Luigi Guanella: Opere edite e inedite
Luigi Guanella
Il Terz'ordine di S. Francesco…
Lettura del testo

IL TERZ'ORDINE DI SAN FRANCESCO E L'ENCICLICA DEL PONTEFICE LEONE XIII

IV. "Andate e predicate"

«»

[- 120 -]

IV.

"Andate e predicate11"

  [25]Il cristiano in qualsiasi atto di discorrere ovvero di operare deve sempre recare in se stesso l'imagine del divin Salvatore. Francesco imponeva a' suoi fratelli di regolarsi strettamente così. Diceva loro: "Nel nome del Signore, andate a due a due con umiltà e modestia, osservando dalla mattina

 - 121 -

sin dopo l'ora di terza un esattissimo silenzio e facendo orazione col vostro cuore. Non si senta tra voi alcuna parola inutile e oziosa; benché siate in viaggio, fa di mestieri che la vostra condotta sia sì umile e sì onesta come se vi trovaste in un romitaggio o nella vostra cella. Imperocché ovunque noi siamo ed in qualunque luogo andiamo, abbiam sempre la nostra cella con noi, il nostro fratel corpo è la nostra cella, l'anima è il romito che vi dimora per pensare a Dio e per far orazione. Se un'anima religiosa non sa star in riposo nella cella12 [26]del corpo, le celle esteriori non le serviranno niente.

Portatevi tra i secolari in modo tale che chiunque vi vedrà o vi ascolterà si senta mosso da divozione o lodi il celeste Padre, a cui deesi tutta la gloria. Annunziate a tutti la pace, ma abbiatela siccome nella bocca così nel cuore, o più nel cuore che nella bocca. Non date occasione ad alcuno né di collera né di scandalo, procurate per lo contrario di insinuare colla vostra piacevolezza la benignità, la concordia e l'unione.

Noi siamo chiamati a risanare i feriti, a consolare gli afflitti ed a ridurre gli erranti nel sentiero della salute; molti vi paiono membri del diavolo, i quali un giorno saranno discepoli di Gesù Cristo".

  Di questo che insegnava altrui Francesco porgeva esempio nella sua persona. Sentissi chiamato di recarsi a Parigi e vi si incamminò. Pervenuto a Roma, conciliò alcune famiglie che si odiavano di rabbia pessima. Pregò poi e ottenne che san Paolo, apparendogli, lo confortasse con dirgli che il Signore gli aveva concesso di praticare la povertà come la osservarono Gesù, Maria e Giuseppe, e dopo loro gli apostoli del divin Salvatore. [27]Francesco, giubilandone, effondeva i suoi ringraziamenti a Dio presso al luogo detto la Confessione di san Pietro. Stando in questo luogo si incontrò con Domenico13. Questi abbracciò Francesco dicendo: "Voi siete il mio compagno. Noi andremo di concerto nel travagliare, stiamo ben uniti e niuno potrà separarci". Si incontrò parimente con il

 - 122 -

cardinale Ugolino, al quale, poiché14 si lagnava che con troppi patimenti avesse mandati suoi compagni in lontane regioni, rispose: "Monsignore, voi credete che Dio non abbia voluto quest'Ordine se non per questi paesi, ma io in verità vi dico che lo ha formato per ben dell'universo e per la salute di tutti gli uomini, compresi ancora15 gli infedeli. Imperocché vi saranno dei religiosi dell'Ordine i quali andranno nelle loro terre, e purché16 vivano sempre secondo la regola del Vangelo, il Signore provvederà abbondantemente a tutti i loro bisogni, anche tra i nemici del suo nome".

  Aveva Francesco molti avversarii. In visione scorse che molti pulcini erano salvi sotto la chioccia17, che più altri i quali sarebbero periti erano salvi da un uccello18 che si equilibrava su quei piccoli. La chioccia19 era lui, Francesco; il secondo [28]augello un cardinal protettore che ottenne dalla santa Chiesa. In questo avvenimento era morto Innocenzo iii e gli era succeduto Onorio iii.

  Francesco, non potendo in persona, mandò suoi compagni a Parigi. Altri diffuse a più parti dell'Italia. Intanto pensò a mandarne una spedizione fino a Soria20 e nell'Egitto. E perché in ciò apparisca più chiara la chiamata del Signore, Francesco dispose che un fanciullo, inspirato da Dio, avesse a disegnare quei che dovevano accompagnarlo. Accadde che nel cammino un frate usasse parole di scortesia verso un compagno. L'offensore, ammonito da Francesco, tanto se ne dolse che per farne penitenza si riempì la bocca di fango. Francesco era giunto sotto a Damiata. In questo luogo i crociati stavano per assalire i saraceni. Disse allora Francesco al proprio compagno: "Il Signore mi ha fatto conoscere che se si viene alle

 - 123 -

mani, infallibilmente i cristiani avranno del disavvantaggio. Se io lo dico, sarò tenuto per pazzo. Se nol dico21, vi va della mia coscienza, che ve ne pare?". Rispose il compagno: "Fratello, non vi curate del giudizio degli uomini; non <è> solamente oggi [29]che voi siete tenuto come un insensato. Scaricate pure la vostra coscienza e temete Iddio più che il mondo". Francesco parlò e non fu ascoltato. I cristiani perirono come gli ebrei22 nel deserto, senza poter vedere la Terra Santa.

  Ma Francesco si avanzò fra le due armate; colto dai saraceni e battuto, disse: "Presentatemi al vostro sovrano". E pervenuto alla sua presenza, evangelizzò a lui Cristo Gesù e si esibì a provare le fiamme del fuoco per attestare la veracità della religione che annunziava. Il soldano gli offerì denaro, ma Francesco instava: "Voglio anime". E il re: "Pregate Dio per me, acciocché mi faccia conoscere la religione che più gli piace ed affinché possa abbracciarla". Francesco distribuì i suoi compagni in più region dell'Egitto, ma non potendo ottenere ritornò all'Europa.

  Scorse intanto che qui ed in Italia taluni tendevano ad erigere case troppo agiate; Francesco volle che di subito le abbandonassero. Vide23 che alcuni attendevano per possedere qualche cosa in comune. Francesco pregò con viva fede e si ebbe rivelazione di opporsi fieramente. Ristorò i danni che erano entrati nell'Ordine e [30]disse: "Se alcuni pochi vorranno uscire, Iddio susciterà dalle pietre discepoli puri, ossequenti e devoti". Eccovi un esempio di accettazione nell'Ordine. Un gentiluomo di Casale24 gli si offre a seguirlo. Francesco comincia a dirgli: "Bisogna pensarvi seriamente, perocché il tenore della vita che noi meniamo dee parere molto duro a persone allevate tra le delicatezze". Il giovane coraggiosamente gli replica: "Padre, non siete voi e i vostri religiosi

 - 124 -

di natura eguale alla mia e formati della medesima <terra>25? Dunque spero anch'io, coll'aiuto del Signore, di sopportare senza gran difficoltà ciò che altri, a me simili, sopportanovolontieri". Francesco fissò con occhio di compiacenza in volto al giovane e conchiuse: "Ebbene, vieni e andiamone pellegrini per la terra e convertiamo il mondo, perché segua davvero l'esempio del divin Salvatore".





p. 120
11 Cfr. Mc 16, 15.



p. 121
12 Originale: culla; cfr. ed. 1924, p. 78.



13 Vedi nota 7.



p. 122
14 Originale: punto.



15 Originale: uomini, come presso ancora; anche per la nota 16 cfr. C. Chalippe, Vita di s. Francesco, p. 148.



16 Originale: perché.



17 Originale: sotto le chiome; anche per le note 18 e 19 cfr.  C. Chalippe, Vita di s. Francesco, pp. 148-149.



18 Originale: cucullo.



19 Originale: chioma.



20 Originale: Loria; cfr. C. Chalippe, Vita di s. Francesco, p. 180.



p. 123
21 Originale: disavvantaggio. Sì, io lo dico, sarà tenuto per pazzo. Sì, vel dico; cfr. C. Chalippe, Vita di s. Francesco, p. 208.



22 Originale: perirono cogli ebrei; cfr. ed. 1924, p. 81.



23 Originale: Vede; cfr. ed. 1924, p. 82.



24 Diversamente in C. Chalippe, Vita di s. Francesco, p. 114: “Un giovane gentiluomo avendolo inteso predicare in Monte-Casale”.



p. 124
25 Per l'integrazione cfr. C. Chalippe, Vita di s. Francesco, p. 115.



«»

IntraText® (VA2) Copyright 2015-2025 EuloTech SRL
Copyright 2015 Nuove Frontiere Editrice - Vicolo Clementi 41 - 00148 Roma