Luigi Guanella: Opere edite e inedite
Luigi Guanella
Il pane dell'anima (II corso)
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IL PANE DELL'ANIMA SECONDO CORSO DI MASSIME SCRITTURALI ESPOSTE NELLE SPIEGAZIONI EVANGELICHE

Evangelio della domenica di Passione Stoltezza a deplorare

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Evangelio della domenica di Passione

Stoltezza a deplorare

  1. [152]Stolti e cattivi erano certamente quegli ebrei dei quali racconta l'odierno Evangelo. Da lunga pezza il divin Salvatore predicava le massime purissime della sua dottrina, eppure nulla ne intendevano. Da un pezzo operava prodigi che troppo chiaro manifestavanoessere il Figlio di Dio, eppure non gli credevano punto. Gesù Cristo di tanta stoltezza ebbe a dolersene e disse: "Voi non siete di Dio perché non ascoltate la parola di lui". Ma quei giudei si facevano con

- 484 -beffe a dire: "Eccolo il samaritano, egli ha seco il demonio". E di nuovo Gesù si faceva a dire: "Ve lo dico in verità, chi ascolta il mio linguaggio non vedrà la morte in eterno". Al quale i giudei risposero: "Che dite mai? È morto Abramo e son morti i profeti e voi dite che chi ascolta la vostra parola non morrà in eterno? Certamente voi avete il demonio". Rispose Gesù: "Io fui prima [153]che Abramo vedesse la luce. Ve lo dico in vero che Abramo esultò in pensare a me". Quei giudei si fecero a dire con forza: "Non avete ancor cinquanta anni e già dite di aver veduto Abramo"; intanto diedero di piglio a delle pietre per scagliarle incontro a Gesù. Ma egli senza mostrarsi passò in mezzo a tutti e uscì dal tempio73.

  Che dite, o fratelli, della cecità di gente ostinata? Fossero almeno sol quelli gli stolti che rifiutano di credere a Gesù Cristo. Ma ne ha altri. Si trovano perfino fra i cristiani i quali hanno ricevuto in fronte il Battesimo della salute. Stoltissimi cristiani, i quali sì poco intendonsi delle massime di Gesù Cristo. Stoltissimi, i quali essendo cristiani vivono tuttavia aderenti alla terra, come <se> dovessero essere eterni quaggiù. Che rimprovero amaro è quello dello apostolo Paolo ai Corinti! Quei cristiani cominciavano a contrastar fra loro ed a fare stima soverchia dei godimenti mondani, per questo li rimprovera con dire: "L'uomo animale non intende quelle cose che sono dello Spirito di Dio, perciocché egli è posseduto dalla stoltezza e non può intendere"74.

  Ponderiamo quanto grave è la sciagura [154]del cristiano che, aderendo ai godimenti terreni, misconosce le massime di Gesù Cristo. Troppo importa che in ogni tempo, ma sovrat<t>utto in questi giorni che son di salute, nessun cristiano perduri ad essere stolto e cattivo.

  2. Per intendere quanto sono stolti i cristiani che aderiscono alle umane passioni, vi presento una similitudine. Figuratevi al banco della scuola due giovinetti. Il primo attende

- 485 -allo studio, pone attenzione allo insegnamento del maestro e non trascura mezzo di sacrificio e di tempo per crescere nella sapienza. Di che cosa ne preconizzate? Certamente è da credere che egli a suo tempo avrà una laurea di onore e molto otterrà poi di vantaggio per sé e di utile per altri. La prova è <quel>la accennata: il giovanetto che studia a conoscere che si intende di quel posto al quale aspira un .

  A vece un giovinastro che gli siede al fianco è il più disattento di tutti ed è pigro e malav<v>ezzo, del quale nessun peggiore. Costui non si intende di studio, sfugge la fatica, si beffa degli insegnanti e si ride dei compagni diligenti. Sciocco, sciocco, come lo compatiscono tutti i buoni e come ne prevedono [155]male i sapienti! Giovinetto tant'alto, è il disonore della scuola; adulto egli sarà il disordine della piazza e la spina fitta negli occhi di tutti. Che ne sente di onore in presente, di felicità in avvenire? Egli è uno sciocco che nulla capisce.

  Fratelli miei, pensiamo bene. Sono due felicità: l'una è su questa terra, l'altra è nel cielo. La felicità in terra è andare dietro a Gesù Cristo e accompagnarlo nei suoi patimenti. La felicità in paradiso è tenere dietro a Gesù che sale in alto ed essergli compagno nella gloria. Fuori di queste non sono altre beatitudini. Che dite?... Io ve ne prego, lasciamo il mondo e seguitiamo Gesù Cristo. Ha di quelli che non si intendono di questo invito. Abborrono ogni sorta di patimenti, fuggono tutte le croci e non pensano che a fornire la casa di godimenti e di superfluità; non pensano che a provvedere il corpo con soddisfarlo in tutti i suoi capricci. Compassione! Il gravissimo disordine deriva da non considerare gli esempi di Gesù Cristo. L'uomo animale non intende quelle cose che sono dello Spirito del Signore.

  3. Di qui potete farvi una ragione della condotta di tanti uomini nel Cristianesimo. [156]Voi scorgete cristiani battezzati i quali vogliono essere chiamati cristiani come ogni dabben cattolico, eppure non vanno ad una Messa, non si accostano in una solennità ai santi Sacramenti. Lasciano trascorrere le feste gioconde del santo Natale, le meste della Passione, le gloriose della Risurrezione di Gesù Cristo senza commuoversi punto.

- 486 -Non discorrerebbero in cento anni una massima salutare per la salvezza dell'anima propria. Non vogliono sentir di paradiso, rifuggono da portare o da vedere ricordanze di morte. Del passaggio da questa all'altra vita discorrono con una freddezza stupida e del luogo che al di ci attende ragionano con senso beffardo. Credono costoro o non credono punto le verità evangeliche? Sono cristiani od hanno rinnegata già la propria fede? Io non vel so dire per ogni caso individuo. So certo questo dell'Apostolo, il quale dice: "L'uomo animale non intende quelle cose che sono dello Spirito di Dio".

  Immaginate uomo che ha perduto il gusto, può egli giudicare del sapore delle cose? Un cieco può intendersi dei colori? E uno sciocco può egli sapere delle cose alte di sapienza? L'uomo animalesco è uno stolto. [157]Ha perduto il ben dello intendere, il gusto dell'amore santo. Meschinello, io non so in qual modo possa ancora poter piacere a Dio. Può essere che una malattia lo faccia ravvedere, che una sciagura lo faccia ritornare. Può anche accadere che se ne muoia con quel suo gusto depravato e che mai più si renda atto a intendere delle cose di Dio e del paradiso. Ha di quelli che dicono: "Il tale ha il difetto di aver poca religione, ma nel restante è onesto". Che sciocchezza! È come dire: costui se ne ride di Dio, si burla dell'anima propria, sprezza il paradiso e non si cura dell'inferno. In tutto il rimanente è onesto. Il ciel vi guardi da una onestà cosiffatta.

  4. Ha poi altri cristiani che sono di peggior stato. Sono quelli che, non contenti di affogarsi in tutti i diletti delle comodità sensibili, si versano ancora in tutti i diletti carnali. A questo misero punto i cristiani divengono animaleschi. Voi scorgete ancora oggidì cristiani che reputaste un e istruiti e saggi quanto altri, ed ora che sono caduti in un abisso di viltà e di contraddizione. Dondestrano mutamento? Ieri lucenti candelabri ed oggi [158]servi da trivio oscuri e spregiati!

  I furiosi eresiarchi, i quali sonosi dati a lacerare con tanta fierezza il costato alla Chiesa di Gesù Cristo, hanno cominciato da un fallo enorme. Sonosi dati in braccio al mostro della sensualità. Dopo che l'infame li ebbe stretti colle sue ritorte, nulla più valse a contenerli. Progredirono come stolti a

- 487 -tutte le pazzie. Come stolti si scagliarono in tutti i pericoli. Come furiosi si versarono a spargere il sangue dei propri fratelli.

  Un mentecatto è capace di ogni disordine tristo. L'uomo animalesco, per isfogare i suoi capricci, si dona in braccio a tutte le abbominazioni. Interrogato il filosofo qual fosse a suo credere il mostro più esecrando di questa terra, rispose: "È l'uomo vizioso". Avete dunque intesa cosa la quale vi deve far raccapricciare? È fra di voi uno il quale da animalesco appetisca più le cose sensibili delle spirituali, più i piaceri della carne che i diletti dello spirito? Si dolga e si ravveda intanto che ha tempo. Il Signore ha fatto succedere questi giorni di misericordia e di perdono perché tutti si abbiano a convertire.   Convertiamoci noi davvero e preghiamo che Dio faccia ravvedere tanti miseri peccatori.[159] Ridurre un cristiano dal suo vivere animalesco ad una regola di vita spirituale è grazia che Dio concede con prodigio di bontà. Oh, sieno per tutti di salute i giorni che corrono. Siamo tutti cristiani spirituali, nessuno sia uomo carnale per non essere animalesco uomo e stolto.

Riflessi

  1. Si trovan molti che non si intendono delle cose di Dio.

  2. Non conoscono il proprio bene, che è patire quaggiù per godere in cielo.

  3. Che gran male è preferire i piaceri sensibili agli spirituali! 4. Che pazzia preferire le soddisfazioni carnali!





p. 484
73 Cfr. Gv 8, 46-59.



74 1 Cor 2, 14.



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