Luigi Guanella: Opere edite e inedite
Luigi Guanella
Le glorie del pontificato...
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LE GLORIE DEL PONTIFICATO DA ADAMO AL GIUBILEO SACERDOTALE DI SUA SANTITÀ IL PONTEFICE LEONE XIII

XVI. Il pontefice ed una parabola

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XVI.

Il pontefice ed una parabola

  In benedizione al pontefice, e per esso alla Chiesa di Gesù Cristo, viene la seguente parabola evangelica66.

  Una donna, la Chiesa, divide una quota di fermento, grazia dello Spirito Santo, in tre masse di pane, le tre parti del mondo, e così fa fermentare tutta la massa, il genere umano universo, finché divenga pane mondo, degno d'essere presentato alla mensa del Signore in paradiso.

  Il buon fermento, lo Spirito del Signore, è dunque nella - 988 -Chiesa, o sia nel rappresentante della Chiesa, e per mezzo di lui è il buono Spirito e la grazia del Signore nelle membra della Chiesa, come vedremo ancora in un quadro del secolo quarto.

  Accadde che in Roma il sommo pontefice Simmaco fosse fatto segno a crude calunnie. Il pontefice, quasi il divin Salvatore dinanzi alla piazza di Gerusalemme, se ne sta viva im<m>agine di dolore. I vescovi guardano a lui, ne hanno estrema compassione e gli si stringono alle ginocchia gridando: "Tu sei Pietro! La prima sede da niuno si giudica quaggiù!" La Chiesa ritiene per sempre in copia il buon fermento per condurre a matura santità i popoli della terra.

  [54] Con questo intendimento dugento vescovi d'oriente si indirizzano a lui, il pontefice sommo, il santissimo e beato patriarca di tutta la terra, perché nella sua potenza e bontà conservi il buon fermento di carità nei fedeli di Antiochia e di Alessandria, minacciati dai tumulti di cotal eretico e rivoltoso Fullone. In altro frangente di simil genere, duemila cinquecento vescovi dell'oriente si presentano al pontefice sant'Ormisda e gli gridano: "Salva l'oriente dal più terribile dei flagelli, l'apostasia; deh, salvaci tu che sei il Vicario del Cristo quaggiù!"

  In Africa era fulgidissima stella il vescovo san Fulgenzio, che ritenendo il buono spirito della Chiesa sapeva in copia effonderlo nei cuori altrui.

  Accadde che Unnerico, eretico e tiranno re, proponesse ai vescovi d'Africa così: "Orsù, siete contenti di soscrivere senza più la lettera che tengo fra le mani?" Risposero quelli: "Ci reputate dunque insensati?" Ed il re a loro: "Ebbene, io vi dannerò alla morte ed all'esiglio voi ed i cristiani vostri". Allora il vescovo Habetdeum, si incammina il primo sulla via del martirio, intanto che il vescovo Quodvultdeus dispensa le sostanze in soccorso ai poveri, in redenzione degli schiavi.

  Era il 465; Perosete67, il re di Persia, intima agli armeni pure una delle due: o la fede in Zoroastro o la morte. E - 989 -quelli rispondono: "La morte! La morte!" "Fingete almeno di credere", replica Perosete. E quelli soggiungono: "Mentire non è permesso giammai dalla fede nostra... Con qual diritto tu ti imponi alle coscienze nostre?... Orsù, come noi abbiamo buone ragioni[55] a difenderci, così abbiamo robuste le braccia". Entrano allora in combattimento e ne ottengono questo glorioso trattato di pace: "Giammai i persiani molesteranno nella fede gli armeni... Gli armeni saranno trattati con giustizia in ogni cosa... Il re medesimo di Persia si occuperà in persona delle cose di Armenia".

  In oriente pure, sollevati dal buono spirito della Chiesa, si avanzarono a sublime perfezione san Daniele Stilita che imitò le austerità di san Simeone68; i santi Eutimio e Saba fondarono monasteri di alta pietà, in quella che sant'Eugenio persuadeva che a salvare la Cristianità valgono sovrat<t>utto l'orazione, il digiuno e l'elemosina.

  In occidente erano fermento atto per impastare le masse del popolo sant'Avito, san Vivenziolo69, san Silvestro, sant'Apollinare, san Claudio, san Gregorio, san Prammatico, san Massimo, san Florentino70, non che i santi Brizio, Ilario, Germano, Ennodio, Perpetuo, Paziente, Eufronio, Severino, Mamerto.

  A Pavia sant'Epifanio, avendo soli 33 anni di età, era vescovoprudente fra i due partiti di Odoacre e di Teodorico e tanto caritativo, che da tutti era salutato come la gioia dei popoli, il fermo sostegno delle famiglie. Il vescovo Epifanio istruì poi Teodorico a presentarsi al popolobene così: "Vengo per esservi padre sempre, tiranno giammai". Il re chiamò poi intorno a sé i sommi filosofi Cassiodoro e Boezio, che essendo depositari fedeli di tutto lo scibile di quel tempo, presero a ben dirigere i passi del sovrano.

  [56] Dal buon fermento della Chiesa prese animo Clodoveo per abbracciarsi al santo vescovo Remigio e dirgli: "Apritemi pur la porta al paradiso che mi predicate". E dalla parola dei - 990 -pontefici vivi e dallo esempio dei pontefici defunti, san Martino a Poitù e sant'Ilario a Poitiers, Clodoveo divenne quasi inspiratore al genio di quei prodi che furono Carlo Martello, Carlomagno, Tancredi e Goffredo, in pro dei quali divenne volgare il motto Gesta Dei per francos, valendo talvolta il nome di Francia per quello di tutta Europa.

  Tanto vale una quota di buon fermento a cuocere una intiera massa di pasta, l'umanità. Oh, chi non si inchina a quella donna fortunata, la Chiesa, che appressandosi reca a ciascuno tanta porzione di buon spirito per cui divenga personaggio illustre e gran santo nella società dei fedeli!





p. 987
66 Cfr. Mt 13, 33.



p. 988
67 Originale: Perosite, ripetuto nel capitolo; cfr. Rohrbacher IV, p. 849.



p. 989
68 Originale: Simone; cfr. Rohrbacher IV, p. 733.



69 Originale: Vicenziolo; cfr. Rohrbacher IV, p. 940.



70 Originale: Fiorentino; cfr. Rohrbacher IV, p. 940.



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