Luigi Guanella: Opere edite e inedite
Leonardo Mazzucchi
L. Mazzucchi, Fragmenta
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Leonardo Mazzucchi FRAGMENTA VITAE ET DICTORUM SACERDOTIS ALOYSII GUANELLA (1912-1915)

VII 5 marzo 1913

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VII
5 marzo 1913
1. [12] Una sua massima amministrativa: « Noi amministriamo i denari dei poveri: non possiamo permettere che ci si truffi dandoci a mantenere ricoverati senza pagar nulla da chi può farlo ».
2. Il prevosto Acquistapace di Dazio s’interessava spesso dei deficienti di Valtellina parlandone a don Lorenzo Guanella che era a Roncaglia: fu il principio perché don Lorenzo con due o tremila lire aiutò don Luigi per l’opera dei deficienti in ­Ardenno.
3. Don Luigi ancor giovine sentiva il fratello don Lorenzo parlare con Della Cagnoletta, già prevosto a Campodolcino, - 973 -della causa dell’arciprete Rusca. Credette più tardi far degli ­assaggi a Sondrio, interessarsi della causa del Rusca, consultare e far consultare l’archivio: di la prima biografia del ­Rusca 14.
4. Don Luigi ricorda i molti tratti della Provvidenza nell’erigere a Como la chiesa del sacro Cuore. Venne monsignor Ferrari e don Luigi gli mostrò il grosso palo piantato come in pegno di erigervi la chiesa: si prese la misura, e fu monsignor Ferrari a volere la misura attuale. Nessuna menoma disgrazia. In un certo momento le muraglie minacciavano per il fondamento deficiente. Il capomastro diceva: « È proprio la Provvidenza che le sostiene ». E don Luigi a ripetere: « Fiducia nella Provvidenza ». Si era scarsi di denaro, mancava la legna che ci voleva da abbruciare per disgelare il terreno e scavare il fondamento. Si lavorava manualmente da tutti, [13] anche da don Luigi. Una mattina stava su di un ponte: intontito per non aver dormito la notte, barcollando, era per cadere mettendo il piede nel vuoto se urtando contro un’antenna non si fosse destato un po’ e accortosi del pericolo. Un’altra volta era per andare sul ponte alto della cappella della Madonna: il ponte era stato caricato di sassi durante la notte per risparmiare tempo agli operai; un ragazzo di Figliaro vi gettò su un piccolo sasso, e in un momento tutto crollava: senza quel sassolino quanti operai sarebbero precipitati e anche don Luigi. Un’altra volta un grosso sasso cadde rasentando la cuffia della superiora senza farle alcun male. Non c’era denaro, eppure al sabato non mancò mai. « Io dice don Luigi esperimentai che se si fa per dieci viene per dieci, se si fa per cento viene per cento; mancavano i denari se si aveva poca fiducia e si era ­scoraggiati ».




p. 973
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Riferimento a Reto Cenomano [Giovanni Formentelli], Valtellina e Rezia. Vita dell’arciprete Nicolò Rusca 1563-1618, Como 1909.


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