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IL PANE DELL'ANIMA TERZO CORSO DI MASSIME SCRITTURALI ESPOSTE NELLE SPIEGAZIONI EVANGELICHE Evangelio della domenica ottava dopo Pentecoste Chi la dura la vince |
Evangelio della domenica ottava
1. [236]È una massima utilissima in ogni tempo e che fa molto al prò dei tempi nostri. La massima è questa: chi la dura la vince. Oh, se i cattolici cristiani la intendessero e se, compresala, la mettessero in buon punto alla pratica di ogni ordine civile e religioso! Noi italiani sovrat<t>utto non ci vedremmo ricoperti da quella tanta ignominia che ci viene d'attorno.
Chi la dura la vince. La vincono i tristi che son dalla parte del torto. Come è possibile che non la vincano i buoni che sono dalla parte del diritto? Ascoltiamo ciò che ne riferisce il santo Evangelo.
"Gesù disse a' suoi discepoli: Era un uomo ricco che aveva un fattore, il quale fu accusato innanzi a lui come se avesse dissipato i suoi beni. E chiamatolo a sé, risolutamente disse: Che è quello che io sento dire di te? Rendi conto della tua amministrazione, perché non potrai più essere fattore.
Allora disse il fattore dentro [237]di sé: Che farò mentre il padrone mi leva la fattoria? Non sono buono a zappare, mi vergogno a chiedere la limosina. So ben io quel che farò, affinché quando mi sarà levata la fattoria vi sia chi mi ricetti in casa sua.
Chiamati pertanto ad uno ad uno i debitori del suo padrone, disse al primo: Di quanto vai debitore al mio padrone? E quegli disse: Di cento barili d'olio. Ed egli aggiunse: Prendi il tuo chirografo, mettiti a sedere e scrivi tosto cinquanta. Di poi disse ad un altro: E tu di quanto sei debitore? E quegli rispose: Di cento staia di grano. Ed egli disse: Prendi il tuo chirografo e scrivi ottanta. E il padrone lodò il fattore infedele perché prudentemente aveva operato, imperocché i figliuoli di questo secolo sono nel loro genere più prudenti dei figliuoli della luce. Ed io dico a voi: fatevi degli
- 745 -amici per mezzo delle inique ricchezze, affinché quando veniate a mancare vi diano ricetto nei tabernacoli eterni"111. Avete ascoltata la lezione? Non è appunto vero che i tristi la vincono nei loro progetti di iniquità? E il dabben cristiano come è che si rimane inoperoso? È tempo da scacciar l'inerzia, operiamo! Chi la [238]dura la vince. Facciamoci tosto a provare questa massima, perché se il cielo ci benedice che la possiamo intendere, certamente ci donerà soddisfazione all'animo. Ci insinua l'apostolo Paolo: "Non lasciarti vincere dal male, ma tu nel bene vinci il male"112.
2. Dice dunque l'Apostolo: "Non lasciatevi vincere dal male, ma voi vincete nel bene il male". Per intendere questa massima vo' mettervi innanzi un esempio. Il figlio Elzear<i>o era testé succeduto nella eredità del principe padre in Napoli, e stava ripassando le carte più confidenziali del diletto genitore. Ed or che non legge?
S'avvede che un cortigiano, reputato fedelissimo, mantenne fino all'ultimo con il defunto re un carteggio assai animato per persuaderlo a diseredare il figlio Elzear<i>o. Questi oh come sentissi salire il sangue alla fronte! Ma pensò subito: "Se io mi lascio portare dall'ira, misero me!". In quello istante entra il medesimo cortigiano, quel fellone tristo. Povero Elzear<i>o, oh come sentissi tutto il sangue a rimescolare di nuovo! Ma pensò: "Costui io non vo' farmelo maggiormente avversario, ma voglio rendermelo amico; non io vo' lasciarmi [239]vincere dalla cattiveria sua, ma con la benevolenza mia vo' attendere per togliere la malizia sua". E tanto vi s'adoperò, e così caritatevolmente, che alfine ottenne nobilissima vittoria.
È somigliante a quella che ebbe lo stesso divin Salvatore in croce. Tutti gli imprecavano e bestemmiavanlo, ed egli supplicava per tutti in modo assai fervente. Questo gli valse che morendo lui, gli altri discendessero dal Calvario battendosi il petto a mo' di penitenti ravveduti. In questo senso il cristiano
- 746 -che la dura la vince. O se non sempre può ottener la conversione assoluta dello avversario, almeno otterrà d'avergli porto buon esempio, otterrà di non far egli male veruno, ma molto bene con pregare e augurargli ogni prosperità allo avversario suo.
3. Chi la dura la vince ancora con il demonio e con i ministri del demonio. Il demonio, chi è desso?... Finalmente è un cane rabbioso sì, ma che è legato dalla man di Dio alla catena in luogo proprio. Quand'ei vi tenta, e voi non vi accostate. Sputategli sul muso da lontano e siete subito vincitori. Così faceva Antonio nel suo deserto, quando il Satanasso apparivagli [240]in figura di persone orribili o di tigri feroci nelle ore di notte. Dippiù, quando il Satanasso vi tenta, moltiplicate le opere buone di zelo, di mortificazione, di preghiera. Così faceva lo stesso Antonio e che non ottenne? Che il cielo si aprisse sul suo capo, che la voce del Signore si facesse intendere per dirgli: "Hai combattuto da valoroso, o Antonio!". Chi la dura la vince. Non vuolsi troppo sforzo. Ogni cristiano, sol che lo voglia, può vincere Satanasso.
E come può mettere sotto ai piè il principe del male, così può soggiogare i ministri suoi. Quando un bestemmiatore vi eccita a vomitare ingiurie, è forse fatica troppo grave resistergli e indurlo a cessare egli medesimo? Così fece Girolamo nella via di Somasca. E quando persona vi eccita a sensualità, ché non alzate alta la voce a correggerla? Così Pafnuzio vinse con convertire quella Taide laidissima, già seduttrice maligna e poi santa. E quando altri vi distoglie dalla pietà, provatevi voi stessi per condurli alla chiesa ed ai Sacramenti. Così Bernardo guadagnò alla religione quei suoi fratelli che erano venuti per distoglierlo affatto. Nobilissime vittorie! [241]Non è vero che sono assai? E tutte le potete raccogliere voi stessi. Ed or non è meglio durarla forti per vincere nella costanza?
4. Chi la dura la vince. Finalmente noi possiamo ottenere una vittoria che di tutte è certamente la più nobile. Possiamo ottener vittoria contro alle nostre passioni. Sovrat<t>utto le passioni di senso ci muovono più aspra guerra e attentano per sommettere la ragione e la coscienza. Ma noi calchiamola la carne vile. Mortifichiamoci nei sensi del corpo, mortifichiamoci- 747 - nelle facoltà dell'anima. Infreniamo il cuore perché non ci sfugga. Forse che dovremo andar lontano per assalire quei nemici? Li abbiamo entro noi.
Francesco d'Assisi sentendosi commuovere gettava il corpo fra le spine, e quelle in tempo di crudo gennaio e di subito sbocciavano rose bellissime. Tomaso d'Aquino dava mano ai tizzoni infuocati e con questo otteneva che l'audace passione mai più l'assalisse ancora. Chi la dura la vince. Applicate questa massima a più altri casi o della vita privata o dell'ordine pubblico, sovrat<t>utto [242]dove è <questione> della gloria della religione. Troverete sempre che chi la dura la vince.
Forti, o fratelli, e rompiamo finalmente quelle catene di schiavitù che ci annodano. Son tante e ci avvingono da sì gran tempo perché noi timidi ci siam lasciati prendere, perché vili abbiamo durato nella inerzia113. Fuori le catene di schiavitù. Poniamoci al chiaro giorno della libertà cattolica. Avanti, avanti! Chi la dura la vince.
2. Si vince l'avversario con opporre dolcezza all'odio fiero.
3. Si vince il demonio con sputargli in viso, i ministri di Satana con fargli ravvedere.
4. Si vincono le proprie passioni con sommetterle sempre alla ragione. Chi la dura la vince in ricostituire ovunque l'ordine religioso perturbato.