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UN FIGLIO ILLUSTRE DEL POPOLO CRISTIANO CENNI BIOGRAFICI INTORNO A FR<A> EUSEBIO MARIA DA DONGO VESCOVO IN HU-NAN I. Intorno ad un figlio del popolo |
I.
Intorno ad un figlio del popolo
[5]Carissimo è il figlio del popolo. I cuori più nobili guardano con più vivo affetto al figlio del popolo. Il figlio del popolo, uso agli stenti, ringagliardito alla prova dei sacrifici, cresce spesso generoso; nella sua semplicità tutto abbraccia, la terra con il cielo. I più illustri ingegni nelle arti o nelle scienze sono stati il più delle volte i figli del povero popolo. Spesso
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un figlio del popolo ha in sua destra i destini quando di un popolo e quando di un gruppo di popoli e vi provvede con animo paterno.
Non rare volte abbiamo veduto un figlio del popolo impugnare il pastorale di Pietro, cingersi la fronte della tiara pontificia e far rimanere attonito il mondo con dire: "Io sono [6]il Vicario in terra del divin Salvatore; amatemi tutti e mi obbedite, perché io son qui servo dei servi del Signore per amarvi e salvarci tutti". Chiniamoci rispettosi dinanzi al figlio del popolo quando Dio lo suscita dalla polvere per erigerlo a guida od a giudice nel mondo5. Volgiamo affettuoso il guardo al figlio del popolo che percorrendo bramoso la terra par che dica ad ognuno: "Vorrei amare e non trovo modo di farlo".
Con questo sospiro in cuore e con una fiamma di desio che gli si leggeva in fronte, un figlio del popolo fu veduto percorrere le riviere di questo massimo Lario. Dongo lo vide nascere e l'ospitò. Dongo cheto cheto tenne dietro ai passi del fervido, ne ascoltò i soliloqui segreti. Data occasione, porse attenzione al lavoro delle mani del giovinetto, ne studiò i concetti della mente. Dongo vide, si rallegrò e gli porse la destra e gli additò un punto d'arrivo benché lontano. Ma il fanciullo con più vivo andare guardava al cielo6. Quegli occhi dell'innocente parevano incontrarsi con lo sguardo degli angeli. [7]I custodi pietosi parevangli soggiungere con amoroso accento: "Sei figlio del comun Padre... Gli sei figliuolo diletto... Ave, ave, dolce nostro compagno!".
Correva la decina del 1830 al 1840. In questi anni e nei seguenti sollecitò nella pietà e nella grazia. Preconizzando di lui, dicevano quei del popolo: "Di questo giovinetto che ne sarà7?". I fortunati videro una benedizione: un poverello di Cristo8 che si presenta al mondo per edificarlo, un sacerdote
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che sospira <di> morire martire di carità in mezzo agli infermi9 di contagio.
Eccolo un missionario che in patria commuove, che fuori converte e salva. Eccolo, eccolo. Pio ix a<i> 28 gennaio 187610 posa il guardo compiacente sopra di lui. Ai 28 maggio, quattro mesi di poi, diecimila chinesi guardano in viso a lui, quasi in volto di angelo. Quattrocento illustri di quella nazione e del mondo accompagnano i suoi passi e reclamano: "Benedetto il figlio del popolo! Accorriamo tutti per iscorgerlo! In fronte ha l'aureola [8]della inspirazione, sulle labbra il miele della parola. Con il cuore si abbraccia a tutta la terra e poi si aderge al cielo per comprendere l'infinito. Nella11 destra stringe gli emblemi. Quegli emblemi sono stretti dal vincolo della fede che ci12 unisce al Cristo salvatore dell'arte e della scienza". In questo atteggiamento il figlio benedetto del popolo sclama a tutti: "Ascendiamo all'alto dove la felicità è senza misura. Accorriamo festosi". Il nostro figlio del popolo è monsignor Semprini, vescovo di Tiberiopoli. Io non posso personalmente inchinarmi allo illustre. Saluto con affetto la patria dello illustre, Dongo.