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CENTO LODI IN OSSEQUIO AL IV CENTENARIO DAL TRANSITO DEL BEATO ANDREA DA PESCHIERA APOSTOLO DELLA VALTELLINA Prefazione |
[3]Accadono di tempo in tempo oggidì tali sciagure morali dinanzi a cui noi rimaniamo muti di terrore. Sono cristiani che vivono nel mezzo nostro e che d'un tratto vengono a morire e dispongono di passare nella impenitenza e si preparano funerali civili perché venga con essi accompagnata in trionfo l'empietà e l'irreligione. Sono talvolta le follie di una parte del popolo, che in abito di pecora matta seguono in baldoria un corteo sacrilego1. Un cuore cristiano oh come
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sanguina alla vista di tanto eccesso! [4]Noi pregheremo con affetto il Cuore adorabile del Salvatore che abbia pietà di noi e del popolo tutto. Per riparare a tanta ingiuria e per sollevare l'animo da un cordoglio vivo io ho pensato di venire alla tomba del beato fratello ed apostolo nostro Andrea, e in quest'anno che ricorre il quarto centenario dal suo transito glorioso rallegrarmi con lui e pregarlo della sua buona intercessione a pro mio e dei fratelli nella fede.
Buoni morbegnesi, i quali conservate nel vostro magnifico tempio di san Giovanni, più preziose che l'oro e l'argento, le reliquie del santo comprotettore Andrea, voi vorrete approvare il mio buon proposito. E voi stessi, buoni cittadini di [5]Peschiera, i quali avete di mezzo ai vostri donato alla terra ed a noi in Valtellina un santo, al paradiso un beato, voi medesimi approverete il buon intendimento di rallegrarcene tutti intorno ad un eroe cristiano. D'una cosa peraltro pregovi tutti, e questo è che nel discorso che vi presento, Cento lodi in ossequio al quarto centenario dal transito del beato Andrea, vogliate più che ad altro guardare al buon volere con cui seco voi io mi intrattengo. Pregate per me sempre, vostro affezionatissimo sac<erdote> Luigi Guanella.