Luigi Guanella: Opere edite e inedite
Luigi Guanella
Nel mese del fervore...
Lettura del testo

NEL MESE DEL FERVORE UNA MASSIMA SCRITTURALE ESPOSTA IN OGNI DÌ NELLA VITA DEL SACRO CUORE

Ventesimo giorno Il Cuor di Gesù nella flagellazione

«»

[- 1233 -]

Ventesimo giorno

Il Cuor di Gesù nella flagellazione

Io vi scongiuro, per la misericordia di Dio, che offeriate i vostri corpi <come> ostia vivente, santa ed a Dio piacente; <è questo> il devoto ossequio vostro.

San Paolo ai Romani 1245

  1. [148]Rappresentati qui innanzi la persona pietosa di un padre, tutto addolorato nel capo e insanguinato per tuo amore dal capo ai piedi, il quale ti dica: "Figlio mio, combatti tu stesso fino al sangue come vedi farsi da me. Allora sarai salvo e caro a Dio". Figurati che quella che ti parla così è propriamente la persona adorabile di Gesù tuo salvatore e padre, il quale per amor tuo sta affisso alla colonna della flagellazione. Gesù ha il capo tutto trafitto da vivissime punture e il volto

 - 1234 -intriso del proprio sangue. Per l'asprezza delle battiture poi è a guisa di scarnificato nelle membra.

  Il profeta che lo vide innanzi in ispirito, dolendosene amaramente scriveva: "Vedetelo, dal vertice del capo alla pianta de' piedi non è parte sana in [149]lui. Egli non sembra più uomo, ma un verme e il ludibrio di tutti"46. In questo atteggiamento di pietà somma gli angeli del cielo si stanno lagrimosi a compatire, e tu che fai? Struggiti a tanto affetto del cuore di Gesù e promettigli di essere almeno sino alla fine tu medesimo ostia, ossia vittima che si offre volontieri a patire per Iddio.

  2. Andrea Avellino si offerì vittima al Signore con dirgli: "Vi prometto, o mio Dio, di usar tutta la cura per crescere di giorno in giorno un grado nella perfezione con eseguire più esattamente che si possa i doveri del mio stato".

  Il monaco Eusebio si offerì vittima a Dio con dirgli: "Vi prometto, o Signore, di castigare in me per tutta la vita i falli trascorsi. In particolare, per punire una colpa di curiosità, io vo' portare al collo un macigno che mi ricordi a tutte l'ore essere io stato un colpevole fragilissimo".

  Francesco Saverio si offerì vittima al Signore con dirgli: "Tutti i momenti del viver mio li voglio spendere a pro delle anime. Io vo' percorrere la terra e colla violenza dell'affetto voglio strascinare tutti gli uomini alla croce di Gesù Cristo perché [150]l'adorino". Tu, se vuoi esser vittima cara al Signore, devi immolarti almeno in una di queste tre maniere. Se a tutte ripugni, temi di non esser accetto a Dio.

  3. Vittime si fanno omai tutti gli uomini. Sono forse pochi quelli che muoiono fra stenti per accumulare una misera manata47 d'oro? Sono forse pochi quelli che per mania di gloria sacrificano la vita, quando in un campo di combattimento quando sopra una tavola dura di studio? Fossero almeno pochi quelli che muoiono per isfogo di carnalità obbrobriose, ma sono pur troppo assai. E questi che si immolano così sono

 - 1235 -vittime non già sante, ma inique. Questi non sono già martiri del Signore, ma di Satana. Uh che orrore morire in patimenti per dannar l'anima nelle branche di Satanasso!

  4. E si trovano altresì vittime le quali effondono sudori di fatica viva nel campo del proprio genitore, ma in lavorare non hanno dinanzi a sé la guida tracciata loro dallo stesso padre. Se tu operi molto di bene e poi che non confessi quelle iniquità gravi che alimenti nel cuor tuo, tu sei a guisa del cieco che viaggi senza vedere.

  Quanti si trovano cristiani oggidì i [151]quali si confessano una volta alla Pasqua e ricadono dopo un mese nella colpa e in quella perseverano poi sino alla Pasqua dell'anno seguente? Le opere benché sante, le quali si compiono in istato di colpa grave, non possono esser guari accette al Signore.

  5. E finalmente si trova cristiani che in fare un po' di bene si mostrano sì poco generosi, come quei fanciulli poco lodevoli i quali prima di obbedire disgustano con il pianto. Ovvero si trovano che quando sostengono il peso di una tribolazione muovono lamenti interminabili, come il polledro che si mostra restio al giogo della fatica.

  Tu quando soffri, sostieni con allegrezza a guisa dei confessori di Gesù Cristo. Se ti toccasse perfino di agonizzare, offriti volonteroso come i martiri del divin Salvatore. Ma in ogni caso attendi che Dio ti chiami, e tu cammina al sacrificio con quel passo che sol ti è possibile e nello immolarti guarda in alto a Dio per averne l'aiuto suo, giacché è in questo senso che il Signore vuol che sia ragionevole l'ossequio tuo. A tale scopo prega il tuo Gesù così: "Dolce Cuore del mio [152]Gesù, fa che io ti ami sempre più", e poi attendi al modello che sono per proporti.

esempio

  Ignazio vescovo di Antiochia fu già dal persecutor di Roma dannato alle bestie. Prese dunque a venire da Asia a Roma per ricevere la corona del martire. Viaggiava sulla nave con i leoni e con i leopardi che l'avrebbero sbranato. Allora diceva:

 - 1236 -"Sono frumento di Cristo e devo esser macinato dal dente dei leoni". Sulle coste di mare si incontrava nei cristiani che vedendolo lagrimavano, ma egli faceva loro intendere questo discorso: "Vi prego, non ritardatemi colle vostre preghiere il mio ingresso al paradiso".

  Quando Ignazio fu nel mezzo dello anfiteatro romano, si inginocchiò e disse: "O Signore, eccomi vittima a voi; comandate pure alle tigri che non mi risparmino, perché io voglio esser fatto degno di venire presentato al vostro cospetto". Allora una fiera gli s'accostò, rizzossi intorno alla persona del martire del Signore. Un angelo di Dio ricevé l'anima di Ignazio e la recò per essere con trionfo incoronata nel paradiso.

orazione

  [153]O Gesù, anch'io voglio essere vittima per piacere. Beato me se fossi fatto degno di essere immolato per la vostra gloria! Ma io son troppo grave peccatore. Perdonatemi, o Gesù mio, e datemi l'aiuto vostro perché io valga almeno ad offerirvi olocausto di opere pie, sacrificio di patimenti santi.

Riflessi

  1. Gesù si immola per te affisso alla colonna della flagellazione, e tu qual sacrificio di te offri al Signore?

  2. Offri in dono il merito di opere buone e di patimenti a prò tuo o del prossimo.

  3. Ma in soffrire non imita<re> i mondani, i quali sostengono ma per servire al demonio dello interesse, a Satana del piacere, al Lucifero della superbia.

  4. Tu comincia da purgare il cuor tuo dalla putredine del peccato grave.

  5. E poi con giubilo affrettati allo altare del sagrificio.

  6.  Ignazio ti precedé con nobile esempio ed ora siede coronato nel paradiso.

 





p. 1233
45 Rm 12, 1.



p. 1234
46 Is 1, 6; Sal 22(21), 7.



47 Nell'originale: mannata.



«»

IntraText® (VA2) Copyright 2015-2025 EuloTech SRL
Copyright 2015 Nuove Frontiere Editrice - Vicolo Clementi 41 - 00148 Roma