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DA ADAMO A PIO IX QUADRO DELLE LOTTE E DEI TRIONFI DELLA CHIESA UNIVERSALE DISTRIBUITO IN CENTO CONFERENZE E DEDICATO AL CLERO E AL POPOLO XIII. Gemiti e guai |
XIII.
1. [91] Pietà per un uomo che piange! Molto più se il personaggio è illustre e santo. Chi piange è l'uomo di Dio, è il veggente del Signore che vede e che considera. Meschinello! Piange i guai del popol suo e della nazione e non è chi lo valga a consolare.
Israello non è più! Eccolo schiavo in Babilonia. Giuda poi vi si incammina. I regi iniqui ve lo affrettano. Eccoli i re di Giuda e Manasse è là. Tripudia colle divinità delle genti, si distempera nei diletti e invita il popolo, dicendo: "Eccolo il Signore: il dio di Balan e di Moloc, i boschetti di Ascaron90, ecco gli dei d'Israello". Amone, il figlio che gli succede, imita l'iniquità del padre. Sedecia alla sua volta opera un male pessimo.
2. Giuda perisce. Ecco le minaccie ed i lai del veggente del Signore. "Quest'è la parola di Dio -- dice il profeta -- Ecco che io pioverò tali sciagure sopra Gerusalemme e sopra Giuda, che a chiunque udirà parlare fischieranno ambedue le orecchie..."91. "Stupite o cieli... Due mali ha fatto il popol mio -- sclama il Signore per Geremia -- hanno abbandonato - 76 -me, fontana di acqua viva, e sono andati a scavarsi delle cisterne, delle cisterne che gemono e contener non possono le acque92... Torna, Israele ribelle, ed io non velerò a voi la mia faccia... E darò a voi dei pastori secondo il cuor mio e vi pasceranno colla scienza e colla dottrina93... Non ponete fidanza in quelle parole: [92] Il tempio del Signore, il tempio del Signore, il tempio del Signore, perché io starò con voi, ma se vi rivolgerete al bene94... Girate per le vie di Gerusalemme... se trovate un uomo che faccia quello che è giusto e che cerchi di essere fedele, ed io farò a lui misericordia"95.
Contro ai profeti falsi diceva altresì Geremia: "Saran gettati per le vie di Gerusalemme morti di fame e di spada e non sarà chi dia loro sepoltura96... Ah, madre mia infelice! Chi avrà misericordia di te, o Gerusalemme? Chi ti compatirà? O chi andrà a pregare per la tua pace?97... Morranno di vari mali e non saranno pianti né seppelliti; saran come sterco sopra la terra e saran consunti dalla fame o dalla spada, e i loro cadaveri saran pasto degli uccelli dell'aria e delle bestie della terra98... Non potrò forse io fare a voi, casa d'Israele, come l'artefice che stritola il suo vaso d'argilla?... Ma se farà penitenza del male che io le rimproverai, mi ripentirò io pure del male che pensava di farle99... Ma passerà il forastiero e dirà: Per qual motivo è stata trattata così dal Signore questa città? E sarà loro risposto: Perché mancarono all'alleanza del Signore Dio loro e adorarono dei stranieri e servirono a questi"100.
Molti vollero metter le mani addosso a Geremia per farlo morire, ma altri considerò: "Non ci predica egli nel nome del Signore?...". Morto poi od ucciso un profeta, altri ne faceva sorgere il Signore. Geremia continuava: "Ritornate al Signore - 77 -Dio vostro, perché egli è benigno e misericordioso e paziente e di molta clemenza e portato a rivocare il castigo101... Questo è il ventesimo terzo anno che il Signore ha parlato a me e io ho parlato a voi e voi non avete ascoltato. Tutta questa terra sarà solitudine spaventosa e serviranno tutte queste genti al re di Babilonia [93] per settant'anni... Ridurrò poi anche la terra di Babilonia a solitudine eterna. A Faraone, re dell'Egitto, e ai re di Tiro e di Sidone e a tutti i regi del settentrione vicini e lontani tu dirai: Bevete questo calice di vino del furore del Signore; bevete e ubbriacatevi sino a vomitare, e stramazzate per terra e non vi alzate a vista della spada che Dio manderà contro di voi"102. Il furore del Signore, che si sarebbe versato sopra Israello peccatore, si sarebbe scagliato ancor contro le genti inique e così <avrebbe ottenuto di> disporre le genti a ricevere il Messia salvatore.
Ma intanto nessuno si arrendeva alle minaccie ed ai prieghi dei profeti santi? Si trovò qualche re e alcuni del popolo e questi valsero a sospendere, ma non a levare il castigo. Ezechia, figlio di Achaz, mandò ambasciatori a tutte le parti del regno. Chiamò molte turbe a Gerusalemme coi loro ottimati e gridò: "Figliuoli d'Israele, tornate al Signore Dio d'Abramo, d'Isacco e d'Israele". Intanto inaugurò solennissime feste quali non si videro da Salomone in poi.
Gli assiri minacciavano Gerusalemme ed Ezechia pensava a confederarsi cogli egizii, ma dissegli il Signore: "Io sarò teco... L'Egitto non farà opera in cui si distingua il capo e la coda, il suddito e il superiore. In quel giorno gli egiziani saran come donne e diverranno stupidi e paurosi al movimento della mano del Signore degli eserciti, la quale egli stenderà contro di loro"103. Invasero poi l'Egitto Sennacherib, Nabucco e Cambise. Ezechia venne solo contro gli assiri e fu salvo. Il Signore mandò un vento che stese morti 185 mila nemici.
Accadde che Ezechia infermasse gravemente. Isaia pregò e - 78 -gli ottenne ancor 44 anni di vita104, [94] onde il re d'Egitto mandò <a> congratularsi col re di Giuda.
3. Nabucco mosse ancora da Assiria con formidabile esercito comandato da Oloferne. Achior, duce degli ammoniti, si fa incontro a dirgli: "Sapete voi se Israele ha peccato? Perché se non è incorso nelle iniquità, Dio lo protegge e voi perireste". Oloferne minacciollo di morte e intanto si incamminava bruciando paesi più sotto la città di Betulia. Ozia re con i suoi si era trincierato entro, ma Oloferne, tagliati i condotti d'acqua e costrettili colla fame, facevali morire, onde il popolo tumultuava. Ma Ozia disse: "Aspettiamo ancora cinque giorni se forse il Signore si ricorda di noi".
Pervenne ciò alle orecchie di certa Giuditta, donna ragguardevole e castissima, la quale chiamati i seniori disse: "Chi siete voi da porre condizione a Dio?... Preghiamo tutti". Intanto ella cintasi di cilizio venne con le sue ancelle per tre giorni nel campo degli assiri. Facevanle largo i soldati e l'accompagnarono ad Oloferne, il quale ad un convito solenne si ubbriacò e fu portato alla sua tenda. Giuditta entrò e, pregato Dio a darle virtù, troncò il capo ad Oloferne e venne a Betulia e lo mostrò ai fratelli suoi e incominciò un cantico dicendo: "Lodate il Signore al suon dei timpani, celebrate il Signore al suon dei cembali..."105. Gli assiri furono di repente sbaragliati e gli ebrei, ritornati a Gerusalemme, continuarono per tre mesi lor feste intorno a Giuditta la forte.
4. Giosia fu altro re che in pietà superò i buoni d'Israello. Distrusse gli altari delle divinità, ridusse in polvere gli idoli di Moloc e li gettò nel Cedron. I profeti santi gli porgevano aiuto. Ma accadde che Necao pretendesse il passaggio per soggiogare le nazioni intorno. Giosia gli contrastò[95] il passo e fu ucciso. I suoi ne mossero duolo altissimo.
Necao pose in trono Gioachino, a condizione che gli pagasse cento talenti annui di tributo. Ma Gioachino ebbe il - 79 -mal animo di tagliar in pezzi e consegnarli al fuoco i libri di Geremia profeta. Nabucco, figlio di Nabopolassar106, ritornò e uccise il re, onde a Gioachino fu dato poi la sepoltura che si dà ad un asino, non altrimenti che il profeta aveva predetto egli stesso.
Sedecia, succedutogli, operò egualmente la iniquità e allora fu colma la misura. Era l'anno sabbatico. Sedecia liberò i servi secondo la Legge, ma poscia pentitosi li richiamò. Il Signore aveva parlato per Geremia: "Perché tu hai profanato il mio santuario con tutte le tue immondezze e con tutte le tue abbominazioni, io pure ti estirperò, né si impietosirà l'occhio mio e io non avrò misericordia. Una terza parte de' tuoi morrà di peste e sarà consunta dalla fame in mezzo a te, e una terza parte di te perirà di spada intorno alle tue mura, e una terza parte di te sperderò a tutti i venti e sguainerò dietro ad essi la spada"107.
Nabuccodonosorre venne intorno alle mura di Gerusalemme e l'assediò. I cittadini presto patirono di fame e morivansene. Soprag<g>iunservi caldei da altro lato e Sedecia trovavasi nel mezzo. Chiamò allora Geremia e disse: "A qual dei due converrà che io mi arrenda?" Rispose Geremia: "Per lo minor male arrendetevi a Babilonia". Sedecia fece il contrario e andò con i caldei. Or Nabucco entrò, incendiò il tempio e la città e tutto rase a terra, e inseguendo i nemici raggiunse a Gerico Sedecia. Lo acceccò e strettolo in catene lo condusse a Babilonia dove morì miseramente. Gerusalemme ardeva nel medesimo [96] giorno e nello stesso mese in cui per la seconda volta arse dalle mani di Tito Vespasiano.
Geremia, obbligato a predir le sciagure di Gerusalemme, aveva desiderato già che la sua testa si convertisse in acqua e i suoi occhi in fonte di lagrime per piangere notte e giorno in fondo al deserto. Trascinati schiavi i giudei in Babilonia, desolavasi Geremia in guardare quelle ceneri fumanti e gridava: "Come mai siede solitaria la città già piena di popolo, la signora - 80 -delle nazioni è come vedova, la donna di province è obbligata al tributo?..."108. Rispondevano con lai lamentevoli le tribù di Giuda, congiuntesi schiave in Babilonia alle tribù d'Israello. Deploravano altresì con alti gemiti pietà pei loro falli, e Dio buono accordava loro di sovente una consolazione. Nabuccodonosorre aveva scelti Daniele, Anania, Misaele, Azaria, giovinetti che dimorassero a corte quai paggi d'onore.
5. Or accadde che due seniori del popolo, non ottenendo certo loro intento iniquo, accusarono Susanna, donna castissima, di turpe delitto. E già la meschinella stava per essere bruciata viva, quando Daniele, investito da spirito divino, venne e scoprì l'innocenza di Susanna e la reità dei due vecchioni.
Accadde altro fatto di alta importanza altresì. Nabucco aveva fatto un sogno e l'aveva dimenticato e aveva detto agli scienziati di Babilonia: "Indovinate il sogno mio o vi ammazzo tutti". Quelli tremarono non poco. Ma Daniele sorse a dire: "Tu, o re, vedevi come una grande statua e questa statua grande e di statura sublime stava dirimpetto a te e terribile era il suo sguardo; il capo di questa statua era di finissimo oro, il petto poi e le braccia d'argento, ma il ventre e le cosce [97] di bronzo e le gambe di ferro; dei piedi una data parte era di ferro, un'altra parte di creta. Questo vedevi tu, quando non per mano d'altri si staccò una pietra dal monte e percosse la statua nei piedi, che aveva di ferro e di terra cotta, e li ruppe. Allora si spezzarono egualmente il ferro, la creta, il bronzo, l'argento e l'oro e si ridussero come i briccioli della paglia all'estate sull'aia, cui il vento disperde, ma la pietra che aveva dato il colpo alla statua diventò un monte grande e riempié tutta quanta la terra. Tale è il sogno, e l'interpretazione di esso esporremo ancora dinanzi a te, o re"109.
Continuò <a> dire Daniele che il capo d'oro era lui, Nabucco; che un altro regno dei medi e dei persiani, fondato da - 81 -Ciro, sorgerebbe da meno del suo; che un terzo regno metallico, il genio del greco, sarebbesi elevato; che a questo un regno110 di ferro che tutto stritola, l'impero di Roma, sarebbe succeduto. Ma questo, datosi in preda dei vizii e chiamati i forastieri al dominio, si sarebbe diviso e perduto per dar luogo ad un regno eterno, la Chiesa di Gesù Cristo, che avrebbe adunati tutti i popoli della terra.
6. Isaia aveva così parlato del Salvatore: "Alza vigorosa la tua voce, o tu che evangelizzi Gerusalemme; grida forte, non temere. Di' alle città di Giuda: Ecco il Dio vostro, ecco il Signore Iddio verrà con possanza"111. E continua <a> predire che il Salvatore sarebbe stato poi come una pecora condotto a morte e distingue i caratteri della vita del Messia precisamente così che la sua, anziché profezia, potrebbesi ritenere storia di un fatto già avvenuto.
Ezechiele sulle sponde della Mesopotamia vedeva in ispirito il regno di Gesù Cristo e predicavalo[98] alle genti e distingueva gli evangelisti, <di> Matteo in volto d'uomo, di Marco nella faccia del lione, di Luca112 nella faccia del bue e di Giovanni nella faccia dell'aquila.
7. A Ninive porgeva esempio e conforto Tobia a' suoi fratelli d'Israele. Salmanassare avevalo elevato al grado di provveditore nella real casa. Ma a Tobia spiaceva che i suoi fratelli fossero in molte guise tormentati. Spesso il re nella sua crudeltà uccideva un israelita e ne gettava con sprezzo il corpo alla piazza. Allora Tobia sorgeva e, profittando delle tenebre della notte, donava ai morti pietosa sepoltura. Accadde che, adunati molti fratelli a convito nelle feste della Pentecoste, fosse avvertito: "Alla piazza è il cadavere di un israelita". Tobia corse di subito e lo trasportò in casa e gli diè poi sepoltura nella notte seguente. In compier questo pietoso ufficio divenne cieco e la moglie e gli amici dicevangli: "Dove è ora la tua speranza?" Ma soggiungeva Tobia: "Noi siam figli dei - 82 -santi e aspettiamo le retribuzioni che Dio promise a quei che l'amano".
Tobia fu provato altresì con la povertà. Allora disse al figliuol suo: "In Rages, a certo Gabelo parente nostro io ho prestato dieci talenti, 50 mila lire, come <d>a documento". Fuori era un giovinetto che disse: "Io sono Anania, figlio di Azaria "occorso di Dio") e mi offro <di> accompagnare il giovinetto". E pervenuti ad Ecbatana, disse il giovane: "Entra in casa di Raguele e fa di sposar Sara, la figlia di lui, che essendo della tribù e della famiglia tua, il padrone godrà". Intanto ei si affrettò a Rages e riscosse il credito. Raguele acconsentì, ma sette uomini che cercarono Sara erano morti. Reputavasi che altrettanto sarebbe avvenuto del giovine arrivato e già gli avevano scavata la fossa. Ma lo sposo pregò con Sara [99] nelle ore di notte per una volta e per la seconda e di poi non per soddisfazione propria, ma per dare figli a Dio si congiunsero. Raguele in stringer le mani dell'uno con l'altra aveva detto: "Il Dio d'Abramo, d'Isacco, di Giacobbe sia con voi. Egli stesso vi unisce e vi benedice". E rivolto allo sposo disse Raguele: "Benedetto tu che sei figlio d'un padre eccellente... Possa tu vedere i figli e i figli dei figli tuoi fino alla terza e alla quarta generazione e la tua stirpe sia benedetta dal Dio d'Israele che regna in eterno". Risposero i presenti: "Amen" e si posero a tavola.
Levata la mensa, disse lo sposo: "Il padre mio conta i giorni del mio ritorno" e si dispose <a> partire con Sara. Li accommiatò Raguele dicendo: "L'angelo del Signore sia con voi e vi accompagni sani e salvi ai vostri genitori, e possa io vedere i vostri figliuoli prima di morire".
Tobia il vecchio e la madre in riabbracciarsi al figlio fanno festa grande e l'accrebbero in sapere che Sara entrava in casa con essi. Vollero poi dare almeno la metà della somma al giovine compagno, il quale aveva suggerito pel vecchio genitore un rimedio eccellente nel fiele d'un pesce per guarire tosto dalla cecità. Ma questi disse: "Io sono l'arcangelo Raf<f>aele e son venuto per ricompensare le tue buone opere. La pace sia con voi, benedite Dio in eterno" e scomparve. Tobia e i suoi si prostrarono boccone a terra adorando il Signore.
- 83 - <8.> Tobia volse il guardo a Ninive e pianse. Ripeté la profezia di Sofonia: "Gli assiri del settentrione stermineranno la speciosa città. In mezzo a lei riposeranno i greggi e tutti i bestiami delle genti e l'onocrotalo e il riccio abiteranno nei suoi cortili; si sentiranno canti sulle finestre e i corvi sugli architravi, perché io annichilirò la [100] sua possanza. Questa è quella città gloriosa che di nulla temeva e diceva in cuor suo: Io son quella ed altra non v'ha dopo di me. Come mai ella è diventata un deserto, una tana di fiere? Chiunque passerà per mezzo di essa farà le fischiate e batterà mano con mano"113.
Tobia disse: "La rovina è imminente, usciamo" e partì e si dolse che i niniviti non credessero alle sue parole. Venne Ciassare, che trucidati a tradimento i medi calò sopra Sardanapalo e distrusse Ninive. Della maestosa metropoli nemmen si ricordò dai posteri il luogo.
Ultimamente gli scienziati scoprirono terreno in quelle adiacenze e trovarono sepolti i vasi, le statue, le pitture che furono di guida all'arte greca e che sorpassano altresì l'industria attuale. Ricordano nelle figure i conviti di 180 giorni che Assuero il magnifico imbandiva agli ottimati del regno. Gli avanzi di Ninive furono portati a crescere lo splendore di Londra e di Parigi.
Noi muti e solitari ci facciamo presso alle rovine delle metropoli asiatiche e come il veggente del Signore impariamo ad esclamare: "Guai al popolo che lascia il suo Dio" e temiamo per noi medesimi.
1. I re di Giuda tendono a corrompere il popolo e indurlo all'idolatria.
2. Il profeta Geremia atterrisce i tristi, conforta i buoni.
- 84 -3. Nabuccodonosorre manda Oloferne il quale assedia Betulia. Giuditta l'uccide.
4. [101] Nabuccodonosor distrugge Gerusalemme; Geremia piange sopra la città desolata.
5. Daniele profetizza intorno ai regni della terra e parla della Chiesa e del Messia salvatore, che dominando sovra tutti regnerà in eterno.
6. Isaia ed Ezechiele guardano pure al Salvatore.
7. Tobia a Ninive. Il figlio di Tobia coll'arcangelo in via.
8. Succede la distruzion di Ninive predetta da Sofonia.