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UN FIGLIO ILLUSTRE DEL POPOLO CRISTIANO CENNI BIOGRAFICI INTORNO A FR<A> EUSEBIO MARIA DA DONGO VESCOVO IN HU-NAN XI. Cattolici e gentili intorno ad un figlio illustre del popolo cristiano |
XI.
Cattolici e gentili intorno ad un figlio
[50]Il mondo degli ebrei e degli stessi pagani guardavano alla persona ed alle opere di Gesù salvatore e ne restavano attoniti. Gli applaudivano poi colle mani in segno di osanna e lo salutavano con voce giuliva: "Benedetto colui che viene nel nome del Signore!" 54. Così è vero che la virtù è cara a tutte le genti della terra.
Il mondo dei cristiani e lo stesso mondo dei pagani nella Cina li scorgemmo testé esultanti intorno ad un seguace e apostolo del divin Salvatore, un figlio illustre del popolo cristiano, Eusebio Maria Semprini da Dongo. Uditene per esteso la relazione che ne scrissero da Hu-nan nel 1876. [51]"Addì
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28 maggio di quest'anno, domenica fra l'ottava dell'Ascensione, un'insolita festa allietava di gaudio dolcissimo e santo la cristianità di Hu-nan in Cina. Il venerando vicario apostolico monsignor Michele Navarro, con l'assistenza del vescovo d'Alicarnasso monsignor Ezechia Banci e con tutta la maestà dei riti cattolici, consacrò il novello suo coadiutore monsignor fr<a> Eusebio Maria Semprini da Dongo, preconizzato già dal papa nel concistoro del 28 gennaio col titolo di vescovo di Tiberiopoli, compiendo la solenne cerimonia nella chiesa di san Michele arcangelo ad Hen-kion-fu. La festa riuscì veramente straordinaria e quale in quei luoghi non fu mai vista giammai.
Comune era la gioia e la letizia sì dei cristiani da tutte le parti convenuti sì ancora dei gentili, i quali vollero pur fare la loro offerta per le spese della funzione, e fu tanta la moltitudine che si calcolarono da diecimila persone. La sera innanzi si fece grande illuminazione con fuochi artificiali, con infiniti spari e musiche. Il tempo bellissimo, il cielo sereno e stellato, la lucente luna coi miti suoi raggi contribuivano [52]ad aumentare la giocondità degli accorsi; l'aspetto grazioso della nuova chiesa, ridente per pulitezza e decoro, incantava gli ammiratori e rapivali soavemente, attalché tutti partivano asserendo di non aver mai veduto cose sì ammirande. Il giorno appresso poi le salve degli spari e i musicali concenti, alternandosi a vicenda, non interrompevano un momento il festivo loro suono, specialmente in tempo della solenne consacrazione e <di> tutto il pranzo, per far così onore ed evviva al novello vescovo.
Al santo rito, oltre i due prelati, assistettero pure sette padri missionarii venuti dalle varie residenze del vicariato, e più di quattrocento commensali fecero bella corona al candidato e vennero lette ad onore di lui alcune poesie ed epigrammi tanto in lingua latina che cinese. A sera si conchiuse la solennità con la benedizione del Santissimo Sacramento e con tutta quella maggior pompa e festa che fosse possibile, mentre l'aere intorno echeggiava di lietissime voci ed applausi e sulle bocche dei fanciulli e de' vecchi, degli uomini e delle donne, risuonava frequente e spontaneo il grido: Viva il nostro vescovo! [53]Viva monsignor Semprini! Benedetto il nome del nostro padre Eusebio! A lui prosperità e lunghi anni di vita!
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Dolcissime lagrime di emozione scendevano dagli occhi del vicario apostolico, molti altri piangevano di tenerezza. Alla festa di Pentecoste poi il nuovo prelato fece il primo solenne suo pontificale, che fu onorato parimenti con ispari e con musiche. E da lì a pochi giorni partì per visitare alcune remote cristianità del vicariato che da più anni non vedono vescovo, accolto dovunque come l'angelo del Signore e con isplendide dimostrazioni di gioia e di religiosa esultanza".
In mezzo a queste giulive dimostrazioni il vescovo novello chinava modesto il guardo. Ripeteva in cuor suo: "Servo inutile io vi sono55, o Signore". Un rosso di modesta verecondia coprivagli il viso. La folla di popolo con maggior vivezza guardava in volto, perché più gli piaceva <quanto> più appariva umile e confuso. Gli pervenivano applausi lontan lontano da rimote parti d'Europa e sovrat<t>utto da Italia e da Dongo, sua patria. Ma egli rispondeva con semplicità: "Mi giungono le vostre lettere ripiene di congratulazioni. Queste di confusione [54]mi riempiono e di cordoglio, perché io sono affatto indegno della dignità alla quale fui assunto e sono incapace a sostenerla. Ben di buon cuore avrei rinunziato, se le circostanze mi avessero permesso. Ma il gaudio era generale sì di tutti i padri missionari e dei cristiani, non che dei gentili che mi conoscono. Ciò mi trattenne da far tal passo, sperando che, ben veduto ed amato, si potrà ritrarre un vantaggio spirituale". Il sommo pontefice Pio ix guardò alle fatiche del Semprini e le ammirò. Considerò le brame del cuore di fra Eusebio Maria da Dongo e giudicò che affatto convenisse decorare il petto di lui con la croce dei successori immediati degli apostoli. Addì 28 gennaio 1876 lo preconizzò dunque vescovo di Tiberiopoli in partibus infedelium.
Addì 24 agosto dello stesso anno scrisse di suo pugno e mandogli lettera di congratulazione e di giubilo in forma di breve apostolico. Dissegli fra altre cose queste: "Il peso vescovile è carico formidabile ai tempi nostri e fra cristiani di qui, ma è formidabilissimo [55]in tempo e luogo vostro fra cinesi
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pagani. Voi non l'avete deposto il gravissimo pondo. Iddio vi benedica. Abbiate sempre la costanza del confessore intrepido, sempre vi accompagni la virtù del martire di Gesù Cristo". Figlio illustre del popolo cristiano! Avete ricevuto il congaudio di tutto il mondo cattolico, perché vi manda <a> salutare di cuore il Padre comune di tutti i fedeli. Iddio vi prosperi, illustre figlio del popolo cristiano! Pregate per tutti noi.