Luigi Guanella: Opere edite e inedite
Luigi Guanella
Nel mese del fervore...
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NEL MESE DEL FERVORE UNA MASSIMA SCRITTURALE ESPOSTA IN OGNI DÌ NELLA VITA DEL SACRO CUORE

Decimo ottavo giorno Il Cuore di Gesù Cristo dinanzi ai tribunali

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Decimo ottavo giorno

Il Cuore di Gesù Cristo dinanzi ai tribunali

Non vogliate temere l'obbrobrio degli uomini e non vi curate delle loro bestemmie, perché come le vestimenta li mangeranno i vermi e come la lana li divorerà la tignuola, ma la mia salvezza sarà in sempiterno.

Isaia 5142

  <1.> [135]Eccoti, fratel mio, in queste parole un alto conforto. Tu sei costretto di camminare fra l'obbrobrio e tra le bestemmie degli uomini, ma statti sicuro. Volgi anzitutto uno sguardo al tuo maestro e padre Gesù Cristo che è trascinato per i tribunali degli uomini. Gesù è sempre stato il santo dei santi, eppure si cominciarono per tempo contro di lui mormorazioni e lamenti senza numero. Finché uno stesso vile discepolo, Giuda di nome, con bacio traditore consegnò il divin Salvatore in mano ai soldati.

  Questi legarono Gesù con strettissime torsioni e poi lo condussero quasi in trionfo al tribunale di Anna, e da questo a quello di Caifasso. Qui l'iniquo presidente domandò: "Siete voi veramente il Figlio di Dio?". E Gesù rispose: "Lo sono". [136]Allora l'ipocrita si stracciò le vestimenta e gridò colla turba dei settanta giudici d'Israele: "È reo di morte, è reo di morte", e lo lasciarono in balia degli sgherri, i quali fecerunt in eo quaecumque voluerunt43, come ad uomo che non avesse più diritto a vivere od a morire.

  Il giorno seguente, che noi chiamiamo il Venerdì santo, lo condussero ancora a Pilato e poi ad Erode e di nuovo a Pilato, con quel cumulo di scherni e di imprecazioni che a stento si possono immaginare non che descrivere. Ma Gesù in

 - 1227 -mezzo a tanti insulti e patimenti confortava se medesimo e incoraggiava te stesso con queste parole del profeta: "Non sono a temere né gli obbrobri né le bestemmie degli uomini, perché questi saranno presto divorati dai vermi. La salute è da Dio".

  2. Considera per tuo conforto queste parole: tu sei cristiano che ami fare il bene, e intanto gli uomini o ti caricano di una pasquinata ovvero ti muovono incontro un turbine di parole. Ma che sono mai quei fatti e quelle parole? Quelle risate sono come quei nuvoloni carichi che in un di primavera si addensano sul tuo capo, e quelle parole sono come la [137]scarica di un acquazzone che fa molto bene alle verzure de' tuoi orti e che meglio ancora purifica intorno a te l'aere che già si faceva pesante.

  3. Tu entri oggi in un palazzo nobile e par che ti faccia meraviglia la pompa degli arazzi che coprono quelle mura, il tesoro di quelle vesti che si custodiscono negli armadi dorati. Ma intanto stasera vi entra sicuramente la devastazione dell'inimico, il verme e la tignuola. Ritorna domani e ne resterai colmo di raccapriccio.

  Come quei palagi, così sono gli uomini che vi abitano. Oggi cortigiani o principi stimati o temuti, domani cadaveri in preda della corruzione. Accostati e scorgi finalmente se per timore di un uomo qualsiasi convenga lasciar da parte il dovere che ti detta con molta forza la coscienza!

  4. Poi discendi con gli occhi della fede nello inferno. Scorgi dentro i Caifassi, i Pilati, gli Erodi che hanno o condannato o maltrattato Gesù Cristo! Adesso sono entro mangiati dal verme del rimorso crudo e sono poi divorati, ma senza poter morire mai, dalla tignuola della invidia. Essi e Gesù Cristo, da loro tanto avvilito, in paradiso! Essi dentro ed i [138]discepoli del Galileo, da loro creduti insensati, gloriosi in cielo! Che crudo verme, che tignuola roditrice!

  Pure non cesserà un istante da farsi sentire, perché il verme occupa tutto il loro cuore e la invidia tignosa è entrata come putredine nelle midolla delle loro ossa. Non ti facciano dunque mai più invidia gli schernitori del bene ovvero i giudici superbi nelle loro iniquità.

  5. Degnissimi di onore furono sempre reputati quei confessori  - 1228 -di Cristo i quali, sprezzando gli obbrobri o le minaccie o i patimenti dei propri persecutori, sono stati costanti. Questi sono usciti splendidi al pari dell'oro che è levato dal suo crogiuolo. Questi sono additati con sorpresa dagli angeli del cielo come soldati insuperabili. Questi sono avuti dalla Chiesa, sposa immacolata di Gesù Cristo, quali principi nobilissimi. Dinanzi a questi vengono giubilanti i fratelli per ottenere speciali favori. Essi hanno sofferto, ma ora sono salvi. Non li invidii ancora tu i fortunati?

  6. Gesù Cristo, che li ha salvati, adesso chiama tutti ad ammirarli. E questi alla lor volta riguardano al burrone dei precipizii [139]per i quali sono passati. Rimirano con immensa compiacenza la destra di Gesù che li ha condotti fuori salvi, ed ora abbracciandosi a lui sclamano in estasi di santo amore: "Per voi, o Gesù, siamo salvi, per voi siamo salvi!".

  Tu, se non erro, fin qui fosti timoroso non poco in sfidare gli scherni degli uomini, ma che paura hai tu? Confida nel Signore e ne avrai ogni conforto. Raccomandati con fede a Gesù con dirgli ancora oggi più volte: "Dolce Cuore del mio Gesù, fa che io ti ami sempre più". Intanto cura a sostener per Iddio un torto degli uomini. Poni attenzione allo incoraggiamento che in ciò ti porge un illustre tuo fratello.

esempio

  Luigi ix sedeva sopra il trono di Francia, che significa uno dei più illustri seggi dei regni del mondo. Vedeva intorno a sé più di un regnante che per comandare si affidava allo appoggio delle dignità, del lusso e talora delle infinzioni e delle doppiezze manifeste. Luigi ripudiò tutto questo da sé e per suo sostegno elesse l'umiltà della croce e l'amore dei patimenti. E si ebbe [140]un prò altissimo. Gesù Cristo confortò il suo servo per farlo ascendere alla più sublime perfezione. Onorò il nome di lui per tutta la terra e nel paradiso lo cinse con l'aureola benedetta de' santi suoi.

 - 1229 -orazione

  O Gesù, fate santo me pure. Voi mi additate una via facile per seguirvi. Non aver paura degli obbrobrii degli uomini e ridersi delle loro imprecazioni: ecco la via reale per ascendere. Ma io sono così debole. Gesù, beneditemi voi, spargete nel mio povero cuore un grado di quella forza divina che è nel cuor vostro, ed io sarò salvo omai.

Riflessi

  1. Per non temere i maltrattamenti degli uomini pensa a Gesù condotto dinanzi ai tribunali degli ebrei.

  2. Il dippiù di male che ti possono fare nel fatto sono scherni, in parole sono bestemmie.

  3. [141]Ma tu temi gli uomini che continuamente sono strutti dal verme di morte?

  4. E che dopo questa vita precipitano allo inferno.

  5. Ma se tu sprezzi gli umani riguardi, il Signore ti esalterà come un confessor forte.

  6.  E tu avrai motivo di magnificar lui.

  7.   Così gloriosamente avvenne allo illustre Luigi, sovrano di Francia.

 





p. 1226
42 Is 51, 7s.



43 Mt 17, 12.



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