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SULLA TOMBA DEI MORTI FERVORINI PER LA NOVENA E PER L'OTTAVA DEI FEDELI DEFUNTI <NOVENA DEI FEDELI DEFUNTI> IV. Pietà ai miseri! |
IV.
1. [29]Pietosissima è la immagine di pietà. In luogo in cui si soffre, tutto si commuove. Si commuove il cagnolino in ascoltare i gemiti del suo compagno. La pecorina oh come si accora per il suo agnellino, o la giovenca per il suo vitello!
- 1297 - Quando la terra vide la immagine più viva di pietà, Cristo Gesù che agonizzava sul monte Calvario, allora gli esseri insensati diedero segno di alto fremito. Il sole si oscurò, fitte tenebre scesero a coprire il Calvario quasi con manto funereo. Le pietre spezzaronsi, la terra si apriva in tremuoti e i mari muggivano, quasi piangessero intorno al gran catafalco che ergevasi dal Golgota.
Il Signore ha sì viva pietà di chi [30]soffre, che per questo vuol che tutti se n'addolorino. Pensatelo or se l'uomo potrà rimirare con occhio indifferente i lai di chi sospira! Non può, non può. Venite dunque, cuori pietosi. Io vo' mostrarvi la compassione che dobbiamo tutti avere per le anime sante del purgatorio. Venite, venite che noi dobbiamo apprendere a compatire e poi anche a soccorrere nel medesimo tempo.
2. Chi soffre adunque nel tormento del purgatorio?... Soffrono le anime di uomini che sono stati in questa terra come noi vi siamo in questo giorno. Quaggiù si ha tanta pietà per l'uomo che patisce! Tobia nella terra forastiera di schiavitù si abbatté nelle turbe di gente che dovevano abbracciarsi con una figura orrenda di spavento, la pestilenza. Questa stendevane agonizzanti al suolo le persone, copriva di cadaveri le vie della città. Compassione! Allora Tobia facevasi [31]tutto ai vivi in confortarli. Si consecrava tutto ai morti per seppellirli. In questo pietoso faticare godeane il cuor suo.
Che pestilenza è quella che sovrasta nel luogo di purgatorio! Non fa morire, no, ma cruccia le carni ben più che al piagato Giobbe nel suo letamaio. Ed ora è in nostro potere recar sollievo alle <anime> misere. Che dite, o fratelli? Ah, pietà vi mova dei miseri che soffrono!
3. Quelle anime in tormento sono le stesse degli uomini cristiani che sono stati in questa terra. Non ricordate che prima di noi sono state in questa chiesa, che prima di noi hanno recata in alto la bandiera del Crocefisso? Povere anime! Giocondarono già tanto in rimirare a quel battistero, fonte di loro salvezza. Hanno pianto a quei tribunali di misericordia. Sonosi edificati alla voce di incoraggiamento da questo pergamo. E dinanzi ai santi altari, oh quante volte [32]hanno giurato: "Morire, o Signore, ma non mancar alla nostra
- 1298 -fede!". Allora si accostavano, come noi adesso, alla mensa del Corpo santissimo di Gesù Cristo. Il sangue del divin Salvatore sentivanlo scorrere nelle vene dei loro corpi. Allora in guardare a sé giubilavano. In guardare ai posteri, che siamo noi, sospiravano: "Salvate tutti, o Signore! Salvate i figli ed i fratelli nostri!". Ed or fia possibile che le infelici sieno abbandonate sole in tante lor pene?
In questa terra quando un pericolo od un tormento si accosta ai membri di un popolo congiunto per vincolo di sangue o di religione, è un grido universale: "Tutti per uno, uno per tutti!". E si affrettano alla difesa od al soccorso. Nel purgatorio chi soffre? Soffrono le anime dei cristiani che tanto combatterono in pro della religione e dei santi. Soffrono le anime dei cristiani che erano quaggiù congiunti in una lega santa. Fra cristiani l'obbligo di soccorso [33]vicendevole non si estingue con la morte. Si fa più viva la pietà di poi. Pietà dunque alle anime che soffrono! Pietà a tutte quelle anime del purgatorio!
4. Molte di quelle meschine sono anime di amici che vi appartengono. Dolcissimo è il nome d'amico. Quanti affetti ridesta la memoria dell'amico, quante ricordanze soavi!
Il divin Salvatore in un eccesso di amore disse agli apostoli suoi: "Il nostro amico Lazaro è morto, venite che l'andiamo a suscitare". E pervenuto alla tomba del defunto, infremuit spiritu, fremette per veemenza di affetto. Poi nella foga del pianto chiamò con sospiro amorevole: "Lazare, veni foras. Amico mio diletto, risorgi. Lazaro, vien<i> fuori". E questi si mosse, rivisse e fu ai piedi del divin Salvatore e l'accompagnò per molto tempo6.
Anche noi con un gemito pietoso possiamo liberare l'anima di un amico da una fossa di tormento e consegnarla [34]fra le braccia di Gesù Salvatore. Su, ché tardiamo?
5. Finalmente quelle anime che gemono sono le anime dei benefattori nostri. Dei morti sono le case che abitiamo. Dei morti il più delle sostanze che si possedono. Dei morti forse il più del buon nome che uno gode in riputazione. E quanti
- 1299 -beni spirituali ci hanno porto quei benefattori insigni? Sacerdoti che le cento volte ci hanno perdonato in nome di Gesù Cristo i nostri peccati, ovvero che ci hanno dato a mangiare lo stesso Corpo del divin Salvatore o che ci hanno ammaestrati nella via della giustizia; cristiani fedeli che hanno supplicato per noi e che ci hanno indirizzati con esempi egregi di virtù. Ah, se non era quel compagno a ridurci dalla via del male... Se quel vecchio venerando non ci avesse fatto in tempo un'ammonizione severa... Ci hanno soccorso ed ora, la Dio mercé, ci sembra essere incamminati nella via del bene.
[35]Ritorniamo d'onde siamo partiti. Su questa terra si ha pietà per gli sciagurati. Sulla via da Gerico7 a Gerusalemme, quando quel samaritano di cui racconta l'Evangelo si abbatté nelle grida di un meschinello spogliato e ferito dai ladroni, subito scese da cavallo a prestargli soccorso. Lo accompagnò al vicino albergo e provvide perché fosse assistito fino alla guarigione perfetta.
Anime tribolate del purgatorio, anche voi avrete quinc'innanzi tutta la compassione nostra. È dover nostro di aiutarvi. Ne abbiamo dovere di riconoscenza e di carità. Molti <di noi> ne avremo dovere di giustizia. Vi consoleremo, anime buone. È una soddisfazione viva del cuore in porgere sollievo a voi tribolate. Vi consoleremo, anime buone. Abbiamo sì gran bisogno che Gesù per mezzo vostro consoli ciascun di noi! E noi vi solleveremo, anime sante. Ce ne sollecita l'interesse nostro, perché lo sappiamo: la stessa misericordia che [36]noi vi usiamo in questo momento, la medesima sarà un giorno usata a noi.
2. Sono anime di uomini che soffrono.
5. Sono anime di benefattori.