Luigi Guanella: Opere edite e inedite
Luigi Guanella
Il Terz'ordine di S. Francesco…
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IL TERZ'ORDINE DI SAN FRANCESCO E L'ENCICLICA DEL PONTEFICE LEONE XIII

VI. Gesù Cristo ne' suoi fedeli

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VI.

Gesù Cristo ne' suoi fedeli

  [37]È scritto ne' Libri santi che il cristiano deve essere consepolto con Cristo, che deve rivestirsi delle virtù di Gesù Cristo, che la vita nostra deve essere nascosta con Cristo in Dio31. "Non sono io che vivo32 -- scrive san Paolo -- ma è Cristo che vive in me"33. Ed ai fedeli di più regioni diceva: "Voi siete figli di Dio e somiglianti a Dio, perché Gesù Cristo

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si è fatto come uno di noi. L'uomo cristiano per mezzo di Cristo Gesù si è imparentato colla Trinità augustissima del Padre, del Figlio, dello Spirito Santo"34. Tale è il fedele che vive della grazia del signor nostro Gesù Cristo. Talvolta accade che Dio manifesti ancor prodigiosamente l'opera sua per mezzo dell'uomo cristiano, molto più quando un cristiano ricopi con zelo in sé le virtù del divin Salvatore. "Dammi il cuor tuo35 -- dice Gesù Cristo -- che io ti dono il mio".

  [38]Fra i molti cristiani illustri, i quali si rivestono delle virtù del Salvatore divino, chiarissimo apparve Francesco d'Assisi. Povero come Gesù, perseguitato come Gesù, piagato perfino a guisa di Gesù, Francesco ottenne di poter operare colle virtù di Gesù. Mi limito ad accennare in questo momento pochi avvenimenti profetici. Conoscere quello che a tutti è nascosto e che ha da venire e che con argomento di vista umana non si può prevedere, questo è grazia che di tempo in tempo Iddio distribuisce ad un eletto suo. Era l'anno 1206 e attendevasi a riparare la chiesa di san Damiano. Disse allora Francesco: "Aiutatemi a finir questa fabbrica. Un qualche giorno qui sarà un monastero di povere signore di santa vita, la fama delle quali farà che il celeste Padrone sia glorificato per tutta la santa Chiesa". Cinquant'anni di poi sorgeva il convento di santa Chiara36. Ottone iv imperatore s'incamminava con gran corteggio a Roma per esservi incoronato. Francesco, che si incontrò per via, dissegli: "Vana e fugace è la gloria del mondo". L'anno di poi l'imperatore per gravi falli commessi fu dal pontefice scomunicato.

  [39]Francesco in abbracciare la vita apostolica disse a se stesso: "Non è sulla terra cosa che io non sia disposto <ad> abbandonare di buona voglia, non è cosa sì aspra e sì penosa che io non sia risoluto di sofferire con allegrezza, né cosa che io non intraprenda a misura delle forze del mio corpo e

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dell'anima mia per la gloria del mio Signor Gesù Cristo, e voglio quanto mai potrò eccitare ed indurre ad amar Dio tutti gli altri con tutto il loro cuore sopra ogni cosa". A questo punto il Signore gli fece gustare vivissima gioia al cuore e gli fe' intendere che tutte le colpe gli eran perdonate, sì come ad un bambino che esce mondo dall'onda battesimale.

  Dopo un'estasi meravigliosa dice ai frati suoi: "Fatevi coraggio, figliuoli miei cari, rallegratevi nel Signore, il vostro picciol numero non vi rattristi, la mia e la vostra semplicità non vi sgomenti, perocché Iddio mi ha fatto chiaramente conoscere che con la sua benedizione stenderà per tutte le parti del mondo questa famiglia, di cui egli è padre. Vorrei passare sotto silenzio quello che ho veduto, ma la carità mi obbliga di palesarvelo. Ho veduto una gran moltitudine di persone che venivano [40]verso di noi per vestire il medesimo abito e per menare la medesima vita. Ho veduto tutte le strade ripiene di uomini che marciavano verso questa parte ed affrettavano forte il passo. Viene una folla di francesi, di spagnuoli, d'alemanni, d'inglesi e di tutte quasi le nazioni.

Ancor mi risuona all'orecchio il rumore di quelli che vanno e che vengono per eseguire gli ordini della santa ubbidienza".

  In Cortona pranzava, in casa di certo Guido, Francesco con i suoi compagni. Improvvisamente uscì <a> dire Francesco: "Questi entrerà oggi nella nostra milizia e si farà santo in questa città". Guido rinunciò issofatto <a>i suoi beni e crebbe nella perfezione. Altrove in salutar un fanciullo disse: "Voi sarete mio figliuolo diletto". Pochi anni dopo si fece religioso col nome di frate Angelo. Venendo ad Osimo, fu accolto da un gentiluomo con molta carità. Piacque questo tratto a Francesco, però rivolto al compagno disse in partire: "Pregheremo finché Dio doni costui al nostro Ordine". Ritornarono dunque a lui dopo qualche . Il gentiluomo spiò di notte alla camera di Francesco, e scortolo in orazione e circondato [41]da luce straordinaria ed elevato da terra, di subito si pose alla sua sequela.

  Di questa guisa crescevano mirabilmente i seguaci a Francesco. Presto ammaestratili, li avviava alle diverse parti della terra per evangelizzare il mondo. La società cristiana era

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corrotta dal mal costume. Il cielo con i suoi miracoli attestava37 la santità della vita e la veracità della missione di Francesco.

  Oggigiorno la società cristiana non è meno infermata nel costume e fiacca nella fede. Ha bisogno di una luce superna che diradi le tenebre dell'errore, è bisogno dell'odore di santità che soavemente tragga a sé gli animi e li incateni. Iddio stampa in viso al cristiano santo un'aureola benedetta di santo esempio, e sulle labbra di lui un sorriso di carità, e nel cuore una fiamma di amor santo che tutto tira a sé. Il cristiano santo tutti trae a vederlo, nel suo passaggio molti trae a seguitarlo.

Piaccia al cielo che molti meritino dal cielo che il Signore li favorisca e li conduca soavemente così. Noi attratti dolcemente cammineremo nella via del bene. Oh, si avveri presto quello che il pontefice nella sua lettera <la> 17 settembre 1882 augurava a tutto il mondo!

  Dopo aver accennato [42]<di> desiderare che lo spirito di san Francesco si propaghi nel cuore di tutti, prosegue: "Cotale ardore di animo a scoposanto noi più che altri mai commendiamo altamente, noi che sin dai nostri verd'anni prendemmo ad ammirare e ad amare di parziale tenerezza il poverello d'Assisi, che ci gloriammo di essere ascritti alla sua famiglia, e che più d'una volta a sfogo della nostra divozione con accesa brama salimmo il sacro monte dell'Alvernia, dove ad ogni piè sospinto ci si affacciava alla mente la maestosa figura del santo, e quella solitudinericca di memorie teneva come assorto il nostro spirito, che silenzioso la contemplava".

  In questo modo le menti che si adergono all'alto, i cuori che sospirano al bene vengono rapiti alla virtù della perfezione cristiana. Così Gesù Cristo con la sua grazia dimori sempre nella persona dei cristiani suoi. Gesù Cristo è nel mondo per benedire e per santificare. Fortunato chi s'accosta al divin Salvatore per essere benedetto.

 

 





p. 127
31 Cfr. Rm 6, 4; cfr. Rm 13, 14; cfr. Col 3, 3.



32 Originale: scrivo; cfr. ed. 1924, p. 89.



33 Gal 2, 20.



p. 128
34 Cfr. Gal 4, 4-6; cfr. 1 Gv 1, 3.



35 Pr 23, 26.



36 Diversamente in C. Chalippe, Vita di s. Francesco, p. 43: “[...] dopo cinque anni [...] nel medesimo luogo Francesco vi collocò la vergine S. Chiara”.



p. 130
37 Originale: attestano; cfr. ed. 1924, p. 92.



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