Luigi Guanella: Opere edite e inedite
Luigi Guanella
Il pane dell'anima (III corso)
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IL PANE DELL'ANIMA TERZO CORSO DI MASSIME SCRITTURALI ESPOSTE NELLE SPIEGAZIONI EVANGELICHE

Evangelio della domenica nona dopo Pentecoste Morte alla carne!

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Evangelio della domenica nona

dopo Pentecoste

Morte alla carne!

  1. [243]Oggigiorno si trovano cristiani divenuti o così crudi di cuore, ovvero di mente così leggera, che come forsennati si danno a gridare: "Morte, morte!". E non avendo coraggio di farlo in palese di giorno, scrivono come vili allo scuro di notte: "Morte, morte!", e imprecano poi la morte ora a questa persona individua e quando ad un ceto intero di persone. Vili, vili! Gridate piuttosto altrimenti. Sapete a chi meglio vi conviene che gridiate morte? A niuno meglio certamente che alla vostra carne ed alle vostre passioni. Gridatelo pur di cuore: "Morte alla carne, morte alla carne!", che con far morire la carne vivificherete lo spirito.

  Verissimo è, ce ne garantisce san Paolo. Scrivendo egli a' suoi di Roma si esprime così: "Se voi vivrete secondo la carne, voi morrete; se poi con lo spirito mortificherete le opere della carne, voi vivrete"114. Infelici gerosolimitani, i quali niente seppero vivere secondo lo spirito e assecondarono [244]in tutto alla carne! Ecco ciò che ne venne di conseguenza. Minaccie e fulmini quali ci narra il santo Evangelo.   "Gesù Cristo avvicinandosi a Gerusalemme e rimirando la città, pianse su di essa e disse: Oh, se conoscessi anche tu, e in questo giorno, quello che importa al tuo bene! Ma ora questo è celato a' tuoi occhi. Conciossiaché verrà per te il tempo quando i tuoi nemici ti circonderanno di trinciera e ti serreranno allo intorno e ti stringeranno da ogni parte e ti caccieranno per terra, te e i tuoi figliuoli con te, e non lasceranno in te pietra sopra pietra, perché non hai conosciuto il tempo della visita a te fatta. Ed entrato nel tempio, cominciò a scacciare coloro che in esso vendevano e comperavano, dicendo loro: Sta scritto: la mia casa è casa di orazione, e voi

- 749 -l'avete cangiata in spelonca di ladri. E insegnava ogni giorno nel tempio"115.

  Quest'è la minaccia dei fulmini del divin Salvatore. I fulmini poi scoppiarono come ben sapete. Oh quanto lor nocque, ai miseri, il non aver gridato: "Castigo e morte alla nostra carne!". Se l'avessero fatto, sarebbero stati certamente salvi.

  2. [245]Consideriamo un poco che è il corpo con le sue passioni, che è l'anima con le sue virtù. Il corpo con le sue passioni è un monumento di fango che tende a rovesciare per schiacciar l'anima. Lo spirito poi, con le virtù di grazia e di carità, è un monumento di virtù entro al quale come in suo tempio abita Iddio e come in suo trono si allieta il cuore di Gesù Cristo salvatore. Che vi piace dunque maggiormente? Un monumento di fango ovvero un monumento sacro?...

  Non distruggete il monumento di fango perché non è vostro, ma ve l'ha dato Dio. Sostenetelo quanto è dell'uopo perché non cada, ma non vi spendete troppe cure intorno. Abbellite più e più il monumento dell'anima, perché in quella è l'abitazione dello Altissimo. Però badate bene a quello che vi insinua qui san Paolo: "Chi vive secondo la carne, ammazza lo spirito". La casa dell'anima si alza e si abbellisce con permettere che la casa del corpo sia pure esposta a tutti i venti e a tutte le procelle. Il corpo esteriore è il servo dell'anima, è il vaso dell'anima, è la carcere dell'anima. Che cura si ha da avere per un servo troppo vile, per un vaso fragile, per una camera di [246]carcere che si abbandona quanto prima?

  3. Miseri noi se viviamo secondo la carne! Miseri per questa vita e per l'altra. Lasciate al corpo tutti i suoi accontentamenti. Vedrete venirvi incontro tre figure spaventose, che vi assalgono una ad una e tutte tre assieme. Fuggite, fuggite o siete morti.

  La prima orrenda bestia è quella della colpa mortale. Accontentando appieno la carne nelle sue voglie, voi cadete dallo stato di grazia, chiamate Satana che vi entri in cuore. Miseri, voi siete perduti! Intanto nel cuore è un rimorso che non vi

- 750 -lascia vivere. Nella mente è un mal di testa che vi fa stare febbricitanti. Nel corpo incominciano la piaghe che poi degenerano in cancrena. Miseri, voi siete morti ancor nel corpo! E se morite con un peccato mortale nell'anima, voi siete morti ancor nello inferno. Almeno vi atterrisca quella figura di mille spiriti infernali, e quella vista dei terrori di abisso almeno che vi commova salutarmente. Miseri noi se per accontentare la carne danniamo l'anima nostra! Morte alla carne! Morte alla carne a fine che possa vivere lo spirito.

  4. [247]E se lo spirito vive, beati noi! Subito ci accolgono tre angeli benedetti per incoronarci. Viene l'angelo della vita che ci mantien lontani gli acciacchi del male. Quelle figure venerande dei patriarchi e dei profeti, che erano così moderati in concedere alla carne le sue esigenze, valicavano i secoli e guardavano lieti agli anni decorsi con prospero successo. E nel Cristianesimo quelli che conducono vita apostolica, contenti di ciò che è strettamente necessario a vivere ed a vestire, anche questi oh come ci si presentano in nobile figura di personaggi longevi!

  Poi quando l'anima sta bene, ne viene alla stessa un aumento continuo di grazia. La fortuna<ta> ad ogni giorno si vede moltiplicar il tesoro de' suoi meriti. Ad ogni ora sentesi in cuore la gioia della vita di Dio, che gli par scorra nelle vene a rallegrare la vita del proprio cuore. Che dolcezze ineffabili! Che tenerezze di una vita giusta e santa!

  E finalmente alla vita della grazia succede presto la vita della gloria. Avviene questo nel paradiso, subito che l'anima lasciato il suo fedel compagno, il corpo, volasi al celestiale godimento. Mirate l'anima [248]di san Luigi che vola in alto. Mirate l'anima dei santi o delle sante del paradiso, e poi conchiudete se non convenga sclamare con tutto l'affetto: "Morte alla carne affinché viva lo spirito!".

  5. Piacesse al cielo che noi potessimo quaggiù condurre una vita angelica come già fanno i beati nel cielo! Ma questo in terra non è possibile. Basta che viviamo una vita spirituale, che vuol dire una vita mortificata. Guardiamoci da<lla> carne in tutte le sue soddisfazioni, perché questo è da bestia. Contentiamo la carne nei limiti che dalla ragione le vengono assegnati con un vivere comune e regolato, che questo è proprio

- 751 -del cristiano. Se poi vi aggiungiamo mortificazioni speciali, che si potrebbero dire di supererogazione, allora la vita del cristiano è spirituale. In questo senso, ancora fortunato chi mortifica la carne per far trionfar lo spirito.

  I saggi cristiani in questo esercizio di mortificazione non dicono mai che è abbastanza. Mortificano le voglie del cuore. Mortificano i sensi del corpo. Non vogliono che la carne si abbia una soddisfazione, e così la reprimono quanto più possono. Benedetta mortificazione, la quale procura [249]tanto ben di vita quanta abbiamo testé considerato! Mortificazione alla carne! Morte alle voglie della carne a fine che lo spirito possa godere della vita sua.

Riflessi

  1. Morte alla carne!

  2. O l'una o l'altra: chi cura sol la carne morte all'anima.

  3. Chi vive secondo la carne incontra almeno tre figure di morte.

  4. Chi poi vive secondo lo spirito si abbraccia a tre angeli di vita.

  5. Perché tutti non vivono secondo lo spirito?





p. 748
114 Rm 8, 13.



p. 749
115 Lc 19, 41-47.



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