Luigi Guanella: Opere edite e inedite
Luigi Guanella
Il pane dell'anima (II corso)
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IL PANE DELL'ANIMA SECONDO CORSO DI MASSIME SCRITTURALI ESPOSTE NELLE SPIEGAZIONI EVANGELICHE

Evangelio della domenica ottava dopo Pentecoste Un'eredità proficua

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Evangelio della domenica ottava

dopo Pentecoste

Un'eredità proficua

  1. [264]Quello che si riceve in eredità è molto caro. Fortunati i figli dei ricchi, i quali ancor dormendo possono acquistare ingenti sostanze! Ma più fortunato di tutti gli uomini è il più meschinello fra i cristiani, il quale essendo figlio del Signore- 546 - può in un momento ereditare il bene paterno, la gloria del paradiso.

  Leggiamo nel santo Evangelo che un fattore iniquo attendeva per arricchire sopra la sostanza del proprio padrone, quando questi se n'avvide e minacciò di discacciamento il ministro infedele. Ma il fattore fu sollecito ad ingarbugliare per suo prò i debiti che i coloni tenevano aperti col padrone e così riuscì ad assicurarsi un peculio per la vita senza molto stentare. "I figli del secolo -- conchiudeva Gesù Cristo -- sono più prudenti che i figli della luce nella loro generazione. Io poi ve lo dico: fatevi degli amici con donare [265]il danaro che danna e così sarete un ricevuti negli eterni tabernacoli"126. Così nel santo Evangelo di questo giorno.

  Noi siamo i figli della luce. Gesù Cristo, che è nostro padre e fratello, ci ha disposto nel paradiso un'eredità proficua. Siamolo davvero figliuoli devoti. Per esserlo di cuore confortiamoci in quello che ne dice san Paolo scrivendo ai Romani: "Lo stesso Spirito rende testimonianza allo spirito nostro che noi siamo figli di Dio; se poi siamo figli, siamo eredi: eredi invero di Dio e coeredi poi di Cristo, se tuttavia ci mortificheremo così da poter essere conglorificati"127.

  2. Alle rive del Giordano il divin Salvatore era battezzato dal Battista. Allora s'udì una voce dall'alto che diceva: "Questi è il Figliuol mio diletto nel quale mi sono compiaciuto". Era la voce del Padre eterno. Lo Spirito Santo era sceso in forma di colomba sul capo a Gesù e i cieli si spalancarono in atto di giubilo altissimo.

  Francesco d'Assisi, il poverello di Gesù Cristo, era in atto di supplica con le sue mani piagate, con il costato aperto e con i piedi insanguinati. Allora gli apparve un angelo celeste che gli disse: "Tu sei [266]salvo, tu sei salvo omai!". Francesco poco fu <che> non morisse di pura gioia.

  Noi non meritiamo, o fratelli, che un angelo ci mandi Iddio per dirci: "Siete salvi, siete salvi!". Ma se amiamo il Signore- 547 -, egli ce lo fa intendere chiaramente al cuore. Quando un cristiano opera con amore e non per forza o per timore, allora gli scende nell'animo una consolazione viva e una voce gli par che dicagli: "Tu sei salvo omai!". E come può non esser salvo il figlio che in muover dito di mano o di piede il fa affatto con il proposito fermo di dar gloria a Dio? Questo segnale di salvezza possiamo averlo tutti. Benediciamone di cuore il Signore.

  3. Si attende con tanta brama dagli uomini quaggiù un'eredità. Ma acquistata che s'abbia, che misera cosa <si> ha per la quiete del proprio animo, quand'anche <si> avesse un Perù di ricchezza! Invece non è così nella eredità del paradiso. Quella è bene celeste, che vuol dire bene copioso, bene spirituale, bene eterno che appieno accontenta l'animo dell'uomo.

  Poi su questa terra perché un figlio erediti è necessario che avvenga una sciagura grave, la morte del proprio padre. In cielo non avviene [267]punto così. Iddio, che è padre di tutti, non muore mai perché egli è l'Eterno. Noi gli siamo i figli e l'eredità nostra sarà Dio stesso. "Dillo pure al tuo cuore -- diceva Geremia -- dillo al tuo cuore e rallegrati che la porzione tua è il Signore"128. E dal cielo noi ascoltiamo una voce che ci incoraggia a dire: "Io stesso sarò la vostra consolazione, io, il Signore, vi consolerò"129. Ma com'è che noi facciamo sospiri verso ad un'eredità terrena e facciamo sì poco conto della eredità celeste?

  4. Finalmente in ascendere in alto saremo con Cristo. Gesù Cristo, che con infinita carità scese dal cielo in terra per trovar i figli raminghi dal Padre. Gesù Cristo, che con infinito amore nacque nella stalla di Betlemme e che consumò il sacrificio di sé sull'altare della croce. Dinanzi a Gesù Cristo, quando predicava il regno dei cieli, apparivano da lungi le turbe di popolo. Dinanzi alla croce di Gesù agonizzante si commossero cielo e terra. E quando Gesù ascese al cielo e che risorse immortale dal sepolcro, una voce si udì a tutti gli

- 548 -angoli della terra che diceva: "Cristo vive, Cristo regna, Cristo comanda. Onore e gloria sempiterna a Gesù immortale".[268] Gesù Cristo, che è nato da Maria vergine nostra sorella, divenne il nostro maggior fratello. Che dite a questo prodigio di degnazione del Figliuol di Dio?

  Consoliamoci, che se Gesù Cristo è nostro ottimo padre e maggior fratello, noi gli siamo e figli benché adottivi e fratelli benché minori. Ascenderemo dunque in alto. Gesù Cristo ci porgerà la sua destra, gli angeli del Salvatore ci accompagneranno. Noi ci troveremo in paradiso e saremo beati con Cristo.

  5. Però attendiamo bene. Gesù Cristo, che è figlio naturale dell'Eterno, prima di entrare glorioso in cielo soffrì tanto, come ben sapete. E noi, che siamo i figli adottivi, crederemo di ascendervi senza patire? Dobbiamo sostenere con Cristo, benché non possiamo soffrire come Gesù Cristo. Questo è di ragione. Nemmeno le eredità terrene si concedono ai neghittosi, pensatelo se mai si possa ai medesimi concedere un'eredità celestiale!

  Quest'è la conclusione di ogni discorso evangelico: patire per Iddio con Gesù Cristo. Beati noi se intendiamo l'insegnamento! Chi soffre e s'affatica con Cristo, ha poi diritto di godere e di regnare con Cristo in cielo.

Riflessi

  1. [269]Un'eredità proficua è quella del paradiso che ci attende.

  2. Segno di questa eredità è il faticar con amore per Iddio.

  3. L'eredità celeste è Dio medesimo, nostro padre.

  4. È Gesù Cristo stesso, nostro maggiore fratello.

  5. Eccola la eredità nostra. Ma per assicurarcela conviene guadagnarla. Regnano con Cristo in cielo sol coloro che con Cristo soffrono su questa terra.





p. 546
126 Cfr. Lc 16, 1-9.



127 Rm 8, 16s.



p. 547
128 Cfr. Lam 3, 24.



129 Cfr. Is 51, 12.



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