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LE GLORIE DEL PONTIFICATO DA ADAMO AL GIUBILEO SACERDOTALE DI SUA SANTITÀ IL PONTEFICE LEONE XIII VIII. Gesù Cristo e il suo Vicario |
VIII.
Misuriamo coll'occhio nostro, benché debolissimo, l'intimità che è tra Gesù Cristo e il suo Vicario.
Il Padre Eterno disse al Figlio: "Sono quattromila anni che il più delle genti in terra pericolano, or tu discendi e salvale". E l'Unigenito, con immensa brama, mandò il Gabriele alla Vergine immacolata per dirle: "Siete contenta[26] di addivenire la madre del Salvatore?...". E avuta risposta che sì, il Verbo, del puro sangue della Vergine e per opera dello Spirito Santo Iddio, si adatta un corpo umano e l'informa di un'anima umana, e così compare Uomo Dio, l'infante divino del presepio, il pargoletto che fugge nello Egitto, il vero figlio della Vergine che obbedisce nella casa di Nazaret, il dottor delle genti che predica e converte nella Palestina, il Salvatore - 966 -che compare quasi verme e non uomo30, vittima assoluta nel corpo, nella robba, nella riputazione, nel cuore, nella mente tutta. Finché l'umanità morta scende nella tomba, ma la divinità che è in lui, quella divinità che suscitò Lazaro e più altri morti nel corpo, che suscitò l'adultera e più altre anime peccatrici nell'anima, quella divinità suscita da morte il corpo di Gesù e il fa poi ascendere al trionfo dell'ascensione in cielo. Nel medesimo tempo quella divinità fa sì che Gesù nel corpo, nel sangue suo, vero uomo e vero Dio, dimori con noi sino alla fin dei secoli nel Santissimo Sacramento dello altare.
Perocché Gesù Cristo rivolto a Pietro gli disse: "Tu mi ami ed io ti amo, epperò la terra che è mia io la consegno a te. A te il potere di perdonare i peccati quaggiù, a te il potere sopra il mio corpo divino, a te la podestà sopra il corpo dei fedeli che crederanno in me. E tu farai cose ancor maggiori di quelle <che> vedesti fare da me. In nome mio opererai più molteplici conversioni. Poiché così io voglio premiare quelle persecuzioni che il mondo moveratti, perché il mondo che ha odiato me odierà te pure. Ma non [27] temere, che io il mondo l'ho vinto ed a te darò il come vincerlo. In bocca tua porrò le parole a dirsi dinanzi ai tribunali. Infine tu stesso morrai per opera dei malevoli, perché è scritto che il discepolo non dev'essere sopra al maestro. Intanto tu sei Pietro e sopra questa pietra io edificherò la mia Chiesa, e le porte d'inferno non prevaranno giammai. Or tu sei il mio vicario, e nel tuo seno io aduno tutte le genti; tu le genererai alla mia fede ed al mio Vangelo. Porterai in tuo cuore le fragilità e le malizie degli uomini. Porterai in tuo cuore i patimenti ed il sangue dei milioni di martiri che soffriranno pel mio nome. Nel tuo cuore porterai il pericolo delle anime allo insorgere delle procelle d'eresie molteplici. Insomma, tu sei padre e patriarca della famiglia di tutta la terra, e tu adoperati che tutti sieno salvi. Tu sei padre universale e patriarca fedele, e il tuo cuore riceverà in gran copia il dolore e le consolazioni. Io ti ho fatto grande. Ed or tutti quelli che ti amano io benedirò. Ma se - 967 -uno t'offenda, chi tocca te sarà come toccare la pupilla dell'occhio mio, perché tu mi sei diletto ed io ti ho chiamato, e come il Padre eterno mi ama, ed io ti amo e fra il mio cuore e il tuo ben vo' che intima sia la congiunzione".
Qual linguaggio mai? E' il vero linguaggio della predilezione divina. Un sol Dio in cielo, un sol papa sulla terra, eccolo spiegato il gran mistero della perpetuità quaggiù della Chiesa di Dio.