Luigi Guanella: Opere edite e inedite
Luigi Guanella
Da Adamo a Pio IX (II)...
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DA ADAMO A PIO IX QUADRO DELLE LOTTE E DEI TRIONFI DELLA CHIESA UNIVERSALE DISTRIBUITO IN CENTO CONFERENZE E DEDICATO AL CLERO E AL POPOLO II

XXXVI. La Chiesa di Gesù Cristo sta

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XXXVI.

La Chiesa di Gesù Cristo sta

  1. [202] Quando scorgete lo scoglio che, percosso dai flutti di mare, li ribatte con ischerno e che esso se ne sta, allora ricordate la Chiesa di Gesù Cristo, che fondata su Pietro come sopra pietra angolare se ne sta inconcussa. Valga ad esempio in questo luogo la Chiesa che più gloriosa sorge sulle rovine degl'imperi per condurre i popoli alla civiltà cristiana.

  In Roma al pontefice san Sisto succedeva san Leone. - 284 -Questi tremante salì sul solio di Pietro, ma vi attese con tanta cura che divenne santo e gran santo. Perseguiva manichei, priscillianisti, pelagiani, nestoriani. Scrisse decretali per regolare le ordinazioni o dei vescovi o dei sacerdoti. Impose l'ob<b>ligo di denunziare gli eretici, proscrisse i libri apocrifi e regolò le giurisdizioni vescovili. Ai vescovi poi raccomanda di non essere facili a lanciare211 le censure ecclesiastiche. Regola altresì il giorno della Pasqua.

  <2.> Nella Francia poi erano chiaro lume alla Chiesa il vescovo di Tours san Brizio e sant'Ilario, che vedremo presiedere a molti concilii. Ilario volse gli occhi sopra Romano. Iscorse che questi con il fratello Lupicino operava miracoli, ed ei di subito lo costrinse a lasciarsi consacrar sacerdote212.

  San Germano di Auxerre, amico intimo ad Ilario, ritornava d'aver evangelizzato la Bretagna. Fu incontrato nella Francia come il rifugio di tutti gli infelici. Chiamato a Ravenna d'Italia, vi andò salutato da san Pier Grisologo, il vescovo di quella città. Fu altresì caro a tutta la corte sovrana. Entrato [203]nella città, gli ossessi strepitano, molti infermi guariscono e talun morto risuscita. La regina gli invia suoi doni. San Germano li fa distribuire ai poveri ed a Placidia rimanda in dono una scodella di legno con entro un pane d'orzo. Germano è assistito da sei vescovi che gli sono sempre a fianco, finché consunto dalle fatiche e dalla grave età sclama: “Al cielo, al cielo!” e prende commiato da' suoi.

  Con immensa pompa la salma fu trasportata in Francia, in quella che san Pier Grisologo si volle ritenere per memoria preziosa la cocolla e il cilizio di lui; Placidia si ebbe il reliquiario che portavasi al collo, e sei vescovi accorsi si ritennero il resto delle sue vestimenta. San Saturno si ebbe dal cielo avviso dell'arrivo delle reliquie di san Germano e le incontrò con pietà tenerissima. Sulla tomba del santo si operarono miracoli ancor maggiori che non si videro farsi da lui vivente.

  In Italia san Massimo, vescovo di Torino, e sant'Eusebio, - 285 -vescovo di Milano, si adunano in conferenza con 19 vescovi delle loro provincie e scrivono congratulandosi con san Leone dei trionfi della fede che quel pontefice seppe ottenere in oriente. In questa parte di mondo Marciano e Pulcheria erano il tipo della perfetta armonia fra la Chiesa e l'impero, ma troppo presto furono tolti alla gloria della sovranità, al bene dei sudditi.

  3. Fu tempo in cui Teodosio, monaco palestino, proferiva essere in Cristo due nature e due persone. Trasse in inganno ragguardevoli persone ed eccitò tumulti. San Gerasimo, costruttor delle laure213, che son celle destinate a religiosi di severa mortificazione, l'ammonì seriamente. E sant'Eutimio, incontratosi con Eudossia che favoriva il novatore, le parlò con minaccia, sicché tosto si ravvide.

  Genserico nell'Africa sperdeva i cristiani coprendoli [204]di patimenti infiniti. In una casa erano Massima, schiava, e Martiniano e Saturniano, fratelli. Il padrone volle che Massima si sposasse a Martiniano, ma vissero amendue in verginità, e fuggendo si ritrassero in un convento. Ricondotti, furono coperti di piaghe e poi esigliati a Capra-picta214. Quei confessori intrepidi sopra luogo dell'esiglio convertirono alla fede un popolo di barbari.

  4. Un Timoteo, chiamato Eluro215 (gatto) perché percorrendo di notte sovvertiva il popolo, eccitò in Alessandria tante discordie, che uccidendosi gli uomini, i superstiti dell'avverso partito mordean le interiora dei caduti. Timoteo riuscì a farsi crear vescovo e scomunicò poi e san Leone papa e il concilio di Calcedonia. Ma 60 metropolitani adunatisi in Costantinopoli deposero Timoteo per riporre sulla sede di Alessandria un degno successore dello apostolo san Marco.

  5. In Italia era un tremor di tutti perché l'imperator Antemio, venuto in rottura col generale Ricimero, già attendevasi una guerra sanguinosa, quando i milanesi dissero a Ricimero: - 286 -Inviate ambasciator di pace Epifanio di Pavia, ed egli otterrà riconciliazione”. Epifanio era giovine di trent'anni; il volto di lui irradiava di virtù come l'aspetto di un angelo celeste. Epifanio dunque si affrettò e Antemio in vederlo posesi <a> sclamare: “Impossibile è resistere alle perorazioni di tale ambasciatore”. In ritornare il vescovo di Pavia portò un gaudio ineffabile a tutti che l'attendevano con ansia. Sant'Ennodio, che gli succedé, ne scrisse di Epifanio quella vita austera e innocente e operosa che condusse sino alla fine.

  San Perpetuo ordinava concilii per regolare la disciplina ecclesiastica. [205] San Paziente, vescovo di Lione, liberava i popoli dalle tirannie degli ambiziosi. Con Paziente faticava sant'Eufronio d'Autun.

  E san Severino come un uomo calato dal cielo si mostrò nel Norico cinto da cilizii. Commoveva i ricchi a soccorrere ai mendici. Otteneva che il clero donasse pei poveri il decimo delle proprie rendite216. Una preghiera di Severino impetrava la pioggia alle arse campagne. Severino fondava monasteri a Passavia217 <e> con san Costantino di Laureac218 liberava i popoli dalle irruzioni dai barbari. Parlava con forbitezza la lingua del Lazio. Fu pregato a dire da qual paese e di qual famiglia egli si fosse. Severino sorridendo rispose: “Son della Chiesa di Gesù Cristo e me ne sto tranquillo”. La Chiesa di Gesù Cristo sta in eterno...

  6. Essa è l'asilo ad ogni infortunio. Nella notte del 7 all'8 giugno 459, all'atto che in Antiochia il popolo consumava, al dir di Evagrio, tali eccessi da vincere di gran lunga la ferocia delle stesse bestie, improvvisamente un terremoto rovesciò la maggior parte della città e in ispecie quella che dai più ricchi era abitata.

  Viveva ancor Simeone Stilita. Il popolo per 51 corse alla colonna del santo implorando mercé. Non altro scampo avevano che Simeone. L'austero penitente volgeva discorsi di - 287 -commiserazione e poi erigendosi a fiducia disse: “Compite tre giorni di digiuno, battete nel dolore i vostri cuori; Dio vi benedirà”. Quel popolo rincorato ritornò alla coltura dei campi, allo esercizio delle arti e del commercio.

  7. Pochi giorni di poi Simeone disponevasi <a> morire. Erano venute turbe di gente da tutti i paesi per assistere al suo transito che ormai reputavasi prossimo. Simeone si elevò e poi genufletté tre volte. Girò lo sguardo al cielo e poi l'abbassò tre [206] volte intorno e con la destra benedisse al popolo e al mondo. Si percuoté tre volte con il pugno nel petto, di poi posando il capo sulla spalla d'un discepolo spira soavemente.

  Fu un grido di commiserazione in tutti gli astanti. I sacerdoti piangevano in lui la perdita d'un fermo appoggio, i peccatori un rifugio, gli orfani un sostegno, gli sciagurati un riparo. Tutti ne volevan la salma benedetta. Ma quei d'Antiochia supplicarono: “La città nostra è rovinata, dateci a noi, i più sciagurati di tutti, il corpo di san Simeone, che ci sarà pegno di salute”.

  Ardaburio, benché ariano, venne <ad> accompagnarlo alla testa di sei mila soldati con ventun conti, con tribuni e patrizii. Il vescovo Martirio venne a capo de' suoi sacerdoti. Seguivano turbe di monaci. Non fu mai veduta adunanzanumerosa. Schieratasi in processione, arsero fiaccole innumerevoli e incensieri e per più giorni in Antiochia proseguirono funerali pietosissimi. Intanto presso alla salma di Simeone si ottenevano ad ogni grazie prodigiose. Gli antiocheni e il mondo tutto guardando all'ara di un santo sospiravano con affetto: “Ecco una rocca di salvezza”.

  8. Daniele Stilita da Mesopotamia, offerto a Dio avanti nascere, giovinetto venne ai piedi di san Simeone, il quale scortolo gli impose la destra sul capo prenunziando di lui un glorioso patire. Daniele si trasse a vita romita, fu superiore di monastero, ma non reputandosi a bastanza unito a Dio venne in Palestina e come sant'Antonio entrò egli pure in un tempio d'idoli abbandonato. Si chiuse entro, non lasciando che un pertugio per ricevere uno scarso cibo. Il demonio appariva in mille orrende figure e Daniele combatteva. Invidiosi l'accusarono - 288 -altresì al vescovo Anatolio, dal quale poi riconosciuto fu lasciato in pace.

  [207] Allora volendo imitare san Simeone, elevò due colonne e altra più alta nel vertice di queste. Circondò quest'ultima d'un cancello di ferro e vi collocò una casetta senza tetto a guisa di botte scoperchiata. Ivi rimase fino a 80 anni. Su quella fu ordinato sacerdote per tante istanze che gliene fecero e vescovi e imperatori. Di ascoltava i prieghi che gli dirigevano. L'imperator Leone ottenne un successore al trono. Condusse a<i> piedi della colonna il barbaro capitano Edrane219 e Gobaze, il barbaro re dei lazzi, e disse: “Ecco la più alta meraviglia del mio impero”. Daniele gridavasi peccator miserabile. Rivolto poi a Costantinopoli, disse che pregassero e si ravvedessero perché un grave castigo li minacciava. Non ascoltarono, e di repente un incendio vastissimo distrusse otto quartieri e minacciava <di> invadere tutta la città. I costantinopolitani si affrettavano a Daniele, il quale li confortò dicendo: “Doletevi e fate penitenza, ché l'incendio si estinguerà”. San Daniele col suo esempio predicava ai greci ed ai barbari. Con la parola e con l'esempio volgevasi all'oriente ed all'occidente per dire a tutto il mondo: “Solo la Chiesa sta. Nella Chiesa di Gesù Cristo è salute”.

Riflessi

1. La Chiesa sta sopra scoglio inconcusso. San Leone papa.

2. Sant'Ilario, san Brizio, san Germano, san Pier Grisologo, san Saturno, san Massimo, sant'Eusebio.

3. Teodosio ereticante ammonito da san Gerasimo e da sant'Eutimio.

4. Timoteo eccita sedizioni in Alessandria.

5. Sant'Epifanio libera l'Italia da grave minaccia. San Perpetuo, san Paziente, san Severino.

6. San Simeone Stilita.

7. Morte e funerali di san Simeone.

8. Daniele Stilita.





p. 284
211 Originale: lasciare; cfr. Errata corrige.



212 Originale: vescovo; cfr. Rohrbacher IV, p. 581.



p. 285
213 Originale: lauree.



214 Originale: Caprapieta; cfr. Rohrbacher IV, p. 703.



215 Originale: Elsero; cfr. Rohrbacher IV, p. 709.



p. 286
216 Originale: vendite.



217 Originale: monasteri ed a Passavia; cfr. Rohrbacher IV, p. 750.



218 Originale: Laurea; cfr. Rohrbacher IV, p. 750.



p. 288
219 Originale: Edrame; cfr. Rohrbacher IV, p. 735.



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