Luigi Guanella: Opere edite e inedite
Luigi Guanella
Il pane dell'anima (II corso)
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IL PANE DELL'ANIMA SECONDO CORSO DI MASSIME SCRITTURALI ESPOSTE NELLE SPIEGAZIONI EVANGELICHE

Evangelio della domenica quarta dopo Pentecoste Un volo di aquila

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Evangelio della domenica quarta

dopo Pentecoste

Un volo di aquila

  1. [239]L'apostolo ed evangelista san Giovanni ci viene innanzi con un'aquila nella destra, la quale tende a spiccar in alto il volo. Questo re degli uccelli con l'elevatezza del suo volare indicabene l'ascensione delle anime verso alla regione del paradiso. In rimirare a quel gigante consoliamoci, che così veloce può ascendere altresì l'anima nostra a Dio. Ascoltiamo ciò che ne riferisce l'evangelista san Luca.

  "In quel tempo, mentre le turbe irrompevano verso a Gesù per ascoltare la parola di Dio, ed egli stava lungo il lago di Genesaret. E vide due navi che erano in quelle acque; i pescatori poi erano discesi per lavare le reti. Salendo poi su di una nave, la quale era di Simone, pregollo che alquanto lo tirasse in da terra. Sedendo poi, ammaestrava le turbe dalla nave. Come ebbe terminato di parlare, disse a Simone: Portatevi- 532 - all'alto e lasciate[240] giù le reti per pescare. Risposegli poi Simone e dissegli: Maestro, noi lavorando per tutta la notte nulla prendemmo, nella tua parola però metterò giù le reti. Avendo ciò eseguito, raccolsero una moltitudine copiosa di pesci; si stracciavano le reti in tirarle a sé. E fecero segno ai compagni che erano in altra nave perché venendo li aiutassero. E vennero e riempierono ambedue le navicelle così che parevano sommergersi. Lo che vedendo, Simone Pietro si gettò alle ginocchia di Gesù dicendo: State lungi da me, o Signore, perché io sono un uomo peccatore. Perocché lo stupore circondavalo, lui e quelli che gli erano assieme in quella pescagione; similmente stupirono poi Giacomo e Giovanni, figli di Zebedeo, che erano compagni di Simone. Disse dunque Gesù a Simone: Non temere, quincinnanzi sarai pescatore di anime. E tirate le navi a terra, lasciati tutti, seguironlo"116.

  Quante meraviglie nella narrazione di un semplice tratto di sacro Evangelio! Son quelle le meraviglie medesime che opera Iddio con le anime che lo seguono di cuore. Diceva già il Salmista: "L'uomo s'accosta a Dio con cuor sublime ed il Signore[241] ne rimane esaltato"117. Beate le anime che con volo sublime tendono all'alto. Contempliamole per iscorgere se almeno da lungi possiamo loro tener dietro.

  2. Verso a Dio si ascende con cuor umile. Quelli che vogliono salirvi con superbia ne sono di subito confusi. Vi porgo un esempio. Francesco d'Assisi venne dinnanzi al padre e disse: "Io non posso vivere attaccato alla roba del mondo, così come voi pretendete". E sui due piedi rinunciò di preferenza all'eredità che gli sarebbe potuto spettare, e della casa paterna non ritenne tampoco le vestimenta. Oh come ne prendeva dispetto l'avarissimo padre! E gli interessati come di cuore burlavansi di Francesco! Però egli non si smosse dal proposito suo. Aderì a Dio e il Signore sollevollo con l'ali dell'amore per gustare le delizie della vita spirituale. Francesco entrò nel mondo predicatore e maestro di molti discepoli.

- 533 -Allora diceva a tutti: "Mortificate i vostri sensi, prendetevi la croce sulle spalle e seguite Gesù, siate miti tutti ed umili di cuore!". Questo parlare spiaceva tanto ai gaudenti del secolo, ai filosofi di una dottrina umana. Spiaceva [242]tanto ai politici, maestri di insegnamenti malvagi. Ma Francesco tenne in alto i pensieri della sua mente.

  Confrontate ora lui, Francesco povero, con Pietro Bernardone, il ricco e avaraccio mercante. Confrontate lui, Francesco umile e paziente, con i grandi del suo secolo e gaudenti. Quelli sono scomparsi. La loro memoria rimane in biasimo ed in esecrazione. Invece Francesco ascese in alto. Con lui ascesero migliaia a migliaia i suoi seguaci per lo spazio di sette secoli. Ascendiamo in alto, o fratelli, ascendiamo noi medesimi, ma su l'ali di una mente semplice, con il fervore di un cuore pio.

  3. Saliamo con intelletto semplice. Salomone domandò a Dio di poter conoscere la bellezza delle create cose e fu accontentato. Domandò di intendere delle cose celestiali e fu esaudito. Quel sovrano nel possesso di una sapienza inaudita era contento, ma quanto più conosceva, più rimanevagli ad intendere.

  Molti cristiani illustri nel Cristianesimo si trova che furono da Dio regalati di una scienza infusa a conoscere i misteri del Signore, ma ancor questi quanto più scorgevano di bellezza, più loro rimaneva a distinguere. [243]Il soglio dello Altissimo scorgevanlo al di dei cieli, in luogo eccelso. Oh quanto godono le anime in sapere che la maestà del Signore è in alto del paradiso! Ci doni il cielo la grazia di poterci noi medesimi sollevar con l'ali dello intelletto a conoscere Iddio! Se potremo intendercene subito, comprenderemo che quanto più sappiamo, più ci rimane a scoprire.

  Mano a mano poi che intendiamo del Signore, prenderemo ad amarlo con tutte le forze nostre. I santi che amano Iddio con puro affetto si dolgono di non poterlo amare quanto ei si merita. Sclamano poi: "Avessi mille cuori per amare Iddio! Oh, se avessi il fervor dei cherubini nel cielo! Mi perdonate, o Signore, le mie colpe?... Potess'io morir nel mare delle mie lagrime...", e intanto si struggono di amore, come l'olio che ardendo- 534 - si strugge in dare il suo lume avanti l'altare del Santissimo Sacramento. I benedetti quanto più amano Dio, più trovano di doverlo amare. Godono poi in sospirare di amarlo vieppiù. Ed ecco la vita dei cristiani quaggiù: conoscere ed amare Dio per dargli gloria.

  4. Si danno su questa terra cose[244]ammirabili, che a mirarle la mente par che si smarrisca. Il dotto conoscitor inglese lord Stanhope118 in fissare lo sguardo entro allo spazio e nelle cappelle del San Pietro di Roma cadde a terra svenuto per lo smarrimento. Quello studiosissimo matematico, di cui racconta la storia, era immerso nella profondità de' suoi studi e vi dimorava con tanto diletto della mente che quando soldati nemici vennero in momento di guerra per trucidarlo, egli tolse appena lo sguardo da' suoi libri e soggiunse: "Lasciatemi ancor tre giorni, perché avanti <di> morire possa scoprire la verità del problema che sto meditando". Così si legge della regina <di> Saba, che venuta al cospetto di Salomone ne ammirò l'alta sapienza e di poi cadde priva di senso per l'alta meraviglia.

  Ma è molto meglio cadere in estasi per lo stupore di verità che non sono di questo mondo, ma del paradiso. I cristiani sapienti in discorrere di Dio s'accendono, in parlare del paradiso non sentono più le cose intorno a sé. Scolastica dopo che trascorse poche ore in discorsi spirituali con il fratello san Benedetto, morì di puro contento e passò al paradiso. Questa è l'estasi della mente.

  [245]Altra volta avviene che uno cada in stupore altissimo per affetto. Un figlio od una madre che credevansi morti, ritrovaronsi tuttavia. In riconoscersi si abbracciarono e poi, perdendo la favella eppur giubilando in viso, morirono in eccesso di contentezza. Ditelo voi, anime sante, quante volte avete goduto in amare con vivo affetto il Signore! Francesco Saverio era solito dire: "Basta fin qui, o Signore, od io me ne muoio di puro contento". Questo è <ciò> che si dice estasi di volontà.- 535 - Noi non possiamo ora intendere il mistero di tanto godimento, ma ce ne avvedremo in cielo.

  5. Intanto consoliamoci in sapere che il Signore a questi ammirabili godimenti chiama ancor le anime semplici. Le menti sublimi degli Ambrogi, degli Agostini, dei Girolami son tirate a Dio di preferenza dall'estasi di intelletto. Quei fortunati conoscono i misteri di Dio, e come il Signore si fa loro intendere, così si lascia amare.

  Ma anche le Catterine, anche i Pasquali, anche i Felici, ossia gente idiota, possono levarsi con l'ali della volontà. Quando Dio li chiami, basta che si levino su con il fervore di carità. Devono i benavventurati staccarsi affatto dal mondo e vivere per [246]Iddio unicamente. Devono amare il patire per internarsi nei misteri dell'amore di Gesù Cristo. Devono compiere esattamente il divin volere. Con la mente e con il cuore devono mettersi in Dio e confondersi in lui come una goccia d'acqua che entra in mare e che si fa una con la profondità di quelle acque. Beata l'anima la quale si merita cosiffatta unione! Noi scorgeremo meglio in cielo. Ma perché subito non poniamo lo sforzo nostro per ascendere in alto con il volo di una mente saggia, con il fervore di un cuore ardente?

Riflessi

  1. Con volo d'aquila l'anima si eleva a Dio.

  2. A Dio si ascende con cuor umile.

  3. Iddio quanto più si ama più si brama amarlo, e quanto più si conosce più si desidera intendersene.

  4. In questo studio ammirabile avvengono le estasi che si dicono poi di intelletto e di volontà.

  5. Le quali si danno la mano e porgono aiuto al sapiente come all'idiota, perché salgano con godimento vivo.





p. 532
116 Lc 5, 1-11.



117 Sal 64(63), 7s.



p. 534
118 Nell'originale: Lord-Stan_Hope.



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