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UN POVERELLO DI CRISTO MEMORIE PER LE FESTE MONDIALI DEL SETTIMO CENTENARIO DALLA NASCITA DI SAN FRANCESCO D'ASSISI IX. Un poverello di Cristo in croce |
IX.
Un poverello di Cristo in croce
[32]Gesù Cristo in croce è il vincitore dell'inferno ed è la salvezza nostra. I seguaci del Redentore devono tenergli dietro. Francesco col suo abito succinto, a piedi scalzi e con il capo scoperto venne al monte Alvernia17. Il conte Orlando di Chiusi glie l'aveva regalato ed egli posesi <ad> ascendere in cerca di una croce e di un vertice di Calvario. Sopra quelle sommità era un capobanda sanguinario che incuteva terrore ai paesi vicini. Chiamavasi Lupo. Francesco gli si accostò e disse: "Sia tu agnello fedele di Gesù Cristo. Sialo per sempre". Quel fiero gli cadde penitente ai piedi e venne a far la sua penitenza in una grotta, che poi fu [33]detta prigion del lupo, e là rimase finché piamente morì.
A Francesco apparve un dì la beata Vergine co' suoi fedeli servi Giovanni Battista e Giovanni evangelista. Dissele18 poi: "Edifica in questo luogo una chiesa sacra al mio nome e chiama a lodarmi i tuoi fratelli". Francesco obbedì e intorno al santuario della Vergine construsse capanne con frasche per i suoi. Di tempo in tempo amava trovarsi solo. Allora ascendeva nella solitudine su pel monte. Fu veduto un giorno sul piano di un ciglione e di là volgere l'occhio al cielo e sospirare, abbassarlo al suolo e poi gemere come uom atterrito. Gli domandarono: "A che piangete, o padre?". Ed egli: "Guardo in
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alto e mi par scorgere il paradiso, abbasso lo sguardo e mi par scorgere nel fondo l'inferno. Io mi trovo qui sospeso fra il cielo e l'abisso e non so ancora qual dei due sia per toccarmi. Ah, pregate perché il povero Francesco possa salvar l'anima sua!".
Era solito ritirarsi nel più folto della [34]macchia a pregare con digiuno per quaranta dì in onore di san Michele arcangelo. Nel fervor delle sue supplicazioni il poverello di Cristo raggiunse il suo divin Maestro in croce. Apparve poi uno spettacolo di paradiso. Era un angelo circondato da sei ale che distendeva in forma di croce; l'ammirabile apparizione era lui, Gesù Cristo, il re degli angeli. Francesco era là ginocchione colle braccia stese e gemeva: "Fatemi degno, o Signore, dei patimenti del Salvator mio". Allora una luce in forma di raggio acuto venne a posare nelle mani, nei piedi e al costato di Francesco. Nelle sue mani e nei suoi piedi, al luogo dei chiodi del divin Salvatore, si fissarono i chiodi e le piaghe di Gesù Cristo. Francesco allora si vide confitto alla croce e ne esultò. Al costato gli si aprì una piaga dolentissima. Nella palma delle due mani si formarono due chiodi della carne sua. Questi erano duri e del color di ferro e avevano il capo largo e rotondo. Le punte che uscivano al di sotto delle mani e dei piedi erano ricurve e come ribattute. [35]Dalle cinque piaghe, specialmente da quella del costato, usciva sempre sangue. Francesco ravvolse in poveri cenci quelle piaghe e intanto confortavasi in pensare fra sé: "Quanto è fortunato un poverello di Cristo che vive confitto in croce!".