Luigi Guanella: Opere edite e inedite
Luigi Guanella
Il pane dell'anima (II corso)
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IL PANE DELL'ANIMA SECONDO CORSO DI MASSIME SCRITTURALI ESPOSTE NELLE SPIEGAZIONI EVANGELICHE

Evangelio della domenica vigesima quarta dopo Pentecoste Non più avvocato ma giudice

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Evangelio della domenica vigesima quarta

dopo Pentecoste

Non più avvocato ma giudice

  1. [376]Vi devo in questo giorno annunziare cose di alto spavento. In cielo si è fisso che all'uomo quaggiù si usi misericordia finché vive, ma non oltre. Per usare un portento di maggiore pietà l'Eterno ha mandato Gesù Cristo. Potentissimo avvocato e clemente è Gesù, ma dopo questa vita è scritto che egli non sarà più avvocato ma giudice. Ascoltiamo ciò che ne riferisce l'evangelista san Matteo e inorridiamo salutarmente.   "Gesù disse ai discepoli: Quando vedrete l'abbominazione della desolazione, predetta dal profeta Daniele, posta nel luogo santo (chi legge comprenda), allora coloro che si troveranno nella Giudea fuggano ai monti, e chi si troverà sopra il solaio non iscenda <a> prendere alcuna cosa di casa sua, e chi sarà al campo non ritorni a pigliar la sua veste. Ma guai alle donne gravide o che avranno bambini al petto in quei giorni. Pregate perciò che non abbiate a fuggire di verno o in giorno di sabato, imperocché [377]grande allora sarà la tribolazione, quale non fu dal principio del mondo fino a quest'oggi, né mai sarà. E se non fossero accorciati quei giorni, non sarebbe uomo che possa star salvo, ma saranno accorciati quei giorni in grazia degli eletti.

  Se alcuno vi dirà: Ecco qui, ecco il Cristo, non date retta, perché usciranno fuori dei falsi cristi e dei falsi profeti e faranno miracoli grandi e prodigi da fare che sieno ingannati, se fia possibile, gli stessi eletti. Ecco che io ve l'ho predetto. Se dunque vi diranno: Ecco che egli è nel deserto, non vogliate muovervi; Eccolo in fondo alla casa, non gli credete. Poiché siccome il lampo si parte dall'oriente e si fa vedere sino all'occidente, così la venuta del Figliuolo dell'uomo. Dovunque sarà il corpo, quivi si raduneranno le aquile. Immediatamente poi dopo la tribolazione di quei giorni si oscurerà il sole e la luna non darà più la sua luce e cadranno dal cielo le stelle e le podestà del cielo saranno sommosse. Allora il segno - 608 -del Figliuolo dell'uomo comparirà nel cielo, allora si batteranno il petto tutte le tribù della terra e vedranno scendere sulle nubi del cielo il Figliuolo dell'uomo con potere [378]e maestà grande. E manderà i suoi angeli, i quali con tromba e con voce sonora raduneranno i suoi eletti dai quattro venti, da un'estremità dei cieli all'altra.

  Dalla pianta del fico imparate questa similitudine. Quando il ramo di essa intenerisce e spuntano le foglie, voi sapete che la state è vicina. Così ancora quando voi vedrete tutte queste cose, sappiate che egli è vicino alla porta. In verità vi dico: non passerà questa generazione che adempite non sieno tutte queste cose. Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno"182.

  Fratelli miei, questo che avete inteso è l'apparato di giustizia che eseguirà Gesù Cristo quando da avvocato si sarà convertito in giudice. Che dite?... Copriamoci adesso di un salutare timore per non doverci rimanere atterriti un .

  2. Noi quaggiù siamo colpevoli, siamo miserabili, chi nol sa? Come peccatori miserabili meriteremmo che la terra si sprofondasse sotto ai nostri piedi, che il fulmine ci incenerisse d'un tratto. Ma Dio buono fa per noi da avvocato. Gesù Cristo nel Santissimo Sacramento oh come di cuore perora per noi! Nella santa Messa teniamo [379]al Signore questo discorso: "Noi vi offeriamo in dono il Figlio eterno Gesù Cristo, ma deh, vi preghiamo, perdonate alla terra le sue iniquità". Ah, se non fosse la santa Messa, come potrebbe ancora reggersi il mondo?... Ma verrà giorno in cui Gesù non perorerà più per i peccatori. Anzi, in quel dirà: "Ho sostenuto con pazienzalunga, adesso mi sfogo con giustizia pari addosso ai peccatori impenitenti". Funesto incidente! L'avvocato che si converte in giudice! Qui il santo Giobbe in atto di persona atterrita interroga se medesimo e dice: "Che farò io, quando Dio sorgerà per giudicarmi? E a quanto egli domanderà, che gli risponderò io?"183.

- 609 -  3. Voi scorgete talvolta un cristiano che muore. I capegli si scarmigliano, le labbra irrigidiscono, l'occhio si fa in splendor di vetro e un gelido sudore occupa tutte le membra. Emette con affanno gli estremi sospiri e poi un ultimo, o più straziante o meno avvertito. Gli astanti son pieni di doglia e di terrore, domandano: "È morto sì?... È morto no?...". Ma egli è morto. E già sopra <il> luogo è comparso Gesù Cristo. Da avvocato s'è convertito in giudice. Egli pesa, numera e divide.

  Che saremo noi [380]allora? Su questa terra i delinquenti riescono talvolta a salvarsi ancor quando il giudizio è inappellabile184. Si industriano per ingannare il giudice o per sedurlo con doni e talvolta riescono. Si industriano per isfuggire o per placarlo comec<c>hessia e altra volta anche in ciò sono fortunati. Ma non è possibile ingannare o sedurre Gesù Cristo, perché egli è giudice divino. Non è possibile fuggirgli, perché è Dio forte. Non è possibile placarlo, perché Gesù Cristo non opera con ira, ma per ragione pur troppo alta che si ha. Però che faremo noi quando Dio sorgerà per giudicarci?

  4. E quando egli moverà le sue interrogazioni noi che gli risponderemo? Potremo difenderci?... Ma se le nostre colpe saranno chiare più che la luce del sole! Il Signore sa tutto, conosce tutto, è stato presente a tutto. Potrà il peccatore almeno scusarsi?... Ma come?... Forse dirà di non aver saputo il da farsi per riuscir salvo? Ma nol potranno dire nemmeno i pagani, perché anche in cuore a quelli il Signore ha scritto la sua Legge. E potrà poi dire di non aver<lo> saputo un cristiano, con tanti libri santi, con tanti sacerdoti che istruiscono, con tanti compagni esemplari che edificano? [381]Ovvero dirà il peccatore che la sua fragilità fu grande... Ma chi gli crederà? Non aveva la grazia di Dio a domandare? Non ebbe tanti Sacramenti a ricevere? Gli mancarono forse un braccio fedele ovvero una voce amorevole per appoggio e per conforto? "Tacete, tacete", dirà il Signore. E i peccatori, per non

- 610 -peggiorare la causa propria già disperata, chiuderanno la bocca per non proferire ancora sillaba in discolpa.

  5. Sicché se non sanno i miseri che far più quando Dio verrà a giudicare, sapranno ben che sarà per toccar loro quando il Signore venga per condannarli. Il console Pisone, quando gli toccò comparire in abito di reo dinanzi al Senato romano, s'avvide di non aver più una ragione a propria discolpa. Sentì dunque in sé un fuoco di confusione altissima. Allora si cavò dalle vestimenta uno stilo e con quello si trucidò. Fortunati ancora i peccatori se potessero con una spada togliersi185 la vita. Fortunati se un masso di marmo li schiacciasse, se un masso di macigno li sminuzzasse. Pregheranno i monti che si rovescino loro addosso per coprirli e la terra che si apra in voragine per assorbirli,[382] ma con che pro? Allora non è più tempo di suppliche, ma di supplizi. E i supplizii pioveranno poi come un diluvio di acque in capo agli scellerati iniqui.

Riflessi

  1. Non più avvocato ma giudice.

  2. Gesù Cristo è avvocato finché viviamo quaggiù. Di poi si converte in giudice.

  3. Che farà dunque il peccatore dinanzi a Gesù Cristo giudice?

  4. E quando Gesù interrogherà, che potrà rispondergli il colpevole?

  5. Gli scellerati sapranno che sarà loro per toccare, quando Gesù li condannerà.

 

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p. 608
182 Mt 24, 15-35.



183 Gb 31, 14.



p. 609
184 Nell'originale: inaspettabile.



p. 610
185 Nell'originale: tagliarsi.



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