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IL PANE DELL'ANIMA SECONDO CORSO DI MASSIME SCRITTURALI ESPOSTE NELLE SPIEGAZIONI EVANGELICHE Evangelio della domenica sesta dopo l'Epifania Un principio di bene o di male |
Evangelio della domenica sesta
Un principio di bene o di male
1. [89]Gregorio e Giuliano frequentavano da fanciulli la medesima scuola. Ma Gregorio faceva apparire in volto e nelle parole un assieme di bontà che faceva preveder bene di lui. Giuliano, a vece, presentava un complesso di durezza che spiaceva ai più. I saggi, male congetturando, sclamavano: "Miseri di noi, che l'impero allatta nel suo seno una tigre!". E non errarono. Giuliano divenne l'apostata infelice, il traditore della propria fede e dei propri fratelli. Lo sciagurato terminò
- 449 -con suicidarsi e bestemmiare per l'ultima volta a Gesù Cristo e poi spirare. Per contrario il giovinetto Gregorio crebbe di bene in meglio nella bontà e nella saggezza. Fu sacerdote esemplare, vescovo intrepido, dottore esimio, una gemma preziosa nella Chiesa di G<esù> C<risto>, un faro di luce ai seguaci del Salvatore e una gloria universale per la fede santissima.
[90]Così è vero che un piccolo principio di bene o di male conduce a un monte di felicità ovvero ad un abisso di rovina. "Il regno dei cieli -- dice Gesù Cristo -- è simile ad un grano di senape che seminato nel campo cresce in pianta oleosa, sulla quale vengono <a> posare gli uccelli, benché il granello gettato là sia il più piccolo di tutti i semi. È simile ad una manata di fermento che mischiato in più quantità di pasta la fa fermentare tutta intiera"49.
Il Signore è l'altissimo ed egli opera da Dio. Un principio di bene o di male può essere da parte nostra il principio di salute eterna, ovvero di eterna dannazione. Dice il Signore in san Luca: "Colui che è fedele nelle più piccole cose, lo è anche nelle maggiori; chi poi è iniquo nel poco, questi è iniquo ancora nel dippiù"50. Vediamo, perché anche questo è negozio che troppo importa.
2. Per ben scorgere incominciamo da levar d'intorno il fumo di superbia che ci offusca. In una famiglia sono molteplici uffici a fare. Alcuni poi sono importanti, altri lo sono meno. Intanto il padre si leva su e dice all'uno: "Tu recati a portare questa [91]ambasciata di onore", all'altro poi soggiunge: "Tu intanto disponi la casa e scopa le camere". Che direste se costui rifiutandosi dicesse: "Anch'io voglio recarmi da un principe, anch'io a trattare con un sovrano"? Gli risponderebbe subito il genitore: "Se mi vuoi far piacere, obbediscimi in quello che ti comando. Nella casa mia tanto meritano quelli che lavorano all'orto od alla pulizia di casa, come quelli che dirigono i più importanti negozi della famiglia".
- 450 -Sicché che cerchiamo noi più in là? Eseguiamo giorno per giorno quello che il Signore mostra di volere. Oggi Iddio a mezzo del superiore ci tiene occupati in cose minute? Siamogli grati come quando per caso chiamasse un di noi ad imprese di salvare la società. Chi pensa diversamente è un superbo che nulla vale, è un ingannato che illude se medesimo. Vi porgo per esempio i sensi del nostro corpo. Noi abbiamo in mezzo alla fronte questi due occhi, ed eglino certamente fanno ufficio più nobile che le orecchie, che le mani, che i piedi o che gli altri sensi. Ma che sarebbe se le mani, se i piedi, se le orecchie dicessero: "Noi vogliamo pure avere il primo posto ed essere tanti occhi come [92]i lucenti che risplendono in fronte"? Nella economia dell'universo voi scorgete che le aquile son più poche che le mosche e che gli elefanti sono in minor numero delle formiche. I più degli uomini son destinati per eseguir cose minute. Sciocchi, sciocchi, se noi intendessimo di andare contro a questa disposizione di provvidenza altissima!
3. Figuratevi che il Signore si diporti appunto come un savio padre. Facile è scorgere che un genitore affida mano a mano cose maggiori e più difficili a farsi, quando è certo che il fanciullo raddoppia di cura e di attenzione nelle cose piccole. Quando è che un padre addossa un peso più grave al giovinetto? Quando sappia che ne ha portati tutti i giorni dei gioghi più o meno pesanti. E se il Signore operasse così anche con ciascun di noi, qual mai insolente o presuntuoso ardirebbe di opporsegli? Nessuno giunge alle prime cariche in uno Stato, se prima non ha eseguito ottimamente la scala delle mansioni inferiori. Però, oh che tentazione è mai quella che ci dice: "Anch'io vorrei fare e dire, ma vorrei essere all'ufficio tale... e nel luogo tale". Sapeste quanto di cuore intanto se ne ride Satanasso! Perché il [93]maligno, mentre ci occupa con questi pensieri che sono vanissimi, ci distoglie da eseguire le opere del nostro stato, le quali benché minime sono importanti perché sono le vere comandateci dal Signore.
4. Un principio di bene è dunque come un granello di senape che cresce in pianta oleosa, è come un pugno di lievito che fa fermentare una massa di pasta. Un principio abituale
- 451 -di bene è come l'ottima indole di pianticella, la quale, quando cresce diritta, non cesserà di tendere sempre all'alto ancora quando è cresciuta in tronco annoso.
<5.> Però guai a chi alimenta nel suo seno un seme di iniquità! Costui si fa subito iniquo. L'abito di un vizio oh come è pernicioso! Una nave quando ha la pericolosa disposizione di lasciar filtrare l'acqua, certamente naufragherà; il contadino incauto che ha l'abito di accendere il fuoco presso al pagliaio, finirà con incendiare la casa propria. Si può curare una nave che una o poche volte si apre alle acque del mare, ma non quando si apre sempre. Si può provvedere alla sicurezza della casa quando una volta e con cautela si accenda il fuoco nel [94]pagliaio, ma non quando si solleva ad ogni momento.
Scorgetene un esempio nel fatto di Davide e in quello di Salomone. Ambedue furono sciagurati, perché ambedue caddero in colpa grave. Però dell'uno e dell'altro il modo fu assai diverso, e però ebbero anche conseguenze diverse. Davide in un momento guardò, in un momento volle peccare. Commise la colpa per un eccesso di fragilità e per una volta sola. Per questo quando il meschinello sentissi i rimproveri del profeta, subito si ravvide e fece quell'alta penitenza che tutti sapete. Salomone non trascorse per un atto di fragilità, ma poco a poco, in forza di abito contratto. Poco a poco Salomone amò gli splendori, poco a poco si diede alle mollezze, poco a poco chiamò intorno a sé cantatrici e saltatrici. Poco a poco si diede in braccio a persone tristissime e stando là perdette la mente, perdette il cuore. Perdé sovrat<t>utto il buon nome fra gli uomini e la grazia presso Dio e così terminò, come tanto si teme, miseramente i suoi giorni.
A questo mal termine si lasciano condurre ai giorni nostri molti che appartengono [95]alla setta del liberalismo. Hanno cominciato <a> credere alle idee di libertà, hanno voluto credere alle massime della eguaglianza, hanno fatto buon viso alle promesse di fratellanza. Intanto cominciarono <a> bere e mangiare e divertirsi. Hanno chiamati alla mensa compagni ed amici. Adesso scorgeteli prodighi affamati nel cuore, perché non credono alla religione! Sono sparuti nel viso perché non sollevano uno sguardo al cielo. Gli abiti cadono loro a brandelli- 452 - perché d'attorno hanno nutriti i lioncelli che or li stanno sbranando.
Poveri di noi, poveri di noi, se la società dei cristiani non scaccia quel lievito avvelenato che ammorba la massa del proprio cuore! Guai a noi! Un principio di male può rovinarci affatto. Guardiamoci da ogni abito reo di peccato, perché ogni inclinazione mala ci può far danno irreparabile.
1. Un principio di bene ed un principio di male.
2. Esercitiamoci bene in fare con esattezza le opere minute del nostro stato.
3. [96]Il Signore vuole così.
4. Dalle cose minute, ma bene eseguite, si ascende poi alle imprese maggiori.
5. Per la ragione del contrario guardiamoci da ogni abito di male, perché chi è iniquo nel poco, è iniquo nel dippiù.