Luigi Guanella: Opere edite e inedite
Luigi Guanella
In tempo sacro...
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IN TEMPO SACRO FERVORINI PER OGNI GIORNO DELLA QUARESIMA

XXXIII. La gloria dei grandi che furono dov'è?

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XXXIII.

La gloria dei grandi che furono dov'è?

Dove sono i principi delle genti e quelli che dominano sopra le bestie che sono sulla terra? Che si divertono cogli uccelli del cielo, che tesoreggiano l'argento e l'oro nel quale confidano gli uomini e non hanno termine in acquistare? Che lavorano l'argento e sono solleciti, né più si trova delle opere loro? Furono esterminati e discesero allo inferno e a luogo di quelli sorsero altri.

Baruch 369

  1. [176]Napoleone di vittoria in vittoria correva come lampo. Quando pervenne alla tomba di Alessandro, Napoleone si fermò a domandare: "La tua gloria, o grande, dov'è?". Si fece allora più cupo silenzio intorno il distruggitor dei popoli. Napoleone si allontanò amareggiato nell'animo. Vieni ora tu stesso sulla [177]tomba dello stesso Napoleone e domanda: "La tua gloria dov'è?", e ti si farà intorno più triste il silenzio della solitudine. Dunque che giova essere stato grande su questa terra, essere stato potente?

  2. Accostati altresì col pensiero alle tombe di Ciro, di Creso, di Tiberio, di Caligola e domanda: "Che fate voi dunque?". Ti risponderà dallo inferno lo spirito disperato, che i potenti sono più potentemente tormentati70, e quello strato ultimo di polvere che è l'unico avanzo di quei loro corpi ti risponderà che del tutto furono cacciati fuori dal mondo dei loro godimenti. Mentr'erano in vita non facevano che passare da pompe a ricreazioni e da ricreazioni a pompe, ma ora per vero sono stati esterminati.

  3. Osserva coll'occhio della mente spalancate quelle tombe

- 897 -di sepolcro, osserva aperte quelle voragini d'abisso e domanda: "Che cosa vi è giovato [178]dominare su questa terra ai cavalli, ai cani, alle fiere? Che vi giova adesso che siete divorati con rabbia dai vermi, dalle biscie, dagli scorpioni nel sepolcro? Che giovò lavorare tant'oro e tanto argento a voi, che ora in povertà massima giacete nello inferno? E quelle caccie di uccelli e quei divertimenti incessanti, che vi giovano adesso che siete preda degli uccelli infernali, che quali arpie vi strappano gli occhi dal capo, dal seno il cuore?". Interroga poi sbigottito te medesimo e di' fra te: "Se per essersi dati ai divertimenti più del dovere questi sono così orribilmente castigati, che sarà di più di quelli che alla vanità dei godimenti hanno aggiunto la tirannia degli atti, l'ingiustizia e la crudeltà?".

  4. Grandissima è la stupidità di un gregge di pecore. Queste, pervenute sui ciglioni di un monte per un sentiero scosceso, si scagliano poi giù a rovina pei dirupi che si affacciano.[179] Così i tristi in precipitare si affollano, si urtano quasi <come> una greggia che si affretta per godere in un prato fiorito. Ma la stupidità degli uomini che si accalcano per ascendere ad una posizione iniqua di gloria e di ricchezza, questa è follia che non ammette esempio. Tu per detestarla come si deve poco faresti in rimanere per tutta la tua vita fisso in tristo dolore.

  Affannarsi per salire sovra un pericolo e cadere in un abisso, chi può intenderla? Vanissime sono le onde del mare che si accavallano le une addosso alle altre per sovrastare, ma quanto ancor più vani sono gli uomini che si soppiantano per occupar un'altura dalla quale poi precipitano in rovina! E sarà possibile che tu ancora invidii i potenti del secolo?

Riflessi

  1. La gloria dei grandi dov'è?

  2. [180]Si è mutata nel fracidume del sepolcro, nella confusion dello inferno.

  3. Mira a che giovano le terrene grandezze.

  4. Vorrai tu ancora invidiare ai grandi della terra?





p. 896
69 Bar 3, 16-19.



70 Sap 6, 6.



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