Luigi Guanella: Opere edite e inedite
Luigi Guanella
Le glorie del pontificato...
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LE GLORIE DEL PONTIFICATO DA ADAMO AL GIUBILEO SACERDOTALE DI SUA SANTITÀ IL PONTEFICE LEONE XIII

XLIV. I patimenti sono la gloria della Chiesa

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XLIV.

I patimenti sono la gloria della Chiesa

  [165] Credono gli avversari di umiliarla la Chiesa o di ucciderla con i patimenti, ma i patimenti sono la gloria e il trionfo della Chiesa.

  Da New York277 vennero a cagionare dolore alla Chiesa e guasto alle anime gli insegnamenti dello spiritismo, ma la Chiesa nel 1847 pronunciò: "Quanto poi all'applicare principii e modi puramente fisici a cose e ad effetti278 veramente sopran<n>aturali per felicemente spiegarli, è illusione da condannarsi e pratica <di> eresia".

  Nella Francia era il piissimo vescovo Gaume che sosteneva: "Abolite i classici pagani che sono fonte di errore e di mal costume". Al quale rispondeva Luigi Veuillot: "Correggetene semplicemente gli abusi". Saltò su terzo il Dupanloup a dire: "I vescovi son guidati non dai giornalisti ma dal pontefice - 1077 -". Pio ix alla sua volta parlò: "Non è questa quistione che convenga trattare di questo momento".

  Per contrario lo stesso pontefice nel 1847 intorno alla questione dei collegi misti nella Irlanda scriveva "studiato l'argomento da qualunque lato, essere collegi siffatti un vero pericolo e doversi, come nel Belgio, così nell'Irlanda istituire una università cattolica...". [166] Gli irlandesi vi s'accinsero e ottennero, presiedendone gli studi il celebre sacerdote Newman.

  Nel Messico erano il Comonfort279 ed il Juarez, che ricordavano in tutto fuori che nell'ingegno il Robespierre ed il Marat e compievano opere che assai rassomigliavano a quelle compiute da costoro nel 1793. Ma i cattolici alla prova mostraronsi intrepidi, sì che i protestanti d'America dolevansi che fosse "omai imminente una lotta tremenda tra la Chiesa cattolica romana, che vorrebbe annientare tutto affatto, e la Chiesa protestante". E duolsi il protestante Haward280 in ispecie che "i loro missionari son cristiani pel Battesimo e per la pratica buddisti"281; secondo282 il Taylor "i missionari protestanti perdono tempo e danaro".

  Pio ix nel 1855 creò le prefetture apostoliche di Islanda283, della Lapponia, di Groenlandia.

  Nella China fino al 1851 erano 19 vescovi, 109 missionari con 100 sacerdoti indigeni. Della fermezza di quei cristiani scrive il missionario Lahore: "L'uomo più nobile, se si converte, sarà subito decaduto e vile; gli stessi parenti ed amici il fuggiranno come cosa schifosa e corrotta...". E nondimeno migliaia a migliaia si affrettavano al martirio dicendosi gli uni agli altri: "Arrivederci in paradiso!...". Ed ai persecutori: "Fateci morire, ma non verremo meno alla religione del Signore del cielo". In essere perseguitati i cristiani moltiplicavano - 1078 -di numero, sì che da 100 mila nel 1848 ascesero a 130 mila e la China diveniva sempre più atta terra per germogliare cristiani forti.

  [167] Nella persecuzione dei cristiani in Cocincina nel 1857 straziavansi le vittime colle tanaglie, pestavansi a colpi di canna, a maggior sicurezza ordinandosi che si tormentassero i carnefici quando non facevano spicciare il sangue o non istrappavan le carni... Erano cercati a morte come bestie feroci... non più era possibile contare il numero dei martiri.

  Finché nel 1860 Francia ed Inghilterra ottennero che in Pechino284 si firmasse la pace, ma nel frattempo raddoppiavano di ferocia in massacrare i cristiani. Nel solo vicariato di Tong-King sedici mila di loro colsero gloriosa palma di martirio sotto il barbaro Tu-Duc.

  Nel Libano e nell'Antilibano i turchi, che aspiravano al governo di un sol pascialato, eccitarono nei drusi tanto odio contro ai cristiani che, sfogandosi <quelli> in furiosa persecuzione, scrive il Balan: "Nel 30 maggio 1860 i cristiani furono assassinati da ogni parte, i villaggi posti a piedi del Libano vennero messi a ruba, distrutti, incendiati. Vecchi e bambini furono scannati, squartati, fatti a pezzi; fanciulle e donne furono disonorate e poi uccise; uomini colle membra infrante erano abbandonati per le vie e per i campi a morire di spasimo o trafitti ed inchiodati agli alberi; villaggi incendiati in tre : ciò furono le prime prodezze...".

  Entro un bosco furono assassinati 1200 di loro. Presso Saida altri 300, dei quali 164 fra religiosi e suore, morirono da forti. I religiosi al collegio dei gesuiti si abbracciarono al santo altare e il difesero [168]fino all'ultimo... I turchi, che avrebbero dovuto proteggerli, li consegnavano ai drusi e aiutavano <a> massacrarli.

  Ai cristiani maroniti furono bruciati 42 monasteri e 32 ai greci uniti. In Damasco furono pure per un terzo martirizzati i 24 mila cristiani della città. Si accendevano bracieri per le pubbliche vie e vi si consumavano entro i cristiani vivi. - 1079 -I quali nello incamminarsi al martirio marciavano come incontro ad un trionfo. Si avverava in essi quello che si legge in santa Felicita che, trovandosi in carcere, dolevasi per duolo di parto e rispondeva: "Oggi io mi lamento come donna; nel martirio dello indomani la grazia di Gesù Cristo sarà più vivamente in me ed egli, il mio Signore, mi porgerà conforto valevolissimo".

  In questo senso nel luglio 1858 scriveva monsignor Melchior: "Iddio ci ha dato consolazione collo spedirci la testa del venerabile Diaz, trovata poco fa da alcuni pescatori e autenticamente riconosciuta. Io custodisco questa testa preziosa con quella venerazione che le è dovuta... Il padre Kien è stato decapitato, hanno insultato il suo cadavere; una quantità innumerevole di cristiani è nelle prigioni... Se questa lettera sarà l'ultima, ci rivederemo in cielo". Poco stante al vescovo Melchior furono troncate braccia e gambe, gli furono strappate le viscere ed egli come gli altri mostrò fermezza pari a quella dei primi martiri della fede.

  Ai 30 novembre 1860 scriveva pure il missionario Vénard285: "Il mio esiglio sta per finire, tocco i confini [169]della vera patria; la terra sfugge, il cielo si apre. Padre, madre, fratelli, sorelle, non mi piangete; vivete in pace questa breve vita, osservate la religione, tenetevi puri da ogni peccato; ci troveremo un giorno in paradiso e godremo della vera felicità in compagnia di Dio, di Maria immacolata, degli angeli, dei santi... Il prigioniero di Gesù Cristo vi manda a tutti l'ultimo saluto. Certamente fra pochi il mio sacrifcio sarà compiuto". Il Vénard fu decapitato addì 2 febbraio 1861.

  I soprav<v>issuti alle persecuzioni si affrettavano in traccia dei più miseri per aiutarsi a vicenda. Le suore di san Giuseppe curarono tutti i feriti del massacro del Libano in numero di 1700; raccolsero duemila orfanelli. A Beiruth le suore di san Vincenzo fecero da madre a quattromila poveri, a 600 infermi, a 150 orfani; vestirono poi molte migliaia di persone. I marinai francesi distribuirono nelle più gravi necessità - 1080 -10 mila razioni di pane ai più bisognosi. Onde gli stessi nemici, ammirandoalta carità, permisero che vi ritornassero sì i gesuiti che le suore del sacro Cuore e più altri religiosi e religiose. Per tal modo, in oriente come in occidente, i cristiani cantavano con godimento vivo che i patimenti sono la gloria ed il trionfo dei fedeli della Chiesa di Gesù Cristo.





p. 1076
277 Originale: Da New-Jork; cfr. Balan I, p. 906: «Nuova York».



278 Originale: affetti; cfr. Balan I, p. 909.



p. 1077
279 Originale: Cornanfort; cfr. BALAN I, p, 916.



280 Originale: Sirr; cfr. BALAN I, p. 952.



281 Diversamente in BALAN I, p. 952: «Grandissima parte dei creduti cristiani riformati sono cristiani solo per il Battesimo che hanno ricevuto, e senza difficoltà possono essere e dirsi nel tempo stesso buddisti e cristiani».



282 Originale: buddisti» che secondo.



283 Originale: Irlanda; cfr. BALAN I, p. 919.



p. 1078
284 Originale: Peckino; cfr. Balan II, p. 269: «Pekin».



p. 1079
285 Originale: Venard ripetuto nel capitolo; cfr. Balan II, p. 265.



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