Luigi Guanella: Opere edite e inedite
Luigi Guanella
Il pane dell'anima (III corso)
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IL PANE DELL'ANIMA TERZO CORSO DI MASSIME SCRITTURALI ESPOSTE NELLE SPIEGAZIONI EVANGELICHE

Evangelio della domenica decima terza dopo Pentecoste Viaggiate a<lla> luce del giorno

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Evangelio della domenica decima terza

dopo Pentecoste

Viaggiate a<lla> luce del giorno

  1. [269]Pellegrini in questa valle di lagrime, noi abbiamo a compiere un viaggio assai lungo che è da terra al cielo, un viaggio disastroso, perché è di penitenza a quelli che hanno peccato. È un viaggio faticoso, perché dall'alto è pien di pericoli, perché fra le macchie si nascondono i lioni infernali. Misero il viaggiatore, se potendo a<lla> luce di giorno compiere il viaggio suo, voglia accingervisi con le tenebre di notte!

  Nel santo Evangelo di questo giorno troviamo che pellegrini meschinelli, forse per aver camminato in luogo e in tempo indebito, furono sorpresi da un malanno tristo, la lebbra. Dovettero dunque giacere e gemere, quando sapendo dell'arrivo del divin Salvatore, si fecero da lontano a gridare: "Maestro Gesù, abbiate di noi pietà!". Buon per loro che gemerono di cuore. Gesù li guarì e con questo li tolse dalle tenebre di notte e li rimise in cammino [270]con la bella luce del giorno. A quegli poi, che ritornò per porgergli in modo particolare azioni di grazie, rispose Gesù: "Alzati, vattene; la tua fede ti ha salvato"126.

  Fratelli, incamminiamoci di buona lena con la luce del giorno che ci rischiara la via del santo Evangelo. Arriveremo in luogo di salvezza. Teniam dietro allo avviso di san Paolo che scrivendo ai Romani dice: "Passeggiamo come di giorno, non nelle gozzoviglie e nelle ebrietà, non nelle mollezze e nelle impudicizie, non in contese o nella invidia, ma rivestitevi del Signor nostro Gesù Cristo e non distemperatevi in desideri per piacere alla carne"127. Con queste buone disposizioni abbiamo- 763 - a compiere il viaggio nostro da terra al cielo. Facciamoci a segnarne più distintamente la via.

  2. Considerate la giocondità di un bel giorno nostro del santo Natale con gli orrori di una notte tempestosa nel paganesimo o nell'eresia. Nella serena giornata di un giorno festivo qui appaiono le persone colte e ben vestite. Si recano affettuose a visitarsi nelle famiglie, vengono composte per via e sorridono dolcemente ai fratelli che incontrano. [271]Nella chiesa accorrono con l'ali del fervore e abbracciandosi in santa dilezione si danno il saluto della pace. Pace in terra, pace agli uomini di buona volontà; pace a quei che viaggiano con lo splendore del sole di giustizia Cristo Gesù.

  E qui state voi, cristiani diletti. Ne provate in cuore viva la riconoscenza perché Dio v'abbia chiamato nel chiarore di un tal ? Altrimenti è avvenuto a tanti vostri fratelli pagani dell'Asia o selvaggi nell'Africa. Diversamente a più altri o eretici nelle Americhe ovvero scismatici nella Europa. Miseri, miseri! Oh come viaggiano barcollanti! Come vacillano nella mente, come son crudi nel cuore, e nel passo come appaiono a mo' di briachi. Accorrete e salvateli, o tutti periranno medesimamente! Fortuna per noi, i quali viaggiamo in piena luce di un giorno benedetto!

  3. In mezzo alla luce di un bello e sacro , saggie son le opere che si compiono e prudenti i discorsi che si eseguiscono. Ricordiamo ancora la gioia del giorno del santo Natale. In quella solennità sovrat<t>utto si nasconde perfino l'apparenza di uno smoderato costume di crapula, di ebrietà, di sonnolenza. In quel non è segno veruno[272] di lite o di contesa o di invidia. I dabben cristiani sono a godere le ore di una giornata santa e si diportano sobriamente con sé, piamente con Dio, giustamente con il prossimo.

  Che hanno a fare le crapule e le impudicizie?... Queste sono iniquità che si consumano dai pagani in ora di notte e tenebrosa. Le liti per avvantaggiare, le contese di onore, le invidie per le preminenze sono iniquità che si mettono innanzi dagli eretici e dai tristi per isfogo delle proprie passioni. Ma questi non camminano a<lla> luce di giorno, ma brancicano fra le tenebre di notte buia. Che dite pertanto? Il ciel vi guardi

- 764 -che in luce di pieno giorno cattolico abbiate a consumare un'opera tenebrosa di peccato.

  4. Vedete Gesù Cristo, sole di giustizia, che addita la via a' suoi. Come è raggiante in viso, come splendente nella persona, quanto soave nei modi, attraente nello sguardo! Impossibile è guardare a Gesù e non tenergli dietro in ogni suo passo. Appunto, appunto, rivestiamoci tutti dello splendor di Gesù Cristo. Copriamoci con le piaghe della sua passione, rivestiamoci con il sangue de' suoi patimenti. Il nostro [273]cuore facciamolo posare accanto al cuor di Gesù. Ascoltate i battiti di quel cuor divino, sentiamone i gemiti, scopriamone i desideri pii e adoperiamo sì che il nostro cuore addivenga dolce come quel di Gesù, mansueto e paziente come il suo. Siamo cristiani. Che vuol dire esser cristiano?... "Christianus alter Christus", risponde il Dottor santo. Ed è giusto. Non deve il figlio imitare il padre? Ma noi come l'abbiamo imitato fino a questo punto Gesù Cristo?... Piaccia al cielo che almeno sappiamo imitarlo di presente.

  5. A tanto uopo facciamo presto a mortificare i desideri della carne. La ribelle è quella che ci contrastavivamente. La tiranna vorrebbe soggiogare lo spirito. Non è giusto che la cruda sia accontentata. Obbedisca la serva alla ragione, che è signora per eccellenza.

  Il divin Salvatore oh come bene ci porse in ciò esempio! Le tenere membra del pargoletto Gesù riposano su dura paglia e in tempo di crudo verno. Le sue membra nella bottega di Nazaret incalliscono sotto allo [274]esercizio di fatica continua. In tempo di predicazione suda da mane a sera e venuta la notte pone un sasso per guanciale sotto al capo, a fin di riposare per breve ora. Pensate nel resto se sia bramoso di cibo o in bevanda soverchia. Stendeva la mano in domandare un tozzo di pane e conteneva la sua sete nei viaggi di Palestina per non sviar d'un passo a fin di convertire le anime. Quando fu prossima l'ora della morte, espose il suo corpo alla flagellazione e le membra distese sul legno della croce.

  Che dite, cristiani? Che soggiungete? Deh, se vi preme per l'amore al vostro Redentore che procede in sì chiara via, non - 765 -risparmiate alla carne le sue mortificazioni. Rivestiamoci tutti delle virtù del Signor nostro Gesù Cristo e con lui incamminiamoci in chiaro splendor di dottrina fino allo acquisto del paradiso.

Riflessi

  1. Viaggiate a<lla> luce del giorno.

  2. Il lieto giorno del Cristianesimo.

  3. In tanto giorno tutti appariscono ornati di virtù.

  4. Seguiamo tutti Gesù Cristo, sole di giustizia.

  5. Rivestiamoci delle virtù sue.





p. 762
126 Cfr. Lc 17, 11-19.



127 Rm 13, 13s.



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