IntraText Indice: Generale - Opera | Parole: Alfabetica - Frequenza - Rovesciate - Lunghezza - Statistiche | Aiuto | Biblioteca IntraText |
IL PANE DELL'ANIMA TERZO CORSO DI MASSIME SCRITTURALI ESPOSTE NELLE SPIEGAZIONI EVANGELICHE Evangelio della domenica prima dopo l'Epifania Vittoria gloriosa |
Evangelio della domenica prima
1. [39]Il giorno più caro nella vita di un uomo è quello in cui è riuscito vincitore sopra il suo avversario fino allora implacabile. Nella antica Roma era nel Campidoglio l'arco del trionfo e l'anfiteatro per solennizzare le festività degli eroi.
Avversario implacabile nell'uomo è il senso che muove guerra alla ragione. Quando però l'uomo sia giunto a dominare questo nemico, egli è più meritevole di elogio che non si reputasse onorando Cesare o Annibale o Pirro nella gloria delle loro spedizioni. Più facile è vincere un esercito armato che vincere se medesimo.
Il divin Salvatore in questa lotta per sommettere il senso allo spirito ci porge esempio nobilissimo. Un angelo compare a Giuseppe e gli dice: "Prendi il fanciullo e la madre di lui e vieni nella terra di Giudea". E Giuseppe si ripone in cammino e Gesù segue i passi di lui. E rientrato in Nazaret rimane per sempre obbediente [40]a Maria ed a Giuseppe. Fu un giorno che l'Eterno gli parlò chiaro <che> dovesse recarsi al tempio a disputare con i dottori, ed egli venne là e dimorò per lo spazio di tre giorni. Quando poi Maria e Giuseppe lo rinvennero, Gesù soggiunse tosto: "Ho obbedito in cosa di gloria al mio eterno Padre". Di subito si ricongiunse loro e ritornato a Nazaret seguì <ad> obbedire loro prontamente fino all'età di trent'anni21.
Eccola la vittoria nostra: obbedire per mortificare il proprio appetito. Dice il Signore ne' suoi Proverbi: "L'uomo obbediente canterà vittoria"22. Proviamoci per riconoscere questa verità e preghiamo Dio che ci illumini a ben distinguerla per saperla praticare.
- 635 - 2. Voi scorgete nella foresta il leone, il quale quando vuol dar saggio di sua potenza rugge e fa tremare le tigri del deserto. Scorgete nell'aere l'aquila, che quando vuol apparire il re degli uccelli si eleva sovra tutti e con vorticose ascensioni viene a mettersi fin presso al sole.
E nelle acque scorgete la balena, che quando vuol emergere fra tutti i pesci od i cetacei del mare apre le fauci e inghiotte migliaia di pesciolini, apre una sua [41]natatoia sul dorso ed emette in fischio una colonna di acqua che si innalza a descrivere i colori dell'iride. Se intanto una nave si accosta, essa la sommerge con un urto della sua coda ovvero con un rovescio del suo dorso. Questi animali sono potenti e riportano vittoria, ma sono forse meritevoli di molto encomio? Nientemeno. Questi non fanno che eseguire l'istinto del proprio carattere.
Chi merita sommamente è l'uomo. Egli può compier quest'opera di salute o quest'altra di rovina perché egli è libero. Ma se si attiene al bene con reprimere le proprie passioni, egli è indubitato che vincendo se medesimo ottiene vittoria assai splendida. Ottiene maggior vittoria che un Mosè in divider le acque del Mar Rosso, maggiore che Giosuè in arrestare il corso del sole, maggiore che Sansone quando con un pugno serrato spaccava il muso ai leoni. E poi meravigliate che non possiate voi medesimi diventare vittoriosi e per ciò illustri.
3. Vi voglio enumerare le vittorie che con essere obbedienti potete di leggeri ottenere. La prima vittoria è sopra a tutte le bestie cattive delle passioni ree. Un [42]perfetto obbediente è un santo. Chi obbedisce per piacere a Dio ha ottenuto per sé una virtù regina, la quale ha come ancelle intorno e la umiltà e la purità e la pazienza, con ottimo corredo delle virtù di fede, di speranza, di carità, che immediatamente ci portano a Dio.
Poi chi è obbediente facilmente ottiene vittoria sopra al mondo. Questo dice che è magnanimo chi sa sovrastare. L'obbediente mostra di non ascoltarlo punto, il seduttore. Prova con il fatto che gloria maggiore è obbedire a tutti, o superiori o inferiori o eguali a sé, quando per ufficio sieno destinati a
- 636 -sopraintendere. Che cosa può ancora il mondo contro al cristiano obbediente?
E tanto meno ottiene il demonio. Il Satanasso riesce facilmente a rovinare perché di leggeri riesce ad ingannare. Ma un vero obbediente è impossibile che sia ingannato da veruno. È vero, come è vero che Dio esiste, che chi obbedisce al superiore obbedisce a Dio medesimo. Ed or avete inteso mai che <con> obbedire al Signore il demonio possa ancor sedurre? Adamo ed Eva finché obbedirono al Signore furono sovrani sulla terra. Allora diventarono schiavi, e schiavi vili, quando [43]disobbedendo a Dio presero ad ascoltare i discorsi insidiosi di Satana.
4. Intanto potrete rallegrarvi con i santi e con gli angeli del cielo. Potrete invitarli a goder seco voi, perché Dio vi abbia data grazia di ottenere sì portentosa vittoria. Potrete goderne con gli uomini stessi, quando <con> il manifestare le glorie della obbedienza cristiana possiamo essere altrui di edificazione. Però badiamo attentamente: ha di quelli che sono maestri eloquenti in discorrere dei pregi della obbedienza e poi che non sono atti ad esercitarne verun atto ad esempio nobile.
Che serve il predicare con la parola, quando prima non si prepari l'animo con l'esempio? Gesù Cristo, che pure è la santità per essenza, ha cominciato dal praticare quelle virtù che volle insinuare nel cuore degli uomini. E perché ne sapeva che l'esempio val più che la parola, perciò impiegò anni trenta per disporre la scuola dell'obbedienza e si limitò ad impiegare anni tre per spiegare le sue lezioni di sommissione.
L'ammaestramento io ve l'ho porto con questo discorso. Piaccia al cielo che io ve lo possa porgere con l'esempio per tutta [44]la vita. Preghiamo che pastore e fedeli possiamo un dì cantare con giubilo celeste: "Abbiamo obbedito, epperciò cantiamo vittoria".
- 637 -
1. Una vittoria gloriosa è quella dell'obbedienza con cui il cristiano ottiene trionfo sopra il senso.
2. Questa è vittoria che sorpassa ogni altra.
3. Che suppone in cuore dell'uomo ogni chiara virtù.
4. Per essa può con diritto rallegrarsene con gli angeli del cielo e goderne con gli uomini quaggiù, a fine di dar loro buon esempio.