Luigi Guanella: Opere edite e inedite
Luigi Guanella
Da Adamo a Pio IX (I)...
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DA ADAMO A PIO IX QUADRO DELLE LOTTE E DEI TRIONFI DELLA CHIESA UNIVERSALE DISTRIBUITO IN CENTO CONFERENZE E DEDICATO AL CLERO E AL POPOLO

I. Soliloquio

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I.

Soliloquio

  1. [5] Bellissimo è parlare a solo con Dio. Addì 27 settembre 1789 levò da questa terra il capo suo il neonato da Nicola Rohrbacher e da Catterina Gantener, Renato Francesco. Il bambino girò lo sguardo intorno e cominciò <a> gemere.

  Cresciuto tant'alto ed educato ai primi rudimenti della cattolica fede, fu udito parlare solo a solo con Dio così: "Signor mio, voi avete soggiorno eletto nel più alto de' cieli, eppure siete il creatore ed il padre mio e di tutti. Ci avete parlato in Adamo e nella persona dei patriarchi e dei profeti. Ultimamente ci avete discorso in persona del vostro Figlio unigenito Gesù Cristo. Tuttodì voi ci parlate a mezzo degli apostoli che ne hanno scritto. Ci parlate a mezzo dei successori di Pietro fino all'attuale pontefice, che ci indirizza in nome del vostro Verbo incarnato e di voi. Signore, Signore! Voi avete fatta intendere la vostra voce in cuore agli stessi gentili e la fate intendere tuttodì alle genti di tutto l'orbe terraqueo. Vero, vero! Dio, Signor mio, voi parlate; io v'ascolto. Potessi indurre tutti gli uomini ad intendere con docilità la voce vostra, Iddio mio! [6] Mi voglio provare e collo aiuto vostro spero di farmi comprendere".

  2. Disse Francesco Renato Rohrbacher e difilato venne ad inspirarsi più chiaramente agli scritti ed alle persone di quei sommi che nella Francia, sua patria, parevano essere chiamati dalla Provvidenza per ristorare i gravi mali di quella società; De Maistre, De Bonald e Châteaubriand l'accolsero festosi.

  Il Lamennais, potente d'ingegno, s'era aggregato a quei tre. Lamennais pareva tenere come in sua destra le sorti della Chiesa di Francia. Aveva fondato una società ed i sacerdoti della nazione, desiosi di uscire da un abisso di male, si erano stretti a lui d'intorno. Di Rohrbacher disse il Lamennais: "Costui ha la tempra del tedesco, il fervore del francese; è - 5 -ruvido nel tratto esteriore, ma nobilissimo nell'affetto del cuore. Ha compiuto acceleratamente i suoi corsi di studio, ma è di fermo proposito. Il Rohrbacher sarà lettore teologo nella nuova congregazione, mentre il Blanc ne distribuisce le lezioni filosofiche".

  Così si avviavano le cose quando il Lamennais, invanendosi non poco, cominciò <a> dire: "Criterio dell'uman genere, come sei potente! Per poco tu sei infallibile!" Alla mente poi di ogni individuo separato volgeva questo compatimento: "Meschinella, tu vali troppo poco! Tu sei come la mente di un bambino". Di poi si scorse che poneva la destra a lisciare gentilmente il pelo di un cagnolino domestico, il naturalismo, e questo quatto quatto entrava in casa della mente e del cuore del Lamennais. Inorridì il Rohrbacher. Tremarono tutti e, sottrattisi, attesero per procacciare altrimenti a Dio sicura la sua gloria, a se medesimi sicura la propria salvezza.

  3. Renato Francesco Rohrbacher continuò il suo soliloquio così: "Iddio è sempre stato nel mondo [7] e nella sua Chiesa da Adamo fino all'attuale pontefice. Sono poi venuti a disturbare la società dei figli di Dio gente cattiva, i discendenti di Caino, ma questo fu opera dei tristi. Dalla idolatria vennero i sistemi di greca filosofia, che mistisi al giudaismo diedero origine alle eresie dei samaritani, ma anche questo avvenne per funesto aberramento dei male intenzionati. Uomini iniqui, entrati nel tempio santo di Gerusalemme, vi fecero nascere accanto un mostro esecrando, l'eresia dei sadducei, degli scribi, dei farisei. E nel tempio santissimo che si elevò e dal Calvario e da Betlemme, gente nefaria hanno voluto insinuare i tristissimi sensi e pestilenziali del morbo di eresia, che poi prese diversi nomi, ma che è sempre la stessa fino a Maometto, fino a Lutero, fino a Voltaire e fino a Mazzini.

  Bestemmiare che Dio non è, ovvero mormorare che non è giusto e che gli uomini li ha creati per tormentarli e per dannarli, questo è il discorso che hanno tenuto costantemente quei depravatori iniqui. Ma questo che spiega?... Questo indica chiaramente che Dio è e che con provvidenza governa il mondo. All'uomo il Signore ha dato il libero arbitrio. Or se - 6 -uno se n'abusa, perditio tua ex te, Israel4, e Dio non è meno glorioso e beato. Ma i più che gli rimangono fedeli oh come gli tornano più diletti! Son soldati esperimentati nella Chiesa, che è un campo di battaglia quaggiù. Sono un grano eletto che sarà imbandito alla mensa dello Altissimo. La Chiesa è un'aia! Bene sta che venga un vento a purgar di tempo in tempo il frumento dalla pula. I fedeli costanti sono luce nel mondo e la Chiesa di Gesù Cristo non è la città splendente che, piantata sul monte, è veduta da tutte le parti della terra?... Io guardo a questa Chiesa che è ben edificata sul colle Vaticano. Dove è Pietro, ivi è la Chiesa, me ne assicura[8] il mio carissimo sant'Ambrogio. Il principio di tutte le cose è la santa Chiesa cattolica, me lo dice il mio carissimo padre Epifanio. Vero, vero!

  E gli altri che combattono la Chiesa che fanno dessi? Vo' sentirlo da loro stessi. Il Lamennais nel 1826 e nell'opera sua Essai sur l'indifférence en matière de religion5 scriveva: Puossi con tutta certezza predire che, se i governi non si uniranno strettamente alla Chiesa, non resterà più in Europa un sol trono in piedi. Quando verrà il soffio della tempesta di cui parla il Signore, saran portati via come la paglia arida e come la polvere. La rivoluzione annunzia in chiari termini la loro caduta e in questo punto non la sbaglia, essa ha viste giuste. Ma la sbaglia all'ingrosso quando crede di stabilirvi al posto altri governi e con dottrine totalmente distruttive di poter edificare qualche cosa di stabile, un nuovo ordine sociale. L'unica sua creazione sarà l'anarchia e frutto delle sue opere lacrime e sangue.

  4. Ora più pontefici in più luoghi, e Pio ix nel 1848 fu costretto <a> tramutare sua sede da Roma a Gaeta. Intorno a ciò e addì 18 ottobre 1849 nel Parlamento francese diceva - 7 -Thuriot de la Rosière: Dirò adunque, e lo provo, che si aveva in Roma la repubblica sociale, che da prima faceva di Roma la succursale per farne più tardi la metropoli: ce l'han detto a questa tribuna e Mazzini l'ha scritto. La repubblica sociale voleva dunque mettere la sua metropoli in Roma.

  Ma il Thiers nella stessa Camera e addì 13 ottobre istesso6 pronunciò: Le potenze cattoliche si riunirono a Gaeta per concertare il ristabilimento di un'autorità che è necessaria all'universo cristiano. Invero senza l'autorità del romano pontefice l'unità cattolica si scioglierebbe, senza questa unità il Cattolicismo perirebbe in mezzo alle sette [9] e il mondo morale, già così atrocemente scosso, resterebbe da capo a fondo scompigliato.

  Vero dunque quello di Ambrogio: Dove è Pietro, ivi è la Chiesa. E quello di Epifanio: Il principio di tutte le cose è la santa Chiesa cattolica".

  Renato Francesco Rohrbacher così la ragionava fra sé.

Pregò Dio, consultò i saggi e poi fece questo proposito: "Io vo' impiegar mia vita nello studio di storia della Chiesa universale e voglio col divino aiuto far toccar con mano anche dai ciechi questo <di> Epifanio: Il principio di tutte le cose è la santa Chiesa cattolica".

  Molti successori degli apostoli e da molte parti gli porsero incoraggiamento. Alcuni sapienti gli furono guida e conforto in un cammino intricato e perfin periglioso. Ma l'abate Rohrbacher percorse senza intoppare perché mantenne accesa intorno a sé la fiaccola della virtù e dell'umiltà.

  5. Nel marzo 1812, avanti <di> essere assunto al suddiaconato scriveva: "Voi ci avete lasciato detto, o divin Salvatore: Si quis vult post me venire, abneget semetipsum et tollat crucem suam et sequatur me7; datemi la virtù di rinnegare me medesimo, di odiare e di crocifiggere la mia carne, e datemi grazia di serbarmi fedele alle risoluzioni, che vi scongiuro di rendere - 8 -efficaci colla virtù della vostra croce...". Fu costante. In ultimo di sua vita era nel piccolo seminario del Santo Spirito8 in Parigi. Il buon abate Rohrbacher nelle ore di ricreazione scendeva a conversare con quei buoni allievi per educarli all'amore della propria madre, Chiesa santa. Addì 17 gennaio 1856 ripeteva: "Mio Dio, mio Dio, usatemi pietà!... Così sia! Liberatemi e prendetemi nello spirito della vostra Chiesa!... Gesù, Maria, Giuseppe, Cuore agonizzante di Gesù, abbiate pietà di me!...". E spirava soavemente nel bacio del Signore.

  Carissimo abate Renato Francesco Rohrbacher, [10] io ho sentiti i vostri soliloqui e ne godo nell'animo. Vo' intendere i discorsi che ci avete lasciato e ne ringrazio il buon Dio e voi.

Riflessi

1. Iddio ha parlato a noi a mezzo dei profeti e del Figliuol suo unigenito, Gesù Cristo.

2. Rohrbacher si affida a Lamennais, ma scortolo fallace si ritrae inorridito.

3. Le eresie e le rivoluzioni servono in mano a Dio per dimostrare che la Chiesa cattolica è il principio di tutte le cose.

4. La società in dissoluzione invoca l'aiuto della Chiesa per essere salva.

5. L'abate Rohrbacher e in vita e in morte egli è felice nel grembo di Chiesa santa.





p. 6
4 Os 13, 9: «Perditio tua, Israel»; per l’aggiunta «ex te» cfr. Rohrbacher I, p. 22.



5 Diversamente in Rohrbacher I, p. 54: «Fin dal 1826 [Lamennais,] l’autore dell Essai sur l’indifférence en matière de religion, nel suo libro De la Religion considerée dans ses rapports avec l’ordre politique et civil […], dimostrava le preposizioni seguenti



p. 7
6 Originale: Ma il Falloux nella stessa Camera e addì 7 agosto istesso; cfr. Rohrbacher I, p. 56.



7 Lc 9, 23.



p. 8
8 Originale: seminario di san Sulpizio; cfr. Rohrbacher I, p. 35.



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