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UN POVERELLO DI CRISTO MEMORIE PER LE FESTE MONDIALI DEL SETTIMO CENTENARIO DALLA NASCITA DI SAN FRANCESCO D'ASSISI XIV. Il saluto alla patria in terra |
XIV.
Il saluto alla patria in terra
[56]Era la vigilia della passione e della morte del Salvatore. L'aria intorno era mesta, la luna appariva come luce che si dispone a coprire un gran catafalco di dolore. I rigagnoli scendendo con mormorio dal monte degli Olivi parevano gemere in duolo profondo. Gesù si abbracciò alla madre e si accommiatò. La Vergine immacolata aveva gli occhi sanguigni per il pianto. Il passaggio era nel mezzo di un mare di patimenti, ma Gesù disse addio alla terra e si accinse a lasciarla.
Francesco vide appressarsi la sera della sua vita. Le ombre della notte scendevano rapide. Un angelo dal cielo venne a dirgli: "Saluta la patria terrestre e disponiti ad ascendere alla celeste". Era nel vescovado della città. Desiderò spiccare il volo dalla sua cella [57]presso la chiesa della Madonna degli Angeli. Pregò i frati suoi che lo assistessero fin là. Fu trasportato di mezzo alla città e giù scendeva per la china della valle.
Allora Francesco disse: "Fermatevi". Sollevò dunque la sua destra e benedisse alla sua Assisi. La benedisse con ogni augurio di prosperità celeste e di felicità terrena. Indi la salutò: "Addio, terra che mi hai generato. Io spero <di> riguardarti da miglior soggiorno in alto. Addio, fratelli che mi foste compagni nel pellegrinaggio. Io sentomi a termine della via. Ah, se posso porre il piè nella patria dei santi! Italia, ti saluto. Sia tu sempre la figlia eletta della Chiesa di Gesù Cristo. Addio, terra di questo mondo. Io ti lascio. Venite tutti, fratelli dell'universo, ascendiamo uniti al paradiso".
Dopo ciò fece segno che proseguissero e i portatori accompagnarono Francesco alla sua cella. Si rallegrò in vedere quelle quattro mura e disse: "Da qui spiccherò il volo verso alla patria [58]celeste. Disponete il letto per il poverello di Cristo, il meschino di Assisi". Volle fosse adagiato per terra.
Francesco soffriva, ma nel volto era raggiante di gioia. Teneva gli occhi fissi in alto e diceva: "Lasciatemi distinguere la via che presto terrò in ascendere".
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I frati che assistevano guardavansi attoniti e dicevano: "Le anime dei giusti sono in mano a Dio e non li tocca il tormento della morte"33.