Luigi Guanella: Opere edite e inedite
Luigi Guanella
Le glorie del pontificato...
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LE GLORIE DEL PONTIFICATO DA ADAMO AL GIUBILEO SACERDOTALE DI SUA SANTITÀ IL PONTEFICE LEONE XIII

X. Il martirio del padre e dei figli

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[- 970 -]

X.

Il martirio del padre e dei figli

  Crudissimo è il martirio del padre, quando uno ad uno gli martirizzano dinanzi i figli, ed egli che per ultimo è ucciso sovr'essi.

  Il sommo pontefice e padre universale san Callisto fu martirizzato così addì <12 ottobre>35 222, e come san Callisto, così - 971 -prima di lui e di poi quasi tutti i pontefici sommi dei primi tre secoli della Chiesa sostennero parimenti il martirio del sangue.

  Nel tempio che è allo ingresso delle catacombe di san Callisto leggesi: "E' questo il cimitero del celebre papa Callisto martire. Chiunque lo visiterà veramente contrito e dopo essersi confessato, otterrà l'intiera remissione di tutti i peccati pei gloriosi meriti di centossessantaquattromila santi martiri che quivi sono stati sepolti insieme a quarantasei vescovi36 illustri, tutti passati attraverso di gravi tribolazioni, e che per diventare eredi del regno del Signore hanno patito il supplizio della morte pel nome di Gesù Cristo".

  E più altre iscrizioni sui sepolcri di sant'Ermete, di sant'Agnese, di sant'Ireneo enumerano migliaia e migliaia di altri martiri santi. A Utica37 300 furono [33] consumati nella calce viva e si dissero "massa candida". In Alessandria molti ebbero tagliato il naso, le orecchie, le mani, poi furono messi a brani nel corpo. In Antiochia martirizzavansi a fuoco lento. In Mesopotamia erano pur soffocati da un legger fuoco, in Arabia venivano uccisi a colpo di scure, in Cappadocia rompevansi loro le gambe, nel Ponto si versava loro addosso piombo bollente. Una città della Frigia tutta intiera confessò Gesù Cristo e tutta intiera fu distrutta e gli uomini e le donne e i bambini passati a fil di spada.

  Atanasio, testimonio oculare, confessa che i cristiani si tormentavano anche per anni intieri colle unghie di ferro, colle verghe, colle torture, colla croce, con gli affogamenti.

  E il vescovo di Tmoide38, Filea, accenna nel medesimo tempo alla fierezza dei tormenti ed alla costanza dei martiri, dove scrive: "Chi potrebbe tutti noverare gli esempi di virtù che essi diedero? Imperocché conceduto essendo a chicches<s>ia di maltrattarli, ogni strumento era buono a percuoterli: pali, verghe, flagelli, correggie e corde. Ad alcuni eran - 972 -legate le mani dietro e poi confitti e stesi con ordigni sopra l'eculeo e ivi scarnificati con unghie di ferro, non solamente nei fianchi, come negli omicidi, ma sul ventre, nelle gambe e nella faccia; altri erano appiccati e sospesi in modo da far loro assaporare fino all'ultimo le agonie della morte... V'eran di quelli che dopo i tormenti eran messi co' piedi nel nervo fino al quarto pertugio, sì che erano costretti[34] di stendersi supini per non poter più reggere in piedi. Altri, gittati per terra, facean maggior pietà che nell'atto stesso della tortura per la quantità delle piaghe ond'erano coperti. Alcuni morivano in mezzo ai tormenti, altri posti in carcere semivivi finirono poco dopo di spasimo; altri divennero ancor più coraggiosi a sostener nuovi tormenti, per modo che quando è dato loro ad eleggere tra l'uscir liberi accostandosi ai sacrifici profani o l'esser condannati a morte, scelgono questa senza esitare, sapendo eglino esser detto nelle Scritture: Chiunque sacrificherà agli dei stranieri sarà sterminato".

  Il tiranno Traiano interroga il vescovo sant'Ignazio d'Antiochia così: "Sei tu quel noto demonio che non solo osi infrangere i miei ordini, ma che persuadi gli altri a far lo stesso, onde periscano miseramente?...". Ed Ignazio a lui: "Dai servi di Dio fuggono gli stessi demoni". E salutando i figli suoi soggiungeva: "Come Gesù Cristo nulla fece senza il Padre, così i fedeli niente facciano senza il proprio vescovo; seguite il vescovo come Cristo il Padre". Trascinato al supplizio, replicava Ignazio: "Solo adesso comincio ad essere discepolo di Gesù Cristo... Sia fatto il voler di Dio. Sono frumento39 di Cristo e devo esser macinato dal dente dei leoni, perché sia fatto pane degno d'esser presentato alla mensa dell'Agnello".

  Simeone40, il santo vescovo di Gerusalemme, fu martirizzato nell'età sua di 120 anni. Gli ebrei per castigo si ebbero la città eguagliata al suolo e fu perfin loro impedito di piangere. - 973 -I romani gridavano [35] poi loro: "Per gemere qui bisogna pagare, e se più volete piangere più pagate".

  Finché la sua volta venne anche per Roma pagana, che san Giovanni descrisse così nella sua Apocalisse: "E vidi una donna a cavallo d'una bestia di color di cocco, piena di nomi di bestemmia, che aveva sette capi e dieci corna. E la donna era vestita di porpora e di cocco e sfoggiante d'oro, di pietre preziose, di perle, e aveva in mano un bicchier d'oro pieno di abbominazioni e di immondezze nella sua fornicazione, e sulla fronte di essa scritto il nome: Misterio, la gran Babilonia, madre delle fornicazioni e delle abbominazioni della terra! E vidi questa donna eb<b>ra del sangue de' santi e del sangue dei martiri di Gesù... Ella è la città grande che regna sopra i re della terra"41.

  La sua volta venne dunque anche per Roma. I cittadini vi perirono fino a cinquemila di pestilenza in ogni . Molte città dello impero furono sobbissate in tremuoti. I persiani da oriente ed i barbari dal settentrione invasero oltre all'Eufrate ed al Danubio e distrussero le più popolose città. Nel breve giro di 150 anni, di alcune metropoli appena rimasero pochi abituri.

  E il pontefice del Signore intanto? Egli, il padre dei figli innocenti uccisi, grida come un desolato: "Vendica, o Signore, il sangue dei santi tuoi!"42. Il pontefice sommo, il padre anche dei figli scellerati, supplica e geme quasi un novello Salvatore in croce: "Padre, perdonate perché non sanno quello che si facciano!"43. E così il martirio del padre e dei figli vive e gloria al Signore.





p. 970
35 Per l'integrazione cfr. Rohrbacher III, p. 304.



p. 971
36 Originale: martiri; cfr. Rohrbacher III, p. 305.



37 Originale: Curubi; cfr. Rohrbacher III, p. 408.



38 Originale: Timoide; cfr. Rohrbacher III, p. 473.



p. 972
39 Originale: strumento; cfr. Rohrbacher III, p. 15.



40 Originale: Simone; cfr. Rohrbacher III, p. 9.



p. 973
41 Ap 17, 3-6.18.



42 Cfr. Ap 6, 10.



43 Lc 23, 34.



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