Luigi Guanella: Opere edite e inedite
Luigi Guanella
Il pane dell'anima (III corso)
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IL PANE DELL'ANIMA TERZO CORSO DI MASSIME SCRITTURALI ESPOSTE NELLE SPIEGAZIONI EVANGELICHE

Evangelio della domenica settima dopo Pentecoste Credete voi?

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Evangelio della domenica settima

dopo Pentecoste

Credete voi?

  1. [229]I nostri avversari, i nemici della fede e del costume cristiano, ci rivolgono un amarissimo rimprovero. Dicono nell'amarezza del loro cuore: "Credete voi? Se credeste a Dio, non cerchereste108 tanto l'interesse vostro. Se credeste che dopo questa vita è un inferno od un paradiso, vi adoperereste per scansare il tormento e meritarvi il premio. Mettereste cura perché tutti seguano il vostro esempio". Amarissimo discorso! Credete voi che lo meritino i cattolici di oggidì?... Non tutti lo meritano, solo alcuni. Vediamo a qual punto si meritino il biasimo degli empi.

  Il divin Salvatore dice nell'odierno Evangelo: "Guardatevi dai falsi profeti che vengono a voi sotto la veste di pecora e nell'interno poi che sono lupi rapaci. Li conoscerete dai loro frutti; forseché si può raccogliere uva dalle spine o fichi dai pruni? Così ogni albero buono dei frutti buoni e ogni pianta cattiva frutti cattivi.[230] Un albero buono non può dar frutti tristi, né un albero cattivo può darne dei buoni. Ogni albero che non frutti buoni sarà tagliato e gettato nel fuoco. Perciò dai loro frutti li riconoscerete. Non quelli che dicono: Signore, Signore, entreranno nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del mio Padre che è nel cielo entrerà nel regno de' cieli"109.

  Considerando il senso del discorso evangelico io domando atterrito a me: quale cristiano sono io?... Cerco poi in tutto la gloria del mio celeste Padre, o non cerco anche la gloria mia?... E domando atterrito a voi medesimi: credete poi voi? "Or come potete voi dir di credere -- domanda lo stesso san

- 741 -Giovanni -- voi i quali a vicenda ricevete gloria, voi i quali non cercate la gloria che sola vien da Dio?"110. Poniamo attenzione per rispondere a questa minacciosa interrogazione.   2. Si trovano degli ambiziosi ancor di mezzo ai cristiani, i quali di altro non sono vaghi più che della gloria propria. Non fanno che parlar di sé all'atto di incominciare un'opera di bene. In lavorare non hanno che plauso per il proprio buon ingegno. In condurla a termine si erigono [231]quasi in statua d'oro per ottener che tutti loro applaudano. Che costume è questo?

  Io mi faccio <a> domandar loro: credete a Dio? Credete che da Dio venga e la volontà e il potere di muovere un'impresa buona?... Ma se credete, come è che idolatrate voi stessi così? Segno è che non credete. Credete con troppa languidezza che siavi una vita avvenire, perché pensate soverchio alla presente. Non credete con fede viva a Dio, perché non lo servite e non lo amate come è di dovere. Che cercate voi finalmente? Cercate l'interesse e la gloria vostra! Ed or si dirà che è figlio buono quegli che cerca non altra che la soddisfazione propria e niente quella del padre? Si metta fuori che è figlio cattivo. Si diporta come se in casa del genitore non altri possa stare che lui, figlio superbo e altero. Fratelli miei, inorridiamo in dover rispondere a questo primo caso.

  3. Ciò che diminuisce in gran parte o che anche ci può togliere la fede è la brama della vana stima degli uomini. Semplici che siamo, semplici noi! Gli uomini hanno la capacità di giudicare quel che siamo noi?... Chi ci vede nel cuore è Dio. [232]E se gli uomini per caso ci possono giudicare, si prenderanno la briga di esaminar le intenzioni e l'opere nostre? E quando ancor per caso facciano questo, chi ci assicura che quelli che oggi ci benedicono non abbiano a maledirci domani?... Son così instabili le menti degli uomini, così fallaci i loro cuori!

  Che importa dunque a voi che vi stimino tanto gli altri?... Non fatene caso, non fatene veruno. E se la lode vi viene esibita,- 742 - rifiutatela almeno modestamente. Curate la lode di Dio. Se vi loda il Signore, che importa a voi che gli uomini vi lodino ovvero che vi biasimino?

  4. Ma forse voi siete tali che mentre cercate la gloria di Dio vi preme ancor avere quella degli uomini. Ma chi sono finalmente questi uomini al confronto di Dio? Son almeno come un circolo di facchini al confronto di tanti monarchi? Ma sono molto meno, perché tutti quanti gli uomini al cospetto di Dio sono come se non fossero.

  E voi curate tanto che vi stimino quattro omicciattoli di questa terra? Or non è assai meglio che vi lodino gli angeli, che son tanti di più in numero e tanto più gloriosi? Non è meglio che vi [233]lodino gli apostoli e i martiri, i vergini ed i confessori? Non è meglio che a voi applauda la Vergine benedetta? E se Dio stesso vi muove incontro a ricevervi e che al cospetto della corte celeste vi colmi di benedizioni, non è ancor questo molto meglio? Ma voi dite che la gloria che vi vien dagli uomini la vedete e la sentite, quella poi che vi vien da Dio vi è occulta. Però che importa ciò? Se è occulta, non è tanto più sicura, tanto più abbondante? Semplici, semplici se, lasciata da parte ogni brama di lode mondana, non ci atteniamo più strettamente a quella gloria che vien da Dio.

  5. Ponete qui attenzione speciale per riconoscere il pregio più particolare di quella gloria che è in servire a Dio. Volgete l'occhio in alto. I beati che cosa fanno? Lodano Dio e son poi da Dio benedetti. Quei felici comprensori sono lieti perché possono lodar Dio e perché da Dio vengono applauditi.

  Ma i giusti che su questa terra sono di cuor puro e che in tutto e sempre cercano la sola gloria del Signore, che giusti sono?... Sono tali da potersi precisamente rassomigliare ai santi del paradiso. Sicché anche su questa terra, quando [234]un cristiano non cerchi altra stima che quella del Signore, allora infra questi eletti fedeli a Dio si incomincia quella santa unione di affetti e quella confidenza di cuore e di aspirazioni, che è una caparra ed un principio di quella beatitudine vera che è nel paradiso fra i santi.

- 743 -  6. Voglio in questo proposito recarvi un esempio. Vo' dirvi del patriarca Ignazio. Questi era già capitano valoroso di esercito e vago di gloria mondana. Ma si ravvide col divino aiuto. Dopo questo momento fissò questa massima nel cuor suo: tutto a maggior gloria di Dio. E s'attenne. Gli valse poi tanto che nella mente ebbe sempre viva la fede. Diceva spesso: "Se tutti lasciassero la croce del Salvatore, io mi vorrei attaccare più vivamente". E nel cuore alimentò fedeaffettuosa, che poi gli faceva dire: "Una cosa sola io cerco: la gloria del Signore. Per questo vorrei poter salvar tutte le anime del mondo. Per la gloria di Dio vorrei rimanere fra stenti e agonie ancor sino alla fin del mondo. Oh, se potessi attraversarmi sulle porte d'inferno per non lasciarvi cader più <nessuno> ancora a maledir Dio per tutti i secoli!".

  Intanto bramava che, tornando di gloria [235]a Dio, tutti lo riputassero per matto. Vivendo elesse quel modo di santità che è più comune e meno appariscente. Morendo supplicò i fratelli che in seppellirlo lo gittassero come un cane morto.   Fratelli, scegliamo per nostro speciale avvocato in abbattere la gloria del mondo Ignazio. Iddio stesso volendo dare uno speciale protettore in ciò alla figlia sua santa Maria Maddalena de' Pazzi, scelse fra tutti Ignazio. Maddalena si affidò a lui e incamminossi nella via della perfezione così bene come voi sapete. Ed io vi ripeto la domanda: credete voi?... Se credete, rinunciate finalmente alla gloria degli uomini e attenetevi a quell'unica che vien da Dio.

Riflessi

  1. Credete voi?

  2. L'ambizione fa perdere la fede.

  3. Che è dunque la stima degli uomini? E la stima di Dio, quanto vale dessa?...

  4. Rinunciamo affatto alla vaghezza di stima mondana.

  5. Il giusto che pregia unicamente la gloria di Dio, egli è nel merito somigliante ad un beato del paradiso.

  6.  Vi conforti in tutto l'esempio del patriarca Ignazio.





p. 740
108 Nell'originale: Se credete a Dio, non cercherete.



109 Mt 7, 15-21.



p. 741
110 Gv 5, 44.



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