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IL PANE DELL'ANIMA TERZO CORSO DI MASSIME SCRITTURALI ESPOSTE NELLE SPIEGAZIONI EVANGELICHE Evangelio della domenica quinta dopo l'Epifania Nella società cristiana |
Evangelio della domenica quinta
1. [66]Gli apostoli del divin Salvatore in discorrere della società cristiana la chiamano gente santa, popolo di conquista37. I cristiani in individuo li salutano figli del Signore, tempio vivente dello Spirito Santo, partecipi essi medesimi della divinità38, perché ricchi della grazia e dei Sacramenti dello stesso Gesù Cristo.
Nondimeno non è vero che tutti in individuo sieno santi. Il divin Salvatore medesimo paragonò la sua Chiesa ad un campo nel quale il padrefamiglia per vero semina ottimo grano, ma sopravvenendo poco di poi un uomo inimico vi soprassemina la zizzania. Intanto crescono su e il frumento e la zizzania. Quel padrone lascia che s'avanzino ambedue, ma venuto il tempo della messe il buon frumento si taglia per essere riposto nei granai del celeste Padre. La zizzania poi si fa recidere per essere data in preda alle fiamme39.
[67]Nella società cristiana i buoni sono misti con i cattivi. Questi tribolano in vero e di spesso i buoni, ma intanto che li
- 650 -perseguitano, danno occasione perché si perfezionino maggiormente. Con tutto ciò, quale onta che in una società di santi si trovino ancora più di un traditore, più di un omicida, più che un doloso e infinto! L'apostolo san Pietro in considerare dolevasi altamente e pregava con dire: "Niuno in mezzo a voi si soffra come omicida, come ladrone, come maledico o come desioso delle cose altrui. Se è come cristiano, non si vergogni, ma glorifichi Iddio in questo nome"40. Consideriamo parte a parte questa supplicazione dello apostolo e adoperiamoci per aderirgli intimamente.
2. Figuratevi una casa assalita da ladroni che la vogliono derubare, da assassini che ne vogliono massacrare gli abitanti, da disonesti che ne vogliono disonorare le parti e da altri che la vogliono poi consegnare alle fiamme perché arda. Questi sciagurati si adoperano con molto sforzo e sudano fatica. Ah, i detestabili come sono abbominevoli! Tutti levano la voce incontro e gridano che sieno sterminati.
Nello stesso tempo una eletta di cristiani [68]pii si levano su e sfidano qualsiasi pericolo per salvare quella casa. Si affrontano con gli assassini per liberare quei fratelli da morte e vengono addosso ai furiosi disonesti per impedir che con il fatto o con le parole abbiano a mettere lo scandalo e il malcontento in casa altrui. Gli ultimi che attendono per incendiare li disperdono. Benedetti quegli accorsi! In un momento liberano quel vicinato da una terribile infestazione. Hanno patito per il coraggio41 che dimostrarono, ma intanto tutti gli applaudono, intanto riverenti gli cadono dinanzi i fratelli salvati.
Oh quanto è cara la presenza di cristiani pieni di carità che attendono appieno per far bene altrui! Cristiani cosiffatti prega l'apostolo che sieno i seguaci del Salvatore. Gli altri non sono degni del nome che portano. Caro apostolo del Signore, noi ve lo promettiamo, ascolteremo la voce delle vostre supplicazioni pietose.
- 651 - 3. Mettiamoci ora dinanzi per considerarlo il cuore di un Raimondo, di un Agostino e di più altri che per salvare i propri fratelli da morte si offrono essi medesimi pronti alle carceri, disposti ai patimenti. Poniamoci innanzi il cuore di [69]un Carlo Borromeo o di un Girolamo Emiliani e di tanti e tanti che per sollevare le umane miserie sonosi ridotti alla più squallida povertà. Vincenzo de' Paoli per difendere le ragioni del povero popolo si presenta dinanzi al governo di Francia. Giovanni di Dio si scaglia in mezzo alle fiamme per liberar da morte poveri infermi.
Fedeli servi del Signore, per seguitare Gesù Cristo crocifisso devono ancor essi sostenere che li deridano gli uomini, che li maltrattino i persecutori, che li offendano gli avversari. In questo caso che faranno i meschinelli? L'apostolo Pietro è molto discreto in dar regola su di ciò. Dice: "Dolervi è permesso, vergognarvene non mai". Si può uno dolere, perché appena è possibile ottenere che il senso non si risenta. Per<ò> vergognarsene non bisogna, perché non è vero seguace di Gesù chi di lui arrossisce. Che direste di un figlio che si vergogna del padre suo e che lo rinnega?
4. Anzi noi, per poco <di> patimenti vuole l'apostolo che noi abbiamo a glorificare Gesù Cristo. Lo che si può ottenere in due modi. Ponete due fratelli che ricevano uno stesso torto, e assai grave, da un membro della famiglia. Ora l'un fratello [70]dice: "Pazienza", e si mostra pronto a perdonare. Il secondo fratello poi non solo perdona di cuore, ma dippiù si abbraccia all'avversario, l'invita al pranzo con sé e gli dona poi in regalo il meglio delle sue sostanze. Così e san Carlo e san Francesco operarono con gli assassini che gli tramavano alla vita. Così san Cipriano all'atto che il carnefice gli troncava il capo lo fece erede delle sostanze che ancor gli restavano. Esempio nobilissimo che non si cancella poi più mai dalla memoria degli uomini, o beneficati o edificati! Con questo uno dà al Signore la gloria più bella che mai.
Questo esempio è da seguire e non quello di quei cristiani i quali, essendo ingiustamente trattati, pregano dal cielo il castigo. Non pregate mai che Dio punisca i peccatori! Quando gli apostoli vennero a Gesù per dirgli: "Mandate fuoco dal
- 652 -cielo, perché quei di Samaria non ci ascoltarono", rispose il divin Redentore: "Non sapete che vi domandiate... ignorate da qual spirito siate condotti. Il mio cuore non è di perdere gli uomini, ma di salvarli". Pregare per quelli che ci maledicono, far bene a chi ci fa tanto del male, quest'è il carattere [71]del buon cristiano. Facciamo così tutti e daremo gloria al Signore.
1. Nella società cristiana è il grano dei buoni e la zizzania dei tristi.
2. Due campi opposti intorno ad una casa.
3. In difendere le ragioni di Gesù crocifisso uno si può dolere, ma non vergognarsene.
4. Dobbiamo glorificare Iddio nel nome del cristiano che portiamo.