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IL PANE DELL'ANIMA SECONDO CORSO DI MASSIME SCRITTURALI ESPOSTE NELLE SPIEGAZIONI EVANGELICHE Evangelio della domenica prima dopo l'Epifania Il progresso cattolico |
Evangelio della domenica prima
1. [47]Gli uomini del secolo nostro sono eccitati da una smania, oltre l'usato viva, del progresso. Ma a vece di progredire vanno addietro. E come può non mettere il piè nella
- 426 -fossa l'uomo il quale, a vece di avvicinarsi, si allontana da Dio? Il Signore solo può far progredire la mente nostra, lui infervorare i nostri cuori, lui solo può aggiungere vigore di virtù sopran<n>aturale alla povera forza umana.
Leggiamo nel santo Evangelo29 che lo stesso divin Salvatore, quando sentì chiara la voce del Padre che chiamavalo ad ammaestrare nel tempio, egli, fanciullo a dodici anni vi si recò. Permise che intanto sua madre lo venisse rintracciando, che il custode e padre nutritizio Giuseppe per un giorno intiero di viaggio ritornasse addietro a fine di domandarne contezza ai parenti ed agli amici. Meschinelli se non l'avessero ritrovato presto! Ma al terzo giorno lo rinvennero nel tempio che disputava [48]con i dottori della Legge. Trovarono che quei sapienti pendevano attoniti dal labbro di Gesù. Sclamavano quei: "Quale dottrina in fanciullo cosiffatto! Qual filosofo o legislatore gli potrebbe competere? E ammiravano senza confine il progresso miracoloso della sapienza di Gesù.
Eccolo il progresso vero! Lo volete il progresso cattolico? Ve lo porge il divin Salvatore nello esempio di questo dì. Ce ne porge norme opportune l'apostolo Paolo. Egli scrivendo agli Efesini dice: "Eseguendo poi la giustizia nella carità, cresciamo in tutto in lui, il quale è capo, Cristo"30. Quest'è il programma del nostro progresso. Vediamolo subito parte a parte.
2. Il nostro progresso consiste nello avvicinarsi a Gesù Cristo più che ci sia possibile. Ve ne porgo esempio ed eccitamento. Il figliuol prodigo, che si era dato in braccio al progresso decantato degli amici del mondo, degli spassi del mondo, delle iniquità del mondo, oh quanto era caduto in basso di un precipizio! Ma quando si risollevò e che disse: "Suvvia, me ne andrò al padre mio", e che gli si buttò ginocchione dinanzi, allora riprese la strada per avviarsi ad un progresso- 427 - utile. Questa del [49]prodigo è la via che praticano gli incipienti nella via del bene.
Fratelli, la via del liberalismo cattivo e del progresso peccaminoso lasciamola tutti. Dirizziamo meglio i nostri passi, affrettiamoci a Gesù Cristo. Dal piano di Gerusalemme saliremo il colle del Calvario dietro al divin Salvatore. Lo accompagneremo con pietà come la Maddalena e come le pie donne. Lo accompagneremo, Gesù, con sì pio affetto come Giovanni il diletto. La pietà di quell'apostolo come fu viva! Viva in seguire Gesù, viva in accompagnare la Vergine desolata, più viva in assistere al Calvario presso alla croce. La strada del Calvario è la via dei cristiani proficienti. Cresciamo nel Signore con tenergli dietro fino al Calvario.
Fortunato allora chi possa entrare nel cuore di Gesù e coprirsi con il sangue delle sue piaghe santissime. Allora il meschinello di lebbroso è non solo purgato, ma abbellito; allora rivestito di candore e di venustà si presenta a Dio. Il Signore lo ammette alla mensa delle sue spirituali dolcezze e chiama con voce di diletto [50]l'anima, chiamandola sua figlia, diletta sua, sua immacolata. Questo sentiero è quello dei perfetti. Quando un cristiano è pervenuto a quest'unione, avviene quello scambio di affetto mercé il quale Gesù dice al cristiano: "Dammi il tuo cuore che io ti dono il mio..."31. A questo momento il fedele seguace aggiunge a Gesù: "Tutto vostro, o Signore, e sempre vostro in tutti i secoli".
Fratelli miei, vi piacciono questi discorsi? Sono veraci e conducono all'apice di un progresso santo. Progresso cosiffatto lo potete raggiungere tutti voi. Adoperiamoci per ottenerlo e saremo almen sapienti e fortunati.
3. Però si danno cristiani i quali dicano: "Peccati mortali non mi pare commetterne... salvarmi lo spero anch'io... non importa però che io mi distemperi in cure per crescere troppo alto nella divina grazia". Folle discorso! "Chi è giusto addivenga migliore -- dice il Signore -- e chi è santo si santifichi maggiormente. Siate perfetti tutti come è perfetto il vostro celeste- 428 - Padre"32. Forse che o non è opportuno ovvero possibile che un figlio cresca in bontà a somiglianza del padre suo, un suddito a [51]somiglianza del suo sovrano o del suo pontefice? Appunto, appunto! Fingasi che uno aspiri per entrare intimamente nella confidenza del suo sovrano o meglio nella confidenza del pontefice sommo. Quante cure gli tocca usare, quanto studio per crescere nella virtù e nella sapienza! E pervenuto a<i> piè del soglio, se egli intenda meritarsi che gli siano affidati a trattare i negozi più scabrosi dello Stato o della Chiesa, deh quanto esercizio di meditazione vuolsi innanzi, quanto studio di saggio consiglio.
Cresciamo nel Signore tutti. Possiamo toccare alta perfezione, perché a santificarci ci invita con caloroso discorso il Signore. Dotti e indotti, ricchi e poveri possono aspirare alla sublimità di questo progresso. Vi devono attendere tutti, principi e sudditi di qualsiasi classe.
4. Vedete uno speculatore del progresso liberalesco. Quando si tratta di danaro dice: "Mille e poi mila, milioni e poi milioni". Chi s'avanza nel progresso o dello studio o dell'arte, s'applica a quello che in tal genere gli par sommo. Intanto niente si lascia di intentato. I pensieri della mente, gli affetti del cuore, i sensi del corpo, son tutti e per intiero diretti a quello scopo.
[52]Infelicissimi cristiani, se in procurare il progresso cattolico, che è il verace, noi figli della luce ci lasciassimo vincere in attività dai figli delle tenebre, che attendono al loro progresso materiale! Ma non tutti sono freddi come noi lo siamo. Si danno cristiani oggidì, come ne vanta in numero assai la storia del passato, i quali in fare il bene non dicono mai basta... e nel fare lo stesso bene eseguiscono quello che fra due appare il meglio... e altri si trovano che fanno proposito e che al proposito aggiungono il voto di volere in ogni dì progredire nel bene. Saggio consiglio! Perché chi non avanza indietreggia. Il viaggiatore, che in tempo di cruda stagione sale il monte per valicare il giogo, non può arrestarsi. Il meschinello,- 429 - se intende soffermarsi, subito prenderallo il gelo nelle membra, intirizzisce e poi muore.
Che timore è il nostro? Dopo aver faticato per tutta la vita, dobbiamo dire: "Siam servi inutili33... potevamo far meglio che non abbiamo praticato... e stare in attenzione e operare il bene fino all'ultimo per essere finalmente salvi". Eccolo il progresso cattolico! Quest'è progresso che salva. <Se> lo vedeste praticato [53]dalla società cristiana con migliore alacrità, e voi scorgereste più chiaramente che fuori di questo non è progresso che salvi!
5. E noi a quale stato ci troviamo? A quello di incipienti ovvero di proficienti o di perfetti? Piaccia al cielo che siamo almeno nello stato di figli che si affrettano per raggiungere il padre. Un giovinetto in cammino si nutre, si esercita, e intanto fa sua strada; allo indomani raggiunge poi il padre diletto. Ha dei cristiani i quali vorrebbero poter sedere a mensa con i perfetti presso al Signore, ma che non vogliono prima affrettarsi per le vie o di Gerusalemme o del Calvario con Gesù appassionato. Come si può accordare ciò? Chi è bambino non cresce in giovine adulto e in uomo perfetto, se non si nutra e non si eserciti. E un di voi crede di farsi santo senza frequentar le strade della santità?
Ascoltate un esempio. Carlo Borromeo si affrettava già nelle vie del bene, quando gli accadde di assistere alla malattia e poi alla morte del proprio fratello. Il Borromeo infine volse lo sguardo al cadavere livido del parente, lo toccò con le mani [54]e lo sentì freddo omai a mo' di marmo. Inorridì il cuore di Carlo e, volto uno sguardo di viva compassione, sclamò: "Fia dunque possibile che io per amor di un corpo che si deve ridurre in cadavere ometta ancor di consacrare fino all'ultimo a Dio gli affetti del cuor mio?...". Disse, e in proferirlo formò il proposito di crescere in perfezione fino alla santità. Cominciò da pregare con più fervore; alla preghiera aggiunse più frequenti i digiuni, più prolisse le veglie. Poi quando vide opportunità, distribuì il suo ai poveri e non più a
- 430 -piccole elemosine, ma a larghissime. Quaranta mila scudi distribuì in una sola giornata. Diede gli arredi di casa, il servizio della mensa, il letto della propria camera. Quando non seppe più che dare, donò se stesso agli appestati nella città di Milano. Intanto non contento di provvedere al bene di quei suoi, pensava ai negozii più ardui della fede in Italia, della Chiesa nel Concilio di Trento, della riforma dei costumi in casa e fuori. Che sprazzi di luce mandò Carlo! Che virtù non aggiunse alle gracilità bambine del suo secolo! Ammiriamo il progresso di Carlo e imitiamolo.
1. [55]Il progresso vero è nella Chiesa di Gesù Cristo.
2. Tre personaggi del progresso cattolico.
3. Avanziamo tutti in questo progresso.
4. Procediamo con lena perché il progresso cattolico non ha limite.
5. Dal grado in cui ci troviamo poniamo i passi innanzi a modo di Carlo, il santo arcivescovo di Milano.