Luigi Guanella: Opere edite e inedite
Luigi Guanella
Il pane dell'anima (II corso)
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IL PANE DELL'ANIMA SECONDO CORSO DI MASSIME SCRITTURALI ESPOSTE NELLE SPIEGAZIONI EVANGELICHE

Evangelio della domenica quarta dopo Pasqua Beato è lo scolaro il quale ha un maestro saggio

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Evangelio della domenica quarta

dopo Pasqua

Beato è lo scolaro il quale ha un maestro saggio

  1. [198]Il demonio in forma di serpente comparve già ad Adamo e ad Eva nel loro paradiso terrestre e disse: "Se voi mangiate del frutto di quell'albero , voi imparerete tante cose da poter essere simili allo Altissimo". I superbi assaporarono tosto. Il demonio fu un bugiardo ed un omicida, perché i primogenitori nostri perdettero di scienza ancor quello che

- 509 -possedevano e nella loro mente entrò una tenebra di pazzia, nel cuore un veleno di pervertimento. Furono poi infelici. Appena se ne avvidero, cominciarono <a> piangere e non smisero poi mai finché vissero.

  Fratelli miei, il demonio non lascia ancora oggidì di apparire in mezzo a noi e farci intendere: "Se assapora<s>te la scienza del diletto, la sapienza dei raggiri e delle speculazioni umane, voi diventereste potenti infra gli uomini". Ma non gli crediamo allo ingannatore. Proprio a questi anni il maligno è riuscito a far impazzire mezzo [199]mondo per la brama di un sapere che insegna incostanza e la mollezza, ma se ha pervertiti già tanti non giunga a pervertire verun di noi. Noi aderiamo al Salvatore nostro perché la sapienza di Gesù Cristo non falla.

  Diceva egli ai discepoli: "Io v'ho detto che me ne vado a colui che mi ha mandato e voi non mi interrogate dove me ne vada, ma rimanete muti in cuore. Ve lo confermo qui: è necessario che io me ne vada, perché a voi dal cielo possa inviare lo Spirito Santo di verità, il quale vi istruisca in tutto ciò che convenga. Quand'egli verrà, rimprovererà il mondo di peccato, di giustizia, di giudizio. Di peccato, perché non ha creduto in me; di giustizia, perché vado al Padre e più non mi vedrete; di giudizio, perché il principe di questo mondo è già stato giudicato. Io non vi dico maggiori cose perché ancor non le intendereste. Imparerete assai più quando lo Spirito Santo dall'alto discenderà ad illuminare le vostre menti, a commuovere i vostri cuori"92.

  Ed ora lo Spirito di verità è venuto e dimora tuttavia nel regno della Chiesa del Signore. Beati noi se l'ascoltiamo! Dice il Salmista: "Beato l'uomo che tu avrai [200]istruito, o Signore, e che l'abbia ammaestrato intorno alla Legge tua"93. Che dite, o fratelli? Lasciate i maestri di un mondo seduttore. Atteniamoci agli insegnamenti di un maestro saggio. Beato lo scolaro che ha potuto trovare un maestro sapiente. Gesù

- 510 -Cristo è la sapienza incarnata. Beati noi se a maestro della nostra vita scegliamo il maestro degli uomini, il dottore delle genti e salvatore Gesù Cristo.

  2. Ai poveri predicatori della santa legge del Signore accade sovente questo fatto. I meschinelli sudano alla tavola dello studio e poi si presentano con quell'arte che sanno migliore di portamento, di voce, di gesto, per indurre gli uomini ad ascoltarli. Questi invero si fanno frequenti ad udirli, ma fino a quando? Si ascoltano finché mandano giù fiori di lingua, olezzo di concetto speculativo. Ma quando battono la nota del fa, allora quei volti impallidiscono, le persone si fanno tremanti e si procacciano un adito per isfuggire.

  Sicché voi scorgete un mondo di gente che corrono dietro a maestri di novità, a gazzettieri di bugia, a romanzieri di immaginazione. Che tengano dietro a Gesù Cristo appena si trovano pochi. Non è questa [201]sciocchezza imperdonabile? Verissimo, ma che volete se al mondo piacciono tanto i maestri che assecondano alle loro passioni? Dispiacciono invece tutti quelli che contraddicono agli appetiti disordinati del senso.

  3. Eppure ha questa differenza immensa fra gli insegnanti umani ed il maestro divino Gesù Cristo. Quelli possono bensì discorrerti come un Platone, ma se voi non adoperate studio ed attenzione per ritenere, impossibile è che il maestro vi possa infondere la scienza. Invece con Gesù Cristo la cosa è ben altra. Egli è Dio. Mentre parla, egli ha potenza per farsi presto intendere, ha bontà per concedere che profittino assai gli ascoltatori suoi. Alcuni idioti del volgo li ha chiamati con un accento di voce ovvero con un segno di mano e li ha formati suoi discepoli. Un discorso che egli fece intendere ad Agostino, a Cipriano, ad Ignazio, ad Antonio ha bastato per fargli ravvedere e crescerli poi luminari in mezzo al mondo.   Dippiù ha questa differenza tra i maestri di una legislazione umana e Gesù, maestro di legislazione divina. I legislatori umani [202]emettono le proprie leggi, le affiggono per un mese alle mura del palazzo reale e mandano poi a spiegarle periti ed avvocati, ossieno studiosi, infra qualsiasi del popolo. Invece il Signore promulgò la sua Legge dal monte Sinai e

- 511 -mandò poi Gesù Cristo medesimo a spiegarla. Questo comparve in Gerusalemme e si collocò dottore alle genti, maestro alle plebi nelle case e nelle piazze, alla città ed al campo. Non vi pare questa degnazione altissima? Che direste se il sovrano che vi governa discenda in persona nella casa del ricco ovvero nell'abituro del povero per insegnargli parte a parte le regole a ben vivere, le norme a ben obbedire?

  Ma i cristiani sono sempre stolti. Ancora adesso vanno perduti dietro a un predicatore della piazza e lasciano poi brutto e confuso il predicatore della Chiesa, benché questi abbia un tesoro di dottrina celeste che fa beato chiunque lo riceva.

  4. Poi badate con quanta pazienza ancora adesso ci istruisce Gesù Cristo. Adopera con noi quella bontà che un maestro mitissimo usa con il suo scolaretto bambino. Che attenzione per richiamarlo in tempo opportuno! Che cura per fargli apprendere il leggere e lo scrivere! E quando [203]egli sfugge scapestratello, che pazienza per richiamarlo! Tali siamo noi. Chi lo può negar di se medesimo? Cattivi sempre, sfuggiamo da praticare quelle massime atte a confortarci nella virtù. Fantastici e leggeri come fanciulli, noi attendiamo unicamente agli spassi, e Gesù con pazienza invitta ci stacca dalle cose di questa terra. Con carità ineffabile ci conduce per mano a scoprire le cose ineffabili del paradiso.

  Rozzi erano i suoi discepoli, eppur egli li educa per tre anni alla sua scuola. Dopo aver loro insegnato assai e con le parole e con l'esempio, tornavano alle gare per saper chi di loro sarebbe stato maggiore, erano pronti allo zelo indiscreto di chiamare il fuoco dal cielo sopra quelli che non li ascoltavano. Non sapevano farsela con i fanciulletti, che pur sono le anime tanto care al cuore di Gesù Cristo. Ma Gesù nascondeva in faccia al pubblico i loro difetti, li correggeva poi con amorevolezza in segreto. La carità di Gesù Cristo giunse al grado di porgere il bacio di pace al discepolo che era venuto per tradirlo.

  Che dite, o fratelli? Io so parlarvi assai imperfettamente di questo maestro divino, ma desidero aderirvi sino alla fine [204]perché sono certo che i suoi insegnamenti mi possono accontentar- 512 - l'animo e rendermi beato. Aderiamo tutti agli insegnamenti di Gesù Cristo.

  5. Perché finalmente senza questi nessuno può giungere a salvezza. Badate anche qui ad un fatto luttuosissimo. Havvi personaggi di lettere che sanno rispondervi a qualsiasi domanda di scienza umana, eppur che non intendono la prima domanda del catechismo, che dice: "Chi vi ha creati e per qual fine?". Così si trovano uomini esperimentati in ogni genere di arte e di industria e che non sanno i Comandamenti della legge di Dio. Ha poi anche di quelli che approfondiscono lo studio della religione ma che non la praticano. Costoro possono mai gungere ad essere beati un ?

  Per essere beati in cielo bisogna conoscere i misteri del Signore su questa terra e praticarli. Questo mondo è il cammino alla patria. La casa del Padre nostro è il paradiso. Alla casa di Dio in cielo viaggiano con prosperità i cristiani che credono e che professano la santa religione. Cristiani di dottrina cattolica e di costume pio, cristianelli di buona fede e di semplicità, questi al cospetto di Dio [205]valgono assai più che i raggiratori mondani, che i filosofi di una dottrina sublime, ma che è o sensibile di troppo ovvero che è manifestamente sensuale.   Francesco d'Assisi si rese povero per amor di Gesù Cristo. Pregò Dio ad illuminarlo e il Signore lo rese maestro ai popoli, predicatore alle plebi, uomo apostolico che con l'esempio e con la parola erudiva le anime nella via del paradiso. Egli si faceva tutto a tutti ed era presente ai regni di Europa ed a quelli dell'Asia per chiamarli tutti a seguirlo. Diceva con semplicità a tutti che bisogna essere umili e amare i patimenti, perché Gesù Cristo ha detto: "Rinnega te stesso, prendi la tua croce e seguimi"94. Vedendo che la sua voce non poteva farsi intendere a tutti dap<p>ertutto, prese a scrivere così:

  "A tutti i cristiani, chierici, religiosi, laici, uomini e donne che abitano in tutta la terra. Oh quanto sono benedetti e beati coloro che amano Dio e fanno come dice Gesù Cristo

- 513 -nell'Evangelio: Amerai il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore e con tutta l'anima tua, e il tuo prossimo come te stesso! Amiamo dunque Dio e [206]adoriamolo con puro cuore e con mente pura, imperocché ei chiese questo sopra tutto dicendo: I veraci adoratori adoreranno Iddio Padre in ispirito e verità, e quei che l'adorano il debbono adorare in ispirito e in verità. Salute nel Signore".

  E aggiungeva altra <lettera> in cui raccomandava la frequenza ai santi Sacramenti, la limosina e l'altre buone opere di virtù e di carità. Con questo Francesco adunava intorno a sé cinquemila discepoli del primo suo ordine. Ne adunava innumerabili nel suo secondo e nel suo terzo ordine, e tutti li ammaestrava con franchezza nella via del cielo. Oh quanto di bene opera un cristiano che ascolta la legge del Signore e che la segue! Ci piace camminare dietro alle vestigia di personaggi illustri? Ascoltiamo la legge di Dio e seguiamola con proposito costante. Verrà un , e non tarderà <a> spuntare, nel quale intenderemo come è beato uno scolaro il quale si pone alla sequela di un maestro santo.

Riflessi

  1. Beati i cristiani che seguono con fedeltà gli insegnamenti di Gesù Cristo. Non è [207]da credere al linguaggio del demonio ma a quello di Dio.

  2. Pure molti cristiani non odono di cuore gli insegnamenti di Gesù Cristo.

  3. Benché Gesù Cristo a differenza di ogni altro maestro insegni di presenza e doni forza per ben apprendere.

  4. Gesù Cristo istruisce altresì con pazienza invitta nei primi principii.

  5. Beato lo scolaro che aderisce a Gesù Cristo. Aderiamo vivamente come Francesco d'Assisi.





p. 509
92 Gv 16, 5-14.



93 Sal 94(93), 12.



p. 512
94 Cfr. Mt 16, 24.



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