Luigi Guanella: Opere edite e inedite
Luigi Guanella
Quarto centenario dalla traslazione...
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QUARTO CENTENARIO DALLA TRASLAZIONE DEL CORPO DI SAN ROCCO NOVENA DI LEZIONI E DI PREGHIERE

Ottavo giorno Lezione Dopo il transito di un santo

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Ottavo giorno

Lezione

Dopo il transito di un santo

  [85]Nelle vite dei santi Padri si legge che Antonio, ritornando dall'aver visitato l'eremita Paolo, d'un tratto vide bellissimo spettacolo in mezzo all'aere. Una schiera di angeli e l'anima di Paolo che, circondata da mirabile splendore, saliva accompagnata al paradiso. Antonio vide ed ammirò, e rifacendo i passi vide il corpo steso del carissimo maestro. Baciollo e il seppellì, e portossi per segno di memoria e di sprone alla virtù la veste ispida di lui, che sant'Antonio tenne come reliquia preziosa e indossandola poche volte nell'anno, nelle ricorrenze delle più solenni festività.

 

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  Rechiamoci con il pensiero a Montpellier44. Riferisce la tradizione che al [86]transito di san Rocco nelle menti dei cittadini apparve come un raggio celeste e nei loro cuori una voce parve sentirsi che diceva: "Nelle carceri è morto un santo". Si affrettarono dunque e al soave olezzo di un corpo santo, e alla bell'aureola di santità che sembrava vedersi da ognuno in volto a quel capo che pareva atteggiarsi a dolcissimo sorriso, esclamarono tutti come un uomo solo: "È un santo, è un santo!". Il governatore, come ne ebbe sentore, accorse fra i primi e volle scoprire chi mai si fosse quel carcerato misterioso. Intanto il cuore gli batteva forte nel petto ed ora, oh cielo, quale mistero! Non è dubbio, lo si riconosce da indizii non dubbii. Il pellegrino ha nome Rocco, fu tenuto carcerato ma è innocente, è il nipote del governatore... È Rocco, al quale il vecchio parente sospirava con affetto vivissimo. Or in questo momento descrivere la scena di commozione non è molto facile. Lo zio riprese di Rocco [87]quante memorie di reliquie poté e di quel volto ne fece ritrarre l'imagine al vivo, e poi nel corso de' suoi giorni guardando a quell'effigie diceva: "Eccolo il mio Rocco", e baciando quelle robe soggiungeva: "Eccole le reliquie di un santo". Intanto dispose funerali trionfanti, ed egli, lo zio, e il popolo dei cittadini di Montpellier non avevano fine a supplicare sulla tomba di lui: "San Rocco, prega per noi!". E dopo aver sospirato con fede e con affetto, molti che erano ammalati guarivano ed altri che domandavano altre grazie, o di corpo o di spirito, erano parimenti esauditi. Però di repente la fama da Montpellier45 si estese a tutta la Francia e poi all'Italia, all'Europa, al mondo cristiano universo. E s'affrettarono i più fervidi a informarsi presso alle città visitate da Rocco delle virtù e delle opere ivi esercitate, e applaudendogli sempre più, il cuor dei cristiani allietavasi d'aver nel mezzo proprio un santo [88]illustre ed ora un cittadino beato nel paradiso. Però ognuno faceva a gara per aversi per caso qualche memoria degli oggetti usati o

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posseduti da Rocco. Né questi bastando ad accontentare la divozione dei popoli, la Chiesa permise che molti avessero pure in tesoro spirituale una reliquia insigne, il braccio e la destra di san Rocco, ovvero in reliquia minore un frammento delle sue ossa benedette. Queste si custodivano poi ben più preziose che un tesoro d'oro o d'argento. E volgendo l'occhio a quelle reliquie, ripeteano: "Rocco è tuttavia fra noi. Questo corpo il vedremo glorioso e trionfante un . O Signore, per quanto Rocco poté nelle sue membra, per quanto amò la virtù con lo spirito suo, esauditeci, o Signore, e salvateci".

  Ha oggidì chi, volendo imitare più il costume dei protestanti che dei cattolici, passano inosservato il culto delle reliquie sacre, o non fors'anco il biasimano. Meschinelli! E poi sono [89]quelli stessi che mostrano tanta tenerezza per gli avanzi di Mazzini, per gli oggetti usati dal Garibaldi. Noi ci inchiniamo dinanzi ai corpi santi, ma facciamo ciò non perché crediamo che in essi sia qualche divinità, ma perché al vivo ci rappresentano i beati nostri fratelli che or sono in paradiso e perché Iddio, il quale si compiace che sieno onorati i santi suoi, egli per questo mezzo ne distribuisce a noi grazie spesso insigni e numerose.

  Abbiamo recato altrove già come i padri del Concilio generale di Costanza, venuti alle prese con la pestilenza, fecero voto a san Rocco di portarne solennemente l'imagine di lui e furono testé scampati. Nel 1490 il contagio della peste era ritornato in Parigi. Quei cittadini fanno voto di erigere a san Rocco un tempio divoto e di solennizzare in ogni anno la ricorrenza del suo transito benedetto, e questo bastò loro ed ai religiosi del monte Carmelo per riuscirne salvi omai. Pochi anni appresso [90]altre città della Francia e della Fiandra, trovandosi egualmente afflitte da pestilenza, fecero ricorso a san Rocco e n'ebbero protezione consolante. E quale grazia ottennero i cittadini di Arles nel 1522? E nel 1631 in Salona di Provenza, ed a Vermanton nella diocesi d'Auxerre46 nel 1633,

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e nel 1635 in altre regioni della diocesi di Sens i popoli furono parimenti sollevati dal male di pestilenza con far ricorso a san Rocco. Nel 1656 il male contagioso s'apprese a Napoli e serpeggiando per le campagne di Roma giunse fino a Frascati ed a Roma stessa, quando si scoprì un'imagine di san Rocco nella chiesa di santa Maria del Vivario47, ora detta comunemente di san Rocco. Si illuminò l'imagine e si usarono unzioni con quell'olio. Questo solo bastò a scamparne i malati, onde si istituì la festa e la precessione in onore di san Rocco.

  Innumerevoli altre grazie sono state concedute da Dio per intercessione di questo glorioso santo, dal che ne [91]venne che quasi più non fosse città, almeno nella nostra Italia, dove non si trovi o chiesa o cappella o confraternita in onore di san Rocco. Benedetto il Signore che ci ha visitati con un personaggio di tanta virtù! Valiamcene come lo desidera Iddio che suscitollo.

  Dice lo Spirito Santo: "Figliuol mio, abbiati cura nella tua malattia. Prega il Signore. Egli ti guarirà. Lascia il peccato e raddrizza le tue azioni e purifica il cuore da tutte le tue colpe; offerisci a Dio i tuoi doni e poi luogo al medico, perché il Signore è quegli che t'ha creato48... S'ha da onorare il medico pel bisogno che si ha di lui. L'Altissimo ha prodotto dalla terra i medicamenti e l'uomo prudente non ne starà lontano"49. Lo che chiosando, sant'Agostino avverte che i medicamenti corporali che si usano dagli uomini, a quelli solamente giovano nei quali produce la sanità Iddio, il quale anche senza de' medicamenti può guarire, laddove i medicamenti [92]a nulla affatto vagliono senza Iddio.

 

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Orazione

  Aprite, o Signore, gli occhi della nostra mente e fateci intendere. Movete gli affetti del cuor nostro e fateci amare. Oh come bene si sta in guardare al paradiso, in amare la beatitudine! Buon Dio, vi ringraziamo che avendoci inviato un cristiano illustre, per mezzo di esso siamo vieppiù eccitati a guardare in voi e ad amarvi. Vi lodino tutti e vi benedicano.

  E ce ne compiac<c>iamo con voi, o glorioso san Rocco, con voi il quale da tanti secoli e tanti ottenete tanta gloria quanta meritarono i vostri sacrificii di patimenti e di carità. Accrescete, ve ne preghiamo, e moltiplicate l'amor de' santi quaggiù con accrescere su di noi e moltiplicare il buon effetto della vostra mediazione. San Rocco, siateci benevolo sempre, perorate tanto più fervidamente quanto più ne scorgete miseri.

Pregate per noi sempre.

  Tre Pater, Ave, Gloria.





p. 466
44 Originale: Monpelliers.



45 Originale: Montpelliers.



p. 467
46 Originale: ed a Vennanton nella diocesi d'Auxerres; cfr. Acta Sanctorum, Augusti, iii, Venezia 1752, p. 386.



p. 468
47 Originale: Vinario; cfr. Acta Sanctorum, Augusti, iii, Venezia 1752, p. 387.



48 Lezione probabile: che l'ha creato; in Sir 38, 12 (Vulgata): “etenim illum Dominus creavit”.



49 Cfr. Sir 38, 1.4.9-12.



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