Luigi Guanella: Opere edite e inedite
Luigi Guanella
Il pane dell'anima (I corso)
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IL PANE DELL'ANIMA PRIMO CORSO DI OMELIE DOMENICALI ESPOSTE IN UNA MASSIMA SCRITTURALE

Evangelio della domenica sesta dopo Pentecoste Un amico fedele

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Evangelio della domenica sesta

dopo Pentecoste

Un amico fedele

  1. [254]Dir male di un amico fedele è la peggior cosa e più ingiuriosa. Gesù Cristo è l'amico fedele degli uomini. Chi mai dirà male di lui?... Ma si trova chi ne mormora. Sovrat<t>utto ha chi dice che egli non provvede, e miseri si reputano coloro che su questa terra non altro possedono che la facilità di raccomandarsi a Dio. Ma forse che è legger sollievo affidarsi a Gesù Cristo?... Ascoltatene ciò che ne discorre il santo Evangelo in san Marco.

- 311 -  "Di quei giorni essendo di nuovo grande la folla che seguitava Gesù, non avendo di che mangiare, egli chiamati a sé i discepoli disse loro: Ho compassione di questo popolo, perché son già tre giorni che si trattiene con me e non ha da mangiare, [255]e se li rimanderò alle case loro digiuni, verran meno per istrada, imperocché alcuni di loro vennero da lontano.

  E i discepoli gli risposero: E chi potrà satollarli di pane in questa solitudine? Ed egli domandò loro: Quanti pani avete?... Risposero: Sette. E ordinò alle turbe <che> sedessero per terra. E prese i sette pani, rese grazie, li spezzò e li diede ai discepoli perché li dispensassero alle turbe, e così fecero. E avevano ancora alcuni pesciolini, e questi pur benedisse e ordinò che fossero distribuiti; e mangiarono e si satollarono e raccolsero gli avanzi che rimasero <in> sette sporte. Or quelli che avevano mangiato erano circa quattromila, e li licenziò"72.   Avete inteso?... Che ingiuria fanno dunque a Dio quelli che non si fidano di lui! Gesù Cristo li aveva invitati a sentirlo predicare, ed or che li scorge in grave bisogno opera un miracolo di provvidenza. Gesù Cristo è amico che non abbandona. "Viviamo adunque -- insinua san Paolo -- viviamo nella fiducia del Signore che ci ama tanto e che diede se stesso per noi"73. Confidiamo perché finalmente Gesù Cristo è amico fedele.

  2. Accade talvolta che uno, passeggiando [256]quando di fresco ha nevicato, si sente d'improvviso percuotere nelle spalle da un colpo fragoroso di una pallot<t>ola. Allora si rivolge e s'adira, ma visto che a trarre quella neve è stato un amico diletto, allora chi passeggia in un tratto si muta d'animo e sorride dolcemente al volto cortese di chi volle così salutarlo.

  Camminando noi nella via di questa terra, spesso accade che un colpo di malattia ci percuota, che un colpo di fame e di siccità ci venga a visitare, che un colpo di morte venga a

- 312 -colpire un di noi. Allora ci risentiamo, ma poi guardiamo in alto. Il Signore che è l'amico nostro par che ci sorrida dolcemente, e allora noi sorridiamo a lui e diciamo intanto in cuor nostro: "Questo che vien da alto non può non giovarci, perché chi lo manda è Dio, Iddio che mi amò tanto, che tanto ha fatto per la salvezza mia". Dopo questo discorso rientra la calma nell'animo nostro.

  Ricordiamolo dunque sempre. Rappresentiamoci Iddio presente a noi, come il fanciullo che di continuo tiene gli occhi rivolti al padre. Diciamo: "Dio mi vede, Dio provvede ai figli suoi". "Io fui giovine -- diceva il Salmista -- ed ora son vecchio [257]omai, ma non vidi mai mancar di pane l'uomo che confidò nel Signore"74.

  3. Eccolo il divin Salvatore fra le sue turbe dilette. Oh chi potesse intendere i battiti del cuore di Gesù! Basti ricordare che il Figliuolo dello Eterno per venirci <a> visitare compié il viaggio dal cielo in terra. Se un amico avesse fatto il viaggio da America per ritrovare un di voi in questo luogo della terra d'Italia, costui potrebbe mai sospettare e dire: "Chissà poi se l'amico mi ama?". Scorgetelo il divin Salvatore: le sue parole perché partono da un cuore amante sono come un sorriso di bontà celeste. I suoi discorsi s'odono dalle orecchie e passano al cuore. Gesù con la sua destra addita il bel paradiso e porge a tutti la mano per ascendervi.

  Intanto che accontenta i sensi dell'anima, Gesù provvede per acquetare gli stimoli della fame. Erano molte migliaia le persone che l'ascoltavano, ed egli con benedire sette pani e pochi pesciolini sazia le numerose moltitudini. Quante volte non è avvenuto che in pregar Dio e trovarsene in bisogno si vide quasi prodigiosamente scendere da alto il [258]cibo quotidiano? Francesco d'Assisi non pensava che a pregare Dio e <a> servirlo e poi attendere che egli provvedesse.

  Il divin Salvatore, dopo essersi sacrificato sul Calvario, si immola quotidianamente sull'altare del Santissimo Sacramento. Gesù, che è disposto a dare se medesimo in cibo ed in bevanda- 313 - nel sacramento eucaristico, come è possibile che ci lasci mai mancar aiuto necessario per l'anima ovvero per il corpo, quando noi lo supplichiamo con affetto?

  4. Né perché noi siamo numerosi su questa terra, Iddio lascia di pensare a ciascun di noi con affetto eguale che se non avesse che uno solo al quale provvedere. Un amico che abbia numerosi compagni non potrebbe soddisfare alle esigenze di tutti quelli, perché non sempre ha il potere come ne avrebbe il cuore. Ma il Signore è ricco ed è potente. Numera un per uno i suoi, meglio che un padre i figli che lo circondano. Lo rivelò il Signore a più di un'anima fedele: Gesù tanto ama ancora in particolare un'anima, che se fosse possibile morrebbe ancor volontieri per la salvezza di quella.

  Facciamo il bene e poi per ogni frangente[259] del corpo ovvero dell'anima confidiamo pienamente nel Signore.

  5. Il guadagno sarà nostro più che di Dio. Il Signore è beato già per se stesso, ma noi senza di lui non possiamo né viveremorire. Però se ci affidiamo a Dio, beati noi! Rivelò il Signore a più di un'anima a lui cara cosa magnifica. Disse: "Pensa a me ed io penserò a te". Figuriamoci che di due persone amiche si faccia come un cuor solo ed un'anima sola. Non è vero che il bene dell'una è anche il bene dell'altra? Entriamo nel santuario di una famiglia amante. Non è vero che di quel <che> possiede il padre ne godano i figli, e che il ben di un fratello è anche il pro per l'altro?

  A ciò richiedesi sincerità di cuore. Francesco di Sales diceva: "Se io sapessi che nel cuor mio è una fibra la quale non batta <di> affetto per Iddio, vorrei strapparla con qualunque sacrificio di pena". Un amico ne sente rincrescimento quando scorga che l'amico non gli confidi fino all'ultimo i segreti del cuor suo. Or come non si dorrebbe Iddio in scorgere che solo in parte noi gli doniamo gli affetti del cuor nostro?

  Facciamo tacere quel lamento che si ode [260]sulla terra: "Che importa raccomandarsi a Dio? Giova forse andare alla chiesa quando la fame rugge nel petto?...". Questi discorsi sono talvolta sacrileghi e sempre sono ingiuriosi alla bontà di Dio. Su, che tardiamo? L'abbiamo inteso che Dio ci ama più

- 314 -che non ci soccorra un padre diletto. Affidiamoci in braccio a Dio come un fanciullo sul sen materno e non avremo più a temer di male veruno.

Riflessi

  1. Un amico fedele.

  2. Tutto viene dalla mano di Dio.

  3. Oh quanto ci ama il Signore!

  4. Diede se stesso, ed ama tutti assieme ed un per uno noi, come non avesse che un sol di noi al quale provvedere.

  5. Ma se Dio ci ama tanto, giusto è che noi pure amiamo lui sopra tutto e che a lui ci affidiamo in ogni cosa.





p. 311
72 Mc 8, 1-9.



73 Cfr. Gal 2, 20.



p. 312
74 Sal 37(36), 25.



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