Luigi Guanella: Opere edite e inedite
Luigi Guanella
Il pane dell'anima (II corso)
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IL PANE DELL'ANIMA SECONDO CORSO DI MASSIME SCRITTURALI ESPOSTE NELLE SPIEGAZIONI EVANGELICHE

Evangelio della domenica decima ottava dopo Pentecoste Un cuore ingrato

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Evangelio della domenica decima ottava

dopo Pentecoste

Un cuore ingrato

  1. [333]Un cuore ingrato è il più spiacente. Non siamolo noi mai, né al cospetto di Dio ovvero degli uomini. Le turbe stesse degli ebrei leggiamo nell'odierno Evangelo che, scorgendo i prodigi di misericordia del divin Redentore, magnificavano con alto plauso la potenza sua. Ascoltiamone per intiero la narrazione sacra, <come> scrive san Matteo.

  "In quel tempo, salendo Gesù in navicella passò oltre e venne nella città sua. Ed ecco offerirgli un paralitico che giaceva nel proprio letto. E scorgendo Gesù la fede di quelli, disse: Confida, o figlio, ti sono rimessi i peccati tuoi; quando alcuni degli scribi dissero fra sé: Costui bestemmia. Scorgendo poi Gesù i loro pensieri disse: Perché pensatemale nei cuori vostri? Che è più facile a dirsi: ti sono rimessi i peccati, ovvero dire: levati su e cammina? Perché dunque sappiate che il Figlio dell'uomo ha podestà in terra di rimettere i peccati -- disse al paralitico -- levati su, prendi il tuo letto [334]e ritorna in casa tua. Vedendo poi, le turbe rimasero attonite e glorificarono Dio che diede tale podestà agli uomini"160.

  Così nel santo Evangelo. Ed or moviamo una osservazione. Quelle genti, in scorgere che Gesù era venuto dall'alto a fine di perdonare i peccati e di far bene agli uomini, glorificavano altamente Iddio. Questo inef<f>abile potere di perdonare e di benedire Iddio per una misericordia l'ha elargito in terra ai sacri ministri, che perseverano sino alla fine. Però quando è che noi ci prestiamo riverenti a ringraziar il Signore? Ah che il cuore di molti cristiani è veramente cuore ingrato! Quanto più ricevono di benefici dal Signore, tanto si mostrano sconoscenti. Molto più se Iddio riempie le loro case in copia di beni temporali, allora perfino imbaldanziscono.

- 585 -  Il santo Giobbe li vide questi cuori ingrati, ne ascoltò i discorsi. Quei sconoscenti dicevano a Dio: "Ritiratevi da noi", e come che l'Onnipotente non potesse far cosa di pro, così giudicavano di lui, mentre Dio riempì di beni le loro case161. Strana sconoscenza! Scorgiamolo più minutamente, a fine di detestare con più vivo affetto gli atti di un cuore ingrato.

  2. [335]Ha dei figli i quali sono una vera immagine di meschinità, tanto sono sfiniti nelle forze fisiche, istupiditi nelle facoltà morali. Quando il buon genitore, a costo di molte cure e di spese ancor maggiori, giunge a farli riavere, intanto ingagliardiscono nello sviluppo fisico e aprono grado a grado con mirabile profitto le stesse facoltà mentali. Un di quei figli è poi divenuto millionario nella ricchezza e l'altro è divenuto un sapiente nello studio; occupano ambedue primi posti nella società. Ma ahi crudo cuore! Quegli che gavazza nelle ricchezze ha un cuor di serpe. Lascia languire i poveri genitori e dei meschinelli del paese pesterebbe le ossa per cavarne monete fiammanti. Quest'altro, che è cresciuto all'altezza degli onori, adopera l'ingegno suo per i cavilli e dell'ufficio abusa per tribolare gli innocenti e per impoverire chi ha già per compagna la miseria. Intanto piangono i parenti, si dolgono i vicini e quei del paese sclamano: "Chi si libera da un cuor duro e ingrato?".

  Fratelli miei, ponderate un po' meco un fatto che è di tutti i giorni. Quel contadinello , finché dimorava al campo e che s'occupava con sudor della fronte, cresceva [336]nel santo timor di Dio. Ma ha voluto portarsi alla città e si è messo fra la gente del buon tempo. Gli è riuscito di guadagnare pochi quattrini, ed or eccolo come guazza in mezzo ai divertimenti! Se gli parlate di Chiesa e di Sacramenti, vi sorride compassionevole in viso. Quest'altro da operaio meschino si è levato ad un grado nella società. E un terzo dal nulla dell'oblio si è alzato su all'altezza di un impiego lucroso. Ebbene, pensate che questi si ricordino che Dio li abbia beneficati? Si farebbero rossi in viso a pensare che Dio li ha elevati. Dicono che in ciò ha valuto l'ingegno proprio. Or sono i

- 586 -primi a lagnarsi del Signore ed a burlarsene. Ingratissimi cristiani! Un cane è riconoscente, un bue è riconoscente, e l'uomo cristiano, quando scorge che Dio l'ha prosperato, dice: "Allontanatevi pure, che ora basto io a me!". Intanto si vergogna <di> ricordare che il Signore è suo padre e suo benefattore. Mostruosa sconoscenza!

  3. Questa cresce a misura che si considera la bontà di Dio. Entriamo ancora in seno alla famiglia. Un figlio cominciò <a> mostrarsi burbero con il padre e questi pazienta. E per impedire che il giovinetto [337]insolentisca maggiormente, lo circonda con bontà, lo accontenta ne' suoi gusti ancora onesti, lo rimprovera, ma amorevolmente, quando gli par che ecceda. Intanto si fa vicino alla madre, accosta i parenti e gli amici e dice loro: "Adoperatevi tutti perché mio figlio non abbia a crescere ingrato". Pietoso padre, come inteneriscono le vostre premure!

  Ma quello sciagurato di figlio non vuole intendersene. Ripudia le tenerezze come rimproveri, e i prieghi li soffoca con un diluvio di imprecazioni, finché esce a dire manifestamente, o con la parola o con il fatto: "Non voglio saperne più di voi; allontanatevi, che non vegga oltre il vostro volto". Il genitore sentesi salire il sangue alla fronte, un orrore di pietà lo assale in tutte le membra. Si trae in un angolo appartato e emette liberamente singhiozzi e asciuga lagrime, e poi guardando con desiderio al figlio sclama: "Tolga il cielo che per un pezzo lo sconsigliato perduri nella sconoscenza sua".

  Oh quante volte il cuore di Gesù Cristo sospira verso al cristiano che gli è tornato figlio ingratissimo! Adoperò cure il Signore, mandò la Vergine, mandò gli angeli suoi. Quanti [338]amici di fratelli e di sacri ministri gli fece incontrare! Sperò che non sarebbe caduto in basso di tanta sconoscenza, ma invano. Ed or che l'ingrato cammina in trionfo, il celeste Padre starà in atto di pietoso, supplicando finché gli ritorni fra le braccia. Ineffabile bontà del Signore! Oh, se scorgiamo d'averlo offeso con molte ingratitudini, deploriamo la iniquità di un cuore ingrato e prendiamo a darne a Dio la gloria che egli si merita.

  4. I cristiani ingrati si ridono di Dio con dire: "Che bisogno abbiamo noi ancora dall'alto? Le grotte sono piene, i granai ridondanti. Non mancano e la salute e la buona età. Il

- 587 -meglio a farsi è scapricciarsi e non badare a scrupoli purché si possa godere".

  Stranissimo discorso! Ed or che pensare è questo vostro? Non è vero che la roba che possedete ve l'ha donata Dio? Ed or reputate che gli costi fatica veruna abbandonare allo incendio i vostri granai, abbandonare alla corruzione i vostri vini, e le vostre campagne maledirle perché ritornino infeconde, e i vostri traffici scongiurarli perché non riescano oltre ad un bene solo? O forse gli costa maggior fatica fiaccare quella baldanza di brio giovanile,[339] o recidere quella vita che è sì indegna di stare ancora a lungo quaggiù?... Ciò è verissimo e nol disconfessano i medesimi sconoscenti, ma intanto, perché sono felici, vogliono godere e trastullarsene.

   5. E poi si ancor cristiani che pur si reputano buoni e tuttavia sospirano con avidità grandissima o le ricchezze o gli onori. Semplici, semplici! Salomone che aveva provato il colmo delle ricchezze e l'auge della gloria diceva: "Non troppe ricchezze, o Signore, né troppo poche. Datemi quanto basta al mio sostentamento"162. Nella Legge nuova Gesù Cristo ha detto: "Beati i poveri, beati i perseguitati"163. Dietro a questo insegnamento divino molti cristiani abbandonano tutte le cose e si danno a seguire Gesù nella povertà di Betlemme e di Nazaret. Molti l'accompagnano fino all'ignominia della croce.

  Che dite pertanto? Ignazio diceva a' suoi compagni: "Voi sarete perseguitati sino alla fine. Godetene però, già che sostenendo travagli piacerete maggiormente a Dio". Vincenzo de' Paoli diceva alla sua volta: "Nella nostra congregazione noi dobbiamo cercare di ricevere con buon affetto molte umiliazioni". E Teresa alle sue sorelle: "Vi [340]prego da Dio una grazia singolare: desidero che siate sempre povere. Finché amerete la povertà sarete molto care al Signore". Così cristiani saggi giudicano dei terreni godimenti. E noi quinc'innanzi come prenderemo a giudicarne?

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Riflessi

  1. Un cuore ingrato.

  2. Un figlio che disconosce le tenerezze paterne.

  3. Povero padre, egli è così buono!

  4. Che pensi, o figlio sciagurato? Che a Dio non ti occorra di fare ancora ricorso?

  5. Malanno a quei godimenti che sono atti a nutrire un cuore ingrato.





p. 584
160 Mt 9, 1-8.



p. 585
161 Cfr. Gb 22, 17s.



p. 587
162 Cfr. Pr 30, 8.



163 Cfr. Mt 5, 3.10.



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