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IL PANE DELL'ANIMA PRIMO CORSO DI OMELIE DOMENICALI ESPOSTE IN UNA MASSIMA SCRITTURALE Evangelio della domenica settima dopo Pentecoste I pericoli del mondo |
Evangelio della domenica settima
1. [261]Il cristiano che cammina in questo mondo è come il viaggiatore che attraversa una foresta. LÀ entro son pericoli d'uomini e di animali, son pericoli nell'aere che si respira, nel terreno che si calca. In questo deserto del mondo i pericoli maggiori sono i meno osservati. Sono certi sentieri seminati di trabocchetti. Voi mettete là i piedi perché vi credete sicuri, ma intanto la terra si apre in una fossa o si rompe giù in una frana e voi precipitate in quel fondo di abisso.
Pericolo massimo nel viver cristiano è quello di certuni i quali sembrano buoni ma sono cattivi. Ha di quelli che fanno un po' di bene, che appaiono onesti, eppure che di tempo in tempo mettono fuori [262]certe loro massime che ritornano poi funestissime. Sono i falsi profeti che vengono a voi coperti- 315 - con pelle d'agnello, mentre sono lupi rapaci. Ascoltatene ciò che ne parla il santo Evangelo.
"Gesù disse a' suoi discepoli: Guardatevi dai falsi profeti che vengono a voi sotto la veste di pecora e nell'interno poi sono lupi rapaci. Li conoscerete dai loro frutti; forseché si può raccogliere uva dalle spine o fichi dai pruni? Così ogni albero buono dà dei frutti buoni e ogni pianta cattiva dà frutti cattivi. Un albero buono non può dare frutti rei, né un albero cattivo può darne dei buoni. Ogni albero che non dà frutti buoni sarà tagliato e gettato nel fuoco. Perciò da' frutti li riconoscerete. Non quelli che dicono: Signore, Signore, entreranno nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del mio Padre che è nel cielo entrerà nel regno de' cieli" (San Matteo cap<itolo> 7)75.
Sono molto chiare le espressioni del sacro Evangelio. Facciamoci nondimeno a fermare l'attenzione nostra sopra certi pericoli che per essere meno avvertiti sono tanto più funesti.
2. Noi nel santo Battesimo, a mezzo dei [263]nostri padrini, abbiamo detto: "Rinunzio al demonio, alla vanità del mondo, alle voglie della carne". Cresciuti tant'alto, ci siamo accostati alla santissima Comunione, e là dinanzi allo altare abbiamo proferito: "Vi obbediremo in tutto, o Signore".
Però rinunciare ai capricci nostri per fare il bene bensì, ma a seconda non della volontà del superiore, sì della nostra, questo è il difetto nostro quotidiano. Ha tanti cristiani che si affrettano per ascoltare una Messa, per ricevere i santi Sacramenti, per fare un'elemosina, e poi in casa che sono disobbedienti, che sono causa volontaria di mormorazione e di discussioni ancor manifeste. Ha di quelli che son tutto ardore per le opere di zelo, ma che intanto mancano ai doveri della famiglia e dello stato. Ha altri i quali in questi tempi di calamità per la religione santissima potrebbero operare maggiormente, ma pur che non operano o si scusano con dire che fare dippiù è imprudenza.
Fratelli miei, che fare in tanto disparere di massime e di
- 316 -esempi? Quanto a noi, ringraziamo il Signore che ci ha dato un superiore. Preghiamo che nelle inspirazioni di un cuor retto possiamo trovar una guida; a questa ci affidiamo, [264]e non alle inclinazioni soverchie di molto ardore ovvero di noiosa tiepidezza. Troppo spesso avviene che il demonio si trasforma in angelo di luce per sedurre le anime. Questo avviene sovrat<t>utto ai giorni nostri, nei quali la confusione dei discorsi è tanta e così svariato è l'operare delle persone.
3. Sopra al nostro capo è il Signore. Egli è l'Altissimo e noi gli dobbiamo obbedire. Conviene anche esternamente professargli quel culto di soggezione che prescrive la sposa del Redentore, Chiesa santa. Questa è governata dal pontefice, dai vescovi e dai sacerdoti che al Vicario del Signore in terra sono strettamente congiunti.
Noi dobbiamo intanto guardarci da tutte quelle massime e da quegli esempi che in qualche modo ci fanno venir meno alla obbedienza ed alla venerazione dovuta alla sposa del Signore e madre nostra. In mezzo a voi che ascoltate sono molti padri <di> famiglia. Che direste or voi di quel forestiere che, entrando in casa vostra, dicesse male di voi e vi mettesse in discredito presso ai figli vostri? E se dippiù sollevasse i figli in guerra fra di loro, non sarebbe ciò nuova sventura e più funesta? Per questo abbiamo noi medesimi a guardarci [265]da quelle persone, e sono tante, le quali hanno di continuo sulle labbra i nomi di eguaglianza e di fraternità, e poi che quanto più possono, s'adoperano per eccitar le discordie, per favorire i malumori, per denigrare alla fama del prossimo. I cristiani son tutti figli di Dio e fratelli in Gesù Cristo; dobbiamo tutti aiutarci come dabben figliuoli di un Padre santo.
Quando però ci incontriamo in cotali che ci parlano di perfezione e di santità e poi che ci vengono innanzi con lingua acuta per ferire l'onor del prossimo, allora temiamo che costoro non sieno lupi che vengono a noi coperti con pelle da pecora. E questi per avventura sono gli avversari più fatali alla santa religione. La ragion è che noi ci guardiamo dal demonio quando ci venga innanzi in brutta figura di Satana, ci guardiamo da un nemico uomo quando ci viene innanzi in figura di belva sanguinaria. Ma non sappiamo difenderci da persona
- 317 -che viene per farci danno in portamento di amico e di fratello. Guardarsi da costoro è più difficile, perché raro è che d'un tratto si possa nelle sembianze di una pecora innocente scorgere un lupo rapace.
4. Falsi fratelli si trova talora in quelli [266]che sono a capo di una amministrazione civile e che, mentre ostentano religione, osteggiano come meglio possono ad ogni evenienza le persone e le cose ecclesiastiche.
E si trova anche fratelli che dicono di avere un zelo superiore al comune per la religione, perché sono membri di una confraternita o superiori di una Unione pia. Ma intanto a vece di favorire la pace, mettono la guerra infra i compagni; in quella poi di edificare con il buon esempio, distruggono con lo scandalo di venir meno anche ai precetti più generali di ascoltar la santa Messa, di presentarsi divotamente alla santa Pasqua, di astenersi dalle carni nei giorni vietati. Che buoni predicatori sono questi?... Sono causa per cui il volgo o maligno o ignorante del popolo dica: "Eccoli che i cattolici sono i meno osservanti della propria fede, sono i più disordinati e talvolta gli stessi uomini più ingiusti".
5. Finalmente ha dei cristiani che fanno degli atti di carità in assistere un pupillo, in provvedere un ammalato, in consigliare un dubbioso, però l'eseguiscono con l'animo tristo di comparire al cospetto dei buoni, [267]allo scopo di truffarli per bene nella circostanza di un contratto o di un lavoro qualsiasi. Gente cosif<f>atta volentieri danno un'elemosina ad una chiesa, volontieri cooperano ad un'opera di pubblica beneficenza. In porgere tuttavia la loro offerta levano la mano ed alzano la voce per farsi intendere da tutti. Il popoletto che vede sclama: "Non è a dir male di costoro che offrono per la Chiesa e per i poveri del Signore". Intanto chinano il capo al loro passaggio e li eleggono a patrocinatori. Questi si assumono con fatica ostentata il peso dei padri di un popolo, e ne sono poi più spesso signori interessati, atti a premere nella vita del povero per sfoggiare le mostre appariscenti della filantropia liberalesca. Non credete, perché costoro non sono agnelli, sono lupi che nel Vangelo di questo dì si denominano con il titolo di profeti falsi. Riguardate le loro opere. Sono
- 318 -<piene> di frutti cattivi, e voi già lo sapete che i frutti tristi sono dati da un albero pessimo.
Abbiamo accennato a diversi pericoli. Sono le panie disposte dal liberalismo attuale. Guardiamocene, perché i pericoli che mirano a star nascosti sono i più funesti.
1. [268]Pericoli più funesti son quelli del liberalismo.
2. Sono in sospetto di falsi profeti quelli che fanno il bene secondo il proprio capriccio.
3. E intanto non obbediscono a Dio che è nel cielo, ai superiori che comandano sulla terra.
4. Sono in sospetto di falsi profeti quelli che nella Chiesa danno esempio malo.
5. E che nella comunità sono egoisti interessati.