Luigi Guanella: Opere edite e inedite
Luigi Guanella
Un saluto alla Immacolata di Lourdes...
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UN SALUTO ALLA IMMACOLATA DI LOURDES IN OGNI GIORNO DEL MESE MARIANO

Terzo giorno La virtù premiata

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Terzo giorno

La virtù premiata

  [23]Addì 11 febbraio 1858 cadeva il giovedì grasso. Una mensa più abbondante del solito rallegrava le famiglie di Lourdes, ma Luigia, la madre nella famiglia di Francesco Soubirous, nemmeno trovavasi avere due fuscelli di legne per accendere un focherello. Onde la figlia Giovanna chiamò la

 - 1055 -vicina e disse alla mamma: "Noi andremo in quello del comune, allo Châlet, e raccoglieremo due fasci di legne". "Vengo anch'io", interruppe Bernardina. E la mamma: "Tu dovresti rimanere perché sei infermiccia; nondimeno cuopriti ben bene con il tuo mantello bianco a cappuccio e indossa i tuoi calzari, che io ti lascerò accompagnar loro".

  Furono dunque tutte e tre allo Châlet. Giovanna e la compagna non trovarono di caricarsi e come erano scalze di subito ripassarono il canale. L'acqua [24]vi era scarsa, perché l'avevano deviata a fine di riparare a delle rotture nei mulini. Or le due compagne si affrettavano a raccogliere dei rami secchi e adunarli in fascio, e la Bernardina, mal riuscendo al prato dello Châlet, già si disponeva per levarsi le scarpe e le calze e ripassare ancor'ella la corrente, quando le si fa sentire un rombo di vento... Guarda e nulla è. Si ricompone per levarsi l'un calzaro ed ode altro buffo... Volge l'occhio sopra la grotta di Massabielle... oh qual bellezza!... Bernardina si pose ginocchione <a> recitare il santo rosario, non perdendo mai di vista l'incomparabile maestà di un'apparizione. Enrico Lasserre così la descrive.

esempio

  Al di sopra della grotta d'inanzi alla quale Maria e Giovanna erano affaccendate a raccogliere ramoscelli secchi, nella rustica nicchia della grotta, stava alta librata in aria una [25]donna graziosissima sopra ogni concetto. Lo splendore della luce in cui era avvolta, benché vivissimo, non offendeva punto gli occhi, ma piuttosto li ricreava e deliziava soavemente. Era come lo splendore della luna in una notte serena e tranquilla, o quella dell'astro mat<t>utino al primo sorgere dell'aurora.

  L'apparizione non aveva nulla di aereo e di indeterminato, ma era persona reale e viva, rivestita di corpo umano simile in tutto al nostro ed in ciò solo dal nostro differente, che era meravigliosamente luminoso e bello. Quella donna sovrumana era di statura mezzana, l'aspetto aveva come di giovane sui vent'anni e nel suo volto divino si ammiravano accoppiate insieme,  - 1056 -in una sorprendente armonia, tutte le bellezze delle quattro età della vita umana. L'innocente candore della bambina, la vaghezza e le grazie della vergine, la maestà e gravità di madre sovrana e una sapienza superiore a tutte le sapienze umane componevano in lei senza confondersi una bellezza ineffabile. E [26]come potremo noi ritrarne un concetto in questa terra, dove il bello che vi si vede è diviso, offuscato e sempre unito a qualche cosa di impuro? Qualsiasi im<m>agine, qualsiasi paragone è al disotto infinitamente di quel tipo di bellezza. Niuna maestà, niuna nobiltà, niuna grandezza, per quantunque sublime, sono atte a formare una idea. Una smorta luce non può valere a far concepire lo splendore degli astri.

  Il suo volto era ovale, ma d'una regolarità perfetta; gli occhi azzurri, dolci e soavi oltre ogni dire; le labbra esprimevano una bontà ed una mansuetudine divina e sulla fronte splendeva una sapienza illimitata unita ad una virtù immensa. Le sue vesti, d'un tessuto ignoto alla terra e formato dalle mani che adornano le rose ed i gigli, erano candide come neve e, benché semplici, più magnifiche che il manto di Salomone in tutta la sua gloria. Di sotto alle falde della lunga ed ampia gonnella apparivano i suoi piedi verginali, che [27]posavano leggeri sui rami del rosaio senza tuttavia farli piegare, e sopra ciascun d'essi fioriva una rosa. Cingevale i fianchi una fascia di color celeste, la quale annodata sul davanti a mezzo il corpo pendeva fino ai piedi duplicata. Avvolgevale il capo un bianco velo, che svolto copriva le spalle e scendeva giù di dietro lungo tutta la persona.

  Né monilivezzicollanediadema né qualsiasi altro ornamento proprio delle vanità umane si vedeva in lei. Solo teneva nelle mani divotamente giunte un rosario, i cui grani parevano goccie di latte infilzate nello stelo di bionda messe.

Sembrava che recitasse questa preghiera poiché si vedevano i grani scorrere a vicenda tra le dita, ma le sue labbra non si movevano, e forse invece di pregare era intenta agli ossequi ed alle preghiere che in ogni lato della terra le erano rivolte; certamente ad ogni grano che scorreva un nembo di grazie celestiali si versava nelle anime de' suoi divoti, come le perle della rugiada nel calice dei [28]fiori.

 - 1057 -  Se ne stava silenziosa, ma più tardi e colla parola e coi fatti sopran<n>aturali che avremo a raccontare palesò esser lei la Vergine immacolata, l'augusta e santissima Maria, madre di Dio e degli uomini. L'apparizione meravigliosa teneva gli occhi rivolti su Bernardina, la quale colpita da quella visione subitanea si era prostrata ginocchione.

orazione

  Vergine immacolata, fateci ben intendere quella che voi siete, Vergine delle vergini, tutta santa ed immacolata sempre, la fortunata corredentrice del genere umano, la vera madre di Gesù Cristo salvatore e madre nostra. Mostrateci il cuor vostro, Vergine immacolata, e fate che almeno vi amiamo quanto è capace il cuor nostro. O Vergine, o Madre, chi non v'ama non ha cuore!

ossequio

  Ad ogni buona occasione parlerò [29]della Vergine, per eccitarne in altrui ed in me stesso sempre più viva la divozione.

giaculatoria

  Vergine delle vergini, pregate per noi!

 


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