Luigi Guanella: Opere edite e inedite
Luigi Guanella
Il pane dell'anima (II corso)
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IL PANE DELL'ANIMA SECONDO CORSO DI MASSIME SCRITTURALI ESPOSTE NELLE SPIEGAZIONI EVANGELICHE

Evangelio della domenica terza dopo Pentecoste Un confronto assai caro

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Evangelio della domenica terza

dopo Pentecoste

Un confronto assai caro

  1. [233]Gli uomini, benché buoni, sono sempre imperfetti. Questi raro è che giudichino le persone e le cose con alta rettitudine. Se per isventura vi accada di offendere forse gravemente e più volte un uomo, raro è che egli prenda <ad> amarvi come prima e al pari di altri che non l'offese mai.

  Invece appo Dio la cosa cammina altrimenti. Il Signore è ottimo, egli è sapiente e al sommo misericordioso. Se voi in un funesto di pazzia gli aveste cagionata più d'una ingiuria benché gravissima, egli subito vi perdona quando vi scorga dolenti. E vi perdona con affetto sincero, ché subito vi prende ad amare ancora a preferenza di altri che giammai incorsero nella sciagura di una colpa. Ascoltatene il testo evangelico. Vi riempirà il cuore di consolazione ineffabile.

  L'evangelista Luca ci parla dunque così: "In quel tempo erano peccatori e pubblicani che si accostavano a Gesù per ascoltarlo. Di ciò ne mormoravano [234]i farisei e gli scribi, dicendo che costui riceve i peccatori e che mangia con essi. Allora Gesù aggiunse una parabola e cominciò: Qual uomo è tra voi che avendo cento pecore e che gli accada di perderne una, non è vero che lascia le novantanove nel deserto e va in cerca di quella che si smarrì, finché l'abbia ritrovata? E quando l'abbia rinvenuta, la mette in sulle spalle rallegrandosene e ritornando a casa chiama i vicini e gli amici dicendo: Rallegratevi meco perché ho trovato la pecora che aveva smarrita! Lo dico a voi: in cielo così sarà <maggior> gaudio sopra un peccatore che fa penitenza, che sopra novantanove giusti che di penitenza non hanno bisogno. Ovvero qual donna è che avendo dieci dramme, se poi ne perda una non è vero che accende la lucerna e che mette sossopra la casa e cerca diligentemente finché l'abbia ritrovata? E quando l'abbia ritrovata, aduna insieme le amiche e le vicine dicendo: Rallegratevi

- 529 -meco, perché ho trovata la dramma che aveva smarrita! Così lo dico a voi: sarà gaudio al cospetto degli angeli di Dio sopra un peccatore che fa penitenza"113.

  Vero è dunque che Dio perdona. Ma consideriamo [235]più addentro questa verità di ineffabile consolazione. Lo dico a voi, sarà <maggior> gaudio al cospetto degli angeli di Dio sopra un peccatore che fa penitenza, che sopra novantanove giusti i quali non abbisognano di penitenza.

  2. Accade talvolta che un figlio dissipatore rientri nella casa paterna, che davvero porga segni di ravvedimento. Piange di cuore, di cuore si umilia, di cuore obbedisce anche nei servigi più vili. Il padre in iscorgere lo addita agli altri e segno di particolare allegrezza. Che se gli altri dieno a conoscere, come il fratello del prodigo, di sentirne rammarico, il genitore aggiunge: "Non è che io ami più costui che tutti voi altri. Ne faccio stima di voi che mai mi disgustaste gravemente, ma in questo momento non posso non esprimere il mio gaudio sopra questo figliuolo che da tempo piansi perduto". 

  Che se il figlio prenda ad amar il padre114 più che tutti gli altri, nel fatto il genitore ama lui più che tutti assieme. Verissimo che raro avviene che un peccator ravveduto d'un tratto ami Dio più che molti giusti insieme uniti, ma è certo che talora accade. Paolo fra gli apostoli fu un di questi. [236]La Maddalena fra le seguaci del divin Salvatore fu una di queste. Molti e molte se ne novera<no> nella storia del Cristianesimo <di> peccatori convertiti che si resero apostolici per zelo e per fatiche, e <di> donne peccatrici che si resero specchio di penitenza e lume di fortezza e di costanza nel bene. E se tanti e tante sonosi così di cuore ravveduti, nol potremo noi medesimi? Coraggio, che intanto daremo motivo che sopra di noi Iddio ne muova allegrezza al cospetto degli angeli del cielo.   <3.> Oh quegli spiriti angelici quanto di cuore se ne rallegrano! Immaginatelo voi medesimi. Se un figlio prodigo rientra nella vostra casa, i buoni fratelli ne esultano in scorgere- 530 - il gaudio paterno. Ne godono in sapere di aver trovata la compagnia di un fratello. Se ne congratulano per il fratello medesimo, che essendo ritornato non avrà più a patire di gravi stenti, non più pericoli ad incontrare.

  Fatelo voi ora il confronto della gioia che si hanno gli angeli. Essi, che amano Dio con puro amore, se ne allietano per la gloria che vedono ridondare a lui, benché sia solo estrinseca. Essi, che s'amano di santo amore, godono in vedere [237]che un compagno di più è venuto nel loro mezzo. E godono in iscorgere che finalmente un peccatore si è salvato. Quanto ne godrà in particolare quell'angelo benedetto che da Dio ricevette in custodia quell'anima! Benché non solo egli, ma ne godranno tutti gli altri, perché finalmente il gaudio di uno è gaudio per tutti.

  4. Consideriamo ancora l'ufficio e la beatitudine di questi angeli. Essi contemplano Iddio con purissimo gaudio. In conoscerlo e vederlo prendono forza ad amarlo con tutto l'ardore. E intanto escono in applauso di lode purissima e non hanno termine veruno in cantare le lodi di Dio altissimo.

  Dal cielo rivolgono poi lo sguardo pietoso a noi. E qui scorgendoci peccatori, essi ci chiamano e gemono con atti supplichevolissimi perché ritorniamo dalla via mala. Se noi accondiscendiamo, allora è una gara infra loro per additarci i bei sentieri della virtù e farci salire su per essi. E non si accontentano finché vedano che noi tocchiamo il vertice del monte santo. Carissimi angeli del Signore, come siete ammirabili intorno a Dio, amanti intorno a Dio, amanti intorno agli uomini!

  [238]E noi, o fratelli, possiamo essere egualmente ammirabili. A guisa degli angeli noi siamo chiamati a conoscere Iddio, ad amarlo, a servirlo con lode. Possiamo essere amanti, perché l'affetto che gli angeli mostrano a noi, noi possiamo portarlo ad essi. Benedetto Iddio, che ci ha fatti grandi poco men che gli angeli115! Cristiani, cristiani, dacché non siamo angeli cerchiamo almeno di essere angelici, e daremo a Dio la

- 531 -gloria che gli procura un penitente verace. Lo dico a voi, sarà un gaudio <maggiore> al cospetto degli angeli di Dio sopra un peccatore che si converte, che sopra novantanove giusti i quali non hanno bisogno di penitenza.

Riflessi

  1. Un confronto assai caro.

  2. Un figlio che ritorna dal disordine cagiona gioia al padre.

  3. E allegrezza nei fratelli.

  4. Gli angeli di Dio ne esultano, perché il loro ufficio è di amare il Signore e di procurare la salvezza degli uomini.





p. 529
113 Lc 15, 1-10.



114 Nell'originale: Che se il padre prenda ad amar questo figlio.



p. 530
115 Cfr. Sal 8, 6.



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