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DA ADAMO A PIO IX QUADRO DELLE LOTTE E DEI TRIONFI DELLA CHIESA UNIVERSALE DISTRIBUITO IN CENTO CONFERENZE E DEDICATO AL CLERO E AL POPOLO II XLIX. Il figlio intrepido di una madre santa |
XLIX.
Il figlio intrepido di una madre santa
1. [326] Un figlio virtuoso è l'onore ed il sostegno della madre sua. Benavventurata la madre nostra, Chiesa santa, quando abbia figli intrepidi per affidarsi loro come a difensori - 393 -fedeli. Figliuolo benevolo della comune madre fu tra gli altri Carlomagno, che però meritossi appo la Cristianità il titolo di grande. Vediamo come ciò avvenne e allettiamo i cuori nostri.
2. Figlio di Pipino re di Francia, Carlo attese al buon esempio dei genitori quando nel 756, sui Campi di maggio, il re padre adunava conferenze dei primati e dei vescovi per istituire opere di beneficenza, per regolare la disciplina e prosperare la cristiana pietà. In questi congressi sant'Otmaro si lagna con Pipino che due conti alemanni avessero usurpati beni della sua Chiesa. In questi san Crodegango390 riordina 34 articoli per adunare i canonici a convivere in modo claustrale.
Carlomagno udì che il pontefice Stefano ii salutando Pipino chiamavalo nuovo Mosè, nuovo Davidde, perché invitatolo a difesa della Chiesa contro agli sforzi di Copronimo o contro agli attentati di Astolfo e di Desiderio, aveva prestato generoso soccorso.
Nel 757 Paolo, succeduto al fratello Stefano pontefice, scrisse parimenti in lode a Pipino; introduce in quella Cristianità il canto gregoriano e scambia doni con il sovrano.
Erano avvenute più volte gare di partito nella elezione del pontefice. Ne vennero delle gravi alla [327] nomina di papa Costantino. Per questo i vescovi adunati in concilio decretarono che il pontefice si eleggesse quinc'innanzi fra i cardinali sacerdoti o diaconi. Fissarono poi canoni per tutelare in ciò appieno la libertà della Chiesa.
Carlomagno poneva attenzione a questi esempi buoni e disse: “Voglio io stesso farmi difensore di Chiesa santa”. Al re Pipino era succeduto lui, Carlomagno, ed il fratello Carlomanno. Quest'ultimo parve discordare, ma Bertrada, la madre, parlò; Carlomagno porse benevolo orecchio e conchiuse: “Siamo fratelli, accordiamoci con benevolenza e porgiamo alla nazione un buon esempio di cristiana concordia”. Carlomanno morì poi nel 771, lasciando da Gerberga due figliuoletti.
3. Or accad<d>e che Desiderio, re d'Italia, attendesse a due - 394 -cose. Provossi di sposare una figlia dei discendenti di Carlomagno, per ristaurare di poi sotto suoi auspici il regno dei figli di Gerberga391. Il pontefice Stefano scrisse a Carlomagno avvisando che già Desiderio attendeva per aggrandire ai danni della Chiesa e del regno franco.
Carlomagno era occupato nella guerra contro ai sassoni, che distorre voleva dal culto di Marte e di Saturno e rischiararli della luce del santo Vangelo. In questo frattempo Desiderio muoveva alla volta di Roma, gridava che gli consegnassero il pontefice e intanto saccheggiava nelle campagne. Adriano, piissimo e dotto pontefice, sollecita Carlomagno, il quale valicate la Alpi e percorsa l'Italia entra in Roma fra le acclamazioni dei vescovi e del popolo, che in coro di giubilo sclama<no>: “All'eccellente Carlo, coronato da Dio, grande e pacifico re dei franchi392, dei longobardi e patrizio dei romani, vita e vittoria!” Il pontefice accompagnava i trionfi dello imperatore celebrando quando in questa e quando in quella chiesa della città. Da Roma Carlomagno scese a Pavia, condusse [328]prigioniero Desiderio e accompagnollo in Francia.
4. Più volte Carlomagno continuò la guerra contro ai sassoni. Vitichindo, lor duce, cadeva vinto, ma non avvilito. Finché persuaso dalle parole dei missionari venuti da Francia, egli stesso si travestì da mendico e venne alla chiesa. Scorse mirabile cosa all'ora dei santi misteri. Mentre i cristiani si comunicavano, vede un celeste fanciullo che a molti accostavasi in modo festante, ad altri veniva ritroso. Carlomagno vide che era innondato di gioia e di luce vivissima. Onde datosi a conoscere - 395 -sclamò: “Io sono Vitichindo, eccomi cristiano e suddito vostro”. Carlomagno abbracciollo, mandò vescovi e missionari ad evangelizzare la Sassonia. Scrisse al pontefice per invitare tutta la Chiesa a renderne grazie allo Altissimo. Carlomagno, seguendo l'esempio di Pipino il padre, aspirava ad estendere la fede fra molti popoli. I cattolici di Spagna erano malamente perseguitati dai saraceni. Carlomagno incontrò i seguaci di Maometto e li spinse in rapida fuga fino a Saragozza.
Nel 779 invadeva<no> una carestia ed una mortalità desolante. Carlomagno, congregati i vescovi, ottenne che tutti i sacerdoti celebrassero tre sante Messe, che i laici digiunassero per due dì, che i ricchi mantenessero quattro poveri fino alla mietitura, che i possidenti donassero almeno cinque soldi ai poveri.
Teofane, che maritato visse in perfetta continenza, tracciò un Compendio di storia universale, che fu poi continuato da Giorgio393. In questo sono descritte le opere di Carlomagno.
5. In seguito al concilio di Nicea, alcuni tradussero i canoni di quell'assemblea, ma sì malamente che erano incorsi veri errori. In conseguenza di ciò a Francoforte fu adunato un consesso [329]di vescovi nel quale furono discusse questioni domestiche. Furono scritti i Libri carolini, che sono la materia delle discussioni avvenute.
6. Altra gloria di Carlomagno è la vittoria ottenuta sul popolo degli unni. Questi, che 300 anni addietro avevano saccheggiata Roma, ancor conservavano le cose preziose trasportate. Carlomagno le adunò per quanto poté e le riconsegnò alla città del sommo pontefice. In una sala del palazzo pontificio è tuttora un quadro disegnato in mosaico nel quale si rappresentano san Leone pontefice, san Pietro che a Carlomagno porge uno stendardo con sei rose, portante questa iscrizione: “Nostro signore il santissimo papa Leone a re Carlo - 396 -nostro signore. Beato Pietro, concedi vita a papa Leone e vittoria a re Carlo”.
7. Nel 799, in giorno di sediziosi tumulti, una fazion di scellerati posero le mani addosso al pontefice, attentandogli gravissima ingiuria. Il pontefice miracolosamente scampò da morte. Contristaronsi tutti i buoni. Carlomagno da Germania già muoveva alla volta di Roma, quando egli stesso il pontefice venne al re in Paderbona394. Mossero ad incontrarlo il sovrano Carlo con esercito d'onore e Pipino, figlio e re d'Italia, che si schierò dinanzi a lui con cento mila soldati. Carlomagno porse doni magnifici a san Pietro, diede in regalo la montagna e la chiesa di Eresborgo, diede la stessa provincia di Sassonia dicendo: “Questo popolo, che è conquista di Gesù Cristo, non paghi altro tributo allo infuori che alla Chiesa del divin Salvatore”.
Altra volta accadde che a san Leone si accagionassero colpe non leggiere. Sclamò Carlomagno e con lui tutti i vescovi: “La prima sede sol Dio la giudica”. Rispose papa Leone: “Ed io seguendo il costume de' miei predecessori giuro da questo luogo di verità che sono innocente dei delitti che [330] mi si attribuiscono”. Il popolo, i vescovi, l'imperatore applaudirono cantando inni di ringraziamento allo Altissimo.
8. San Leone prese occasione della venuta di Carlo a Roma per ristaurare l'impero d'occidente. Dopo la Messa solenne, san Leone tolta una corona la impose sul capo al sovrano, dicendo: “A Carlo, augusto, coronato dalla mano di Dio, grande e pacifico imperator dei romani, vita e vittoria”. Dopo ciò gli conferì la sacra unzione. In Roma e in tutto l'impero si mossero feste di tripudio altissimo. Furono coniate medaglie con questa iscrizione: “Renovatio romani imperii”.
Carlomagno, che non si attendeva tanto onore, ne mosse dolce lamento a san Leone. In segno poi di affetto regalò alle chiese di Roma il meglio che poté di calici e di vasi d'oro fregiati di pietre preziose. In questo modo Roma acquistò in gran parte quello che i barbari già le rapirono.
- 397 - Così è vero che un dabben figliuolo nella Chiesa è atto a rimarginare le ferite e confortarne il cuor della madre, angustiato dai maltrattamenti e dalle lacerazioni che le attentano talvolta i figli snaturati.
1. Un figlio virtuoso è l'onore ed il sostegno della madre sua.
2. Carlo attende agli esempi buoni di Pipino, il padre.
3. Difende il pontefice contro il re Desiderio.
4. Converte Vitichindo e con lui la Sassonia alla fede. Ciò che fu Carlo in tempo di contagio.
7. Difende il pontefice in Roma contro un drappello di sediziosi.
8. Carlo è incoronato imperator dei romani.