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LE GLORIE DEL PONTIFICATO DA ADAMO AL GIUBILEO SACERDOTALE DI SUA SANTITÀ IL PONTEFICE LEONE XIII II. Il sole del cielo sta, il pontefice del Signore non si muove |
il pontefice del Signore non si muove
[7] Eccoci dinanzi mirabile scena; è sì bella come un'anticamera di paradiso. Il sole del cielo che sta e il pontefice del Signore che non si muove giammai.
Il sole è astro materiale nel quale si distinguono un colore, un calore, uno splendore. Il pontefice è astro morale nel quale a meraviglia si distinguono le tre potenze dell'anima: intelletto, memoria e volontà.
Il sole materiale è astro massimo che s'aggira su se stesso in cammino di rotazione e di rivoluzione e il pontefice, astro morale nel mondo, è autorità massima che s'aggira in molteplici cammini ed è unico e massimo nella società degli uomini come il sole nel firmamento
Il sole è la vita della terra e il pontefice è la vita della società. Il sole ci è carissimo, ma non conosciamo ciò che desso è in sé. Oltremodo caro ci è il pontefice, benché gli occhi umani ne iscorgano a stento la dignità sublime.
Il sole dardeggiando su quella gocciolina che posa nel cavo d'una foglia vi descrive i sette colori dell'iride. E il pontefice fa scender dall'alto un raggio di divina grazia che in sulla terra fa apparire sette regali virtù, le quattro cardinali e le tre teologali, e in cuor del cristiano sette doni celestiali, i sette carismi dello Spirito Santo.
[8] Tutte le stelle e i pianeti e questa terra stessa, altro dei pianeti, percorre intorno al sole, dal quale riceve calore e luce, non altrimenti che tutte le podestà quaggiù s'aggirano intorno alla podestà del pontefice, dal quale tutte ricevono vita e splendore.
Grandissima è la distanza dal sole alla terra, e più estesa tuttavia è la distanza dal pontefice sommo al semplice fedele. Ma come il sole risplende nella terra, così il pontefice nel mezzo dei fedeli suoi. E come il sole scaccia poi di subito da sé il concorso di luna che s'attenta per ecclissarlo, così il pontefice - 952 -ogni potentato terreno che si provi per oscurare il trono di sua maestà.
Ammirabili cose avvengono quaggiù sotto l'azione del sole: due parti del globo sono acqua e l'una parte è terra, come delle genti tuttodì due parti sono rigenerate nell'acque di salute, mentre l'una giacesi quasi duro macigno. Quest'acqua stessa in forma densa costituisce i mari, in forma meno densa l'atmosfera che respiriamo intorno e quella altresì che non varremmo ad aspirare, stando all'alto oltre le nubi.
Sotto certe combinazioni un sasso di calce si scioglie e poi ritorna massa calcare. Quanti misteri nelle creature che Salomone descrisse, dall'edera dei muri ai cipressi del Libano! E poi hanno menti che pretendono <di> intendere tutti i misteri di Dio e del suo Vicario in terra!
Un agnellino è il più vezzoso degli animali quando nel prato smaltato di fiori si pasce e saltella per gioia e poi che si nasconde a nutrirsi entro al seno della propria madre. [9] O mia vezzosissima pecorina, Chiesa di Gesù Cristo mia madre! Io vo' esser tuo, quell'agnellino carolante che nel campo della Chiesa s'allieta festoso e poi che corre a nutricarsi presso al seno della mamma da cui sgorgano rivi di latte, il frutto della grazia che il Signore porge tuttodì e sino alla fine al suo pontefice, perché alla sua volta il buon padre facendolo scorrere, tutti si abbiano vita.
Il pontefice è grande ed io sono minimo, ma che nuoce se io gli posso essere figlio più diletto, come egli mi è padre amantissimo! Il sole del cielo sta, ed il pontefice del Signore non si muove giammai. Io sono ben guardato dal pontefice come dal sole che mi circonda, io sono felice.