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UN FIGLIO ILLUSTRE DEL POPOLO CRISTIANO CENNI BIOGRAFICI INTORNO A FR<A> EUSEBIO MARIA DA DONGO VESCOVO IN HU-NAN X. La civiltà cristiana |
[44]Il figlio del falegname Semprini da Dongo percorreva già lieto queste spiagge. Aveva il viso infuocato, il cuore ardente. Volgeva l'occhio attento a mirare la bellezza del creato e poi esclamava con gioia: "Vero, vero; il Signore in creare il mondo vi sparse una scintilla del bello e del buono che è nel cielo. Lo disse Dio al termine della creazione: Tutte <le> cose intorno sono buone"52. Il giovine Semprini meditava fra sé: "Belli questi fiori del giardino, buoni questi frutti dell'orto.
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Nella figura delle persone e dell'universo quanta bontà! Io vo' studiare le terrene cose per elevarmi alle celesti". Or eccolo il figlio del popolo: pone mano assidua a tutte l'arti buone, pone attenzione a tutte le scienze utili. Non ha maestri, non ha mezzi, il tempo gli sfugge. Ma egli profitta d'ogni [45]incontro fortuito, si vale d'ogni momento d'ozio, ed eccolo in breve buono artista per ricopiare nello intaglio, nello intarsio, nella pittura, nella scultura le bellezze dell'universo. Eccolo in breve economo studioso della buon'arte di agricoltura, dell'utile studio delle scienze. Con l'aiuto di questi umani studi sale quasi per iscala alla comprensione degli studi sovran<n>aturali.
Eccolo in breve teologo e predicatore, duce e maestro ai popoli. Il figlio del falegname Semprini da trent'anni è caro maestro di civiltà nello impero gentile della Cina. Egli si fa con pazienza ad insegnare a quei popoli l'arte della agricoltura, poi gli esercizi del disegno, i lavori dell'industria cristiana. Li ricrea con il canto armonico, con il suono soave del concento cattolico. Egli è un incanto fra quei popoli pagani.
Gli vengono intorno come dinanzi ad un angelo di luce e di conforto ed ei tutti accoglie. Allora porge in disegno la sontuosità di un tempio cristiano; entro vi fa grandeggiare la maestà del Signore, che è nell'alto de' cieli.
Vi presento il disegno della chiesa di san [46]Michele, construtta con arte propria del padre Eusebio Maria da Dongo. Egli ne è stato il disegnatore, egli il capo mastro, egli il pittore. Il danaro a tanto scopo l'ha raccolto in persona e fra immensi stenti in più luoghi, ma sovrat<t>utto fra i cristiani delle isole Filippine. Stese la destra anche ai nostri d'Europa e da Italia e n'ebbe discreta cooperazione. Scrivendo in data del 24 giugno 1875 da Hen-kion esponeva egli stesso: "La costruzione della chiesa e della casa parrocchiale, grazie a Dio, è riuscita di straordinaria ammirazione non solo a tutti i cristiani, ma altresì ai gentili che d'ogni parte accorrono a vederla e protestano di non aver mai veduto un'opera simile. La chiesa, sebben non molto grande, è una delle migliori non solo di Cina, ma altresì d'Europa, è decorata di immagini in af<f>resco e ad olio e di molti ornati in rilievo. Essa è dedicata a san Michele arcangelo. Il glorioso spirito è - 101 -
dipinto nel quadro dell'altare maggiore in atto di ricevere il comando dall'Altissimo di abbattere Lucifero. Nei due altari laterali si rappresentano la [47]sacra Famiglia, e la gloria di san Francesco d'Assisi".
Il bullettino delle Missioni Cattoliche del 24 giugno 1876 ha quanto segue: "Il 14 di gennaio del 1875, festa del santo Nome di Gesù, mons<ignor> Banci, coadiutore di mons<ignor> Navarro, benedisse solennemente la nuova chiesa di san Michele. Questa chiesa venne eretta per cura del r<everendo> padre Eusebio Maria Semprini, zelante religioso che da venti e più anni attende all'evangelizzazione di questo paese. Egli ne fu l'architetto, il capomastro ed il pittore. Fu inoltre il benefattore. Fuori è di stile cinese e di dentro di stile romano. Le scolture in pietra e in legno, i quadri, le pitture decorative, i tre altari riccamente ornati, tutto contribuisce a far di questa chiesa un vero monumento. Costò presso a 6000 scudi, frutto di una colletta fatta dai nostri padri a Manila53 e nelle Filippine, non che di alcuni doni mandati dall'Italia. Il r<everendo> p<adre> Semprini, che ha vera abilità per la pittura, dipinse sopra l'altar maggiore san Michele che riceve da Dio l'ordine di [48]combattere Lucifero. A destra ed a sinistra si vedono san Pietro e san Paolo. Tutti questi dipinti, mirabilmente eseguiti, sono d'un effetto bellissimo. Sopra l'altare a man destra il r<everendo> p<adre> Semprini fece la sacra Famiglia; il bambino Gesù riposa sulle braccia della madre e san Giuseppe lo viene contemplando con occhio amoroso. Sopra l'altare a mano manca è rappresentato san Francesco d'Assisi col volto tutto irradiato dal divino amore. I quattro evangelisti adornano la cupola, figure di santi e di martiri coprono la nudità delle pareti.
Presso la chiesa si trovano a diritta la residenza dei missionarii ed a sinistra un ospizio pei catecumini e alcune stanze pei servi. Per agevolare l'accesso si gettò un ponte sul fiume che passa davanti la chiesa, al luogo dove si fece un ampio piazzale. I nostri cristiani sono pieni di gioia e di ammirazione
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e anche i pagani fanno le meraviglie. Varii capi dimandarono libri di religione per istruirsi. Egli è degno d'osservazione che poveri frati di san Francesco, senz'alcun modo d'azione,[49] unicamente appoggiati nella Provvidenza e nel proprio coraggio, abbian potuto riuscir in quest'impresa con stupore di tutti quanti. Onore al r<everendo> p<adre> Eusebio, che volle dotare la Chiesa dell'Hu-nan di opera sì bella! Gloria a Dio che ricompenserà il suo zelo".
Ora io domando con gioia: "Da chi viene la civiltà al mondo?". Mi rispondono in coro mille voci da ogni angolo di terra: "La vera civiltà viene da Gesù crocefisso sul Golgota, viene dai successori degli apostoli, che con cuore generoso la spargono fra le genti, a guisa del figlio del falegname Semprini da Dongo".