Luigi Guanella: Opere edite e inedite
Luigi Guanella
Le glorie del pontificato...
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LE GLORIE DEL PONTIFICATO DA ADAMO AL GIUBILEO SACERDOTALE DI SUA SANTITÀ IL PONTEFICE LEONE XIII

XIX. Il pontefice sommo spregiato in oriente, lodato poi in occidente

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XIX.

Il pontefice sommo spregiato in oriente,

lodato poi in occidente

  Assalonne, lo sciagurato figlio di David, si ribellò al sovrano genitore e il nome e il sepolcro di Assalonne è tuttodì, come sarà sino alla fine, in maledizione dai popoli della terra. L'oriente seguì inverso al comune e santo padre, il Vicario di Gesù Cristo in terra, il tristo esempio del figlio rivoluzionario di David, e l'oriente n'ebbe in castigo fino ad oggidì il disonore della servitù e l'infamia dell'apostasia. E fino a quando, figliuolo sciagurato? Duolti del fallo tuo e ritorna, ché il padre ti ricerca con sì alti sospiri da lunga pezza!

  [64] Il trono di Costantinopoli era divenuto come l'ammazzatoio degl'imperatori, tante vi si commettevano dissolutezze e vi si consumavano atti di barbarie. Eraclio, che per un momento parve esser saggio, guadagnò sopra i persiani, ma perdette d'un tratto tutto quando, datosi in braccio a rabbiosa compagna, la superbia, pretese <di> imporsi al pontefice e comandargli.

  Successore a san Pietro in Roma era di questo tempo altro - 997 -pontefice santo, di nome Martino. <Costante, successo ad>82 Eraclio, con apparenza di ossequio invitollo a Costantinopoli. Ma pervenutovi, gli mise al collo un collare di ferro e intorno ai fianchi una catena; fecelo spogliare del pallio pontificale, indi comandò di strascinarlo così per le vie di Costantinopoli da un codazzo di ribaldi, gridando un carnefice: "Martino è condannato a morte!" Costantinopoli vide e non inorridì. Parve applaudire alla tirannia, perché condannato per tre mesi san Martino alla carcere e poi dannato all'esiglio nel Chersoneso, Crimea, ivi senza sollevare un lagno giammai, la città e l'impero lasciollo perire essendo l'anno 655. L'oriente insultò troppo sovente ai santi, i pontefici di Roma, e l'oriente alla sua volta soggiacque al servaggio dei barbari, i musulmani infedeli.

  Cotal Maometto, che nacque nel 530 nella Mecca, cresciuto tant'alto, chiamò entro di sé il Lucifero di superbia che l'indusse <a> gridare: "Oh, se io potrò farmi credere per poco un dio e imporre ai popoli che mi onorino come il gran profeta del Signore!" Si affrettò poi alla solitudine per farsi credere un santo e [65] intanto amalgamò un mostro di dottrina, un composto di ebraismo, di paganesimo, di Cristianesimo benanco, e venuto dinanzi alle genti incominciò <a> dire: "Questo libro che vi presento è il Corano, voce di verità e porto di salvezza a tutti quelli che credono in Dio e in Maometto profeta del Signore".

  Quei della Mecca il scacciarono, ed ei vi ritornò con un esercito di abissini e si fece tiranno delle coscienze gridando: "L'arcangelo Gabriele mi è apparso ed ei m'ha detto che mi suggerirà tuttodì il da farsi da me. Ed ora io grido che quello che è fisso in cielo per ognuno, non falla giammai. Orsù! Allah akbar83! Dio è grande, avanti colle scimitarre!" E piombò coi fanatici della nuova religione sopra i possessi di Eraclio al quale d'un tratto strappò Mesopotamia, la Siria, l'Egitto.

- 998 -  Nel 640 i maomettani furono sopra Alessandria e vi bruciarono la rinomatissima biblioteca, riscaldando coi volumi di quella per sei mesi i quattromila bagni della città. In compiere questo eccidio della scienza dicevano i turchi: "I libri di quella biblioteca o sono contrari al Corano, e sono a distruggere, ovvero concordano, e in tal caso il Corano basta esso solo per guida a tutti".

  I maomettani si fecero presso a Costantinopoli pure e per un momento furono soffocati in mare da certo Callinico, lo scopritore del fuoco greco, ma Costantinopoli venuta in ira al cielo perché ebbe trucidati i pontefici del Signore, la sventurata città in breve diverrà la sede dell'infedeltà ottomana.

  [66] Gli occidentali poi provaronsi verso al Vicario di Gesù Cristo ossequenti e si ebbero fino ad oggidì l'alto beneficio della fede e dei doni celesti.

  San Bonifazio pontefice sommo coll'esempio di sue virtù traeva innumerevoli a crescere nello studio della cristiana perfezione. La casa del pontefice era divenuta un copioso monastero di divotissimi ascetici.

  I popoli d'occidente si affrettavano a perfezione guardando al volto santo del pontefice sommo. Però approdarono così a santità eroica san Gallo, san Colombano, patriarchi di numerose comunità religiose, sant'Amato, san Fiacro, san Farone, sant'Audomaro, san Richerio, san Sindolfo, san Sulpizio, san Modoaldo, san Cuniberto, san Lupo, sant'Austregisilo, sant'Amando84.

  La Francia si veniva pure popolando di monasteri ferventi. Sigeberto ii85 re d'Austrasia governa col consiglio del ministro san Cuniberto, e Clodoveo ii di Neustria, sposo a santa Batilde, dirige col soccorso di sant'Audoeno e di sant'Eligio. San Clodolfo, sant'Amando, san Bavone si santificano nel cavo di un albero, come san Balderico86, sant'Uberto, san - 999 -Romarico in mezzo al mondo coll'esercizio della cristiana mortificazione.

  Nella Inghilterra sant'Osvaldo87, sant'Andrea, san Ceadda gettano sprazzi di luce celeste, come san Benedetto, san Leodegario, san Preietto88, san Lamberto, san Vilfrido89, san Filiberto, sant'Ansberto90, sant'Ermelando, san Leodegario, san Vilfrido91, san Cutberto, san Cedvalla92 e san Villebrodo.

  Santa Begga, la sorella di santa Gertrude, è la madre del re Pipino, il monarca devoto alla Chiesa di Roma.

  [67] Or non dubitate ché quando i musulmani superbi minaccieranno <di> invadere anche l'occidente, non dubitate che il Signore sia per abbandonare i figli rispettosi del suo Vicario. Un padre santo e molti figli pii sono atti a salvare dalla barbarie la più popolata parte del mondo.

  In oriente furono figli ingratissimi, e nondimeno il Signore nella sua immensa bontà, suscitò san Massimo e sant'Anastasio, confessori intrepidi, e san Sofronio che stando dal Calvario supplicava con molti gemiti al diacono Stefano così: "Fratel mio, siamo in questo Calvario, sul quale spirò Cristo in croce. Te ne supplico: affrettati a Roma con questo volume che ti porgo e mostra che Sergio di Costantinopoli sparge un'eresia novella, bestemmiando che in Cristo è una volontà sola. Con questo Sergio vuole ancora piantare un ferro nel cuore di Gesù Cristo".

  Ed il Signore per i buoni affetti di personaggi, benché pochi ma santi, non estinse affatto il lume della fede in oriente, ma vi lasciò qua e un faro di luce, una Chiesa cattolica unita di fede e di cuore alla Chiesa di Roma, mercé di che ancora potessero ottenere salute ad ogni ora gli uomini di buona volontà.





p. 997
82 Per l'integrazione cfr. Rohrbacher V, pp. 580-581.



83 Originale: Acbar; cfr. Rohrbacher V, p. 439.



p. 998
84 Originale: san Fiacro, san Faraone, sant'Audomaro, san Racherio, san Landolfo, san Sulpizio, san Medoaldo [...] sant'iAustresigilo, sant'Amando; cfr. Rohrbacher V, pp. 516-518.



85 Originale: Sigisberto III; cfr. Rohrbacher V, p. 605.



86 Originale: Baldorico; cfr. Rohrbacher V, p. 612.



p. 999
87 Originale: Oswaldo; cfr. Rohrbacher V, p. 629.



88 Originale: Proietto; cfr. Rohrbacher V, p. 658.



89 Originale: Valfrido; cfr. Rohrbacher V, p. 646.



90 Originale: Ausberto; cfr. Rohrbacher V, p. 671.



91 Originale: Vifrido; cfr. Rohrbacher V, p. 646.



92 Originale: Cedualla; cfr. Rohrbacher V, p. 713.



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