Luigi Guanella: Opere edite e inedite
Luigi Guanella
Un poverello di Cristo…
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UN POVERELLO DI CRISTO MEMORIE PER LE FESTE MONDIALI DEL SETTIMO CENTENARIO DALLA NASCITA DI SAN FRANCESCO D'ASSISI

V. Predicatore e maestro

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V.

Predicatore e maestro

  [16]Gesù Cristo predicava famigliarmente alle turbe in parabole, e le turbe attonite ripetevano: "Non abbiamo ancor ascoltato veruno a predicare come costui discorre"5. Intanto

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lasciavano di mangiare, lasciavano di dormire per udire il Messia salvatore. Questi si rivolse in più riprese ad alcuni di loro, gente barcaiuola ovvero del volgo, e disse: "Seguitemi"6.

Quelli non si volsero addietro a dare uno sguardo alle cose proprie. Lasciarono tutto e seguirono Gesù. Erano in numero di dodici, ma un d'essi fu poi traditore sacrilego. Intanto ebrei e pagani non finivano di ammirare la dottrina di Gesù Cristo ed i miracoli che operava per ogni conforto dei fratelli che languivano.

  [17]Publio Lentulo che a que' governava per i romani in Giudea, scriveva: "Potenti senatori, già da qualche tempo è in Giudea un uomo di straordinaria bellezza e di virtù singolare. Si chiama Gesù Cristo. Risuscita i morti, guarisce le malattie colla parola e colla imposizione delle mani. Grande di statura, ha portamento dolce e venerando, barba divisa sotto il mento, d'un biondo rossiccio e brillante come i capegli, i quali divisi alla sommità della fronte cadono inanellati sopra le spalle. Ha fronte spaziosa, occhi chiari e sereni e segnati di un rosso grazioso, naso e barba di perfetta regolarità. Maestoso, elegante e dolce nel medesimo tempo, così nel parlare come nelle maniere, fu visto piangere, ma ridere non mai"7.

  Come si può ridere in mezzo ad una valle di lagrime e fra peccatori i quali si dannano disperatamente? Francesco considerava egli medesimo queste cose e dolevasi in cuor suo. Volendo poi mettere qualche riparo, [18]si pose a predicare. Egli discorreva famigliarmente, e con severità manifestava le cose ultime che aspettano il cristiano oltre alla tomba. Fu tempo in cui il pontefice sommo mandollo <a> chiamare e disse: "Predicate altresì al collegio de' miei cardinali ed a me,

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ma ve lo raccomando, disponetevi per bene". Francesco studiò il suo discorso letteralmente, ma salendo il pergamo non poté ricordare una parola dello scritto suo. Invocò dunque il Signore e poi predicò come di costume quelle verità che il cuor gli suggeriva. Credereste? Quel discorso piacque tanto al pontefice ed agli altri, che d'allora in poi si chiamò a Roma, per predicarvi al collegio apostolico in ogn'anno di Quaresima, un discepolo di Francesco. La parola del predicatore nostro era spada a doppio taglio che illuminava la mente e commoveva i cuori.

  Fuvvi cotal Bernardo Quintavalle, il più ricco ed il più onorato fra i patrizi di Assisi. Fuvvi certo Egidio e poi un canonico in San Rufino di quella città, e [19]poi altri fino al numero di dodici che vennero a dirgli: "Che cosa abbiamo a fare per essere salvi?". E Francesco aprendo i Libri santi lesse: "Se vuoi essere perfetto, va, vendi tutte le cose che hai e dalle ai poveri. Andando a predicare non portatecalzamentatasca né altra cosa. Chi vuol venire dietro a me neghi se stesso, tolga la sua croce e mi segua"8. Quelli si esibirono allora discepoli a Francesco ed egli accettandoli disse: "Andiamo al Vicario del Signore in terra per iscoprire se ne sia contento Iddio nel cielo".

  Si recarono dunque pellegrini a Roma. Il pontefice, allora Onorio iii9, come se li vide innanzi mostrò di non curarsene e disse: "Arrivederci". Ma nella notte successiva il pontefice vede un uomo del volgo, che ponendosi a puntello sosteneva la chiesa laterana di san Giovanni. Osserva più attentamente e scorge che colui è Francesco. Al mattino lo manda a chiamare e lo benedice dicendo: "Voi e questi vostri [20]piccoli fratelli eseguite pure come il cielo vi suggerisce l'impresa del Signore".

 

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  Allora furono chiamati frati Minori i discepoli di Francesco. Aveva stesi 23 articoli per Regola del novello Ordine. Li ridusse semplicemente a dodici e feceli approvare dal Santo Padre. Dopo questo ritornò giubilante ad Assisi, dove fu ricevuto non solo come predicatore, ma come patriarca e come maestro di illustri discepoli. Però, come in quelli di Gesù, così in questi di Francesco vi fu un traditore. Certo Giovanni Cappello10 presto abbandonò l'Ordine, si diede in preda a malinconia ed a disperazione finché miseramente perì. Gli altri si sparsero poi a tutto il mondo e furono carissimi ai monarchi della terra. San Luigi re di Francia veniva in abito da pellegrino a visitarli in Assisi, e il pontefice Gregorio ix li domandava per consiglio.

  Francesco e i suoi si inginocchiarono a domandar grazia nella chiesa della Madonna degli Angeli e scrissero allo ingresso di quella così: "Haec est porta [21]vitae eternae". Lo che vuol dire: "Questa è la porta della vita eterna". Da quella chiesetta sono poi usciti uomini religiosi a far risplendere ovunque la luce del buon esempio. Sono usciti sacerdoti esemplari e personaggi apostolici che sparsero a tutti i confini della terra il seme della celeste dottrina. Settecento di loro sono giunti al vertice del Calvario ed hanno ottenuto l'onor degli altari. Noi ci chiniamo riverenti e supplichiamo: "Santi del paradiso, pregate per noi".

 

 





p. 52
5 Cfr. Mt 5, 28s.



p. 53
6 Cfr. Mt 4, 19.



7 L'A. riassume qui il celebre ritratto di Gesù Cristo di Publio Lentulo, personaggio senza veridicità storica, contenuto in un apocrifo medievale rielaborato in epoca umanistica. Fu pubblicato per la prima volta nel 1474 nella Vita Domini nostri Jesu Christi ex quattuor Evangeliis di Ludolfo di Sassonia; cfr. F. Vigouroux, Lentulus, in Dictionnaire de la Bible,  iv, 1908, col. 168-172.



p. 54
8 Mt 19, 21; cfr. Lc 9, 3; Mt 16, 24.



9 Diversamente in C. Chalippe, Vita di s. Francesco, pp. 65-66: “Francesco, che desiderava d'essere prestamente sbrigato dal suo negozio andò al palazzo del Laterano, e fecesi presentare dinanzi al Papa [...] Innocenzo iii sommo pontefice, uomo di singolare prudenza, conobbe il candore il coraggio e lo zelo ammirabile del servo di Dio”.



p. 55
10 Diversamente in C. Chalippe, Vita di s. Francesco, p. 53: “Il sesto discepolo [di Francesco] chiamato Giovanni e soprannominato Capella cominciò bene e finì male”.



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