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VISITA AD UN PERSONAGGIO ILLUSTRE SAN GIROLAMO EMILIANI NEL SUO EREMO DI SOMASCA III. Il padre degli orfani |
III.
La pietà è propria del genitore. Il pellicano quando vede venir fuori alla luce i suoi pulcini, si ferisce pietoso presso il cuore e ne fa uscire vivo il sangue, e intanto accenna:
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"Bevete, che il sangue mio è sangue vostro. Bevete e vivete".
L'uomo cristiano quando si scorge padre, si inchina amoroso sopra al corpicciuolo del bambino e dice: "La vita mia, o figlio, è vita tua".
Gesù, padre dei padri, morì sulla croce per i figli suoi.
Girolamo appiè della [12]croce del Salvatore pregò: "Deh, che una fiamma di quell'amore infinito che arde nel vostro cuore scenda ad infiammare l'animo mio... Il padre dei poveri desidero esserlo anch'i". Intanto una turba di orfanelli che errava perduta ascoltò questi prieghi. Accorsero all'Emiliani e gridarono con trasporto: "Voi siete dunque il padre nostro.
Caro padre! Il cielo vi benedica per sempre".
Camminava per Venezia una figura macilente, la miseria.
Presto seguì un monarca di spavento, il morbo contagioso.
Allora i padri e le madri cadevano spenti presso alle persone dei figli diletti. Girolamo misurò la vastità d'affetto di tanti padri e se l'addattò per sé. Vide la penuria di tanti figli e se la fece propria. Un'immagine piissima, la pietà cristiana, entrò nel cuore a Girolamo, la quale presto trasformò un nobile patrizio in un mendicante illustre.