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DA ADAMO A PIO IX QUADRO DELLE LOTTE E DEI TRIONFI DELLA CHIESA UNIVERSALE DISTRIBUITO IN CENTO CONFERENZE E DEDICATO AL CLERO E AL POPOLO II XIX. Filosofi pagani e filosofi cristiani |
XIX.
Filosofi pagani e filosofi cristiani
<1.> [21] Se volete scorgere finalmente quanto un filosofo cristiano abbiasi a preferire ad un filosofo pagano umano, osservatene il confronto.
Il romano impero, il quarto dei regni preveduti dal profeta10, erasi innalzato a mezzo delle rapine. Filosofi umani vennero nel mezzo per darvi legge e governo. Abbiamo scorto Socrate, Aristotile, Platone. A questi è succeduto Seneca. Ai tempi del Messia salvatore sedeva imperatore Cesare Augusto, il quale invero regnò più che gli altri per lo spazio di 44 anni, quando Livia, la moglie di lui, disse: “Questo vecchio barbogio è tempo che se ne parta omai e che lasci godere il trono dal mio diletto figlio Tiberio”. In dirlo preparò un veleno e glielo porse. Augusto morì.
Or Tiberio non attese che a sfogar crudeltà e lascivie finché Caligola, il proprio figlio adottivo, lo ebbe strozzato per assidersi alla sua volta sul trono del padre. E Caligola11 pure poneva sua gioia in far scorrere il sangue umano. Credevasi tutto lecito. Ripeteva sovente: “Vorrei che le genti immense dell'impero avessero un capo solo per troncarlo con un colpo”. Ma fu ammazzato alla sua volta prima che toccasse gli anni trenta.
Lo zio Claudio, non meno crudo e lascivo, governò e fu parimenti avvellenato dalla propria moglie, desiosa ella stessa di vedere in trono il figlio Nerone. Questi fu un mostro di crudeltà. Uccise la madre che l'aveva innalzato, e con essa [22] i primari della famiglia e della stessa real corte. Dicevasi divinità massima. Costui, fatto troncare il capo a quanti dei erano in Roma, collocò sul busto a quelli l'immagine del proprio volto. Credevasi onnipotente e faceva o flagellar il mare quando imperversava o scagliava saette al cielo quando imperversavano - 131 -tuoni e folgori. La città di Roma era divisa in quattordici rioni. Le vie erano angolate, talvolta erano strette, le case non simmetriche appieno. Nerone fecevi appiccare il fuoco e la distrusse quasi per intiero. Intanto che gli abitanti morivansene o che bruciacchiati fuggivansi, egli faceva l'istrione e dall'alto di una torre cantava e suonava pazzamente.
E i filosofi che facevano intanto? Filosofi piccavansi eglino stessi gli imperatori, filosofi i personaggi del senato. Ma questi lasciavano fare dai tiranni. Tiberio stesso investivali con dire: “O uomini fatti per servire!...”. Seneca soggiungeva: “Il dire è già far molto...”. Ma tesseva elogi alle enormezze del parricidio ed alle stravaganze pessime.
2. Eccovi la filosofia pagana. Pietro12 apostolo, scrivendo, dice che Roma era la Babilonia capitale e stava per essere percossa dal sassolino che, scorto scender dal monte da Daniele, faceva rovesciare la statua d'oro di Nabucco.
Dodici pescatori, senza lettere, senza denaro, senza credito, cominciarono <a> predicare, e questi hanno convertito il mondo e vi hanno formato una società di uomini contenti perché santi. Scorgiamo come sia ciò avvenuto.
Gli apostoli del divin Salvatore, dopo averlo scorto il loro maestro ascendere in alto, vennero al cenacolo in Gerusalemme e pregarono per dieci giorni con la pietà di un angelo. Quand'ecco [23] lo Spirito Santo Iddio in forma di lingua di fuoco scende visibilmente sul capo ai congregati, e d'un tratto li tramuta da uomini ancor timidi ed ignoranti in personaggi di ardore e di conoscenza altissima. Avevalo loro promesso Gesù Cristo: “Lo Spirito Santo scenderà nella mente vostra e vi illuminerà, nei vostri cuori e vi conforterà. Egli diravvi quello che avete a rispondere dinanzi ai tribunali, quando vi accuseranno gli uomini; farete voi stessi miracoli maggiori che quelli <che> vedeste operare da me. Statevi sicuri che io sono con voi sino alla fine”.
Or eccoli all'atto di predicare e di convertire il mondo. Pietro in quello stesso dì parla in pubblica piazza ed è udito - 132 -da gente di ogni linguaggio, e tre mila persone in quell'ora e cinque mila al momento di altra predica gli cadono innanzi dicendo: “Noi vogliamo la grazia e il Battesimo di Gesù che fa salvi”. Alla presenza di Pietro gli storpi si raddrizzano, gli infermi guariscono. “Taci là”, gridangli i capi del popolo. E Pietro: “Pensatelo voi se io voglia disubbidire a Dio per piacere a voi. Io devo predicare l'Evangelo di Gesù che voi testé avete fatto morire in croce. Ma egli risuscitò glorioso e noi siamo qui testimoni con le parole, qui con i fatti. Eccovi che in nome di Gesù comandiamo ai demoni, guariamo gli infermi, facciamo intendere la verità”.
3. Gli avversari infuriano maggiormente e riescono <a> metter in carcere l'apostolo e intanto studiano modo di toglierlo dal mondo. Un Gamaliele esce a dire: “Uomini israeliti, acquetatevi. O quello che predicano è dottrina d'uomo e tutto cadrà come l'opera dell'uomo, od è dottrina di Dio e che varrebbero incontro gli sforzi nostri?... Nol ricordate già che quanti contrastarono alla voce [24] dei profeti del Signore sono periti miseramente? Temiamo tuttavia per noi stessi”.
Ma in quella notte un angelo appare a Pietro che dorme e gli scioglie le catene e dice: “Vieni meco che t'accompagno a' tuoi”. Questi pregavano con fiducia e vistolo Pietro, presero <ad> amarlo più vivamente e venerarono le catene che l'ebbero avvinto nella carcere.
Pietro specialmente prende a salvare i figliuoli d'Israele, e da Gerusalemme passa poi per sette anni ad Antiochia, dove i numerosi convertiti presero per i primi il nome di cristiani. Ma il Signore gli appare in visione e gli mostra apprestata una mensa calata da alto con ogni sorta di cibi e dice: “Mangia, o Pietro”. Gli fa poi intendere che tutti gli uomini gli appartengono e che egli vuole per la fede in Gesù salvi, con il popolo degli ebrei, anche il popolo dei gentili. Un angelo compare altresì a certo Cornelio, capitano di milizia, e gli dice: “Domanda di Pietro in Ioppe e ascoltane quello che ti dirà”. Un soldato pagano è il primo fra' gentili che si rende cristiano, e dopo di lui si incamminano popoli da tutta la terra.
4. Intanto fra ebrei convertiti e pagani battezzati insorgono differenze non lievi per motivo di credenza. Dicono gli ebrei - 133 -in genere, e più vivamente quelli di Gerusalemme: “La circoncisione è rito sacro; non mangiar soffocato e sangue d'animale è comando del Signore dato a Mosè”. Rispondono i gentili convertiti: “La legge di Mosè è abrogata. Or chi salva è la legge di Gesù Cristo”. L'apostolo Pietro per regola di prudenza favoreggiava gli ebrei, ma Paolo ne lo redarguiva. Si adunarono dunque gli apostoli in concilio generale a Gerusalemme; Giacomo, apostolo in quella città, suggerì temperamento acconcio. Erasi adunata una moltitudine di credenti per intendere e vedere. Pietro con gli altri pregava. Quando poi [25] la quistione fu discussa, elevossi il principe degli apostoli e disse: “Parve a noi ed allo Spirito Santo che i gentili convertiti non abbiansi ad obbligare ai riti degli ebrei, ma basta che s'astengano dalla fornicazione, la quale invero non è atto indifferente ma delitto disonesto”. La moltitudine tacque. Gli apostoli si inchinarono a Pietro dicendo: “Il Signore vi prosperi sempre. Ci avete illuminati con luce di paradiso. La vostra voce ci rassicura come la parola di Gesù Cristo stesso”. Ritornaronsi poi ciascuno alla propria missione.
5. San Mattia predicò nella Grecia, san Giuda nella Mesopotamia, san Simone nella Libia, san Matteo nell'Etiopia dopo aver scritto il Vangelo in Giudea. San Bartolomeo passò nella Grande Armenia e san Tommaso fra i parti e fra gli indi. San Filippo faticò nell'Asia Superiore. Sant'Andrea fu inviato verso gli sciti, donde passò in Grecia e nell'Epiro. San Giacomo rimase in Gerusalemme e san Giovanni predicò nell'Asia Minore. Dopo avere fatto intendere la propria voce a tutte le parti della terra, confermarono con il sangue la verità della dottrina che insegnavano. Principe degli apostoli e maestro supremo, instituito a ciò da Gesù Cristo stesso, era Pietro. Questi fu il primo a proporre la elezion di Mattia in luogo di Giuda, il primo a proporre i diaconi in aiuto del ministero sacro.
Primo fra diaconi eletti in numero di sette era Stefano, pieno di grazia e di Spirito Santo. Le sette dissidenti degli ebrei, dette dei libertini e dei cirenei13 investivanlo con lor dispute - 134 -ed egli confondeva tutti. E questi rodendosi di livore e trattolo in disparte lo lapidarono. Un santo giovinotto custodiva le vesti del martire. Stefano pregò in ispecie per Saulo e volgendo poi il guardo in alto vide i cieli aperti. Vide ed [26] entrò. Beato l'uomo al quale sono aperti così i cieli!
6. Or Saulo, munito di lettere dei capi del popolo, veniva per distruggere i seguaci di Gesù nazareno, ma sulla via di Damasco una nube l'arresta e un fulgore l'acceca e una voce lo conquide che diceva: “Saulo, perché mi perseguiti?” Ed egli: “Parlate, o Signore”. Continuò Dio così: “Tu sei vaso di elezione mia; or va da Anania che ti guarisca e predica poi il mio nome alle genti”. Saulo fu convertito in Paolo. San Luca che gli tenne dietro ne scrisse in parte le opere.
Compagno a Paolo era Barnaba. Avevalo detto lo Spirito Santo: “Sceglietemi Paolo e Barnaba per l'opera alla quale io li ho assunti”. Ad Iconio Paolo converte Tecla, che si rese forte a tutte le insinuazioni, intrepida in tutte le minaccie, costante alla prova di tormenti atti a cagionare la morte. Paolo predicava con eloquenza la parola di Dio che sentiva in cuore.
In Listra14 recavano dinanzi a Paolo ed a Barnaba buoi inghirlandati per offerirli in loro sacrificio come a due dei. Stracciossi le vesti Paolo per alto orrore e Barnaba con lui, finché li ebbero ridotti a senno migliore.
Un angelo avverte Paolo esser voler di Dio che passi alla Macedonia, ed egli vi accorre e predica in Tessalonica ed a Filippi e vi opera prodigi, come a Troade ed a Napoli, dove di seguito annunziò la parola di salute. Caccia il demonio dal corpo di una serva, Lidia, che in casa del proprio padrone procacciava non lieve guadagno mediante la comunicazione sua con gli spiriti15. Per questo a Paolo è mosso lamento e - 135 -vien flagellato, ma egli si difende dinanzi ai giudici con dire: “Come poteste infliggere [27] questo castigo a me che sono cittadino romano?” E vuol che sieno rispettati i diritti suoi.
Al predicar di Paolo avvenivano soventi sollevazioni, ed egli riparava altrove o ne sosteneva l'impeto. Per due anni fu in carcere a Cesarea. I giudei volevanlo morto a qualsiasi costo; Paolo si difendeva avanti i tribunali raccontando semplicemente la storia di sua conversione e la mission che Dio avevagli affidato. Lo dicono di statura mediocre, calvo nella fronte, con naso dolcemente ricurvo.
L'apostolo terminò con dire: “Son cittadino romano, voglio che mi giudichi il tribunale di Roma”. Fu dunque avviato a quella capitale per la via di mare. Quando una burrasca furiosissima tenne tutti in angustia, Paolo confortavali con dire: “Nessun di noi perirà”. Per quattordici giorni non mangiarono. Finalmente la nave diede nel secco di sabbia e i naufraghi ripararono a Malta, dove gli isolani apprestarono pane e fuoco. In riscaldarsi accadde che una vipera s'avvolgesse alla destra di Paolo, onde gli isolani sclamavano: “Tristo e peccatore costui, ché ributtato dal mare è ora avvelenato dalla serpe!” Ma scorto che non ne risentì male veruno, presero ad ammirarlo come santo. Pervenuto a Roma si difese come in Cesarea, e dopo due anni di carcere fu messo in libertà ed egli posesi <a> predicare il Vangelo di Gesù Cristo.
Stando in carcere molte lettere egli scriveva ai cristiani delle diverse città, ed a quei di Corinto per eccitarli alla continenza. Era ivi un incestuoso. Paolo fece pregare per lui, lo ammonì, lo separò perché confuso si ravvedesse, ma tutto fu vano. Allora Paolo scomunicollo.
Agli stessi corinzii scrive per esortarli a cessare dissensioni e ad unirsi in un cuor solo con la carità di Gesù Cristo. Insinua collette a radunarsi[28] per i poveri cristiani di Gerusalemme. Altre lettere indirizza ai cristiani di Efeso, di Tessalonica, di Filippi, di Colossi, che come le Chiese di Smirne e di - 136 -Gerusalemme erano le principali costituitesi. Furono di poi quelle chiamate Chiese metropolitane.
Molto ebbe a soffrire Paolo nel suo apostolato. Scrive egli stesso che sovente fu in carcere e più sovente in pericolo della vita. Cinque volte fu flagellato dai giudei, tre volte battuto colle verghe dai gentili e una volta lapidato; tre volte fece naufragio e molti pericoli incontrò nei fiumi, sui mari, nei deserti, nelle città, per parte dei ladroni, dei giudei, dei gentili, dei falsi fratelli. Il Signore per dargli conforto lo elevò in estasi ammirabile fino al terzo cielo, ma più che nei favori celesti Paolo gloriavasi nei patimenti sostenuti per amore di Gesù Cristo, per affetto al quale egli offerivasi ad ogni sorta o di tormento o di confusione.
Il Signore era con gli apostoli suoi. A Samaria Filippo predicava e gli infermi guarivano. Lo Spirito del Signore gli dice: “Va innanzi e accostati a quel cocchio e parla”. Era là l'eunuco della regina Candace che leggeva i libri di Isaia e non li intendeva. Filippo lo istruisce e lo battezza e lo manda predicatore fra' suoi.
In Samaria accadde che un Simone Mago attentasse con danaro per comperare doni spirituali di far miracoli. Non ottenendo, si affidò al diavolo e con l'aiuto suo operò cose mostruose fino a Roma, dove stando nel largo di una via e alla presenza di Nerone e di gran popolo promise <di> elevarsi in alto. E già equilibravasi nell'aere, quando l'apostolo Pietro ruppe l'incantesimo con il segno di croce. Simone precipitò e con le sue cervella imbrodolò le vestimenta dello stesso Nerone. L'imperatore tolse allora a perseguitare i maghi.
7. [29] In seguito Nerone scatenò un'orribile persecuzione anche contro ai cristiani, dicendoli autori dello incendio di Roma e superstiziosi adoratori di un nazareno crocefisso.
Pietro fugge per conservarsi in pro dei fedeli, ma di notte gli compare Gesù in atto di riprendere la via del Calvario, onde Pietro rientra in città e ponesi <a> confortare tutti. Scrisse quasi testamento un'ultima lettera, in cui premunisce i fedeli d'allora contro l'eresia dei gnostici, apparsa testé, e avvalora altresì i fedeli degli ultimi tempi che molto avrebbero dovuto patire contro agli scherni degli empi. Nelle lettere di Pietro, scrive lo - 137 -stesso protestante Grozio, è la forza e la maestà che ben si addicono al genio del principe degli apostoli.
In Roma in breve scorse a rivi il sangue dei cristiani. Nerone ammantavane alcuni con pelle di belva e facevali divorar dalle fiere. Altri coprivali di resina e li faceva ardere vivi, perché servissero di fiaccola a rischiarare ne' suoi giardini le tenebre notturne. Pietro fu incarcerato nella prigione Mamertina sotto al monte Capitolino. Stando in carcere, convertì ancor quei pagani che erano con lui e battezzolli con acqua che fece scaturire dalla roccia. Ai 29 giugno dell'anno sessagesimo <sesto>16 dell'era cristiana, e dopo 37 anni di apostolato, Pietro fu condotto presso al supplizio della croce. Or parendogli allo apostolo di non esser meritevole di morire come il suo divin Maestro, chiese ed ottenne di essere crocefisso con il capo allo in giù.
In quello stesso giorno il fedel compagno, l'apostolo Paolo, ebbe tronco il capo a breve distanza. Le loro anime salirono gloriose al paradiso. In vedere, i cristiani d'Italia o di Spagna e d'ogni regione nel mondo porgevano il capo alle scure per assicurarsi nella destra la palma del martire. [30] I pagani, invidiandone il trionfo, sclamavano alla lor volta: “Anche noi vogliamo il Battesimo di Gesù Cristo” e ricevutolo vivevano con fede e con pietà esemplare.
8. Odasi come ne parla una lettera scritta di quei dì a Diognete e riportata nelle opere di san Giustino martire.
“I cristiani, abitando nelle greche città o nelle barbare, seguono nel vitto e nel vestito i costumi degli abitanti, e con tutto ciò formano una società meravigliosa e veramente incredibile. Abitano le proprie città, ma come viandanti; hanno tutte le cose in comune con gli altri, come cittadini, e patiscono tutte le cose come pellegrini; ogni paese straniero loro è patria e la patria è loro come straniera; prendono moglie come gli altri e generano figliuoli, ma non li lasciano in abbandono; vivono in carne, ma non secondo la carne; sono in terra, ma hanno in cielo la loro conversazione; sono obbedienti - 138 -alle leggi, ma il loro tenor di vita è lungamente superiore alle leggi; amano tutti e sono da tutti perseguitati; sono condannati senza essere intesi; sono messi a morte e acquistano nuova vita; sono mendichi e arricchiscono molti; hanno bisogno di tutto e tutto loro sopravanza; sono ingiuriati e risplende tra le ingiurie la loro gloria; sono calunniati ed è reso omaggio alla loro virtù; sono insultati ed essi benedicono. Fanno il bene e vengono puniti, ed essi si rallegrano come d'un bene che loro venga fatto... A dir tutto in una parola, ciò che è l'anima nel corpo, sono i cristiani nel mondo. L'anima è dispersa per tutte le membra del corpo, e i cristiani il sono per tutte le città dell'universo... La loro dottrina non è altrimenti di questa terra. Il vero Dio, l'onnipotente, l'invisibile, fece discendere dal cielo la sua verità... Il Signore ha mandato loro il Salvatore, e questi è venuto come chi chiama e non come chi insegue. [31] Un giorno lo manderà per giudicare, e chi sostener potrà la sua presenza?”
Allora vedremo il filosofo umano di confronto con il filosofo cristiano. Chi apparirà salvo in quel dì? Dice il Signore: “Dal frutto suo conoscete la qualità dell'albero, se esso è sano od infetto”17. Ed or voi avete in un quadro dinanzi le opere del filosofo cristiano; scorgeste pure le opere del filosofo umano. A quale dei due siete per aderire?
1. Imperatori e filosofi pagani struggono i popoli e se stessi.
2. Gli apostoli predicano semplicemente e operano prodigi di salute in nome di Gesù e traggono le genti a seguire il Vangelo.
3. San Pietro in carcere è liberato dall'angelo. Predica ai gentili.
4. Primo concilio in Gerusalemme.
5. Primato di san Pietro e missione degli altri apostoli.
- 139 -6. Saulo è convertito in Paolo, che molto fatica e molto patisce per amor di Gesù Cristo.
7. Persecuzion di Nerone e martirio dei santi apostoli Pietro e Paolo.
8. Costumi santi dei primi cristiani.