune
. Il
Guanella
pensò
che i
deficienti
ch’egli
raccoglie
,
istruisce
e
mantiene
in
gran
numero
, potevano
trovare
lassù
pane
e
lavoro
,
compiendo
al
tempo
stesso un’
opera
civile
,
sommamente
proficua
a quella
popolazione
. All’
idea
seguì
tosto
l’
attuazione
, e
fatto
rapido
acquisto
di quelle
terre
incolte
, ecco il
Guanella
nell’
ottobre
del
1900
salpare
da
Como
a quella
volta
, alla
testa
d’un
drappello
de’ suoi
beneficati
, e
porsi
coraggiosamente
alla
difficile
impresa
. Tutto
mancava
lassù
, le
abitazioni
, l’
acqua
, la
scuola
, la
chiesa
; non v’erano che
tristi
dune
e
pestifere
paludi
: ed ecco il
Guanella
restaurare
un
fabbricato
cadente
ed
ampliarlo
,
riparare
le
strade
,
condurre
l’
acqua
,
impiantare
una
scuola
, ed
erigere
una
chiesa
in
legno
, alla quale
sostituì
poscia
una in
muratura
, su
disegno
del
nob
.
ing.
arch.
Giovanni
Sartirana
da
Giussano
. In
pari
tempo
egli
abbassa
le
dune
,
riempie
le
paludi
e, con un
lavoro
parallelo
di
colmatura
e
scolmatura
,
diretto
dall’
agronomo
Pozzi
, sull’
indirizzo
dato
dal
comm.
Cerletti
,
riduce
quella
sterile
landa
ad una
uguale
distesa
di
verdi
prati
e di
campi
ubertosi
. Ce ne
assicurano
ufficialmente
i
commissari
governativi
,
comm.
ing.
Cesare
Desideri
,
ispettore
superiore
per le
bonifiche
presso il
Ministero
d’
Agricoltura
Industria
e
Commercio
, e
dottor
Cesare
Forti
,
direttore
della
Cattedra
ambulante
di
Agricoltura
della
Provincia
di
Como
, i quali
visitarono
la
colonia
in due
riprese
, ai 22
agosto
1902
e
1904
. Le
risultanze
della loro
ispezione
sono
consacrate
nei due
rapporti
che in
data
26
agosto
1902
e 12
novembre
1904
essi
presentavano
al
Ministero
, dall’
ultimo
dei quali
rileviamo
quanto
segue
: il
tenimento
è della
superficie
di 25
ettari
, di cui 2
1
½ già
completamente
bonificati
; la
spesa
complessiva
dell’
acquisto
e del
lavoro
è stata di
L.
100.000
in
cifra
tonda
, con un
esito
così
soddisfacente
, che, mentre il
reddito
netto
del
terreno
incolto
era
prima solo di
L.
350
, alla
data
della 2
a
relazione
ammontava
già a
L.
3.156
, e se ne
prevedeva
l’
aumento
a
L.
4.720
dopo
un
triennio
; nella
colonia
vivono
complessivamente
42
persone
e 31
capi
di
bestiame
, e l’
esito
della
bonifica
è
felicissimo
anche dal
lato
igienico
, perché, quantunque l’
anofele
infesti
ancora il
Piano
di
Spagna
, e vi
produca
febbri
palustri
, i
casi
verificatisi
in quel
tenimento
furono pochissimi, e questi
pure
benigni
. I due
- 771 -
commissari
,
dopo
aver
notato
che l’
opera
del
Guanella
comincia
già a
servire
di
stimolo
e di
esempio
ai
proprietari
vicini
,
concludono
la loro
relazione
testualmente
in questo
modo
:
Dal
punto
di
vista
dei
fatti
che
riguardano
l’
esistenza
di
paludi
malariche
e
pressoché
improduttive
, all’
epoca
dell’
acquisto
fatto
dei
terreni
in
concorso
, e della
notevolissima
produzione
raggiunta
in
tempo
relativamente
breve
coi
lavori
descritti
, come
pure
riguardo
al
forte
incremento
igienico
,
ritengono
i
sottoscritti
che il
concorrente
meriti
di
essere
considerato
come un
benefico
innovatore
, e che egli si
trovi
nelle
condizioni
previste
dal
citato
R.
Decreto
18
giugno
1901
, per
aspirare
ad uno dei
premi
assegnati
alle
opere
comprese
nell’
articolo
1,
lettera
b
. Ed il
governo
infatti
accoglieva
la
proposta
de’ suoi
commissari
, ed
assegnava
a
don
Luigi
Guanella
un
premio
,
purtroppo
inferiore
a’ suoi
meriti
. Nella
colonia
il
Guanella
volle
opportunamente
far
rivivere
la
storica
borgata
di
Olonio
, da quattro
secoli
caduta
in
rovina
, per
modo
che la
chiamò
Olonio
S.
Salvatore
, dal
nome
della
chiesa
,
ora
eretta
in
parrocchia
, che per
comodo
delle sue
terre
egli vi volle
erigere
»
100
.
Il
don
Guanella
ne ebbe
encomi
dalla
stampa
e
incoraggiamenti
dai
signori
Cavalieri
del
Lavoro
, ma
denaro
da nessuno.
Cordiale
era
l’
incoraggiamento
che in talune
sedute
sul
luogo
porgevano
i
parroci
all’
intorno
, ma quei del
clero
erano troppo
poveri
[144]
per
aggiungere
alle
parole
anche i
fatti
.
Cara
peraltro
sempre la loro
presenza
.
Costruita
la
chiesa
, si
teneva
nella prima
domenica
di
maggio
grandiosa
la
festa
di
santa
Maria
del
Lavoro
. Venivano in
pellegrinaggio
ed
insieme
a
divertimento
da molte
parti
, e da
Colico
alla
colonia
si
stabiliva
benanco
più
corse
di
carrozzoni
Omnibus
, ma poi le
passività
superavano
non poco e la
festa
si
vedeva
convertire
in una
scampagnata
, e allora si
pensò
di
limitarsi
ad una
pura
festa
locale
e di
divozione
.
- 772 -
Si
domanderà
: « Come
incominciarono
i
lavori
? Come si
proseguirono
? ». La
risposta
è
storica
. Un
giorno
don
Guanella
approda
a
Colico
con una
dozzina
di
ricoverati
che
chiamava
buoni
figli
e li
aiutava
a
salire
sopra un
carro
preparato
, e
via
fra le
risa
di quei di
Colico
che
strabiliavano
.
[145]
Ma avevano una
buona
guida
nel
servo
della
Carità
sacerdote
Luigi
Bravi
, il quale
sapeva
farsi
amare
ed
obbedire
insieme
.
Si
trattava
di
appianare
collinette
di
sabbia
per
riempire
delle
paludi
e
mettere
in
disparte
la
terra
vegetale
(
humus
), a
stendervi
sopra quasi
concime
prezioso
. Si
chiamarono
poi
lavoratori
veneti
abilissimi
in tali
lavori
e così si
ridusse
a
prato
, a
campo
, a
vite
, a
gelsi
una
spianata
di
steppe
per una
estensione
di
cinquecento
pertiche
locali
. Il
locale
di
abitazione
si
estese
per circa
cinquanta
persone
, e
stalle
e
fienili
per oltre
trenta
bovine
. La
bellissima
chiesa
,
diretta
gratuitamente
dal
compianto
ingegner
Sartirana
e
decorata
dal
professore
Jamucci
con
bellissime
figure
bizantine
dei
santi
vissuti
e
morti
nel
circuito
valtellinese
, è
costruzione
ammirata
da tutti ed è quasi
zolla
di
fiori
che si
[146]
erge
in quelle
terre
tuttavia in
buona
parte
bagnate
e
deserte
.
E come si stava poi a
denaro
per i
pagamenti
?
Denari
non se ne aveva mai o quasi, ma i
lavoratori
venivano a
gara
e non si
trovò
alcuno che si
lamentasse
di non
essere
stato
pagato
esattamente
. Chi
pagava
adunque? Non è
dubbio
. Le
migliaia
di
lire
venivano
giù
da sopra le
tegole
della
casa
e chi le
mandava
era
sempre la
divina
provvidenza
.
Mano
a
mano
in ogni
anno
si
fabbricano
all’
ingiro
delle
abitazioni
. Sono
famiglie
della
vicina
borgatella
di
Verceia
, la quale
minaccia
subbisso
per le
continue
minacciose
frane
dall’
alto
dei
monti
. Sono
famiglie
della
sponda
destra
dell’
Adda
sino a
Mello
, le quali
apprendono
che è
guadagno
miserabile
discendere
da molti
chilometri
dall’
alto
per
lavorare
poche
ore
in
piano
impoverendolo
sempre con
portar
[147]
via
la
sera
il
carico
di
legna
, di
strame
, di
letame
che un
asinello
stecchito
può
portare
.
L’
inaugurazione
della
colonia
fu una
festa
che fra i suoi
compagni
inaugurò
don
Guanella
, e
pose
dietro
l’
altare
della
chiesa
a
perenne
memoria
il
nome
dei suoi
diletti
compagni
- 773 -
in
numero
di otto
viventi
101
e in
numero
di tre
passati
a
miglior
vita
.
Si aveva in
animo
di
produrre
una
colonia
con
buon
numero
di
mucche
, di
pecore
,
eccetera
, ed a tale
scopo
conveniva
avere un
alpeggio
di
pascoli
montanini
per la
stagione
estiva
; si
comperò
allora dai propri
parenti
l’
alpe
che si
chiama
Suretta
a
Montespluga
e per
iniziativa
di
don
Guanella
si
eresse
per
azioni
un
locale
ad
uso
di
latteria
, che
tuttora
funziona
a
vantaggio
di quegli
alpigiani
e per un poco anche per quel
soave
ricovero
di
[148]
suore
e di
bambini
nel quale
102
il
pietoso
prevosto
Lucchinetti
conduce
in
asilo
climatico
i
ricoverati
nell’
ospizio
proprio di
Mese
presso
Chiavenna
.
Senonché
prevalse
il
progetto
, a
principio
appena
abbozzato
, di
convertire
la
colonia
in
villaggio
. Per tal
modo
e per
uso
di
costruzione
, una
parte
considerevole
di
terreno
fu
ceduto
e il
denaro
inviato
a
Roma
per le
fondamenta
della
chiesa
di
san
Giuseppe
, la quale è
ora
parrocchiale
in
direzione
ai
Servi
della
Carità
. Nell’
ospizio-ricovero
di
San
Salvatore
continua
la
cura
di una
cinquantina
di
giovani
scarsi
di
mente
. Vi si
attende
per
costruire
anche il
cimitero
e
costituire
la
colonia
in
parrocchia
riconosciuta
dalla
legge
civile
, come da
anni
è stata
riconosciuta
in
vicaria
dalla
autorità
ecclesiastica
.
Mi sia
lecito
qui
conchiudere
con una
[149]
osservazione
. L’
opera
caritativa
sociale
del
Pian
di
Spagna
raro
è che sia
riconosciuta
opera
di
benemerenza
: in
generale
vi si
accostano
per
riceverne
e non per
darne
. Non
rare
volte
avvengono
malintesi
e
disillusioni
, come nella
costruzione
della
latteria
a
Montespluga
, ma bisogna non
badare
e
compatire
sempre e far del
bene
a chi ci fa del
male
e, per non
perdere
il
merito
,
prendere
tutto dalla
mano
di
Dio
.
p. 763
87
Originale
:
il
.
p. 764
88
L’
epidemia
di
colera
si
manifestò
nel
1884
.
89
Lc
12, 32.
90
È la
Piccola
Casa
della
divina
Provvidenza
,
istituto
fondato
da
Giuseppe
Benedetto
Cottolengo
a
Torino
nel
1828
; il
cambio
di
denominazione
dell’
istituto
di
Como
fu
comunicato
in
Dichiarazione
, ne
La
Divina
Providenza
,
Como
,
febbraio
1897
,
p.
17.
91
Indicazione
omessa
nell’
originale
. Dalle
date
topiche
e
croniche
dell’
epistolario
,
risulta
che l’
A.
comincia
a
scrivere
sistematicamente
da
Como
a
partire
dal 2
giugno
1888
(
lettera
al
canonico
Vincenzo
Barelli
,
Como
,
Archivio
Storico
Guanelliano
); all’
inizio
dell’
anno
successivo
scrive
ancora: « Io che
dimoro
quasi sempre a
Como
, mi sarebbe di
disagio
tornare
[a
Pianello
del
Lario
] per
soscrivere
le
quitanze
» (
lettera
all’
ingegnere
Eugenio
Frigerio
,
Pianello
del
Lario
, 26
gennaio
1889
,
Como
,
Archivio
di
Stato
).
p. 765
92
Nome
omesso
nell’
originale
,
sostituito
da
punti
di
sospensione
.
Luigi
Zerbo
, di
Milano
,
ufficiale
dell’
esercito
,
era
amico
e
benefattore
dell’
A.
, che il 29
aprile
1912
gli
scrive
: « Mi hanno
minacciata
tassa
a
Pianello
sulla nostra
Acqua
Rossa
di cui mai
ricavammo
un
soldo
. Per
difendermi
le
piace
firmare
l’
unita
carta
come fanno
pure
gli altri
consoci
, e
rimandarmi
poi l’
incarto
a
Como
? Quanto le sono
grato
e quanto ella è
generoso
con noi! » (
Como
,
Archivio
Storico
Guanelliano
). L’
omissione
è
presumibilmente
dovuta
ad una
incomprensione
di una
stesura
precedente
.
p. 766
93
Originale
:
costrusse
.
p. 767
94
Originale
:
porgere
.
95
L
uigi
G
uanella
,
Memorie
passate
e
presenti
intorno
alla
rocca
di
Musso
.
Impressioni
del
visitatore
(
1884
,
1913
),
pubblicato
nel
vol.
iii
della
presente
collana
.
96
Cfr.
Pr
8, 31.
p. 768
97
L’
indicazione
cronologica
è
imprecisa
; l’
episodio
che
segue
va
collocato
tra l’
arrivo
dell’
A.
a
Pianello
del
Lario
verso la
fine
del
1881
e la
morte
di
Martina
Galperti
nel
marzo
1886
(
cfr.
note
>
54
e
>
55
). L’
episodio
è
riferito
anche in
L
eonardo
M
azzucchi
,
La
vita
, lo
spirito
e le
opere
di
don
Luigi
Guanella
,
p.
302
, con
indicazione
dell’
anno
corretta
in «
1882
».
p. 769
98
Originale
:
18...
; nell’
Archivio
Storico
Guanelliano
di
Como
è
conservato
l’
atto
di
compravendita
del 28
luglio
1900
, cui l’
A.
fa
riferimento
alla
fine
del
periodo
.
99
Nell’
originale
al
posto
della
data
compare
la
sola
indicazione
18
, da
riferire
alle
prime
due
cifre
dell’
anno
,
preceduta
e
seguita
da
punti
di
sospensione
; per l’
integrazione
cfr.
nota
precedente
.
p. 771
100
A
ntonio
G
iussani
,
Il
Forte
di
Fuentes
.
Episodi
e
documenti
di una
lotta
secolare
per il
dominio
della
Valtellina
,
Como
1905
,
pp.
291-294
. La
lunga
citazione
è
omessa
nell’
originale
,
dove
è
lasciato
uno
spazio
bianco
di circa tre
righe
e
mezzo
. Il
brano
è
citato
anche in
C
arlo
M
ariani
,
Il
Piano
di
Spagna
, ne
La
Divina
Provvidenza
,
Milano
,
marzo
1906
,
pp.
38-42
.
p. 773
101
Erano dieci i
compagni
di
seminario
viventi
che il 29
ottobre
1906
insieme
all’
A.
festeggiarono
il
quarantesimo
anniversario
di
ordinazione
sacerdotale
con la
solenne
inaugurazione
della
chiesa
di
Olonio
San
Salvatore
,
dove
celebrarono
sul
nuovo
altare
da loro
offerto
;
cfr.
C
arlo
M
ariani
,
Una
festa
commovente
, ne
La
Divina
Provvidenza
,
Milano
,
novembre
1906
,
pp.
160-162
, che
riporta
anche il
testo
dell’
epigrafe
commemorativa
.
102
Originale
:
bambini
che
.
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