Luigi Guanella: Opere edite e inedite
Luigi Guanella
Un angelo salvatore. S.Gottardo vescovo
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UN ANGELO SALVATORE SAN GOTTARDO VESCOVO (1882)

X. Priore ed abate per otto anni, poi vescovo

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X.

Priore ed abate per otto anni, poi vescovo

  Dice il Signore nel suo Vangelo che è molto meglio obbedire che comandare, che è meglio dare che ricevere, che bisogna desiderare gli ultimi posti e non mai i primi10.

  Un bambino lattante era in braccio alla mamma sua quando il popolo di Milano, raccolto nella chiesa, discorreva per eleggersi [21]un vescovo. Allora quell'infante, che non si era ancor sentito balbettare, esclamò con voce distinta: "A vescovo eleggete Ambrogio!". Questi, che in qualità di governatore civile trovavasi presente, tremò. Quando vide che il popolo con plauso proclamavalo11 tale, tosto fuggì e dimorò nascosto uno spazio di tempo, finché i milanesi lo rinvennero e costrinserlo12 ad accettare il vescovado.

  Gottardo ebbe lui medesimo sentore che volevanlo eleggerlo in priore e poi in abate e ne concepì senso di spavento.

Atterrito fuggì lui stesso, ma i suoi lo ritrovarono e tanto fecero e tanto dissero che finalmente accettò la sedia del priorato. Allora i religiosi del convento gli furono dattorno, si inginocchiarono dinanzi a lui dicendo: "Vi obbediremo a voi sempre come al Signor nostro. V'obbediremo tutti per riconoscenza alla pietà di padre che ci mostrate". Gottardo intanto si sprofondava nell'abisso della sua umiltà. Bellissimo a vedere! Vero è che chi si umilia è esaltato13. E qui non dico come Gottardo si mostrasse sempre padre amante. Pietosi e retti sono i superiori che hanno accettato il comando per ispirito di sacrificio.

  [22]Intanto addì 20 gennaio 1022 un velo di mestizia profonda venne a stendersi sulla Chiesa di Ildesia. Il vescovo

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Bernario14 era morto. Un lutto profondo occupò tutti. Ma poi un pensiero come una luce di paradiso li rasserenò. Tosto una moltitudine come un uomo solo gridarono: "Eleggiamo Gottardo a vescovo della Chiesa nostra". E vennero supplichevoli a' suoi piedi. Io non vel dico come Gottardo isvenisse per alto orrore. Se ne fuggì altra volta, e intanto porgeva supplica con lagrime a Dio a liberarlo da quel peso che è formidabile agli stessi uomini angelici. Intanto si facevano altresì pubbliche preghiere e private dei fedeli di Ildesia. Personaggi illustri nelle ecclesiastiche dignità gli si presentarono con fervore ardente. Venne lo stesso imperatore Enrico, che fu poi il santo, e disse egli medesimo: "Dio lo vuole che voi siate il vescovo di Ildesia, vorreste più a lungo contraddirgli". Gottardo trasse un profondo sospiro eppoi rispose: "Si faccia dunque il volere divino". E si sobbarcò al gravame delle cure episcopali.

  Pio ix, trovandosi carico della responsabilità delle anime nella Chiesa del divin Salvatore, fu veduto affacciarsi all'anfiteatro [23]romano e dire: "Questo che un giorno era il circolo in cui scorreva il sangue dei martiri, adesso è diventata la coppa che riceve le nostre lagrime". Un padre ed una madre che recano in cuore le cure per la famiglia sono spesso angustiati d'assai. Comprendetelo, se il potete, le sollecitudini nel cuore di un padre spirituale di tanti popoli. Guardate a Gottardo: oh come gemeva per la salvezza di tante anime e per quella di se medesimo!...

  Il divin Salvatore ancor bambino aveva in cuore piantato una croce e intorno una corona di spine. Divino infante, come siete ammirabile in atto di tanta pietà! Il cuore e la mente di Gottardo erano circondati da tormenti somiglianti, ed egli offerivasi tuttodì come vittima per la salute delle turbe alle sue cure affidate.

  Oh come volontieri s'obbedisce al superiore sofferente

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così! Il vescovo di Ildesia guadagnavasi il cuore di tutti. I popoli accorrevano sulle vie per le quali passava. Fortunati quando potevano salutarlo con acclamazione! Tenevano poi dietro a' suoi esempi come figli devoti al padre.





p. 36
10 At 20, 35; cfr. Lc 14, 8-10.



11 Originale: proclamavanlo; cfr. ed. 1930, p. 29.



12 Originale: costrinselo.



13 Mt 23, 12.



p. 37
14 In Vita sancti Godehardi, p. 508: “Anno igitur post incarnati verbi Dei mysterium MXXII [...] felicis memoriae Bernwardus, venerabilis nostrae Ecclesiae Antistes, ex hac vita ad perpetuam migravit”.



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