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NEL MESE DEL FERVORE UNA MASSIMA SCRITTURALE ESPOSTA IN OGNI DÌ NELLA VITA DEL SACRO CUORE Vigesimo sesto giorno Il Cuore di Gesù Cristo alla risurrezione |
Il Cuore di Gesù Cristo alla risurrezione
Lavora come un buon soldato di Gesù Cristo.
1. [187]Quanto è breve il passaggio dal Venerdì santo alla Pasqua di risurrezione! Per confortarti fissa lo sguardo là a Gesù che risorge. Era spuntata appena la luce del terzo dì. L'anima santissima del Redentore fece ritorno al sepolcro e, quasi luce vivificante, entrò ad informare il corpo di Gesù. Allora Cristo risorse da morte. Si sciolse senza scomporlo dallo involto del sepolcro. Uscì senza abbattere le porte per l'uscita. Levossi nondimeno un legger tremuoto che lieto lieto scosse il sepolcro ed il monte circostante. La pietra del monumento si rovesciò e Gesù trionfante venne a posare il piede là.
Il volto del divin Salvatore risplendeva quasi sole, le sue vestimenta apparvero bianche a mo' della neve. La mente di Gesù specchiavasi calma nello intelletto dello Altissimo e non temeva più che un'[188]ombra sola di spavento venisse in eterno ad atterrirla. Il cuore di Gesù riposava nei tabernacoli della pace e della beatitudine ed era certo che in eterno <mai> più avrebbe sofferto l'apprensione di un dolore. Quel corpo di Gesù, che ieri hai veduto ricoperto dal capo ai piè da lacerazioni, adesso è cinto della gloria della immortalità. Un angelo benedetto ha già scritto l'epitaffio al sepolcro: "Cristo è risorto". Inalbera poi un vessillo sul quale è segnato: "Breve è il passaggio dal Venerdì santo alla Pasqua della risurrezione", e intanto invita tutti a mettersi come buoni soldati sotto alle bandiere di Gesù salvatore.
Ti piacciono quelle insegne gloriose? Se ti soddisfano assai, ricorda che soldato di Gesù Cristo tu puoi esserlo a guisa dei martiri che hanno dato il proprio sangue combat
- 1257 -tendo i tiranni. Puoi esserlo soldato a guisa dei dottori che impugnando la penna hanno sbaragliato il mostro degli errori contrarii alla fede santa. Puoi esserlo soldato a guisa dei confessori i quali combattono con tenere assai bene soggiogate le proprie passioni.
2. Scorgili là i tuoi fratelli, i martiri nel campo del combattimento. Sono i tuoi [189]cattolici di Italia, i quali sfidano le armi degli avversari che con lo scherno e con le minaccie li insultano. Sono i cattolici di Francia, che intraprendono pubblici pellegrinaggi ancora con pericolo di essere molestati. Sono i cattolici di Germania, che si mostrano contenti di soffrire ancora nelle carceri ma non di cedere nella fede.
E i tuoi fratelli, soldati eroici nel difendere la fede, eccoli là a sudare sopra volumi, intrepidi nello scrivere, impavidi sempre nel mostrarsi in pubbliche manifestazioni di culto cattolico. Venerali, che questi sono i martelli delle eresie. E inchinati parimenti dinanzi ai confessori di Cristo che sono i soldati tuoi fratelli, i quali per rendersi cari maggiormente a Dio castigano il corpo colle austerità e frenano i mali desideri dello spirito con una mortificazione continua ai sensi proprii.
Gira lo sguardo intorno, ché commilitoni siffatti trovi in ogni paese ed anche in ogni famiglia cristiana! Li trovi in maggior numero quai cherubini d'amore nei sacri ritiri e quasi angeli di conforto negli ospedali dei sofferenti. Li scorgi in copia altresì, quasi angeli di luce, nelle cattedre delle scuole cattoliche. Che nobile esercizio [190]è quello di tutti questi! Lavora anche tu, lavora come buon soldato di Gesù Cristo.
3. Policarpo quando fu dinanzi allo eretico Cerinto dissegli: "Va, va, che tu sei il figlio primogenito di Satana". Giovanni evangelista quando si avvide che nella casa in cui per caso si abbatté di posare era un bestemmiatore, gridò: "Fuggiamo di qui", e si affrettò lontano con i suoi. Francesca di Chantal quando vide che un calvinista ostinato le porgeva un regaluccio, lei fanciulla rispose: "Non riceverò mai dono da un eretico, che non si volendo ravvedere cadrà un dì nello abisso d'inferno".
Ed oggidì si trovano cristiani che in sparlare della fede son peggio che gli eretici. Si trova<no> cristiani che in maltrattar la
- 1258 -santa religione son più tristi che i turchi. Eppure tu forse sei di quelli che cadono avanti a questi riverenti come dinanzi ad una divinità, che cadono tremanti come avanti ad una potenza celeste. Che misero battagliare sarebbe mai il tuo!
4. Ovvero tu hai combattuto da intrepido, e allora ti dico: lavora ancora, esercitati sempre. [191]Annibale, capitano cartaginese, aveva sudato fino al sangue in percorrere tanta via e valicare tanti monti da Spagna e da Francia fin sotto a Roma, a Capua. Pure perché in Capua soggiornò nell'ozio con i soldati per una vernata, perdé poi in un momento il frutto di tante fatiche già durate. Con darsi all'ozio <si> infiacchì Annibale e tutto l'esercito suo così vilmente che poi al primo scontro con i romani fu facilmente ricacciato con tanto obbrobrio fino alla sua terra.
Filippo Neri tanto inorridiva in vedere gente de' suoi disoccupata che tosto si faceva a dire: "Scorgendovi in ozio temo per voi come di gente che si sforza <di> viaggiare sulle corde e che di tratto in tratto è per cadere".
Bisogna lavorare. Mentre ti occupi, il demonio non ha modo di piantarti in capo le sue suggestioni. Una persona al campo, che assiduamente attende alla sua fatica, potrà esser disturbata dai discorsi vani o cattivi di chi si gode il bel tempo, ma non potrà venire sedotta. Che conchiudi adesso a tuo prò? Te ne prego, lavora come buon soldato con non vivere disoccupato mai, anche quando ti [192]sembra che il demonio abbia cessato di travagliarti.
5. Poi poni attenzione perché nel lavoro tuo non curi che di piacere a Dio. Cessa di esserti tanto caro un figlio quando t'avvedi che molto lavora, ma specialmente per suo prò particolare. E di quel servo che suda bensì, ma non per altro che per impinguar sé, che ti importa a te di costui? Però almeno tu sia giusto in affaticarti sovrat<t>utto per Iddio. Satanasso è tutto livor di rabbia per Iddio. I ministri del demonio lavorano con tanta malizia di intendimento. Tu per resistergli devi aver la mente, ossia la intenzione, pura come quella di un angelo. Allora sì che Dio si varrà di te come di strumento atto per la sua gloria. Pregane di cuore il tuo Signore Iddio e supplica di cuore così: "Dolce Cuore del mio Gesù, fa che io ti ami sempre più", e in dirlo animati ancora più come sono per dirti.
- 1259 -esempio
Ignazio aveva già combattuto d'assai nei campi della gloria umana e ne riportò non altro che piaghe sul corpo, ferite nello [193]spirito. Allora si diede alle battaglie del Signore e vi si consacrò per intiero. Guardò anzitutto alla gloria del capitano divino Gesù Cristo e ne fu rapito in estasi di ammirazione. Non curò dunque più i rispetti umani. Tosto mutò le sue vesti nobili con quelle di un meschinello incontrato tra via. Poi bramoso di entrar in lotta con Satana, lo sfidò nella caverna di Manresa e lo sconfisse pienamente. Dopo questa vittoria uscì in campo più aperto e combatté felicemente col desiderio del martire, colla dottrina del difensore della fede, colla mortificazione del confessor di Cristo.
E non si acquetò qui. Invitò intorno a sé una turba di fratelli che fortemente aizzò alla mischia, e con questi non cessò ancor in tempo di tregua di esercitarsi in lavori assai faticosi. Stando nel mezzo di sì vasto campo, quasi insanguinato non cessava di umiliarsi al cospetto dello Altissimo come un servo inutile e di sclamare: "Tutto a maggior gloria di Dio, tutto a maggior gloria di Dio".
[194]O Cuore santissimo del mio Redentore, voi con tanto affetto palpitate per amor mio, ed io con affetto sì scarso penso a voi. Ma io voglio essere buon soldato vostro. Armatemi, o Signore. Lume alla mia mente, coraggio al mio cuore. Io voglio essere un di quei soldati che si chiamano generosi e che appartengono al battaglione detto della morte. Si denominano così perché sono là a difesa del proprio sovrano quasi fanti perduti, e sia che vivano o sia che muoiano sono contenti purché siano di giovamento alla maestà alla quale sonosi consacrati. Gesù mio, se un cuor d'uomo si dona così per un re terreno, io mi voglio consacrare così per voi, sovrano celeste, il quale risorto trionfante vivete e regnate e comandate ne' secoli de' secoli.
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1. Gesù risorto ti invita a seguirlo.
2. Tiengli dietro come buon soldato, a mo' [195]dei martiri ovvero dei dottori sacri o dei confessori forti.
3. Combatti sovrat<t>utto contro ai nemici della fede, che sono oggidì avversari accaniti.
4. E dopo aver pugnato, non affida<r>ti all'ozio perché sarebbe pernicioso.
5. Lavora sempre con affetto di figliuolo amoroso.
6. Lavora come già Ignazio alla maggior gloria del Signore.