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DA ADAMO A PIO IX QUADRO DELLE LOTTE E DEI TRIONFI DELLA CHIESA UNIVERSALE DISTRIBUITO IN CENTO CONFERENZE E DEDICATO AL CLERO E AL POPOLO III LXV. Lotte |
LXV.
1. [22] Siamo pervenuti a vista di un campo nel quale scorgonsi in meravigliosa guisa le lotte ed i trionfi. Facciamoci d'accosto che nel combattimento sono i crocesegnati, i nostri fratelli, i quali hanno fisso nel cuore questa risoluzione: "Vincere o morire per liberare dalle profanazioni il santo sepolcro di Cristo". Scorgeteli quanto son numerosi! Sommano ad un million di combattenti. E di quante varie nazioni! Sono venti popoli di linguaggio e di costumi differenti, adunati da ogni regione dell'occidente. Dopo l'adunanza del genere umano prima della dispersion dei figli di Noè dalle pianure di Sennaar21, non si vide giammai più numerosa moltitudine di popolo. Carlo Martello e Carlomagno avevano già posto illustre esempio in maneggiare la propria spada a difesa della fede. Ora i figli dei due Carli ne proseguono le illustri imprese. Il grande avvenimento ebbe questi umili principii.
2. Pietro, eremita d'Amiens, personaggio di fede, grande di mente, intrepido di cuore, era venuto in visita di Terra Santa e, ahi dolorosa vista!, scorse che la gente musulmana, manomettendo ogni cosa sacra, aveva portato l'insulto nel tempio santo e allevavano lor mandrie di cavalli presso al santuario- 541 - del Santo Sepolcro. In Gerusalemme, Simeone patriarca mesceva le sue lagrime con i gemiti del pietoso pellegrino, quando Pietro come inspirato disse a Simeone: "Porgetemi vostre lettere; con queste e con la parola che Dio moverà dal mio labbro io parlerò al Vicario di Gesù Cristo in Roma, e per esso spero <di> [23] poter parlare ai vescovi, ai principi, ai fedeli d'occidente. Noi verremo in formidabile esercito e libereremo Terra Santa. Guardiamo all'alto".
Dopo ciò Pietro partissi e fu ai piedi del sommo pontefice Urbano ii. Il supremo gerarca della Chiesa ascoltò con emozione i discorsi del pellegrino e il benedisse perché incoraggiasse pure ad una santa impresa i cristiani fedeli dell'occidente.
Pietro venivasi in figura di un santo. La compunzion di Pietro faceva lagrimare. Cavalcava un umile giumento. La folla di popolo che si faceva presso al passaggio di lui, non potendo tutti avere una memoria di un brandello delle sue vestimenta, strappavano un pizzico di peli dalla modesta sua cavalcatura.
Intanto <Urbano ii>22 indisse un concilio a Piacenza. Vi si adunarono dugento vescovi, quattromila ecclesiastici, trentamila laici. Erano come il popolo degli ebrei ai piedi del monte Sinai per ricevere la legge del Signore. Prassede, la sventurata moglie dello scomunicato Enrico, profittò per porgere lagnanze dei mali trattamenti che gli usava il consorte suo. L'imperator Alessio Comneno, che a Costantinopoli era minacciato e dai turchi e dai cosacchi, si volse parimenti per avere a mezzo del concilio l'aiuto dei cristiani. Furono pure condannati gli errori di Berengario e quelli dei nicolaiti. Si trattò a lungo di Terra Santa e del modo di riparare agli oltraggi che in quella si facevano dai musulmani al Santo Sepolcro.
3. Però scorgendo Urbano che a tant'uopo era necessario altra adunanza, così indisse un generale concilio a Clermont e partì in cura della Chiesa alla volta di Cremona. Il re Corrado seguivalo a modo di umile scudiero.
- 542 - Intanto disponevansi al concilio di Clermont. Il vescovo Durando, in affaccendarsi con troppa cura in apparecchio dell'arrivo del pontefice, morì appena salutato Urbano. Convenivano ecclesiastici da tutte [24] parti. Si trovarono congiunti 13 arcivescovi e 400 vescovi con turba immensa di popolo. Era il mese di novembre. Padiglioni copiosi ergevansi nelle pianure di Clermont per alloggiare gli illustri arrivati.
I popoli d'Europa erano gagliardi ai combattimenti. Costretti a difendersi già contro ai barbari, erano ancor in presente nella necessità di difendere ciascuno la casa ed il podere proprio contro la prepotenza del vicino più forte. Giuravano quindi la tregua di Dio promettendo <di> rispettarsi a vicenda, sovrat<t>utto nelle stagioni più divote e nei giorni più solenni dell'anno, ovvero presso ai templi ed ai monumenti sacri.
Pietro Eremita parlò dunque il primo all'adunanza del concilio. Parlò poscia il pontefice e disse: "Non è meglio morire che tollerare i sacrilegi nella terra consacrata dai patimenti di Gesù Cristo? Doliamoci dei nostri falli e in accorrere il nostro affetto la vinca sopra la morte medesima. Combattete come i valorosi Maccabei. Chi avesse a cadere, ricordi che soffre o muore dove ha sofferto ed è morto il Salvator nostro. Chi accorre, è sotto la protezione del pontefice e di san Pietro. Avranno, pentendosene, la plenaria assoluzione delle proprie colpe. Vi accorra la gioventù gagliarda; i sacerdoti con il permesso dei propri vescovi e le donne medesime si accompagnino pure se il vogliono, per vincere o morire al fianco dei propri consorti".
4. Chiamavasi Via di Dio questa che i crociati seguivano23 per liberare Terra Santa. Ademaro vescovo di Puy fu il primo ad offerirsi e fu eletto capo spirituale delle armate. Protettrice dell'impresa fu invocata la Vergine immacolata. Raimondo, conte di Tolosa, fu eletto capitano fra i laici. Seguivano Ugo il Grande, fratello del re Filippo, prode ma alquanto ambizioso, indi Stefano di Chartres, Goffredo di Buglione duca di Lorena, con i fratelli Baldovino ed Eustachio.
- 543 - [25] L'ardore era indescrivibile in mezzo alle turbe e nei principi. D'un tratto sarebbesi potuto adunare sei milioni di uomini desiosi a combattere, ma furono ricevuti dapprima in numero di seicento mila, come gli ebrei quando uscivan dallo Egitto. Se ne aggiunsero di poi altri in numero di quattro cento mila.
5. Centomila si avanzarono come avanguardia, cristiani armati d'ogni nazione. Vi erano assieme molti vecchi, donne e fanciulli. Erano male in arnese, mal forniti d'armi e di danaro. Per vivere erano forzati a cercare limosine dai paesi cristiani. Gualtiero, loro condottiere, era chiamato Senz'avere perché nulla possedeva. Pietro d'Amiens fu eletto capo con Gualtiero stesso. Ma non valeva a contenere i disordini, le rapine, i saccheggi de' suoi crociati. Pervenuti alle rive della Sava e del Danubio, gli ungari ed i bulgari li trucidarono in numero copioso. Gli altri pervennero sotto le mura di Costantinopoli. Domandarono vittovaglie e furono accontentati, ma nondimeno si diedero alla ruberie nei campi ed al saccheggio sì malamente nelle città che i greci non poco ebbero a dolersene.
Teneva dietro altro esercito di dugentomila. Questi, persuadendosi che ogni lor peccato era perdonato e che in compenso di tante lor fatiche avessero ragione a rifarsi sull'altrui, non rispettavano più il confine del giusto e dell'onesto.
Gli ebrei avevano in loro mano i tesori in oro dell'Europa, e questi furono trucidati a Colonia, a Magonza, a Spira, a Treveri. Sforzavanli altresì a ricevere il Battesimo. Le donne ebree per non cadere nelle mani dei crociati buttavansi vive nei fiumi a morire.
Emicone con i suoi soldati strinse d'assedio Merseborgo e fu vinto e rovesciato. I greci nello intendere ciò ne mossero allegrezza. Emicone con i suoi superstiti giunse a Costantinopoli e si congiunse agli altri. L'imperatore feceli [26] condurre oltre il Bosforo, e questi si avanzarono fin sotto le mura di Nicea nella valle di Civitot. In questo luogo gli italiani, i lombardi, i tedeschi si separarono dai francesi, che dicevano intrattabili per la loro superbia. Incominciarono poi il combattimento con i musulmani che stavano sulle difese.
- 544 - Pugnarono da intrepidi, ma la forza non valse contro al numero. Rinaldo, condottiero fra' crociati, si diè ai turchi. Questo atto o di viltà o di tradimento gettò tanto scoramento che i cristiani amarono meglio perire sotto il ferro delle scimitarre turche che cadere schiavi e vinti nelle loro mani. In breve la valle di Civitot fu coperta da una catasta miseranda di cadaveri. Pochi cristiani poterono fuggendo riparare ai monti per condurvi vita raminga.
Erano periti in diversi scontri trecento mila crocesignati. In Europa si sollevarono da ogni regione preci vive e gemiti altissimi. Ma non si scorarono. Questi d'avanguardia eransi condotti imprudentemente. Or si muove il nerbo dei soldati valorosi e dei capitani più saggi, come vedremo tosto.
1. Campo dei crocesignati.
4. Capi che seguono la Via di Dio.
5. La spedizione d'avanguardia dopo molti stenti cade e si sperde a Civitot.